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Interessante articolo di Valeria Rossi sulle Aree Cani e i comportamenti da tenere che tutti ovviamente già conosciamo ed applichiamo.....vero? Area cani: il “contro-regolamento” Valeria Rossi | 30 settembre 2013 di VALERIA ROSSI – Ho ricevuto una telefonata da un lettore che mi pregava di scrivere qualche consiglio non sulle cose “da fare”, ma su quelle da “non” fare quando si porta il proprio cane al parco e più precisamente nelle “aree-cani”, in cui i nostri amici possono essere liberati. Insomma, una sorta di “contro-regolamento”, di regolamento dei “NO”: perché di solito le indicazioni presenti (ammesso e non concesso che ci siano) sono estremamente generiche. Si dice cosa è concesso fare, si rimarca la responsabilità umana, si chiede – di solito – di pulire le deiezioni… e questo è tutto. Nessun cartello spiega mai cosa NON si dovrebbe fare, quali sono i comportamenti a rischio, quando e perchè che le responsabilità di cui sopra possono tradursi nell’avere un cane ferito (e magari pure qualche braccino o qualche gambina umana) sulla coscienza. Il lettore non mi ha chiesto l’articolo solo per interesse personale, ma perché ha avuto un’idea sicuramente interessante, ovvero quella di presentare questa serie di regolette alle compagnie di assicurazione (anche perché la strada politica, di questi tempi, è assolutamente impraticabile: come si può notare seguendo un qualsiasi TG, hanno ben altro a cui pensare… ), prospettando loro l’ipotesi di non rispondere dei danni causati da cani i cui proprietari abbiano infranto queste regole e si siano quindi resi pienamente responsabili dell’eventuale incidente occorso. Sembrerebbe una proposta poco cinofila, ma in realtà è l’esatto contrario: potrebbe essere “cinofilissima“, se davvero facesse sì che i proprietari di cani tenessero un po’ più acceso il cervello quando si trovano in queste aree. Infatti, se gli umani fossero un po’ più attenti (in alcuni casi, semplicemente “più informati”), gli incidenti sicuramente si ridurrebbero di numero e molti meno cani ne uscirebbero feriti o comunque choccati e traumatizzati. Sinceramente io non so se il nostro lettore riuscirà davvero a convincere le assicurazioni ad adottare queste discriminanti… ma al di là di questo, le contro-regolette le scrivo più che volentieri, nella speranza che magari qualcuno le faccia sue anche senza dover subire la minaccia dell’assicurazione che non risponde dei danni (e sperando, magari, che qualche Comune si decida a mettere qualche cartello in cui si spiega come evitare i comportamenti a rischio). 1) In area cani NON si lanciano palline, frisbee ed altri giochini ad capocchiam. Abbiamo già spiegato in altri articoli che il gioco con il cane dovrebbe essere sempre interattivo: cane E umano insieme, e a distanza ravvicinata. I giochi “di lancio”, se non sono preceduti da un corretto addestramento al riporto, sono “giochi” solo per i primi minuti. Come spiega bene Paolo Villani: “Il primo lancio è un gioco; il secondo è possessività; il terzo aggressività”. Questo succede, a volte, anche tra cani che si conoscono benissimo, che vivono insieme, che si vogliono bene. Pensate a cosa può succedere se si lancia una pallina in mezzo a cani che non si conoscono tra loro e tra i quali non esistono ancora regole né gerarchie. Si può giocare a palla in area cani SOLO se non ci sono altri cani, o se ci sono cani ben conosciuti e già noti per la totale assenza di competitività e possessività. 2) In area cani NON si tiene un cane al guinzaglio. Un cane legato in mezzo a tanti cani liberi si stressa nel giro di tre secondi netti: non sa chi siano gli altri, non li conosce, non può fidarsi di loro… e sa di non poter scappare. Ergo, ci sono altissime possibilità che litighi. 3) In area cani NON si prendono in braccio i cani piccoli per “proteggerli” da quelli più grandi. Non bisogna farlo da nessuna parte, ma in area cani è ancora più pericoloso perché, ancora una volta, gli altri cani sono liberi e il nostro è impossibilitato a fuggire proprio dal fatto che lo teniamo in braccio. E’ un po’ la stessa cosa che tenerlo al guinzaglio: quando un cane si preoccupa e non ha modo di scappare, o si immobilizza (caso più raro) oppure attacca (caso decisamente più frequente). Aggravante: il cane piccolo tenuto in braccio pensa che il suo umano gli stia dando manforte, quindi si sente protetto e diventa più arrogante e aggressivo. Il punto è che noi, forse, ci illudiamo di mettere il piccoletto “fuori portata” dei cani più grandi