La grave crisi che si è abbattuta su di noi ha diverse gravi - TopicsExpress



          

La grave crisi che si è abbattuta su di noi ha diverse gravi conseguenze che dovremmo affrontare con decisione. Avrà certamente conseguenze economiche devastanti per la stabilità del nostro debito pubblico e, di conseguenza, per il rialzo dei nostri interessi. Ma più pericolosa della voragine economica che si apre, è l’ingorgo istituzionale che ci potrebbe infliggere una paralisi: siamo senza Governo, senza ricambi, senza legge elettorale, senza prospettiva che un nuovo ricorso alle urne non riproponga la medesima situazione. C’è inoltre una terza emergenza in vista: l’Italia non ci sarà e non sarà in grado di esercitare la sua presidenza europea. La crisi italiana rischia di aggravare la crisi europea, la quale, a sua volta, potrà essere decisiva nel travolgere l’Italia che appare fatalmente come l’anello più debole della catena. Per questo riteniamo che la difficoltà più grave di questa situazione sia l’assetto europeo. Ci sono ancora i cattolici che credettero all’Europa? Il gruppo sociale più convintamente europeo in Italia è composto dai cattolici. L’idea di un’altra Europa fu drammaticamente esposta già da Papa Benedetto XV quando definì, con grande scandalo di tutti i nazionalismi, la prima Grande Guerra Civile europea: "Una inutile strage". L’Europa c’è già nel programma del Partito Popolare, negli anni ’20, gli anni in cui il nazionalismo diventò barbaro. L’Europa fu fondata da tre cattolici di frontiera (De Gasperi, Adenauer, Schuman) e additata come traguardo necessario da tutti i Papi. Con i cattolici dispersi, dopo il terremoto del 1994, le formazioni euroscettiche di fatto sono la maggioranza in Italia. Nel momento in cui sarebbe necessario che una formazione europeista, avente come spina dorsale un’importante nucleo di cattolici, ma aperta a tutti gli europeisti, prendesse in mano il timone, i cattolici dove sono? Una bussola europea nell’uragano Ormai appare chiaro che non vi sarà soluzione della crisi italiana se non vi sarà un rilancio dell’Europa. E questo rilancio non può essere che un passo verso l’Europa federale per dare quello che all’Europa oggi manca: un timone politico che governi la moneta, che indirizzi lo sforzo economico alla ripresa del lavoro, che dia un’immagine univoca dell’Europa nel mondo. Un programma semplice: riprendere il lavoro interrotto dopo la Presidenza Europea di Prodi: Elezione diretta del Presidente europeo; Istituzione di una Difesa europea; Inizio di una politica economica comune in campo fiscale, creditizio e del lavoro. Parlare dell’Europa mentre Napolitano sta cercando di ricostruire una maggioranza improbabile in un Parlamento drammaticamente sinistrato da una legge elettorale da incubo, può sembrare una fantasia fuori tempo. Non è così. L’Europa oggi non c’è perché è venuta a mancare l’Italia con la sua strategia europeista che fu la parte migliore e più preziosa della rinascita democratica italiana. L’Europa non c’è perché non c’è l’Italia. E l’Italia non c’è perché non si sono gli europeisti. La strana alleanza fra euroscettici È drammatico ed inspiegabile come la follia di Berlusconi abbia potuto dettare la linea a questa legislatura. Eppure un sintomo c’è che ci dà l’allarme: in questa situazione le posizioni di Grillo e di Berlusconi si sono collegate, si sono favorite ed hanno dettato la necessità. Grillo ha avuto una inspiegabile posizione preconcetta nei confronti del Partito Democratico, che è servita a rendere Berlusconi padrone della situazione, nonostante la finta inimicizia nei suoi confronti. Grillo ha salvato Berlusconi e Berlusconi non ha mai espresso alcuna contrarietà a Grillo. Non solo, ma appena Berlusconi ha pensato di andare alle elezioni, Grillo si è dichiarato favorevole. E quando Berlusconi ha deciso di andare alle elezioni con questa legge elettorale, Grillo ha abbandonato l’idea di fare una legge elettorale nuova, che aveva proclamato "indispensabile". C’è un accordo fra Berlusconi e Grillo? O si tratta di una intesa tacita? O punto di un casuale e strano incastro della storia? Non lo sapremo mai, ma un fatto è certo: sia Berlusconi sia Grillo sono contrari alla moneta europea, sono contrari all’Europa federale e sono quelli che hanno sostenuto una posizione drammaticamente populista di avversione all’Europa. Alla mancanza di chiarezza delle varie posizioni, alla falsità dei pretesti scelti per non far nascere il governo di Bersani e per far cadere il governo di Letta, bisogna aggiungere e dare rilievo a questa trama: Berlusconi e Grillo vogliono fare una maggioranza che faccia uscire l’Italia dall’Europa. Uscita di sicurezza Torniamo all’inizio del nostro ragionamento. È mai possibile che i cattolici italiani, padri spirituali di un’Europa dalle radici cristiane e con un futuro da dedicare alla pace mondiale attraverso un’Europa dei valori, siano lasciati nella confusione colpevole e tragica di scegliere Berlusconi per paura della sinistra, di scegliere Grillo per sconforto e per irritazione, di non andare a votare per fuggire dai mali del mondo? Se si andrà, come è probabile, a nuove elezioni essi cercheranno di trasformarle in un referendum su Berlusconi condannato o Berlusconi graziato. Ma il referendum vero per la storia sarà un altro: Italia unita, libera in Europa o un Italia fuori dell’Europa, lacerata dagli egoismi locali?
Posted on: Tue, 01 Oct 2013 19:41:55 +0000

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