La fabbrica dei falsi della propaganda USA e dei media allineati - TopicsExpress



          

La fabbrica dei falsi della propaganda USA e dei media allineati 3 settembre 2013 di Luciano Lago Fonte:contrainjerencia/?p=73955&utm_source=feedburner&utm_medium=email&utm_campaign=Feed%3A+contrainjerencia%2FjvtA+%28CONTRAINJERENCIA%29 Un altro clamoroso falso “fabbricato” dall’intelligence USA Il segretario di stato USA, John Kerry, per dimostrare che l’attacco chimico sarebbe avvenuto in Siria per opera delle truppe di Assad, ha prodotto una vecchia foto che di 10 anni prima, il 23 maggio del 2003, presa durante la guerra in Iraq da un fotografo italiano, Marco Di Lauro. La foto mostra un gruppo di cadaveri che furono trovati a Al Musayyib e che furono trasportati all’interno di una scuola di Bagdad dove si vede un bambino che salta tra i corpi avvolti nei teli bianchi. Questa fotografia è stata presentata dal segretario di stato USA Kerry alla stampa per dimostrare l’avvenuto attacco con armi chimiche in Siria, in realtà non è stata scattata in questo paese ma si riferisce alle vittime della guerra di aggressione fatta dagli USA dieci anni prima in Iraq. La stessa fotografia è stata utilizzata anche dalla TV britannica BBC ma era stata utilizzata già prima per illustrare il massacro di Houla in Siria che era avvenuto nel maggio dell’anno passato. Questa foto risulta essere stata utilizzata anche dalla TV Al-Jazeera per documentare un reportage sulla strage di civili avvenuta a Deir Baalbeh, nella provincia di Homs in Siria. Una volta ancora e senza alcuno scrupolo il governo degli USA ed i media occidentali ricorrono alle menzogne ed all’inganno per manipolare l’opinione pubblica e per giustificare le sue aggressioni, in questo caso contro il popolo della Siria. Commento: Da notare che nella “fabbricazione” dei falsi si distinguono in particolare la rete USA CNN, con montature create in studio di falsi teatri di guerra, la BBC, Al Jazeera ed Al Arabyia (le TV finanziate dalle petromonarchie del Golfo), in Italia Repubblica, Il Corriere della Sera e La Stampa, Le reti RAI ed in particolare RAI 3 che riprende sistematicamente tutti i falsi e li argomenta come “prove inoppugnabili”. Tutto questo fa parte della guerra di propaganda mediatica che accompagna ogni campagna di aggressione contro nazioni sovrane predisposta dagli USA e dai suoi alleati ove si segue uno schema caratteristico: prima fase nel denunciare l’utilizzo di armi di “distruzione di massa” (nel caso dell’Iraq di saddam Hussein), “genocidi di massa” prodotti da un sanguinario dittatore (Gheddafi, nel caso della guerra contro la Libia), adesso in Siria l’uso di armi chimiche da parte del regime di al Assad, senza considerare le prove che inchiodano le milizie ribelli armate e finanziate da USA ed Arabia Saudita. Nella seconda fase demonizzare come il “nuovo Hitler” i dittatore di turno che il governo USA si accinge a “punire” per le sue malefatte, un “pericolo per il mondo intero”; la terza fase è quella dell’intervento che secondo gli USA sarebbe “limitato ma risolutivo” in realtà in alcuni casi (Iraq e Afghanistan) dura ancora oggi dopo 12 anni con destabilizzazione completa dei paesi e centinaia di migliaia di vittime civili (danni collaterali). Quasi superfluo sottolineare che, nonostante le massicce campagne di propaganda, la credibilità ed il prestigio del governo USA mai come oggi sono caduti così in basso e nel mondo ci si chiede, oggi tocca alla Siria, vedremo come andrà a finire ma quale nazione sarà poi il prossimo obiettivo? Si potrebbe prevedere il prossimo intervento USA guardando bene la caratteristica comune dei paesi che diventano “target” nel mirino del Pentagono: deve trattarsi di “paesi canaglia”, secondo la terminologia della loro propaganda ma sicuramente c’è un altro elemento in comune che è quello di essere paesi che non aderiscono al circuito della finanza internazionale e non sono quindi paesi che utilizzano i “generosi” finanziamenti del FMI e della Banca Mondiale e di altre entità finanziarie, paesi che hanno una