Jack London, nome completo John Griffith Chaney London (San - TopicsExpress



          

Jack London, nome completo John Griffith Chaney London (San Francisco, 12 gennaio 1876 – Glen Ellen, 22 novembre 1916) - Ecco qualcosa per la quale vivere, vincere, lottare, e, sì, per la quale morire. I libri dicevano la verità. Nel mondo esistono donne simili e Ruth era una di loro, donava ali alla sua immaginazione. - Lei occupava un posto sempre più importante nel suo orizzonte. - In quel mondo superiore, laffetto era la cosa più bella che vi avesse visto fino a quel momento. Aveva avuto fame damore per tutta la vita. La sua natura bramava lamore, era una necessità organica del suo essere. Eppure aveva dovuto farne a meno e per questo si era indurito. - Martin si chiedeva come comportarsi con queste persone. Che atteggiamento avrebbe dovuto avere? Avrebbe dovuto ingannarli, recitare una parte, pensava che non ci sarebbe mai riuscito, che la sua natura non sarebbe stata in grado di reggere una simile recita e che avrebbe fatto la figura dello stupido. - A quella tavola stava festeggiando il suo amore per la bellezza, lì dove mangiare era una funzione estetica ed era anche una funzione intellettuale. - La passione e la bellezza e la nobile forza dei libri stavano diventando reali. Era in quella e felice condizione nella quale un uomo vede i suoi sogni avventurarsi fuori dai recessi della fantasia, per diventare realtà. - Non era della loro tribù, non poteva parlare il loro gergo, non poteva far finta di essere come loro. La maschera sarebbe stata scoperta e, per altro, le mascherate erano estranee alla sua natura. In lui non cera posto per finzioni e artifici. Doveva essere se stesso, qualsiasi cosa accadesse. - Labisso si allargò, ma lambizione di riuscire ad attraversarlo cresceva ben più rapidamente di quanto esso si allargasse. - Qualsiasi cosa la sua immaginazione osasse evocare si trasformava, in un modo sublime e magico, in un oggetto concreto. - Non pensavo che la faccia di una donna potesse ubriacare. - Lanima di Martin andava alla ricerca di quella di lei. - Ciò chegli ignorava, era il fatto dessere dotato duna potenza cerebrale straordinaria, e che le persone di vero valore non si incontrano nei salotti del genere di quelli dei Morse; e non immaginava neppure che le persone deccezionale valore sono simili alle grandi aquile solitarie che volano molto in alto nellazzurro, al disopra della terra e della sua supina banalità. - Ondeggiava languidamente, cullato da un fiotto di visioni dolcissime: colori delicatissimi, una radiosa luce lo avvolgevano, lo penetravano. Che cosera? Sembrava un faro. Ma no: era nel suo cervello quellabbagliante luce bianca. Essa luceva sempre più splendida. Seguì un lungo rombo: gli parve di scivolare lungo una china infinita, e in fondo in fondo, sprofondò nel buio. Ebbe questultima sensazione: seppe di sprofondare nel buio. E nel momento stesso in cui lo seppe, cessò di saperlo.
Posted on: Fri, 22 Nov 2013 07:15:16 +0000

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