Italo Calvino « Linferno dei viventi non è qualcosa che sarà; - TopicsExpress



          

Italo Calvino « Linferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce nè uno, è quello che è già qui, linferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare linferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo allinferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio. » (Italo Calvino, Le città invisibili, 1972) Italo Giovanni Calvino Mameli, noto come Italo Calvino (Santiago de Las Vegas de La Habana, 15 ottobre 1923 – Siena, 19 settembre 1985), è stato uno scrittore e partigiano italiano. Intellettuale di grande impegno politico, civile e culturale, è stato uno dei narratori italiani più importanti del Novecento. Ha frequentato molte delle principali tendenze letterarie a lui coeve, dal Neorealismo al Postmoderno, ma tenendo sempre una certa distanza da esse e svolgendo un proprio personale e coerente percorso di ricerca. Di qui limpressione contraddittoria che offrono la sua opera e la sua personalità: da un lato una grande varietà di atteggiamenti che riflette il vario succedersi delle poetiche e degli indirizzi culturali nel quarantennio fra il 1945 e il 1985; dallaltro, invece, una sostanziale unità determinata da un atteggiamento ispirato a un razionalismo più metodologico che ideologico, dal gusto dellironia, dallinteresse per le scienze e per i tentativi di spiegazione del mondo, nonché, sul piano stilistico, da una scrittura sempre cristallina e a volte, si direbbe, classica.[1] I numerosi campi dinteresse toccati dal suo percorso letterario, sono meditati e raccontati attraverso capolavori quali la trilogia de I nostri antenati, Marcovaldo, Le cosmicomiche, Se una notte dinverno un viaggiatore, uniti dal filo conduttore della riflessione sulla storia e la società contemporanea. « Dati biografici: io sono ancora di quelli che credono, con Croce, che di un autore contano solo le opere. (Quando contano, naturalmente.) Perciò i dati biografici non ne do, o li do falsi, o comunque cerco sempre di cambiarli da una volta allaltra. Mi chieda pure quello che vuol sapere e Glielo dirò. Ma non Le dirò mai la verità, di questo puo star sicura. » (Italo Calvino nella lettera a Germana Pescio Bottino, 9 giugno 1964[2]) Italo Calvino nacque nel 1923 a Cuba. Il padre Giacomo Calvino, detto Mario, fu un agronomo originario di Sanremo, mentre la madre, Eva Mameli, una italiana originaria di Sassari laureata sia in matematica che in scienze naturali, lavorò come assistente di botanica allUniversità di Pavia prima e poi come docente di botanica allUniversità di Cagliari.[2] Dopo che un uragano nel 1925 quasi distrusse la loro casa-bungalow, i coniugi Calvino (dopo una sosta di lavoro a Santiago di Cuba) decisero nel 1926 di ritornare in Italia. La fanciullezza sanremese (1926-1938) A Sanremo, Calvino vive gli anni da fanciullo, che egli ricorda spensierati nel clima amorevole di una famiglia laica di liberi pensatori dedita alle attività scientifiche e alla ricerca[2]. Il periodo fascista non sembra sulle prime segnare in modo particolare la sua personalità né sconvolgere la serenità familiare di quegli anni. Nonostante i genitori siano intimamente e culturalmente contrari al regime fascista, la loro posizione (socialista lei e anarchico lui) sfuma dentro una generale condanna della politica. Nel 1927 nasce il fratello Floriano futuro geologo di fama internazionale.[2] Gli anni del fascismo sono vissuti nella famiglia Calvino con un generale sentimento di rifiuto ma senza un particolare coinvolgimento antifascista. Il primo vero contatto con la cultura fascista è vissuto da Calvino negli anni tra il 1929 e il 1933, quando non può sottrarsi allesperienza di diventare balilla, obbligo scolastico esteso anche agli allievi delle scuole valdesi frequentate dal piccolo Italo.[2] La famiglia Calvino non ha una fede religiosa, e per quei tempi manifestare un certo atteggiamento agnostico comportava almeno lappellativo di anticonformisti. Segno che Calvino ricorderà poi quale elemento di formazione importante, per averlo presto svezzato ai sentimenti della tolleranza e della diversità, con la conseguenza di predisporlo al costante confronto con le ragioni dellaltro, affermando di poter dialogare cordialmente anche con i cattolici, essendo privo del gusto dellanticlericalismo tipico di chi è cresciuto in mezzo ai preti.[2] Sono questi i semi culturali e storici di quella formazione che il giovane Calvino più tardi tradurrà in una scrittura capace di spaziare dalla saggistica politica a quella letteraria e teatrale; dal racconto impegnato, a quello ironico e umoristico; dalla pungente critica sociale, alla sceneggiatura di testi teatrali, finanche alla composizione di poesie. Ma proprio quando letà gli darebbe occasione di gustare appieno quella grande ricchezza cosmopolita e culturale che si addensa nel circondario di Sanremo in quegli anni, la guerra mondiale sconvolge la vita di provincia, e destina Calvino a una serie di vicissitudini, dai toni anche drammatici, capaci però di saldarsi con lapertura di vedute maturata nellinfanzia, forgiando così limpegno politico che Calvino esprimerà in forma di partecipazione e di scrittura. Lestate in cui Calvino afferma di uscire dallinfanzia definitivamente, per diventare un giovane spensierato, è quella del 1938, preludio allo scoppio della guerra. La giovinezza nella Resistenza (1938-1945) « Avevamo ventanni oltre il ponte / oltre