propria banca centrale che emette moneta di Stato ed a volte non ammettono le grandi multinazionali (come Esso, Chevron, BP) nello sfruttamento delle loro risorse e si rifiutano persino di utilizzare il dollaro come moneta di scambio Sarà forse questa una semplice coincidenza? Siria, ribelli: «Abbiamo fatto esplodere noi per sbaglio le armi chimiche». Il reportage che nessuno cita 3 settembre 2013 Fonte: tempi.it/siria-ribelli-armi-chimiche-ghouta-reportage#.UiXeLDZ7KSo Settembre 3, 2013 Leone Grotti Un clamoroso reportage da Ghouta, dove si sarebbe verificato l’attacco chimico, di Mint Press News raccoglie le testimonianze dei ribelli: «Le armi venivano dall’Arabia Saudita» In Siria, a Ghouta, sono esplose armi chimiche ma secondo ribelli locali non è stato il dittatore Bashar al-Assad ad utilizzarle ma i ribelli stessi, per errore. La notizia è contenuta in un reportage pubblicato lo scorso 29 agosto su Mint Press News, che non è stato ripreso dai quotidiani italiani, firmato da Dale Gavlak (che dalla Giordania collabora da anni con Associated Press) e Yahya Ababneh, che ha condotto interviste e ricerche sul campo in Siria. Interviste che hanno dell’incredibile (e suscitano qualche sospetto) dal momento che le dichiarazioni dei ribelli contenute vanno contro il loro stesso interesse, scagionando di fatto Assad. «UN QUADRO MOLTO DIVERSO». «Da numerose interviste con dottori, residenti di Ghouta, ribelli e le loro famiglie, emerge un quadro molto diverso» rispetto a quello prospettato da Barack Obama, Regno Unito e Francia, secondo cui Assad avrebbe ucciso con un attacco a base di armi chimiche il 21 agosto tra le 355 e le 1700 persone a Ghouta, un sobborgo della capitale Damasco. Il reportage cita l’intervista a Abu Abdel-Moneim, padre di un combattente ribelle: «Mio figlio è venuto da me due settimane fa chiedendomi se sapevo che armi fossero quelle che gli avevano chiesto di trasportare», armi«con una struttura a forma di tubo» e altre simili a «grandi bombole di gas». ARMI CHIMICHE USATE DAI RIBELLI. Abdel-Moneim rivela che suo figlio insieme ad altri 12 ribelli è morto per i gas chimici in un tunnel dove erano soliti stoccare le armi che un militante dell’Arabia Saudita, che guida una fazione ribelle, portava da Riyad. Un’altra combattente ribelle, soprannominata solo “K” per non farsi identificare, afferma: «[I sauditi] non ci avevano detto che cos’erano queste armi o come usarle. Non sapevamo fossero armi chimiche, non potevamo neanche immaginarlo». Secondo un altro ribelle di Ghouta, “J”, «queste armi hanno subito destato la nostra curiosità. Sfortunatamente, alcuni dei combattenti le hanno maneggiate con leggerezza e le hanno fatte esplodere». RUOLO DELL’ARABIA SAUDITA. Secondo i reporter, dunque, delle armi chimiche sono effettivamente esplose in Siria ma non per mano del regime di Assad, bensì per mano dei ribelli, che le hanno ottenute dall’Arabia Saudita. «Oltre una dozzina di ribelli intervistati ci ha detto di essere stipendiato dal governo saudita», continua l’articolo. «CHI HA USATO LE ARMI?». Dopo una disamina attenta del coinvolgimento a fianco dei ribelli dell’Arabia Saudita nel conflitto siriano, l’articolo riprende, condividendola, anche una considerazione di Peter Oborne per il Daily Telegraph: «Gli unici che hanno tratto benefici dalle atrocità sono stati i ribelli, che stavano perdendo la guerra e che ora hanno l’America e la Gran Bretagna pronte a intervenire al loro fianco. Mentre sembrano esserci pochi dubbi che le armi chimiche siano state usate, non è ancora certo chi le abbia usate. È importante ricordare che Assad è già stato accusato in precedenza di aver usato gas velenoso contro i civili. Ma allora, Carla del Ponte, commissario delle Nazioni Unite in Siria, ha concluso che i ribelli, non Assad, erano probabilmente responsabili». Firma l’appello contro l’intervento armato in Siria @LeoneGrotti Leggi di Più: Siria, ribelli: «Abbiamo fatto esplodere noi armi chimiche» | Tempi.it
Posted on: Sun, 08 Sep 2013 14:27:08 +0000

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