La fauna che popola il Simply, si sa, è variegata e vasta. Dopo un po di tempo passato a vivere in mezzo a questi strambi individui quasi non ci si accorge più di tutte quelle sfumature curiose che caratterizzano certi individui, e spesso tutto passa come se rientrasse nellovvia evoluzione universale. Poi ci sono loro: le manifestazioni psicocinetiche dellimprobabilità umana. Assistere ad eventi parabnormali del genere è sempre molto coinvolgente ed esaltante. Come ad esempio il seguente. Eravamo da poco entrati nellorario di massima attività pomeridiana, quando al Box mi si presenta questo esemplare femmina con gli occhi sgranati: -Allora mi hanno preso il giacchetto- Interrompo le mie operazioni al terminale, e componendo un espressione perplessa, solita di chi non capisce alla prima botta quanto ascoltato rispondo: -eh?- -Qualcuno ha preso il carrello con il mio giacchetto dentro! Anche la spesa!- -Guardi signora posso fare un annuncio al microfono..- -va bene, ma io non capisco come sia possibile- Trattengo il riso e scolo la pasta. -ATTENZIONE PREGO, E STATO SCAMBIATO UN CARRELLO DELLA SPESA, CHIUNQUE SE NE ACCORGESSE È PREGATO DI RIPORTARLO AL BOX INFORMAZIONI.- Alzo lo sguardo a scrutare il supermercato: ora brulica di vita. Osservo le casse che si stanno riempiendo. Trovare il carrello non sarà semplice. Guardo la povera signora al limite di una crisi di nervi e, dallalto della mia misericordia, esco dal box: -venga signora, andiamo a cercarlo- Il mio passo era deciso, ma la signora mi supera con una corsetta leggera. La seguo, sorridendo agli altri clienti che osservano curiosi due deficienti che corrono tra gli scaffali. Incrociamo lagente di sorveglianza (altro esemplare della fauna locale) che ci comunica di aver visto una coppia di vecchietti con il carrello e un giacchetto vicino la macelleria. La signora scatta in corsia di pasta e sottoli, io scarto la guardia e taglio per le merendine, evito di striscio la zona promo e punto i frigoriferi della carne. Arrivo secondo con otto decimi di svantaggio e due anni di vita in meno per lo sforzo di smuovere il mio obeso esoscheletro biologico. I poveri vecchietti non hanno niente nel carrello che somigli ad un giacchetto marrone. La signora comincia a perdere le speranze e decido di prendere in mano la situazione, completiamo il giro e torniamo al Box dove coordino le operazioni. -Dunque, escludendo che lo scambista possa già aver abbandonato ledificio, dobbiamo sistemarci nei punti strategici. Tu, agente, piazzati davanti alla porta e controlla i carrelli che escono. Lei signora rimanga davanti alle casse, io faccio un altro giro e poi controllo in magazzino qualora il carrello dovesse essere stato erroneamente rimosso da un dipendente.- Il fomento è alle stelle, mi sento come il sergente maggiore Hartman davanti al soldato Biancaneve, sono come Ash del reparto ferramenta, sono il potere di greiscul, sono la goccia di sudore che scaturisce quando non trovi il portafoglio, sono il terrone che svolazza nella notte. Con passo svelto scandaglio la zona detersivi, scrutando ogni cestino, ogni cliente. Trovo un carrello abbandonato, cè della spesa dentro. Nessun giacchetto. Proseguo. Annuso laria, assaggio il terreno. Niente maledizione. Più il tempo passa più il mio momento di gloria svanisce allorizzonte. Niente, cazzo. È davvero possibile che il carrello sia finito dentro il magazzino? Mi tuffo dunque dentro loscuro settore del supermercato. Rumori sinistri rimbombano tra le merci inscatolate. Il silenzio alle mie spalle conferma le teorie che vogliono quel luogo sito in una dimensione parallela, e che lentrata costituita dalle porte in gomma, sia in realtà il varco dimensionale che gli Architetti posero in tempi remoti per preparare linvasione del nostro mondo. La penombra mi impedisce di distinguere le forme. La mia missione è ad un punto morto. Dun tratto laltoparlante gracchia: -COMUNICAZIONE INTERNA, IL SIGNOR PRATTICO È ATTESO AL BOX INFORMAZIONI, TROVATO CARRELLO- Sconfitto. Riattraverso il portale sconsolato e raggiungo il rendez vous comunicato dalla base. Al mio arrivo assisto alla scena seguente: la signora del giacchetto sta letteralmente massacrando a livello verbale un altra signora, la cui espressione può essere descritta solo mimandola. Ciò che posso scrivere è che quella era di sicuro una rincoglionita di prima categoria, poiché, porcocazzo, mi deve spiegare come puttanaeva è possibile non accorgersi che quella che stai trasportando in giro da dieci minuti NON È LA TUA CAZZO DI SPESA. E posso anche arrivare a tollerare la distrazione, i troppi cazzi per il cervello, il mutuo, la crisi, che ti impediscono di ragionare sul fatto che quella che stai portando in giro da dieci minuti NON È LA TUA CAZZO DI SPESA, ma mannaggialatroia cè dentro un giubbotto marrone che non dovresti aver mai visto in vita tua e che dovrebbe farti capire che quella che stai deambulando in giro da dieci minuti NON È LA TUA CAZZO DI SPESA. La storia finirebbe anche qui, con me che mi riaccascio sulla mia postazione, ad annoiarmi ancora, ripensando alla fantastica avventura appena trascorsa che mi ha rapito per un quarto dora dalla routine quotidiana. Se non che, dopo altri dieci minuti arriva il responsabile che ghignando mi fa: -a Vincè, ce sta nartro carello scomparso- Alzo la testa e in piedi davanti al bancone cè la signora di prima. Non quella del giacchetto, laltra, la rincoglionita che mi guarda e fa: -senta io non trovo più il mio carrello. È assurdo, prima la signora si è alterata, ma a me sembra di stare a candid camera- Cercando di mantenere la calma per non esplodere nella più fragorosa delle risate dinnanzi alla più cogliona del mese, esco tronfio dal box con la soluzione già pronta: -che cera dentro signora?- -eh, diverse cose, anche un pollo- -ci penso io- Tornerò dopo 47 secondi, recando con me il carrello abbandonato che avevo trovato prima nella corsia dei detersivi, quando mi aggiravo nel supermercato avvolto nel mantello di ironman. And justice for all. \m/
Posted on: Sat, 09 Nov 2013 09:06:51 +0000
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