il ponte che è in mano nemica / vedevamo laltra riva, la vita / tutto il bene del mondo oltre il ponte / tutto il male avevamo di fronte / tutto il bene avevamo nel cuore / a ventanni la vita è oltre il ponte / oltre il fuoco comincia lamore » (Italo Calvino, Oltre il ponte) Oppositore della guerra, tra il 1941 e il 1942, dopo aver completato gli studi presso il ginnasio-liceo G.D. Cassini, si trasferisce a Torino e si iscrive alla facoltà di Agraria. Mentre prepara e sostiene gli esami dei primi anni, superati poi con successo ma senza convinzione, Calvino coltiva quelli che sempre più marcatamente appaiono come i suoi veri interessi: la letteratura, il cinema, il teatro. Scrive La commedia della gente, un lavoro teatrale per un concorso letterario e Pazzo io o pazzi gli altri che presenterà alla casa editrice Einaudi ma senza successo.[2] Lambiente culturale di Torino, che Calvino frequenta assiduamente, ed i fermenti politici di contrapposizione al regime, più che mai vivi nel capoluogo piemontese, fondono in lui letteratura e politica. Grazie allamicizia ed ai suggerimenti di Eugenio Scalfari (già suo compagno al liceo), focalizza i suoi interessi sugli aspetti etici e sociali che coltiva nelle letture di Montale, Vittorini, Pisacane. Nel 1943 si trasferisce alla facoltà di Agraria e Forestale di Firenze, dove sostiene pochi esami.[2] Il 9 agosto 1943 ritorna a Sanremo. Allindomani delluccisione del giovane medico e comandante partigiano Felice Cascione per mano fascista (gennaio 1944), Calvino aderisce assieme al fratello Floriano alla seconda divisione dassalto partigiana Garibaldi intitolata allo stesso Cascione. Egli si definisce un anarchico, ma in quegli anni di clandestinità impara ad ammirare gli esiti positivi dellorganizzazione partigiana comunista. Il 17 marzo 1945, quando ormai gli alleati sono in Italia, Calvino è protagonista attivo nella battaglia di Baiardo, una delle ultime battaglie partigiane. Ricorderà levento nel racconto Ricordo di una battaglia, scritto nel 1974.[2] (Il suo nome da partigiano era Santiago, dal nome del paesino cubano - Santiago de Las Vegas, vicino allAvana - dove egli era nato 20 anni prima).[3] Lesperienza partigiana sarà alla base del suo primo romanzo, Il sentiero dei nidi di ragno e della raccolta di racconti Ultimo viene il corvo. Nonostante lo stile neorealistico di questi romanzi giovanili, profondamente differente da quello del Calvino maturo e successivamente abbandonato, sono tuttavia già presenti, sia pure allo stadio embrionale, alcuni elementi che caratterizzeranno la produzione successiva, in particolare la dimensione fantastica e la visione dal punto di vista del narratore, in questo caso gli occhi di un bambino. Limpegno nel secondo dopoguerra (1945-1958) Dopo la Liberazione, mentre la sua inclinazione anarchica e libertaria non affievolisce, in lui va costruendosi unampia e complessa visione del mondo che non cede a semplificazioni politiche e sociali. Non esalta lidea comunista sotto il profilo culturale e filosofico. Matura, ciononostante, lesigenza di organizzare forme politiche e strutture sociali a difesa dei diritti, della dignità umana e della libertà. Con questo spirito aderisce al Partito Comunista Italiano e ne diviene attivista e quadro, esprimendo la sua partecipazione con interventi di carattere politico e sociale, su quotidiani e periodici culturali, oltre che nelle sedi istituzionali del partito. Si iscrive alla Facoltà di lettere di Torino, accedendo direttamente al III anno, grazie alla legislazione postbellica in favore dei partigiani ed ex combattenti. Conosce Cesare Pavese che diverrà guida culturale ed umana, oltre che primo lettore delle sue opere. Scrive Angoscia in caserma ed inizia una collaborazione con Il Politecnico, periodico diretto da Elio Vittorini. Tra il 46 ed il 47 compone Campo di mine, vincitore di un concorso letterario indetto da lUnità, ed una serie di racconti che saranno poi messi assieme ne Ultimo viene il corvo pubblicato nel 1949. Tra lestate e il 31 dicembre del 1946, per concorrere al Premio Mondadori per un inedito, scrive il primo romanzo Il sentiero dei nidi di ragno. Dopo la laurea nel 1947, che consegue con una tesi su Joseph Conrad, inizia una collaborazione con lEinaudi,[2] curandone lufficio stampa. Il rapporto con la casa editrice sarà centrale nelle attività di Calvino, anche se talvolta intermittente ma ricco di incarichi sempre diversi e via via più importanti. Durerà fino al 1961, momento in cui si trasformerà in consulenza editoriale esterna. Le attività culturali si intensificano assieme alle conoscenze personali. A Roma frequenta lOsteria Fratelli Menghi, noto punto di ritrovo per pittori, registi, sceneggiatori, scrittori e poeti tra gli anni 40 e 70, e personaggi del calibro di Vittorini, Natalia Ginzburg, Delio Cantimori, Franco Venturi, Norberto Bobbio e Felice Balbo. Collabora con lUnità e con Rinascita. Nel 1949 viene pubblicato Ultimo viene il corvo e resta inedito Il bianco Veliero. Scrive interventi politico-sociali e di saggistica letteraria, su diverse riviste culturali, tra cui Officina, Cultura e realtà, Cinema Nuovo, Botteghe Oscure, Paragone, oltre che su Il Politecnico di Vittorini già citato. Sulle riviste pubblica anche brevi racconti, fra cui La formica argentina e le prime novelle di Marcovaldo.