Il turismo visto dalla banca centrale post pubblicato in diario, - TopicsExpress



          

Il turismo visto dalla banca centrale post pubblicato in diario, il 29 giugno 2013 ROSETO. Non si ci fa molto caso, ma di turismo si occupa molto anche il centro studi della Banca d’Italia. Proprio nella primavera di quest’anno, ad esempio, Via Nazionale (come spesso viene chiamata la Banca Centrale, che ha sede appunto in via Nazionale a Roma) ha stampato un ponderoso rapporto di circa 200 pagine tutto sul fenomeno turistico italiano. Se provate a inserire la parola “Abruzzo” nel motore di ricerca del documento, vengono fuori numerosi dati interessanti. Innanzitutto vi accorgete che Bankitalia mette l’Abruzzo tra le regione del sud quanto a modello turistico. Nel meridione, però, noi abbiamo un utilizzo alberghiero più alto degli altri, seppur praticamente solo agostano. Questa spiccata stagionalità fa si che l’Abruzzo utilizzi molto poco la sua rete ricettiva, peraltro assai densa. In pratica abbiamo un sacco di camere (circa 50 mila) ma le utilizziamo appena per il 42 per cento in media annuale. D’inverno, tutto chiuso o giù di lì. Cosa che si riverbera sui prezzi. Secondo Bankitalia, se prendi un tre stelle vai dai 40 euro al giorno di maggio e settembre e schizzi ad 80 euro al giorno ad agosto, che è pur sempre un venti per cento in più della Romagna, ma anche della Croazia. Che significa questo? Che devi infrastrutturare un sacco di territorio per utilizzarlo solo pochi mesi l’anno. Inevitabile? Certo. Ma costoso in termini di servizi. Per cui ti ritrovi con costi pubblici notevoli per mantenere il sistema territoriale. È vero che d’altro canto hai una entrata sulla tassa rifiuti, che va al metro quadrato, ma di converso devi smaltire una produzione aggiuntiva di rifiuti di circa 20 mila persone ad estate, che equivalgono ad una “doppia” città. Ormai infatti nelle analisi turistiche si inseriscono non solo i vantaggi in termini economici e occupazionali, ma anche i costi in fatto di energia, suolo, acqua e inquinamento. Gli statistici cercano di governare l’equilibrio ricorrendo ad alcuni indici: l’IDT (cioè il rapporto tra i posti letto e lo spazio territoriale in cui si trovano), l’IFT (il rapporto tra i posti letto e la popolazione residente) e lo IUL (indice di utilizzazione turistica). Si va alla ricerca dell’algoritmo giusto, che garantisca la sostenibilità. Al fine di trovare poi degli strumenti di programmazione che lo garantiscano. Ma si sa che con gli algoritmi non si va oltre i computer degli esperti. Come al solito il problema è culturale. Anche perché sembra che il sistema regga ancora, ma con lunghe ombre sul futuro. E nessuno oggi sarebbe in grado di assicurare che ciò che è stato bene per ieri lo sarà ancora per domani. Anzi, più di qualche dubbio c’è. controaliseo.ilcannocchiale.it/2013/06/29/il_turismo_visto_dalla_banca_c.html
Posted on: Sat, 29 Jun 2013 11:14:55 +0000

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