LO STATO SOCIALISTA SPIRITOSO: UN’OCCASIONE - TopicsExpress



          

LO STATO SOCIALISTA SPIRITOSO: UN’OCCASIONE PERDUTA? “Dobbiamo creare una repubblica, uno stato socialista spiritoso”. Era il 1979 e quest’auspicio formulato dal compianto Leonardo Benvenuti, in un programma di intrattenimento televisivo, mi colpì a tal punto che ancor oggi ne serbo memoria. Da un momento all’altro, come a un segnale convenuto, dopo il ’77 avevo assistito incredulo alle ritrattazioni di tanti reduci del ’68. In una sorta di lavacro purificatorio, al vecchio mito della Classe Operaia si sostituì il nuovo mito del Dissidente dall’ “odioso” potere sovietico. La contestazione si andava acquietando e molti suoi capetti (i semicolti che ancor oggi imperversano: dallo “sfortunato” Sofri a Gad Lerner, da P.G. Battista a Paolo Mieli …) poteronofacilmente trovare ristoro e riparo nelle Università, nei giornali, nei partiti politici di governo e di finta opposizione. Ma non è di questi rinnegati che intendo parlare. Il loro riposizionamento come lagnosi lacchè della globalizzazione finanziaria a dominio imperiale americano ora non mi interessa. E’ soltanto l’immagine dello stato socialista spiritoso che affolla la mia mente. Forse, senza rendersene neppure conto, un grande affabulatore (Leonardo Benvenuti) ci indicò l’unico dispositivo in grado di integrare il fisiologico dissenso nella serena quotidianità della costruzione dello stato socialista. Non bastava garantire uno spazio flessibile per la discussione delle differenti opinioni. Non era sufficiente astenersi dal ficcare il naso in cose che nulla avevano e hanno a che fare con la l’edificazione del socialismo, come la letteratura, la filosofia, l’algebra, il calcio, il basket o il tressette. Occorreva di più: occorreva essere spiritosi e spalancare porte e portoni al multipartitismo, permettendo la costituzione di partiti borghesi e reazionari, purchè i loro nomi e i loro programmi coincidessero perfettamente, senza indulgere alle ipocrisie del lessico. Avremmo così avuto il Partito della Restaurazione Capitalista o il Partito del Lusso Provocatorio alla Faccia dei Plebei Invidiosi. Probabilmente seguire tali principii non avrebbe salvato il socialismo oltrecortina, ma ne avrebbe evitato quella particolare fine, al contempo tragica e comica, dell’anno 1991. Inoltre, cosa che non guasta, sarebbe stato anche divertente. P.S. In memoria, nel decennale della sua scomparsa, del compagno Leonardo Benvenuti (1923-2003), grande protagonista del grande cinema italiano del secondo dopoguerra. Le mie considerazioni – è ovvio – non tengono conto di un dato strutturale di fondo, che, come un macigno franato su di un sentiero, ha sempre impedito di conciliare la costruzione del socialismo con la tolleranza delle opinioni dissenzienti: l’incapacità di egemonia culturale del soggetto operaio, salariato e proletario, il soggetto – come ha osservato C. Preve – meno egemone dal tempo delle piramidi egizie e degli ziggurat babilonesi.
Posted on: Sat, 02 Nov 2013 11:29:44 +0000

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