[2] Nel mese di agosto del 1950 Cesare Pavese si uccide e Calvino perde così un amico e un maestro. Ne rimane sconvolto poiché Pavese era da lui vissuto come uomo forte di carattere e di temperamento risoluto. Gli resta il profondo rammarico per non aver intuito il dramma dellamico.[2] I suoi viaggi sporadici si infittiscono e fra ottobre (in cui il 25 muore il padre) e novembre 1951 visita lUnione Sovietica, dandone puntuale resoconto nel Taccuino di viaggio in URSS di Italo Calvino, con cui vince il premio Saint Vincent.[2] Scrive il romanzo I giovani del Po e, quasi di getto, Il visconte dimezzato. Tra il 1953 ed il 1954 tenta un romanzo di ampio respiro La collana della regina, (pubblicato sotto forma di racconto nella raccolta Prima che tu dica «Pronto»), mentre lavora assiduamente ad un progetto nuovo che lo appassiona particolarmente. Si tratta delle Fiabe italiane, rimaneggiamento e raccolta di antiche fiabe popolari, pubblicate nel novembre del 1956.[2] Dal 1955 al 1958 ebbe una relazione con lattrice Elsa De Giorgi, moglie di Sandrino Contini Bonacossi. Dei due amanti esiste un carteggio conservato dal 1994 nel Fondo Manoscritti di Pavia, e in parte pubblicato dalla stessa donna che voleva dimostrare quanto quella relazione incise sul percorso intellettuale e artistico dello scrittore. La storia sintrise di fosche tinte quando il marito della donna scomparve misteriosamente e non diede notizie di sé finché non venne trovato suicida nei pressi di Washington nel 1975. Lepistolario, tenuto segreto per 25 anni, è stato definito dalla studiosa Maria Corti come il «più bello del Novecento italiano»[4]. Sul versante dellimpegno politico, lidea di società maturata con gli anni non cancella il suo spirito anarchico e libertario, anzi lo arricchisce e lo caratterizza nella forma di precisi interventi critici in occasione del XX Congresso del PCUS del 1956. Calvino esprime il dissenso per certi aspetti che la politica sovietica va prendendo, soprattutto in ragione della libera espressione e circa limportanza della forma democratica. Ma non risparmia critiche neppure ad una certa chiusura culturale dei dirigenti del PCI, né a talune pratiche interne allapparato. Lidea di un nuovo PCI riformato e rifondato, che ispira Calvino, è dichiaratamente di matrice giolittiana. La disillusione è però incolmabile solo pochi mesi dopo il Congresso, quando larmata rossa invade lUngheria. Con i fatti di Poznan e Budapest matura in Calvino la decisione di abbandonare il partito.[2] Il 1º agosto 1957 formalizzerà con una lettera al Comitato Federale di Torino le proprie dimissioni, seguite a quelle di Antonio Giolitti. Spesso interviene su una rivista di intellettuali dissidenti Città aperta, a conferma che lamarezza maturata a seguito di certe scelte del partito non degrada in qualunquismo, ma si fa critica puntuale e propositiva. Tra il 1957 e il 1958 si viene a creare quellarticolato connubio di poesie e musica che fu il Cantacronache, cui Calvino partecipò scrivendo i testi di alcune delle più famose canzoni (Dove vola lavvoltoio?, Oltre il ponte, Sul verde fiume Po, Canzone triste). La maturità artistica (1958-1985) Continua a scrivere ed a viaggiare e fonda con Vittorini Il Menabò. Tra il 58 ed il 62 pubblica La gallina di reparto, La nuvola di smog e lantologia I racconti. Nel 1959 pubblica il romanzo Il cavaliere inesistente e parte per un viaggio di sei mesi nelle principali località degli Stati Uniti a novembre (si troverà a New York per quattro mesi) grazie a un finanziamento della Ford Foundation, esperienza che diverrà soggetto del racconto inedito Un ottimista in America. Escono su Il Menabò il saggio La sfida al labirinto ed il racconto La strada di San Giovanni.[2] La sua fama è ormai affermata. Spesso è chiamato per conferenze e dibattiti in ogni parte dEuropa. Nellisola di Maiorca riceve il premio internazionale Formentor. Nel 1962, in occasione di un ciclo di incontri letterari, conosce a Parigi la sua futura moglie, la traduttrice argentina Esther Judith Singer, detta Chichita, lavoratrice in organismi internazionali come lUNESCO e lIAEA.[2] Nasce in quegli anni il gruppo 63, corrente letteraria neoavanguardista, che Calvino segue con interesse pur senza condividerne limpostazione di fondo. Pubblica i racconti La giornata di uno scrutatore e La speculazione edilizia, inclusi in un irrealizzato progetto di trilogia sulla crisi dellintellettuale negli anni cinquanta. A metà marzo 1963 è a Tripoli per una conferenza su Natura e storia nei romanzi di ieri e di oggi allIstituto italiano di cultura. Nel 64 vanno in stampa le prime cosmicomiche La distanza della Luna, Sul far del giorno, Un segno nello spazio, Tutto in punto. Poco dopo pubblica il dittico La nuvola di smog - La formica argentina.[2] Nel febbraio 1964 lo scrittore torna all’Avana per sposarsi con Chichita in un ufficio notarile di Calle Obispo e con brindisi finale nel bar della piscina del loro Hotel Avana Libre. In quella occasione egli fu chiamato a fare parte della giuria del Premio Casa Las Americas, e qui conobbe il comandante Ernesto Che Guevara,[2] al quale poi dedicò due pagine dopo la sua morte in Bolivia, le quali furono pubblicate sul numero speciale dedicato al Che della rivista culturale avanera Casa de Las Americas. Quando a fine 1964 Calvino tornò in Italia, a Torino e a Roma, dove si stabilirà con la moglie ed il figlio di lei, Marcello Weil, dove lavorerà presso la casa editrice Einaudi come addetto stampa, si attivò per co-fondare lAssociazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba. Poi nel 1965 nasce a Roma la figlia Giovanna Calvino (che si laureerà poi a New York, dove andrà a vivere con le royalties paterne).