Il punto di Luigi Angeletti, Segretario Generale UIL sulla legge - TopicsExpress



          

Il punto di Luigi Angeletti, Segretario Generale UIL sulla legge di stabilità e sul bonus busta paga 2014 Fare un calcolo sui possibili benefici in busta paga del taglio del cuneo fiscale non è semplice ma, secondo fonti sindacali, per ogni miliardo di euro di spesa, mediamente i salari avrebbero un aumento di circa 250-300 euro sulla busta paga. “Affinché il bonus sulle buste paga possa trovare attuazione”, - ha ribadito Letta,- “bisognerà che in Italia il costo del lavoro scenda progressivamente”. L’impegno nella legge di stabilità, tuttavia, non sarà solo quello di dare più soldi in busta paga ai lavoratori ma anche quello di studiare soluzioni vantaggiose per imprese e giovani. Dalla legge di stabilità dovrebbe cioè arrivare per le imprese una spinta decisa ad assumere e capitalizzare ma solo se “assumeranno con contratti a tempo indeterminato”. Dovrebbe dunque arrivare con la legge di stabilità un importante incentivo alle assunzioni e all’occupazione, in particolare giovanile, che è il dramma principale del nostro Paese. Segretario Angeletti, con la legge di stabilità dovrebbe arrivare un importante incentivo alle assunzioni e all’occupazione, in particolare giovanile, che è il dramma principale del nostro Paese. In sintesi, ci spiega in che modo questo sarà possibile con la legge di stabilità 2014? Come funzionerà il bonus busta paga? Quali sono le ipotesi al vaglio della legge di stabilità e come si riduce il costo del lavoro e come si incoraggiano le aziende ad assumere i giovani? Luigi Angeletti “La prossima Legge di Stabilità renderà urgentissima una significativa riduzione delle tasse sul lavoro da parte del Governo. La vera manovra per avere una speranza di rilancio della nostra economia è quella di ridurre le tasse sul lavoro Sono i lavoratori dipendenti che pagano le imposte, spesso prima di prendere lo stipendio. Il che è scandaloso se pensiamo ai costi della politica. Quasi un milione di persone in Italia vive di politica, aumentando i suoi redditi fino all’80%. Non c’è lavoratore o imprenditore che ha beneficiato dello stesso trattamento in questi ultimi 10 anni. Tutte le risorse recuperate e risparmiate ritoccando il cuneo devono esser utilizzate per ridurre le tasse a chi le paga, per rialzare i redditi prosciugati da anni di tassazioni sanguinose. La leva su cui agire per ridurre i costi del lavoro non può essere solo quella della maggiore flessibilità del mercato del lavoro. Occorre, innanzitutto, creare le condizioni per una ripresa dei consumi interni e, quindi, adottare misure dirette alla riduzione del carico fiscale per i redditi fissi. Da parte nostra abbiamo spiegato al Presidente del Consiglio che una riduzione delle tasse sul lavoro è fondamentale per l’economia del paese. Non abbiamo parlato di numeri, ma di intenzioni, senza scendere troppo nel merito. Relativamente al Bonus sulle buste paga pronosticato per il 2014, l’ipotesi è che potrebbe esserci un taglio di alcuni miliardi di euro, da dividere a metà tra imprese e lavoratori, realizzabile intervenendo con detrazioni IRPEF sul lavoro dipendente. Noi, in quanto parti sociali, spingiamo per restringere il numero dei beneficiari (abbassando il tetto di reddito) in modo da aumentare la somma pro-capite. Anche se sui tempi e sugli strumenti l’incertezza è ancora tanta. In Italia abbiamo una delle pressioni fiscali più terribili d’Europa: tasse e contributi assorbono mediamente 14.350 euro a lavoratore, rileva l’Istat. Perciò metà circa di questi soldi servirà a restituire ossigeno alle buste paga dei nostri occupati. Per quanto riguarda i restanti, la strada indicata rimane quella delle assunzioni a tempo indeterminato. Riteniamo probabile che si arrivi ad un taglio Irap sulle assunzioni e di ad un alleggerimento dei contributi e INAIL. Le misure della Legge di Stabilità saranno un primo passaggio, seguito poi da altre fasi di riduzione del costo del lavoro, anche sull’onda dell’approvazione della delega fiscale. Di positivo c’è che il Presidente Letta concorda con questa analisi, anche se non ha dato cifre ma ha solo sollevato il problema delle disponibilità finanziarie necessarie per un’operazione di questo genere. Da parte nostra abbiamo sostenuto la tesi per cui un’operazione di trasparenza e di pulizia può essere una risorsa importante a questo fine. Sul versante dell’occupazione giovanile, gli alti tassi di disoccupazione e di inattività dei giovani non sono una novità delle ultime ore, bensì uno stato di fatto con cui l’Italia convive da troppi anni. Senza programmazione e senza “crescita” dell’economia nessuna riforma delle regole d’ingresso o di uscita dal lavoro sono praticabili. Contratto d’inserimento, “bonus occupazione”, incentivi al contratto d’apprendistato, efficace spesa dei Fondi Europei, sanzioni efficaci contro il lavoro irregolare, ridimensionamento radicalmente del’abuso di tirocini, collaborazioni: ecco i temi che si possono affrontare e risolvere in tempi rapidi ma è necessario che il Governo metta la questione “giovani” al centro della sua agenda. Nei prossimi giorni vedremo se questi scambi d’opinione lasceranno posto ad inutili operazioni simboliche, che francamente a noi non interessano, o porteranno ad una seria discussione fiscale.. La strada è chiaramente in salita. Percepiamo una certa vaghezza in merito al reperimento delle risorse che per noi sono il minimo indispensabile per evitare operazioni puramente simboliche, quindi confidiamo che il messaggio che la UIL ha dato sia stato sufficientemente chiaro e convincente. Stiamo chiedendo al governo di fare sul serio una svolta e non solo di raccontarla, a cominciare da un trasferimento reale delle risorse a vantaggio del lavoro. Siamo sicuri che il Presidente del Consiglio abbia perfettamente compreso che non ci sono alternative a questa strada.”
Posted on: Tue, 15 Oct 2013 03:41:32 +0000

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