Israele - La lobby in Francia In Francia esiste una potente - TopicsExpress



          

Israele - La lobby in Francia In Francia esiste una potente lobby pro-israeliana che esercita la sua influenza soprattutto sui mezzi dinformazione (generale de Gaulle). Fonte: Philippe Alexandre, Le préjugé pro-israélien , Le Parisien Libéré, 29 febbraio 1988 Questa affermazione allepoca fece scandalo. Tuttavia essa contiene una parte di verità che è sempre attuale. Fonte: Philippe Alexandre, art. cit. Da allora non cè alcun candidato alla presidenza della repubblica francese, qualunque sia il suo partito di appartenenza, da Michel Rocard a Jacques Chirac, passando per Mitterrand, che non sia andato in Israele per ottenerne linvestitura mediatica. Il potere della lobby, i cui vertici sono oggi rappresentati dalla LICRA (Lega internazionale contro il razzismo e lantisemitismo) è tale che essa può manipolare lopinione pubblica a suo piacimento: mentre la popolazione ebraica costituisce circa il 2% del popolo francese, il sionismo predomina sulla maggioranza dei controllori politici dei media, alla televisione, alla radio e nella stampa, che si tratti di quotidiani o di settimanali. Il cinema soprattutto con linvasione di Hollywood e anche leditoria (grazie ai comitati delle case editrici in cui i controllori politici possono imporre il loro veto) sono nelle loro mani, così come la pubblicità, fonte finanziaria dei media stessi. La prova si ha nellallineamento quasi generale dei media, quando si tratti di rovesciare a favore dIsraele il senso degli avvenimenti: si definisce terrorismo la violenza dei deboli e lotta contro il terrorismo la violenza dei forti. Un ebreo malato viene gettato dallAchille Lauro da un rinnegato dellOLP. Si tratta, incontestabilmente, di terrorismo. Ma quando, per rappresaglia, un bombardamento israeliano su Tunisi causa 50 morti, tra cui numerosi bambini, lazione viene definita: lotta contro il terrorismo, difesa della legge e dellordine. Come sotto la bacchetta di un direttore dorchestra clandestino, si ascolta la stessa musica da tutti i media, si tratti di attentati contro la Sinagoga di rue Copernic o delle profanazioni del cimitero di Car-pentras, dellinvasione del Libano o della distruzione dellIraq. Posso testimoniare personalmente quanto segue: fino al 1982 avevo libero accesso nelle più grandi case editrici, alla televisione, alla radio, nella stampa. Al momento dellinvasione e dei massacri del Libano ottenni dal direttore di Le Monde Jacques Fauvet la pubblicazione di una pagina intera, a pagamento, nella quale padre Michel Lelong il pastore Matthiot e io chiarivamo il senso dellaggressione israeliana dopo i massacri in Libano. Mostrammo che non si trattava di una sbavatura, ma della logica interna del sionismo politico sul quale si fonda lo Stato dIsraele. Ricevetti nove minacce di morte, tramite lettere anonime e telefonate. La LICRA intentò un processo contro di noi accusandoci di antisemitismo e provocazione alla discriminazione razziale. Lavvocato di Jacques Fauvet ricordò che non bisognava confondere la comunità ebraica e tanto meno la sua fede con lo Stato di Israele, le cui esazioni in Libano sono state denunciate da importanti personalità ebraiche come Mendés France e Nahum Goldmann. La nostra difesa, quella di padre Lelong, del pastore Matthiot e la mia, traspare dal testo stesso: noi ricordavamo quello che le nostre vite dovevano alla fede dei profeti ebraici. Ma il sionismo politico ha sostituito il Dio dIsraele con lo Stato dIsraele. Il suo comportamento in Libano e in Palestina, creando odiosi amalgami, disonora lebraismo agli occhi del mondo. La nostra lotta contro il sionismo politico è quindi inseparabile dalla nostra lotta contro lantisemitismo. Da parte mia ripresi, davanti al tribunale, le analisi degli studi riassunti in La Palestine, terre des messages divins: il sionismo politico, fondato da Theodor Herzl (e condannato, allora da tutti i rabbini