[2] Il 12 febbraio del 1966 muore lamico Elio Vittorini, al quale dedica il saggio Vittorini: progettazione e letteratura. Calvino traccia nel saggio il pensiero dun intellettuale aperto e fiducioso, in dissonanza col pessimismo letterario di quegli anni, della decadenza e della crisi.[2] Allindomani della morte di Vittorini, Calvino inaugura un periodo di meditazione, necessario forse ad elaborare il proprio vissuto, distante dal frastuono delle città e della vita pubblica. Nellestate del 1967 si trasferisce a Parigi per lavoro, assieme a tutta la famiglia, in una villetta della Square de Châtillon. Qui Calvino progetta di rimanere 5 anni, collaborando con intellettuali e letterati francesi; vi resterà per 13, fino al 1980, anno in cui egli ritorna a Roma con la famiglia. A Parigi segue il dibattito culturale francese ma conduce una vita pressoché in disparte, pur frequentando alcuni intellettuali parigini come Georges Perec, François Le Lionnais, Jacques Roubaud, Paul Fournel, Raymond Queneau. Di questultimo traduce I fiori blu, da cui la letteratura del maturo Calvino trarrà gli aspetti più umoristici ed i riferimenti cosmologici. Approfondisce la sua passione per le materie scientifiche e per il gioco combinatorio. I frutti di questo nuovo arricchimento già si manifestano nella raccolta di racconti Ti con zero, vincitore del Premio Viareggio 1968. Premio che però Calvino rifiuta, ritenendo ormai tali manifestazioni letterarie semplice espressione retorica, anche se, successivamente, accetterà altri premi letterari. Pubblica la prima edizione dellantologia scolastica La lettura. Assieme a Guido Neri, Gianni Celati ed altri intellettuali, lavora al progetto per la realizzazione di una rivista sociale e letteraria a larga diffusione, destinata al grande pubblico.[2] Mentre Calvino era a Parigi il suo amico Che Guevara venne ucciso il 9 ottobre 1967 in Bolivia. Il 15 ottobre 1967 (il giorno del suo 44º compleanno) scrisse un articolo a lui dedicato che fu pubblicato in spagnolo nel gennaio 1968 sulla rivista cubana Casa de las Americas, nel citato numero speciale tutto dedicato al rivoluzionario. Il testo originale integrale italiano fu pubblicato in Italia solamente trentanni dopo, nel 1998, sul primo numero della rivista Che della Fondazione Italiana Ernesto Guevara presieduta dalleditore romano Roberto Massari. Tra il 1969 ed il 1973 lavora ad alcuni progetti letterari e pubblica racconti e saggi su diverse riviste. Pubblica il racconto Il castello dei destini incrociati nel volume Tarocchi - Il mazzo visconteo di Bergamo e New York ed i saggi Osservare e descrivere e Problema da risolvere, pubblicati nella nuova edizione del testo scolastico La lettura. Nel 1971 scrive Gli amori difficili per la collana Centopagine della Einaudi. Nel 1972 vince il Premio Feltrinelli conferito dalla Accademia nazionale dei Lincei, pubblica Le città invisibili che sarà finalista al XXIII Premio Pozzale 1974 per la letteratura. In quellanno inizia anche una collaborazione con il Corriere della Sera che durerà fino al 1979, quando inaugura la serie di racconti del signor Palomar. Pubblica due lavori autobiografici, il primo, Ricordo di una battaglia, rievoca la dura ed umanamente ricca esperienza da partigiano. Laltro, Autobiografia di uno spettatore, particolare sguardo di Calvino sul cinema, diventa prefazione a Quattro film di Federico Fellini.[2] In questi anni fa costruire la sua villa a Roccamare, presso Castiglione della Pescaia (GR), dove trascorrerà tutte le successive estati della sua vita. Nel 1974 scrive due dialoghi per la serie radiofonica Le interviste impossibili (Montezuma e Luomo di Neanderthal).[2] Nel 1975 inizia un altro periodo di intensi viaggi. Nella seconda metà di maggio è in Iran dove, per conto della RAI, cura la preparazione di un programma radiofonico, Le città della Persia. Lanno successivo si reca negli USA, in Messico ed in Giappone, per una serie di incontri e di conferenze. Il signor Palomar in Giappone, racconto che pubblica nelle colonne del Corriere della sera, sispira a quei viaggi.[2] A Vienna, l8 gennaio 1977, viene insignito dun importante premio letterario europeo, dal Ministero dellIstruzione austriaco, lo Staatspreis für Europäische Literatur. Nel 1979 pubblica Se una notte dinverno un viaggiatore e inizia la sua collaborazione con il giornale La Repubblica. Chiude quasi completamente i suoi interventi di carattere politico e sociale, con lamaro articolo Lapologo sullonestà nel paese dei corrotti, pubblicato lanno successivo sul quotidiano diretto da Eugenio Scalfari.