prendendolo in braccio: ma ad eccezione dei veri e propri “tappi” (che comunque non rappresenterebbero certo un gran pericolo, essendo della stessa taglia del nostro), qualsiasi cane dalla media taglia in su può agevolmente raggiungere quello che teniamo tra le braccia. O siamo alti due metri e venti, o ci arrivano tutti… e non è detto che, se decidono di aggredire, pizzichino proprio il cane. A volte ci rimetterà il nostro braccio. Sollevare un cane piccolo in mezzo ad altri cani grandi: a) stimola la loro curiosità e la accentra sul cagnolino (quando magari l’avrebbero completamente ignorato, se fosse stato libero di gironzolare facendosi gli affari suoi); b) stimola il loro impulso predatorio; c) stimola gli impulsi di autodifesa e di difesa (nei nostri confronti) del nostro cane, che tende a diventare più aggressivo e quindi a sfidare anche i cani che non si erano interessati a lui); d) non serve a un accidenti dal punto di vista “protettivo”, se non a rischiare di essere morsi anche noi. 3 bis) In area cani NON ci si siede sulla panchina – quando c’è – con il cagnolino in braccio. I motivi sono gli stessi identici di cui sopra. I cagnolini di piccola taglia, in linea di massima, devono entrare in area cani liberi e senza costrizioni, come tutti gli altri. Se sono presenti cani sconosciuti e di grande taglia, di cui non ci fidiamo, aspettiamo che siano usciti e poi entriamo noi… anche perché in queste aree si va per far sfogare, correre, divertire il cane. E sai che divertimento, stare in braccio all’umana a guardare gli altri che corrono! Se si pensa che il nostro piccoletto sia a rischio, si aspetta: ma NON tenendolo in braccio o sulla panchina, e neppure gironzolando con aria scocciata, e col fumetto scocciato sulla testa che dice “Ma quando ve ne andate?” tutt’intorno alla recinzione, facendo impazzire tutti i cani che invece stanno dentro. Ci si allontana almeno di una cinquantina di metri e si aspetta lì. Non siamo gli unici detentori di tutti i diritti canini: anche gli altri hanno diritto di divertirsi. 4) In area cani NON si perde il controllo sul proprio cane e lo si tiene d’occhio. Non si telefona, non si mandano sms, non si legge il giornale, non ci si mette a ciacalare con gli altri umani ignorando i cani. Passare una mezz’oretta in queste aree non significa soltanto “portare il cane a giocare un po’ con gli altri” (e tantomeno “portare il cane a pisciare”): è un momento di vita insieme – spesso l’unico, durante la giornata – e dev’essere vissuto insieme. Se le Sciuremarie, anziché mettersi a fare l’uncinetto, guardassero cosa succede tra i cani, riceverebbero una lezione di etologia talmente chiara ed esaustiva da rendere superflua la lettura di tanti libri. Se i Sciumari, anziché leggere la pagina della finanza (magari avendo ventidue euro in banca), osservassero i giochi del loro amico con i suoi simili, scoprirebbero come ci si rapporta correttamente e magari si renderebbero conto di cosa siano ritualizzazioni, gerarchie, dominanza e sottomissione. Ho assistito personalmente alla performance di un dog sitter che, una volta liberati i tre cani che aveva in consegna, si è messo a raccontare a una ragazza presente (e carina… unica attenuante che gli concedo) che stava facendo anche un corso per diventare educatore cinofilo: e ha cominciato a sostenere che le gerarchie non esistono, che la dominanza è un mito eccetera eccetera (non c’è stato bisogno di chiedergli “quale” corso stesse seguendo), proprio mentre uno dei suoi cani, dopo aver fatto conoscenza col cane della ragazza, gli faceva una bella monta gerarchica, proprio da manuale, ottenendone la sottomissione passiva a pancia all’aria. Dopodiché i due cani, chiariti i ruoli, si sono messi a giocare… mentre il futuro educatore (sigh!) continuava a tacchinare imperterrito e a tirarsela da grande esperto, senza aver neppure notato la palese dimostrazione di ignoranza cinofila che aveva appena ricevuto. 5) In area cani NON si mangia e tantomeno si allungano bocconcini ai cani presenti. 6) L’area cani NON è un’area bambini: ognuno deve avere gli spazi suoi. Non dico che un bambino non possa entrare in area cani quando la mamma porta fuori entrambi i “figli”, peloso e non peloso… ma non dovrebbe mai entrarci quando ci sono cani sconosciuti, e anche se sono conosciuti… LUI sì, che dovrebbe stare “al guinzaglio” (nel senso di buono, tranquillo, vicino alla mamma o al papà. Per giocare ci sono altri momenti e altri spazi).
Posted on: Mon, 30 Sep 2013 22:40:47 +0000

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