del mondo come tradimento della religione ebraica), deriva, non dalla fede ebraica, ma dal nazionalismo e dal colonialismo europei del XIX secolo. Le ultime tracce esistenti delle colonie di popolamento in Palestina, come in Sudafrica, a causa del loro razzismo (ufficialmente denunciato dallONU) incontrano la resistenza degli autoctoni. Come in tutti i colonialismi e in tutti i regimi di occupazione (ne abbiamo fatto esperienza in Francia al tempo di Hitler), la repressione si chiama mantenimento dellordine e la resistenza terrorismo. Ascoltando lavvocato della LICRA, che cercò di dipingermi addosso un ritratto da antisemita, io mi rividi nel 1967 a Gerusalemme, accompagnato al Muro del pianto dal ministro israeliano Barzilai, e poi nella casa di Nahum Goldmann, allora presidente del Congresso ebraico mondiale. Mi rividi anche al campo di concentramento con il mio amico Bernard Lecache (fondatore della LICA, che diventerà LICRA), il quale mi aiutò a preparare i miei corsi sui Profeti di Israele ai nostri compagni deportati. Rivedevo quel vecchio militante, comunista e ateo, di Tarn, che ci diceva, dopo le letture di Amos fatte da Bernard e da me: Questo rafforza il coraggio!. Il dominio quasi totale del sionismo israeliano sui media americani e francesi impone al mondo questo sovvertimento dei significati: un diplomatico israeliano è aggredito a Londra, è terrorismo (anche se la Thatcher stessa dimostra alla Camera dei Comuni che lautore dellattentato non fa parte dellOLP). Lesercito israeliano invade il Libano e causa migliaia di morti: loperazione si chiama Pace in Galilea! Il 1 o gennaio 1989 ascolto alla televisione il bilancio della Rivolta delle Pietre: 327 morti tra i palestinesi (per lo più bambini che tiravano sassi) e 8 tra gli israeliani (per lo più soldati che sparavano). Lo stesso giorno un ministro israeliano dichiara: La trattativa sarà possibile solo quando i palestinesi rinunceranno alla violenza. Sto sognando? O, meglio, questa anestesia del senso critico è un incubo collettivo? È il trionfo del nonsenso! Già nel 1969 il generale de Gaulle denunciava leccessiva influenza della lobby sionista su tutti i media: sulla stampa e la televisione, dal cinema alleditoria. Oggi questa eccessiva influenza è riuscita a realizzare uninversione totale dei significati, chiamando terrorismo la resistenza artigianale dei deboli e lotta contro il terrorismo la violenza infinitamente più omicida dei forti. Padre Lelong, il pastore Matthiot e io abbiamo avuto il torto di denunciare la menzogna di questo ribaltamento. Il tribunale penale di Parigi, con la sentenza del 24 marzo 1983, considerando che si tratta della critica lecita della politica di uno Stato e dellideologia che lo ispira, e non di provocazione razziale [...] respinge tutte le richieste della LICRA e la condanna al pagamento delle spese processuali. La LICRA si accanisce e presenta appello. L11 gennaio 1984, la Corte dappello di Parigi pronuncia il suo verdetto. Questo cita un passaggio del nostro articolo in cui accusiamo lo Stato dIsraele di razzismo. La Corte considerando che lopinione espressa dai firmatari non concerne che la definizione restrittiva dellebraismo da parte della legislazione israeliana [...] conferma la sentenza emessa, respinge le richieste della LICRA e la condanna alle spese processuali. La LICRA ricorre in Cassazione. Il verdetto della Corte di Cassa-zione del 4 novembre 1987 toglie ai sionisti ogni speranza di disonorarci legalmente: la Corte respinge il ricorso e condanna il richiedente al pagamento delle spese processuali. Loperazione di soffocamento prosegue al di fuori delambito giudiziario. La lobby sionista ha i mezzi per farlo. Se noi fossimo stati condannati avremmo avuto diritto alla prima pagina di tutti i giornali e saremmo stati messi alla gogna come antisemiti. Per contro la condanna della LICRA da parte dei tribunali è passata sistematicamente sotto silenzio: anche Le Monde, il cui ex