[2] Nel 1980 Calvino, ritornato a Roma con la famiglia, è alla ricerca del punto di confine tra letteratura e scienze, sempre ispirato allamico francese Queneau. Ne cura lopera Segni cifre e lettere e ne traduce la Piccola cosmologia portatile, redigendone anche la guida. Simpegna altresì nella stesura di testi teatrali, dove tenta dinserire larte cosmologica e combinatoria. Nel 1983 esce Palomar pubblicato da Einaudi. Per la casa editrice torinese cura anche lintroduzione ad America di Franz Kafka. A causa della seria crisi in cui versa lEinaudi, nel 1984 è costretto a pubblicare presso Garzanti Collezione di sabbia e Cosmicomiche vecchie e nuove. Nello stesso anno si reca in Argentina con la moglie, su invito della Feria Internacional del libro di Buenos Aires, incontrandosi anche con Raúl Alfonsín, da alcuni mesi eletto presidente della repubblica. Nel 1985, durante lestate, Calvino lavora ad una serie di conferenze (Lezioni americane, pubblicate postume) che avrebbe dovuto tenere presso lUniversità Harvard. La morte (1985) Dopo una vita piena di soddisfazioni culturali e sociali, il 6 settembre 1985, alletà di 62 anni, Calvino viene colto da un ictus nella sua villa nella pineta toscana di Roccamare, presso Castiglione della Pescaia, dove trascorreva le ultime vacanze prima del citato viaggio americano. Viene ricoverato allospedale Santa Maria della Scala, di fronte alla cattedrale di Siena, dove viene operato a lungo al cervello; dopo aver ripreso parzialmente conoscenza per qualche giorno, si aggrava e muore il 19 settembre 1985, a causa di una sopraggiunta emorragia cerebrale.[5] Italo Calvino riposa nel panoramico e grazioso cimitero-giardino di Castiglione della Pescaia, di fronte allArcipelago Toscano, in Provincia di Grosseto. Oltre alle Lezioni americane escono postumi anche i seguenti tre volumi Sotto il sole giaguaro, La strada di San Giovanni, Prima che tu dica pronto, tutti curati dalla vedova e da alcuni collaboratori.[2] La poetica Nella prima fase della sua produzione, collocabile allinterno del movimento neorealista, Calvino scrive il romanzo Il sentiero dei nidi di ragno e numerosi racconti raccolti nel volume Ultimo viene il corvo. Con queste opere Calvino mostra una lucida capacità rappresentativa della realtà che coniuga impegno politico e letteratura in modo spontaneo e leggero. In questi testi lo scrittore ligure, per raccontare le storie della sua esperienza partigiana, adotta un punto di vista oggettivo, tramite il quale i suoi ricordi diventano la misura della comprensione del mondo. Ne Il sentiero dei nidi di ragno lintreccio è narrato dal punto di vista di Pin, un bambino, il protagonista del romanzo. Questa ricerca di oggettività, comunque, non scade mai in pura cronaca: è sempre presente la dimensione mitico-fiabesca che permette a Calvino di far intravedere la realtà sotto le spoglie del sogno. È proprio con questopera che Calvino dà lavvio alloperazione di sdoppiamento dei piani interpretativi che contraddistingue la sua produzione: da una parte il livello puramente narrativo, semplice e comprensibile da tutti i lettori, dallaltra quello visibile solo dai fruitori più smaliziati. Questa scelta è compiuta, allinizio, su precise basi ideologiche, in seguito, con la contaminazione di forme colte e popolari, Calvino mantiene la tecnica dello sdoppiamento dei livelli di lettura. Il periodo fantastico Calvino da sempre era stato attirato dalla letteratura popolare, con particolare attenzione al mondo delle fiabe. Con Il visconte dimezzato percorre sempre di più la strada dellinvenzione fantastica: limpianto è ormai totalmente abbandonato al fiabesco e la narrazione procede secondo due livelli di lettura: quello di immediata funzione e quello allegorico-simbolico, in cui sono presenti numerosi spunti di riflessione (contrasto tra realtà e illusione, tra ideologia ed etica, ecc.). In conclusione il romanzo invita i lettori allequilibrio, in quanto non è possibile possedere una verità assoluta. Anche le altre due opere della trilogia I nostri antenati mostrano caratteristiche simili. Il protagonista de Il barone rampante è un alter ego di Calvino che ormai ha abbandonato la concezione della letteratura come messaggio politico. Il cavaliere inesistente invece è velato da un cupo pessimismo, dietro al quale la realtà appare irrazionale e minacciosa. Accanto alla produzione allegorico-simbolica, Calvino continua comunque un tipo di narrazione che descrive la realtà quotidiana. Riprende ad esaminare il ruolo dellintellettuale nella società, constatando la sua assoluta impotenza di fronte alle cose del mondo. Sempre a questa fase appartengono i racconti di Marcovaldo, in due serie: più aderente a strutture fiabesche la prima (1958) mentre le seconda (1963) tratta temi urbani con toni che a volte sfiorano lassurdo. Nel 1963 esce anche La giornata di uno scrutatore, in cui Calvino narra le vicende di un militante comunista che, scrutatore allistituto Cottolengo di Torino, entra in contatto con lirrazionale ed entra in crisi. Nella pubblicazione Sfida al labirinto (dellesistenza) Calvino espone le sue idee riguardo alla funzione degli intellettuali, i quali, secondo lui, devono cercare di comprendere il caos del reale per tentare di dare un senso alla vita. Si è molto parlato dei rapporti di Calvino con la scrittura fantascientifica in opere come Le cosmicomiche o Ti con zero. Come lui stesso afferma, ha sempre amato leggere “science-fiction”, ma pensa che le sue storie siano costruite in modo diverso: mentre la fantascienza tratta del futuro, egli si rifà ad un passato remoto, una sorta di mito delle origini. Inoltre mentre lo scrittore ligure si serve del dato scientifico per uscire dalle abitudini dell’immaginazione, la fantascienza tende ad avvicinare ciò che è lontano. “Calvino ha voluto metaforicamente esprimere tre diverse esperienze attraverso le quali l’uomo contemporaneo possa recuperare la propria umanità. I tre romanzi descrivono infatti l’uomo moderno diviso e incapace di trovare il giusto equilibrio tra bene e male (“Il visconte dimezzato”), alienato (“Il barone rampante”), e ridotto a pura apparenza (“Il cavaliere inesistente”). “Il cavaliere inesistente” suggerisce una riflessione sulla necessità di essere, di esistere, conquista più importante e che presuppone tutte le altre”.