LA RICERCA IN PSICOTERAPIA: DOVE SI IMPARA, DOVE SI - TopicsExpress



          

LA RICERCA IN PSICOTERAPIA: DOVE SI IMPARA, DOVE SI FA. Università, Scuole di formazione, Servizi pubblici. URBINO, 10-11 maggio 2013 Il Convegno sul rapporto tra la ricerca in psicoterapia, gli Istituti pubblici e privati per la formazione alla professione di psicoterapeuta e i Servizi interessati a condurre lavori empirici di natura clinica ha avuto un buon successo. Soprattutto, si è notato un notevole investimento da parte di professionisti non strettamente universitari, evidenziando che SPR-Italy Area Group sta cercando (e trovando) un maggiore riscontro anche sul territorio. Molti sono stati i nuovi iscritti alla nostra sezione. Hanno partecipato allievi e docenti delle Scuole di specializzazione pubbliche e private, di orientamento cognitivo-comportamentale, psicodinamico e sistemico. La comunicazione tra voci e linguaggi così differenti, mediata dal comune interesse per la ricerca in psicoterapia, è risultata arricchente e stimolante. Di seguito, alcuni stralci dell’intervista della Dott.sa Maria Ponsi al Presidente di SPR-Italy Area Group Franco Del Corno, che ci auguriamo possiate godervi per intero su SPIweb, il sito della Società Psicoanalitica Italiana. (spiweb.it/index.php?option=com_content&view=article&id=3573:del-corno-f-2013- intervista-sul-rapporto-fra-clinica-e-ricerca-in-psicoterapia&catid=596&Itemid=441). “La partecipazione al Convegno è stata superiore alle aspettative, sia in termini numerici che di impegno e di interesse. La sensazione è stata quella che, finalmente, lo storico e anche un po’ stereotipato gap fra clinici puri e ricercatori puri, spesso affrontato con una cupa rassegnazione all’incomunicabilità, sia stato superato da un atteggiamento di maggiore flessibilità, da entrambe le parti, dimostrando che quando clinici e ricercatori sono disposti a confrontarsi sulle reciproche esigenze (per i clinici: una ricerca che produca risultati traducibili nell’attività quotidiana di diagnosi e di cura; per i ricercatori: la possibilità di mettere in atto disegni di ricerca metodologicamente corretti, pur tenendo conto della specificità del contesto nel quale si raccolgono e si elaborano i dati) una collaborazione è non solo possibile, ma anche auspicata e proficua. L’educazione ad alcuni principi fondamentali del lavoro clinico, che hanno a che fare con l’ostensibilità delle tecniche diagnostiche e terapeutiche, e la necessità della verifica dei risultati il più possibile ampia e consensuale, si sono fuse con la passione per il confronto con i colleghi, ma anche con i pazienti: il tema della patient satisfaction, sul quale si comincia a discutere, per dare ad ambedue i membri della coppia al lavoro la possibilità di valutare – nel rispetto dei ruoli e delle competenze – i risultati dell’impegno comune. I lavori portati al Convegno sono stati confortanti anche a questo proposito: i colleghi dei Servizi pubblici e gli studenti in formazione hanno testimoniato il proprio interesse per l’uso degli strumenti di ricerca, quando è possibile funzionalizzarli alla peculiarità delle diverse esigenze e i ricercatori hanno messo a disposizione le proprie competenze in modo duttile. Forse, le rigidità e le contrapposizioni che hanno segnato tanta parte della storia della psicologia clinica (e che si sono riverberate anche nelle lotte – a volte cruente – fra i metodologi) stanno progressivamente arretrando sullo sfondo, lasciando spazio a confronti sempre meno ideologici e quindi sempre più clinici.” Ringraziamo i numerosi colleghi partecipanti, gli allievi e gli organizzatori del convegno, tra cui il Prof. Colli e la Prof.ssa Parolin, le dottoresse Brusadelli, Montali e Ricci, che sono stati capaci di contenere e modulare lo scambio culturale e ludico delle giornate e delle serate in Urbino.
Posted on: Tue, 09 Jul 2013 15:59:27 +0000

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