direttore Fauvet è implicato con noi in questa lotta, si è accontentato di un articoletto incolore. Invece le mie speranze sono state magistralmente bloccate. Al momento delluscita della pagina di Le Monde sulla logica del colonialismo sionista, io aggiunsi due righe chiedendo ai lettori di fare una sottoscrizione per consentirne il pagamento. Linserzione era costata cinque milioni di centesimi. Ne ricevetti sette, attraverso centinaia di piccoli assegni. Quasi un terzo dei donatori erano ebrei e, tra questi, due erano rabbini. Ma da quel momento cominciò lasfissia mediatica: nessun accesso alla televisione, i miei articoli rifiutati. Avevo pubblicato quaranta libri con tutte le più grandi case editrici, da Gallimard a Seuil, da Plon a Grasset e a Laffont. Erano stati tradotti in ventisette lingue. Ormai sono chiuse tutte le porte: uno dei miei più grandi editori si sente dire dal suo consiglio damministrazione: Se lei pubblica un libro di Garaudy, non avrà più la concessione dei diritti di traduzione delle opere americane. Accettarmi avrebbe significato far saltare la sua casa editrice. Un altro grande, riguardo a unaltra opera, disse alla sua direttrice letteraria, che, appassionata dal libro, aveva lavorato tre mesi per aiutarmi a metterlo a punto: Non voglio più niente di Garaudy nella mia casa editrice. Così si mura vivo un uomo. Le nostre reti di resistenza al nonsenso sono condannate alla clandestinità. E io stesso alla morte letteraria. Per delitto di speranza. Questo è solo uno degli esempi di cui posso personalmente testimoniare sul ribaltamento dei significati operato dal sionismo. Potremmo moltiplicare gli esempi, ma ciascuno di noi ne è testimone tutti i giorni: è il senso stesso del crimine hitleriano contro lumanità intera a essere pervertito dalla propaganda sionista, che riduce questo crimine contro lumanità a un grande pogrom in cui gli ebrei sarebbero stati le uniche vittime. * * * Si farà un passo ulteriore solo quando questi ukaze saranno imposti per legge, trasformando i magistrati in giudici della verità storica, a scapito delle precedenti disposizioni sulla libertà di stampa. Il delitto dopinione ormai è formalizzato dalla scellerata legge Fabius (n. 43) detta legge Gayssot dal nome del deputato comunista che ne ha accettato la paternità nel maggio 1990. Essa inserisce nella legge sulla libertà di stampa del 1881 un articolo, il 24 bis, che dice: Saranno puniti con le pene previste dal sesto comma dellarticolo 24 coloro che avranno contestato [...] lesistenza di uno o più crimini contro lumanità, così come sono definiti dallarticolo 6 dello Statuto del Tribunale Militare Internazionale allegato allaccordo di Londra dell8 agosto 1945. Fonte: Proposta di legge adottata dallAssemblea Nazionale trasmessa al Presidente del Senato, n. 278, allegata al protocollo della seduta del 3 marzo 1990 Il rapporto del deputato Asensi precisava: vi viene chiesto di creare una nuova incriminazione riguardante il revisionismo (p. 21). Inol-tre prevedeva di allargare le possibilità date alle associazioni di costituirsi parte civile in caso dinfrazione. Fin dallintroduzione il relatore definiva lo scopo prefissato: completare larsenale repressivo esistente, fare in modo che la legge penale [...] svolga pienamente il suo ruolo intimidatorio e repressivo (p. 5). Fonte: Rapporto n. 1296, allegato al protocollo della seduta del 26 aprile 1990 Il Tribunale di Norimberga, come abbiamo dimostrato, merita meno di ogni altro di fare giurisprudenza. Un anno dopo fu proposto un emendamento alla legge da parte di Toubon: È abrogato larticolo 24 bis aggiunto alla legge del 29 luglio 1881 sulla libertà di stampa. Lemendamento annullava la repressione proposta da Gayssot contro gli storici revisionisti e rifiutava di mettere la critica storica sullo stesso piano del razzismo o dellapologia di Hitler. Ecco quale fu largomentazione di Toubon: Quando ne abbiamo discusso nel 1990, sulla base di una proposta di