[6] Il periodo combinatorio Intorno agli anni sessanta Calvino aderisce ad un nuovo modo di fare letteratura, intesa ora come artificio e come gioco combinatorio. Per lo scrittore ligure è necessario rendere visibile ai lettori la struttura stessa della narrazione, per accrescere il loro grado di consapevolezza. In questa nuova fase produttiva Calvino si avvicina ad un tipo di scrittura che potrebbe essere definita combinatoria perché il meccanismo stesso che permette di scrivere assume un ruolo centrale allinterno della produzione; Calvino infatti è convinto che ormai luniverso linguistico abbia soppiantato la realtà e concepisce il romanzo come un meccanismo che gioca artificialmente con le possibili combinazioni delle parole: anche se questo aspetto può essere considerato il più vicino alla Neoavanguardia, egli se ne distanzia per uno stile ed un linguaggio estremamente comprensibili. Questa nuova concezione di Calvino risente di numerosi influssi: lo strutturalismo e la semiologia, le lezioni parigine di Roland Barthes sullars combinatoria e la frequentazione del gruppo di Raymond Queneau (lOuLiPo), la scrittura labirintica di Jorge Luis Borges nonché la rilettura del Tristram Shandy di Sterne, che definirà come il progenitore di tutti i romanzi d’avanguardia del nostro secolo. Già nel 1967, nella conferenza intitolata Cibernetica e Fantasmi, Calvino affronta la riflessione su unidea di letteratura come pura combinazione formale, ma il primo prodotto di questa nuova concezione della letteratura è Il Castello dei destini incrociati (1969), al quale in seguito verrà aggiunto La Taverna dei destini incrociati (1973), in cui il percorso narrativo è affidato alla combinazione delle carte di un mazzo di tarocchi. Un gruppo di viandanti si incontra in un castello: ognuno avrebbe unavventura da raccontare ma non può perché ha perduto la parola. Per comunicare allora i viandanti usano le carte dei tarocchi, ricostruendo grazie ad esse le proprie vicissitudini. Qui Calvino usa il mazzo dei tarocchi come un sistema di segni, come un vero e proprio linguaggio: ogni figura impressa sulla carta ha un senso polivalente così come lo ha una parola, il cui esatto significato dipende dal contesto in cui viene pronunciata. Lintento di Calvino è proprio di smascherare i meccanismi che stanno alla base di tutte le narrazioni, creando così un romanzo che va oltre se stesso, in quanto riflessione sulla propria natura e configurazione. Questo gioco combinatorio è centrale anche nel successivo romanzo dello scrittore, Le città invisibili (1972), sorta di riscrittura del Milione di Marco Polo in cui è lo stesso mercante veneziano a descrivere a Kublai Khan le città del suo impero. Queste città però non esistono tranne che nellimmaginazione di Marco Polo, vivono solo allinterno delle sue parole. La narrazione quindi per Calvino può creare dei mondi ma non può distruggere linferno dei viventi che sta intorno a noi, per combattere il quale, come suggerito nella conclusione del romanzo, non si può far altro se non valorizzare quello che inferno non è. Ne Le città invisibili lesibizione dei meccanismi combinatori del racconto diventa ancora più esplicita che nel Castello dei destini incrociati grazie anche alla struttura stessa del romanzo, segmentata in testi brevi che si susseguono dentro una cornice. Le città invisibili infatti è composto da nove capitoli, ognuno allinterno di una cornice in corsivo nella quale avviene il dialogo tra limperatore dei Tartari, Kublai Khan, e Marco Polo. Allinterno dei capitoli vengono narrate le descrizioni di cinquantacinque città, secondo nuclei tematici. Questa complessa costruzione architettonica è indubbiamente finalizzata alla riflessione da parte del lettore sulle modalità compositive dellopera: in questo senso Le città invisibili è un romanzo fortemente metatestuale, poiché induce a produrre riflessioni su sé stesso e sul funzionamento della narrativa in generale. Lopera più metanarrativa di Calvino, però, è sicuramente da considerarsi Se una notte dinverno un viaggiatore (1979). In questo romanzo, più che altrove, Calvino mette a nudo i meccanismi della narrazione, avviando una riflessione sulla pratica della scrittura e sui rapporti tra scrittore e lettore. I dieci inizi di racconti da cui è composto il libro corrispondono ognuno ad un diverso tipo di narrazione. Mediante questo esercizio di stile Calvino esemplifica quali sono i modelli e gli stilemi del romanzo moderno (da quello della neoavanguardia a quello neo-realistico, da quello esistenziale a quello fantastico surreale). Alla base del racconto cè dichiaratamente lo schema a incastro delle Mille e una notte, allinterno del quale Calvino colloca i suggerimenti e le sollecitazioni provenienti dal romanzo contemporaneo. Il ricordo Alla fine del 1985, subito dopo la sua scomparsa, per ricordarlo, alcuni suoi amici, tra cui Natalia Ginzburg, Norberto Bobbio, Lalla Romano, Cesare Segre e Massimo Mila, fondarono il Premio Italo Calvino. Dedicato alle opere prime di narrativa, il Premio si è affermato negli anni come il più importante in Italia per autori italiani inediti. Poi, nel 1995, nel decennale della sua morte, la figlia Giovanna Calvino fu contattata dalle autorità cubane al fine di inaugurare, nel 1996, una grande lapide-ricordo nella casa natale di Italo Calvino, nel Giardino Botanico di Santiago de las Vegas, alla periferia dellAvana. In tale occasione a Cuba sorse il comitato Pro-Fondazione-Calvino. Tale istituzione nel 1996 dette vita al Premio Letterario Biennale Cubano Italo Calvino, riservato a giovani talenti cubani, per teatro, poesia, narrativa e saggistica. Entrambi i suddetti Premi (in Italia e a Cuba) sono tuttora esistenti. Nel 2000 (ma anche nel 2003, 80º anniversario della sua nascita) nel Castello del Morro dellAvana, il governo cubano ha esposto una mostra fotografica bilingue (italo-spagnola) dedicata alla vita di Italo Calvino, e nel 2013 ha dichiarato lanno 2013 Anno di Italo Calvino a Cuba, in occasione della sua Fiesta del 90º compleanno.