In tal senso e secondo queste due categorie, il Rinascimento segna già l’inizio dell’epoca moderna: il termine stesso identifica la novità in una rinascita, un risveglio, che coincide con un ritorno alle origini, alle «fonti pure della bellezza e della sapienza» che sono gli antichi. Vasari (1511–1574), nelle Vite degli artisti del 1550 codificò l’immagine della Storia dell’arte che poi ha avuto tanta influenza nei secoli successivi: arte greca e romana, epoca di fioritura eccelsa; Medioevo, decadenza e imbarbarimento; con Cimabue e Giotto inizio della rinascita. Nasceva così nella storiografia artistica la contrapposizione tra Medioevo e Rinascimento, sviluppata poi nell’Illuminismo da Bayle e Voltaire, che sottolinearono il carattere profano del Rinascimento, nell’Ottocento da Michelet a Burckardt con la pubblicazione nel 1860, della fondamentale La civiltà del Rinascimento in Italia. Proprio Burckhardt definì il Rinascimento come abbozzo della modernità, centrata sull’individuo autonomo e creatore. Il Rinascimento è per Burckardt “la scoperta del mondo e la scoperta dell’uomo”: l’uomo ha ritrovato se stesso dopo mille anni di oscurantismo.
Posted on: Wed, 07 Aug 2013 09:13:46 +0000
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