legge del gruppo comunista, il cui primo firmatario era Gayssot, io avevo contestato e non ero il solo il principio di questo testo, che consiste nel fissare per legge la verità storica, invece di lasciar parlare la storia. Alcuni obiettano che, se è la storia che fa la verità, non è compito della legge imporla. Alcune intenzioni vanno troppo lontano e non cè bisogno di esprimerle. Ma significa scivolare insensibilmente verso il delitto politico e verso il delitto dopinione. Larticolo 24 bis rappresenta, a mio avviso, un errore politico e giuridico molto grave. In realtà rappresenta una legge di circostanza, e me ne dispiaccio. È passato un anno. Non siamo più a un mese dagli avvenimenti di Carpentras. Non dobbiamo più esaminare un testo che la conferenza dei presidenti, aveva, lo ricordo, inserito nel suo ordine del giorno, in tutta fretta, quarantotto ore dopo il suo deposito, e che era stato discusso immediatamente perché il presidente dellAssemblea, Fabius, lo aveva deciso personalmente. Un anno dopo, a freddo, possiamo esaminare, come io ho appena fatto, la validità di questa legge, la validità di questo delitto di revisionismo previsto dallarticolo 24 bis e concludere, con Simone Weil, che questo delitto è inopportuno. Fonte: Journal Officiel, 22 giugno 1991, p. 3571 Dibattito parlamentare, seconda seduta del 21 giugno 1991 In effetti era ormai vietato a tutti gli storici mettere in discussione le conclusioni del Tribunale di Norimberga, il cui presidente americano aveva tuttavia riconosciuto lealmente che si trattava dellultimo atto di guerra e che esso non era dunque tenuto alle regole giuridiche dei tribunali ordinari in materia di prove e di condanna. * * * Sulla scia di questa legge scellerata, la dichiarazione di Chirac di domenica 16 luglio 1995 segna un momento importante nella nostra storia: quello della rottura dellunità della nazione, in favore della collusione delle rinunce. Quando il presidente della repubblica proclama che la follia criminale delloccupante è stata assecondata dai francesi e dallo Stato francese commette un doppio crimine contro il paese. Prima di tutto, parlando di Vichy come di uno Stato francese, gli restituisce legittimità; in secondo luogo, svilisce il popolo, confondendolo con i dirigenti servili che lavoravano per loccupante. Viene così ufficializzata la concezione sionista difesa da Bernard-Henri Lévy nel suo libro Lidéologie française: è tutta la cultura francese [...] sono le nostre più care tradizioni che testimoniano ciascuna la nostra perseveranza nellabiezione. Egli invita a perseguitare questa vecchia base di purulenza, dissimulata nel cuore del pensiero francese, che fa della Francia la patria del nazionalsocialismo in generale. Fonte: Bernard-Henri Lévy, Lidéologie française, Parigi, Grasset, 1981, pp. 61, 92 e 125 Coronamento dellaffare fu la cerimonia presieduta dal gran rabbino di Francia Sitruk, il quale dichiarò l8 luglio 1990 in Israele a Itzak Shamir (lo stesso che aveva offerto i suoi servigi a Hitler e la cui politica, quella dello Stato che ha presieduto, non ha smesso di violare la legge internazionale e di non tenere alcun conto delle decisioni dellONU): Ogni ebreo francese è un rappresentante dIsraele [...]. Siate sicuro che ogni ebreo, in Francia, è un difensore di ciò che voi difendete. Senza pertanto pensare disse al suo ritorno a una doppia cittadinanza. Fonte: Le Monde, 9 luglio 1990 Simili propositi nei confronti di Shamir, che aveva offerto la propria alleanza a Hitler, gli avrebbero più legittimamente dato un posto tra i penitenti che tra i presidenti. Beninteso questo svilimento del popolo francese fu salutato con entusiasmo dai dirigenti del CRIF (Consiglio rappresentativo delle istituzioni ebraiche in Francia), che espressero la loro intensa soddisfazione nel vedere riconosciuta, infine, dalla più alta personalità della Francia, la continuità dello Stato francese tra il 1940 e il 1944. La vergogna è che i dirigenti