[7] Opere Il sentiero dei nidi di ragno, Torino, Einaudi, 1947. I figli poltroni (1948) Ultimo viene il corvo, Torino, Einaudi, 1949. Taccuini di viaggio in URSS di Italo Calvino (1951) Il visconte dimezzato, Torino, Einaudi, 1952. Lentrata in guerra, Torino, Einaudi, 1954. La panchina. Opera in un atto, Torino, Toso, 1956. Su musica di Sergio Liberovici. Fiabe italiane, raccolte dalla tradizione popolare durante gli ultimi cento anni e trascritte in lingua dai vari dialetti da, Torino, Einaudi, 1956. Il barone rampante, Torino, Einaudi, 1957. I giovani del Po (1957; in Officina) I racconti, Torino, Einaudi, 1958. La gran bonaccia delle Antille (1957) Il cavaliere inesistente, Torino, Einaudi, 1959. I nostri antenati (Il cavaliere inesistente; Il visconte dimezzato; Il barone rampante), Torino, Einaudi, 1960. La giornata duno scrutatore, Torino, Einaudi, 1963. La speculazione edilizia, Torino, Einaudi, 1963. Marcovaldo, ovvero Le stagioni in città, Torino, Einaudi, 1963. La nuvola di smog e La formica argentina, Torino, Einaudi, 1965. Le cosmicomiche, Torino, Einaudi, 1965. Ti con zero, Torino, Einaudi, 1967. La memoria del mondo e altre storie cosmicomiche, Milano, Club degli Editori, 1968. Orlando furioso, di Ludovico Ariosto raccontato da Italo Calvino con una scelta del poema, Torino, Einaudi, 1970. Gli amori difficili, Torino, Einaudi, 1970. Le città invisibili, Torino, Einaudi, 1972. Il castello dei destini incrociati, Torino, Einaudi, 1973. Se una notte dinverno un viaggiatore, Torino, Einaudi, 1979. La vera storia, due atti di, Milano, Edizioni del Teatro alla Scala, 1982. Su musica di Luciano Berio. Palomar, Torino, Einaudi, 1983. Un re in ascolto, 1986. Su musica di Luciano Berio. Cosmicomiche vecchie e nuove, Milano, Garzanti, 1984. Saggi pubblicati in vita Appunti sulla narrativa come processo combinatorio (1967) Vittorini. Progettazione e letteratura, Allinsegna del pesce doro (1968) [già in Il Menabò, 10, 1967] Tarocchi. Il mazzo visconteo di Bergamo e New York, Parma, Ricci, 1969. La tradizione popolare nelle fiabe, in Storia dItalia, vol. 5 - tomo 2: I documenti (1973) Autobiografia di uno spettatore, in Federico Fellini, Quattro film. I vitelloni, La dolce vita, 8 1/2, Giulietta degli spiriti, Torino, Einaudi, 1974. Una pietra sopra. Discorsi di letteratura e società (1980) Collezione di sabbia (1984) Edizioni postume Sotto il sole giaguaro (1986) Lezioni americane. Sei proposte per il prossimo millennio (1988) Sulla fiaba (1988) La strada di san Giovanni (1990) Perché leggere i classici (1991) Prima che tu dica pronto (1993) Eremita a Parigi (1994) Mondo scritto e mondo non scritto (2002) Il libro dei risvolti (2003) Opere ne I Meridiani Mondadori Romanzi e racconti, ed. diretta da Claudio Milanini vol. 1: Romanzi e racconti I, a cura di Mario Barenghi e Bruno Falcetto, prefazione di Jean Starobinski, introduzione di Claudio Milanini, cronologia (1991); contiene: Il sentiero dei nidi di ragno; Ultimo viene il corvo; Il visconte dimezzato; La formica argentina; Lentrata in guerra; Il barone rampante; La speculazione edilizia; La nuvola di smog; Il cavaliere inesistente; Marcovaldo ovvero Le stagioni in città; Prefazioni e note dautore vol. 2: Romanzi e racconti II, a cura di Mario Barenghi e Bruno Falcetto, introduzione di Claudio Milanini (1992); contiene: La giornata duno scrutatore; Le Cosmicomiche; Ti con zero; Le città invisibili; Il castello dei destini incrociati; Se una notte dinverno un viaggiatore; Palomar; da I racconti (sezione Gli idilli difficili); da Gli amori difficili; da La memoria del mondo e altre cosmicomiche; da Cosmicomiche vecchie e nuove; Prefazioni e note dautore Vol. 3: Racconti sparsi e altri scritti dinvenzione, a cura di Mario Barenghi e Bruno Falcetto, introduzione di Claudio Milanini, bibliografia (1994); contiene: Ricordi-racconti per Passaggi obbligati; Altri ricordi, altre confessioni; Capitoli per Dialoghi storici; Racconti e apologhi sparsi; Poesie e invenzioni oulipiennes; Storie per bambini; Guardando disegni e quadri; Prose di teatro, trattamenti e sceneggiature; Testi per musica; Raccontini giovanili; Racconti esclusi da I racconti; Prove di romanzo; Abbozzi, rifacimenti, traduzioni Fiabe italiane raccolte dalla tradizione popolare durante gli ultimi cento anni e trascritte in lingua dai vari dialetti, prefazione di Mario Lavagetto (1993) Saggi 1945-85, a cura di Mario Barenghi, 2 tomi (1995); contiene: Una pietra sopra; Collezione di sabbia; Lezioni americane; Narratori, poeti, saggisti; Altri discorsi di letteratura e società; Immagini e teorie; Scritti di politica e costume; Descrizioni e reportages; Pagine autobiografiche Lettere 1940-85, a cura di Luca Baranelli, introduzione di Claudio Milanini, cronologia (2000) Curatele Rivista Il Menabò (1959-66) Cesare Pavese, Poesie edite e inedite (1962) Cesare Pavese, Lettere 1945-50 (1966) Charles Fourier, Teoria dei quattro movimenti. Il nuovo mondo amoroso (1971) Collana Centopagine presso Einaudi (1971-85) Silvina Ocampo, Porfiria (1973) Tommaso Landolfi, Le più belle pagine scelte da Italo Calvino (1982 presso Rizzoli, poi Adelphi) Racconti fantastici dellOttocento, 2 volumi (1983 presso Mondadori) Epistolario Italo Calvino, I libri degli altri, lettere 1947-1981, a cura di Giovanni Tesio; con una nota di Carlo Fruttero, Torino, Einaudi, 1991 Italo Calvino, Lettere 1940-1985, a cura di Luca Baranelli, introduzione di Claudio Milanini, Milano, Mondadori, 2000; nuova ed. 2001 Canzoni Dove vola lavvoltoio?