Il Papa senza scorta: «I conventi diamoli ai rifugiati» - TopicsExpress



          

Il Papa senza scorta: «I conventi diamoli ai rifugiati» L’abbraccio del Papa ai rifugiati Approfondimenti Il Papa degli ultimi visita i rifugiati Articoli correlati • Papa: «Guerra per vendere le armi» Roma - Bergoglio visita i rifugiati del centro Astalli, nel cuore di Roma. E a sorpresa arriva con la sua consueta focus blu senza scorta. Il Papa è stato accolto dal cardinale vicario, Agostino Vallini e dal direttore del centro padre Giovanni La Manna. All’ingresso della mensa poi si è intrattenuto con alcuni rifugiati, in gran parte africani. Nel suo discorso, durato circa venti minuti, il Papa ha detto: «Grazie perché difendete la vostra dignità, ma anche la nostra dignità umana». Bergoglio si è poi chiesto: «A cosa servono alla Chiesa i conventi chiusi? I conventi dovrebbero servire alla carne di Cristo e i rifugiati sono la carne di Cristo». I «conventi vuoti non servono alla Chiesa per trasformarli in alberghi e guadagnare i soldi» ha detto il Papa. Agli operatori del centro Astalli, il Papa ha detto che bisogna «tenere sempre viva la speranza! Aiutare a recuperare la fiducia! Mostrare che con l’accoglienza e la fraternità si può aprire una finestra sul futuro, più che una finestra, una porta, e più si può avere ancora un futuro». «Ed è bello - ha aggiunto Bergoglio - che a lavorare per i rifugiati, insieme con i Gesuiti, siano uomini e donne cristiani e anche non credenti o di altre religioni, uniti nel nome del bene comune, che per noi cristiani è espressione dell’amore del Padre in Cristo Gesù. Sant’Ignazio di Loyola volle che ci fosse uno spazio per accogliere i più poveri nei locali dove aveva la sua residenza a Roma, e il Padre Arrupe, nel 1981, fondò il Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati, e volle che la sede romana fosse in quei locali, nel cuore della città». Entrando nel Centro Astalli, la struttura romana dei Gesuiti per l’accoglienza dei rifugiati, il primo gesto di Papa Francesco è stato di avvicinarsi a una donna incinta dando la benedizione a lei e al bimbo che portava in grembo. Il Papa è subito stato circondato dalla folla dei rifugiati con cui si è intrattenuto salutandoli e dando loro la benedizione. «Molti di voi siete musulmani, di altre religioni; venite da vari Paesi, da situazioni diverse. Non dobbiamo avere paura delle differenze. La fraternità ci fa scoprire che sono una ricchezza, un dono per tutti. Viviamo la fraternità». Ogni rifugiato «porta soprattutto una ricchezza umana e religiosa, una ricchezza da accogliere, non da temere. Grazie per le vostre testimonianze forti, sofferte. Ognuno di voi, cari amici, porta una storia di vita che ci parla di drammi di guerre, di conflitti, spesso legati alle politiche internazionali. Solidarietà è una «parola che fa paura per il mondo più sviluppato. Cercano di non dirla. È quasi una parolaccia per loro». Ma solidarietà, ha aggiunto, «è la nostra parola! Servire significa riconoscere e accogliere le domande di giustizia, di speranza, e cercare insieme delle strade, dei percorsi concreti di liberazione».
Posted on: Mon, 23 Sep 2013 13:36:59 +0000

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