di tutti i partiti francesi sugli organi di stampa, dal Figaro a LHumanité, abbiano approvato questo rinnegamento di Chirac. È il rinnegamento di tutta la tradizione di unità della Francia e della resistenza di un popolo. De Gaulle non ha mai considerato Vichy come uno Stato. Hitler diceva ha creato Vichy (Mémoires, I, 389) e parlava di comparse di Vichy (op. cit., p. 130). Ho proclamato lillegittimità di un regime fatto a discrezione del nemico (op. cit., 107). Riferendosi allaccordo del 28 marzo 1940 con lInghilterra, che escludeva ogni tregua darmi separata (op. cit., p. 74) egli disse chiaramente: lorganismo installato a Vichy e che pretende di portare questo nome (Stato) è incostituzionale e subordinato allinvasore [...]. Questo organismo non può essere e non è in effetti che uno strumento utilizzato dai nemici della Francia (op. cit., p. 342). De Gaulle conservò questo atteggiamento per tutta la guerra. Lordi-nanza del 23 settembre 1941, che creò il Comitato Nazionale francese, cominciava: Viste le nostre ordinanze del 27 ottobre e del 12 novembre 1940, unitamente alla nostra dichiarazione organica del 16 novembre 1940; considerando che la situazione risultante dallo stato di guerra continua ad impedire ogni riunione e ogni libera espressione della rappresentanza nazionale; considerando che la costituzione e le leggi della Repubblica francese sono state e sono violate su tutto il territorio metropolitano e nellimpero, tanto dallazione del nemico quanto dallusurpazione delle autorità che collaborano con esso; considerando che numerose prove stabiliscono che limmensa maggioranza della Nazione francese, lungi dallaccettare un regime imposto con la violenza e il tradimento, vede nellautorità della Francia libera lespressione dei propri desideri e delle proprie volontà [...]. Fonte: C. de Gaulle, Mémoires, I, p. 394 Egli separava così il popolo francese dal servilismo dei dirigenti collaborazionisti. La condanna di Vichy nelle persone dei suoi dirigenti dissocia la Francia da una politica che è stata quella della rinuncia nazionale (op. cit., p. 301). Ricordando la sollevazione del popolo di Parigi scrive: Nessuno ignora, né presso il nemico né presso i nostri alleati, che quattro anni di oppressione non avevano piegato lanimo della capitale, che il tradimento non era che una ignobile schiuma sulla superficie di un corpo rimasto sano, che le strade, le case, le fabbriche, i laboratori, gli uffici e i cantieri di Parigi avevano assistito al compimento, a costo di fucilazioni, di torture e di prigionia, degli atti eroici della Resistenza. Fonte: Op. cit., p. 442 Neppure nei peggiori momenti il nostro popolo ha rinunciato a se stesso (op. cit., p.494). Ecco, in breve, ciò che Chirac ha rinnegato per assicurarsi il potere mediatico da parte dei dirigenti sionisti e con ciò stesso il vassallaggio agli Stati Uniti preda della lobby sionista, che gli ha già fatto abbandonare la sua opposizione a Maastricht, rovina della Francia, e confermare la sua sottomissione ai diktat americani del GATT (Accordi internazionali sul commercio), che distruggono le possibilità dindipendenza e di rinnovamento della Francia attraverso il cambiamento radicale dei rapporti con il Terzo Mondo. * * * Il sionismo ha sempre agitato lo spauracchio antisemita per far credere a una minaccia permanente contro Israele e alla necessità di correre in suo soccorso. Non mancano provocazioni recenti, destinate a mascherare i soprusi dIsraele. Il metodo è sempre lo stesso. Allepoca dei massacri di Sabra e Chatila, lo scrittore Tahar Ben Jelloun scriveva: Le coincidenze, a forza di ripetersi, finiscono col divenire una prova maggiore. Ora si sa a che cosa serve un attentato antisemitico in Europa e chi ne trae vantaggio: serve a coprire il massacro deliberato delle popolazioni civili palestinesi e libanesi. Si può constatare che tali attentati hanno preceduto, seguito o accompagnato un bagno di sangue a Beirut. Queste operazioni