[8] Il padrone del mondo Oltre il ponte[9] Canzone triste[10] Il sentiero Tutte le canzoni sono musicate da Sergio Liberovici. Alcune sono state incise in tempi recenti dai Modena City Ramblers e da Grazia Di Michele. Filmografia Calvino è stato autore del soggetto o della sceneggiatura di alcune pellicole, mentre altre sono state tratte da sue opere e altre ancora sono dedicate alla sua figura: Lidea di base de I soliti ignoti (1958) di Mario Monicelli è tratta dal racconto Furto in una pasticceria, contenuto in Ultimo viene il corvo Lamore difficile, episodio Lavventura di un soldato, regia di Nino Manfredi (1962), con sceneggiatura di Fabio Carpi, Nino Manfredi, Giuseppe Orlandini e Ettore Scola Boccaccio 70, episodio Renzo e Luciana, tratto da Lavventura di due sposi, regia di Mario Monicelli (1962). Sceneggiato dallo stesso Calvino con Giovanni Arpino, Suso Cecchi DAmico e Mario Monicelli, lepisodio fu però soppresso nella copia presentata a Cannes e poi distribuita allestero per ricondurre il film ad una durata più breve. Ti-Koyo e il suo pescecane (Tiko and the Shark), regia di Folco Quilici (1964), ispirato anche al romanzo Ti-Koyo et son requin, di Clement Richter Il cavaliere inesistente, film misto a cartoni animati, per la regia di Pino Zac (1969) e sceneggiatura dello stesso regista e di Tommaso Chiaretti Marcovaldo, sceneggiato per la televisione, regia di Giuseppe Bennati (1970), con Nanni Loy, tratto dagli omonimi racconti Amores difíciles, cortometraggio, regia di Ana Luisa Liguori (1983) Lavventura di un fotografo, mediometraggio per la TV, regia di Francesco Maselli (1983) Il film Palookaville (1995), diretto da Alan Taylor, è liberamente ispirato al racconto breve Ultimo viene il corvo Calvino compare nel film documentario Fellini: Sono un gran bugiardo (Fellini: Je suis un grand menteur), regia di Damian Pettigrew (2002) A Calvino è invece dedicato il mediometraggio documentario Lisola di Calvino, diretto da Roberto Giannarelli (2005) Lo specchio di Calvino / Dans la peau dItalo Calvino, regia di Damian Pettigrew con Neri Marcorè nel ruolo di Calvino (documentario, 2012) Bibliografia Giuseppe Grasso, Fra impegno e geometria. Calvino dal neorealismo al labirinto, in «Scuola e Insegnanti», numero speciale, Dedicato a Italo Calvino, anno XIII, 1/13-2-1986, Editoriale B. M. Italiana. Giorgio Bertone (a cura di), Italo Calvino, la letteratura, la scienza, la città. Atti del Convegno nazionale di studi, Genova, Marietti, 1988. Giorgio Baroni, Italo Calvino. Introduzione e guida allo studio dellopera calviniana. Storia e antologia della critica, Firenze, Le Monnier, 1988, e successive edizioni: 1990. Cristina Benussi, Introduzione a Calvino, Roma-Bari, Laterza, 1989, e successive edizioni dal 1991 al 2001. Marco Belpoliti, Storie del visibile, lettura di Italo Calvino, Rimini, Luise, 1990. Giorgio Bertone, Italo Calvino, il castello della scrittura, Torino, G. Einaudi, 1994. Italo Calvino, enciclopedia: arte, scienza e letteratura, a cura di Marco Belpoliti, Milano, Marcos y Marcos, 1995 («Riga» n. 9). Silvio Perrella, Calvino, Roma-Bari, Laterza, 1999. Marco Belpoliti, Locchio di Calvino, Torino, Einaudi, 1996; e n.ed. ampliata, 2006. «Alì Babà». Progetto di una rivista 1968-72, a cura di Mario Barenghi e Marco Belpoliti, Milano, Marcos y Marcos, 1998 («Riga» n. 14). Laura Guglielmi, Dal fondo dellopaco io scrivo: Calvino da Sanremo a New York, Genova, De Ferrari, 1999. ISBN 88-7172-216-7 Alberto Asor Rosa, Stile Calvino, Torino, Einaudi, 2001. Mario Lavagetto, Dovuto a Calvino, Torino, Bollati Boringhieri, 2001. Italo Calvino: Uno scrittore pomeridiano. Intervista sullarte della narrativa a cura di William Weaver e Damian Pettigrew con un ricordo di Pietro Citati. Roma, Minimum fax, 2003. ISBN 88-87765-86-3 Francesca Serra, Calvino, Roma, Salerno, 2006. Nicola Turi, Lidentità negata, il secondo Calvino e lutopia del tempo fermo, Firenze, Societa editrice fiorentina, 2003. Album Calvino, a cura di Luca Baranelli ed Ernesto Ferrero, Milano, Mondadori, 2003. Francesca Serra, Calvino, Roma, Salerno, 2006. Luca Baranelli, Bibliografia di Italo Calvino, Pisa, Edizioni della Normale, 2007. Mario Barenghi, Italo Calvino, le linee e i margini, Bologna, Il mulino, 2007. Massimo Bucciantini, Italo Calvino e la scienza, gli alfabeti del mondo,Roma, Donzelli, 2007. Sarah Cruso, Guida alla lettura di Italo Calvino, Fiabe italiane, Roma, Carocci, 2007. Mario Barenghi, Calvino. Profili di storia letteraria, Bologna, Il mulino, 2009. Ribatti Domenico (documenti a cura di), Italo Calvino e lEinaudi, Bari, Stilo Editrice, 2009. Lacirignola Chiara, Italo Calvino e i cavalieri fantastici, Bari, Stilo Editrice, 2010. da wikipedia
Posted on: Mon, 14 Oct 2013 20:59:45 +0000

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