terroristiche sono preparate ed eseguite con tale perfezione, che finora hanno raggiunto, direttamente o indirettamente, lobiettivo politico perseguito: deviare lattenzione tutte le volte che la questione palestinese ottiene un po più di comprensione, ovvero di simpatia. Non si tratta del rovesciamento sistematico della situazione per trasformare le vittime in carnefici e terroristi? Trasformando i palestinesi in terroristi li si espelle dalla storia e, conseguentemente, dal diritto. Il massacro di rue des Rosiers, il 9 agosto, non ha preceduto di qualche ora il lancio di bombe di tutti i generi su Beirut? Lassassinio di Bechir Gemayel non è stato seguito, due ore dopo, dallentrata a Beirut Ovest dellesercito israeliano (cosa che allo stesso tempo eclissò lo storico incontro tra Yasser Arafat e il Papa)? Lesplosione dellautobomba in rue Cardinet e la sparatoria, il giorno dopo, davanti alla sinagoga di Bruxelles non hanno coinciso col massacro senza precedenti dei campi palestinesi di Sabra e Cha-tila?. Fonte: Le Monde, 22 settembre 1982, p. 2 Dovremmo imparare la lezione dai precedenti storici: uno sforzo sistematico per modellare lopinione pubblica, saturandola con una informazione dispirazione etnocentrica, alimenta lantisemitismo. A Berlino il teatro, il giornalismo, ecc. erano affare degli ebrei. Il Berliner Tageblatt era il giornale tedesco più importante, dopo la Volkische Zeitung. Il primo apparteneva a Mossé, la seconda a Ulstein, entrambi ebrei. Il direttore del Vorwärts, principale giornale socialdemocratico, era ebreo. I tedeschi, che accusavano la stampa di essere ebraica, juden Presse, dicevano la pura verità. Fonte: Y. Leibowitz, Israël et Judaïsme: ma part de verité, cit., p. 113 Lesempio più recente di queste manovre e del loro sfruttamento mediatico è quello di Carpentras. Nel maggio 1990 furono profanate alcune tombe del cimitero ebraico di Carpentras. Il cadavere di uno dei morti fu impalato e trasportato su di unaltra tomba. Il ministro degli interni, Pierre Joxe, dichiarò subito: Non ce bisogno di uninchiesta della polizia per sapere chi siano i criminali colpevoli di questo abominio razzista. Tuttavia, cinque anni dopo, e malgrado linvio di decine di inquirenti, magistrati e poliziotti, nessuno sa con certezza chi siano stati gli artefici di questa infamia. Tutto ciò che si sa è che cè stata la profanazione del cimitero ebraico, che cè stata una montatura, poiché il cadavere del signor Germon non era stato impalato, come riconobbero gli inquirenti qualche giorno dopo. Ci si può allora domandare: chi aveva interesse a questa montatura per accrescere lorrore del fatto ed eccitare lodio dellopinione pubblica? Lo stesso metodo fu praticato a Timisoara, dove si prelevarono dallobitorio alcuni cadaveri affinché le fotografie divulgate nel mondo intero scatenassero ancora più odio e indignazione contro i pretesi massacri di massa. Jean Marie Domenach (ex direttore della rivista Esprit) scriveva su Le Monde del 31 ottobre 1990, sotto il titolo Silenzio su Car-pentras: Eccoci a 6 mesi dalla profanazione del cimitero ebraico di Carpentras [...]. Sei mesi dopo non sappiamo ancora chi sono i criminali. Cosa ancor più inquietante: i media, che avevano fatto di questo abominevole avvenimento uno scandalo tale da portare sulla strada centinaia di migliaia di manifestanti e da offuscare limmagine della Francia allestero, non hanno cercato di prendere in mano le redini dellinchiesta e tacciono. Nessun parlamentare, nessuna autorità morale o intellettuale osa interpellare il governo. Carpentras sembra essere entrata definitivamente nella leggenda nera della nazione, senza che nessuno conosca i colpevoli e senza che si sappia esattamente che cosa è successo. Nessuno può o nessuno osa ancora dire la verità su Carpentras. Lo strano silenzio su Carpentras denunciato da Jean Marie Dome-nach contrasta con la grancassa mediatica dei primi giorni. Alla manifestazione organizzata il 14 maggio 1990 ottantamila persone secondo la polizia, 200.000 secondo gli organizzatori, avevano sfilato a Parigi e il campanile di Notre Dame aveva suonato in loro onore. In realtà nessuno sapeva chi fossero gli autori dellinfamia di Car-pentras. Allora contro chi manifestavano? Contro chi? Soltanto linchiesta avrebbe potuto dirlo, ma non lha detto. Ma a favore di chi? La cosa era evidente: la bandiera dIsraele sventolava in testa alla manifestazione. Questa strana Unione Nazionale nel corso della manifestazione, con Georges Marchais che stringeva ostentatamente la mano di François Léotard, permetteva di lanciare un attacco globale contro chiunque mettesse in dubbio i dogmi in base ai quali Israele sarebbe al di sopra di tutte le leggi internazionali. Il gran rabbino Sitruk, che pronunciò lallocuzione definendo il significato della manifestazione, poteva esclamare: Non lasciamo che si parli a vanvera. Diamo una lezione ai professori revisionistie agli uomini politici irresponsabili. Fonte: Méridional, 14 maggio 1990 Tuttavia la verità sulla profanazione di Carpentras non è ancora stata stabilita, perché, tra tutte le piste suggerite agli inquirenti, una sola, la più verosimile, è stata esclusa. Perchè fu imposto il silenzio a coloro che avrebbero potuto essere i testimoni più utili? Il guardiano della sinagoga di Carpentras e possessore della chiave del cimitero, Kouhana, che era stato uno dei primi a scoprire il corpo di Félix Germon, rifiuta di parlarci: Nemmeno se voi foste il prefetto, ho ricevuto lordine di non dire niente. Il presidente del Concistoro gli ha vietato di parlare perchè egli avrebbe potuto dire chissà che cosa alla televisione, spiega il dottor Freddy Haddad, egli stesso molto reticente nellevocare la profanazione, al pari del rabbino Amar. Fonte: Michel Letereux e Michel Brault, Var Matin, 15 aprile 1995 Perché il rabbino di Carpentras, cui si domandava se il luogo sarebbe stato risantificato, rispondeva: Non è di mia competenza? E il presidente del Concistoro: Ciò non ha alcuna ragione di essere? E il sindaco: Non mi è stato chiesto nulla? Fonte: Art. cit. Perché nessun giornale francese ha ricordato il precedente di una analoga profanazione avvenuta nel cimitero israeliano di Rishon Letzion, vicino a Tel Aviv, nella notte del 2 marzo 1984? Il corpo di una donna era stato dissotterrato e gettato fuori dal cimitero ebraico. Atto barbaro di antisemitismo dichiararono subito le comunità ebraiche del mondo intero. Qualche giorno più tardi la polizia israeliana, a seguito dellinchiesta, rivelò il vero significato di questa abiezione: il cadavere così ver-gognosamente trattato era quello di Teresa Engelowicz, moglie di un ebreo, ma di origine cristiana. Gli integralisti ebraici consideravano la sua presenza nel cimitero contraria alla purezza del luogo e il rabbino di Rishon Letzion ne aveva già reclamato la riesumazione. Perché nessun giornale francese ha ricordato questo parallellismo? Félix Germon, il cui cadavere era stato anchesso dissotterrato e usato per la sinistra montatura, era anchegli colpevole di avere sposato una cristiana e il suo cadavere fu trasportato su una tomba vicina, quella di Emma Ullma, colpevole di avere sposato un cattolico? Perchè nessuno ha ricordato che, per sostenere come prima di Israele la Palestina fosse un deserto, centinaia di villaggi sono stati rasi al suolo dai bulldozer con le loro case, i loro recinti, i loro cimiteri e le loro tombe? Fonte: I. Shahak, Le racisme de lÉtat dIsraël, cit., pp. 152 s. Allindomani della Giornata della democrazia alcuni studenti del-lUniversità ebraica di Gerusalemme hanno posto la vera domanda: Perché non protestate quando sapete che la rue Agron di Gerusa-lemme e lHotel Hilton di Tel Aviv sono costruiti su cimiteri musulmani distrutti?. Fonte: Gli studenti dellorganizzazione socialista Matzpen, P.O.B. 2234, Gerusalemme
Posted on: Mon, 04 Nov 2013 22:51:10 +0000

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