La modella brasiliana Iris Berardi ha revocato la costituzione di - TopicsExpress



          

La modella brasiliana Iris Berardi ha revocato la costituzione di parte civile nel processo milanese sul caso Ruby a carico di Emilio Fede, Lele Mora e Nicole Minetti. La stessa scelta l’aveva fatta nelle scorse udienze un’altra delle ragazze che ha partecipato alle serate di Arcore, Barbara Guerra. A questo punto di parti civili nel cosiddetto “Ruby 2” ne restano tre: Chiara Danese, Ambra Battilana e Imane Fadil. Spunta intanto un presunto testimone che avrebbe reso dichiarazioni contro Imane Fadil. È emerso all’inizio di udienza, quando la difesa di Fede, ha chiesto ai giudici di acquisire un verbale reso da tale Manuel Giovine alla Procura di Roma e che sarebbe stato poi trasmesso nei giorni scorsi al procuratore aggiunto di Milano Ilda Boccassini. Il pm Antonio Sangermano è intervenuto paventando il rischio che intorno al processo si aggirino «persone a libro paga e faccendieri». Il difensore di Fede, l’avvocato Alessandra Guarini, ha spiegato ai giudici che questa persona, di nome Manuel Giovine è andata a Piazzale Clodio, sede della Procura di Roma «per rendere dichiarazioni spontanee su Imane Fadil, di estrema rilevanza per la difesa». Il legale ha spiegato inoltre che queste dichiarazioni sono state trasmesse lo scorso 31 maggio all’ufficio di Boccassini, aggiungendo di avere verificato che «questo signore esiste e ha anche chiamato al nostro studio». L’avvocato ha poi chiesto ai giudici di acquisire il verbale nel processo, ma il pm Sangermano si è opposto. Imane Fadil, parte civile nel processo Ruby 2, avrebbe fatto parte di un gruppo di «una quindicina di ragazze reclutate» per «circuire personaggi che venivano a loro indicati al fine di poterli poi successivamente ricattare». Lo ha dichiarato a verbale Pawel Giowine, facendo riferimento a quello che gli avrebbe detto la stessa Fadil. «Aggiunse - ha affermato - che il suo scopo era quello di arrivare al cosiddetto giro dei politici, perché erano persone che sotto la minaccia di uno scandalo avrebbero pagato bene». Giowine nelle sue dichiarazioni ha chiarito che «Fadil ebbe uno sfogo durante il quale mi raccontò di non gradire la vita che faceva e mi narro’ di alcune feste particolari a cui aveva partecipato. Mi riferì - ha aggiunto - di una festa che si tenne su una nave da crociera (...) alla quale parteciparono dei noti imprenditori e circa una quindicina di ragazze reclutate per l’occasione, tra cui lei». Il compito era «quello di circuire personaggi che venivano a loro indicati al fine di poterli poi successivamente ricattare». L’uomo ha spiegato anche che la volontà di Fadil era di entrare nel «giro dei politici», perché «una volta riuscita ad avere un incontro poi sarebbe stata la sua parola ad avere la meglio». Giowine poi si sarebbe deciso solo qualche settimana fa a rendere queste dichiarazioni perché ha visto un «telegiornale» e ha scoperto che Fadil era parte civile nel Ruby 2. Ha raccontato che non l’aveva più sentita e aveva perso il suo numero di telefono. «Pur non conoscendo nei dettagli la vicenda - conclude - ritengo doveroso riferire i fatti (...) per una valutazione nella opportuna sede». Si parla poi di un presunto " foto-ricatto" all’ex calciatore della Nazionale, Fabio Cannavaro, nelle dichiarazioni rese ai pm di Roma da Pawel Giowine, che lavorava nel settore casting e che lo scorso 21 maggio si è presentato spontaneamente davanti agli inquirenti. Il teste, della cui `esistenza´ si è saputo oggi nel processo `Ruby 2´, ha raccontato che Imane Fadil le disse nel 2006 di dover partecipare ad una festa, avvicinarsi a Cannavaro, così che un fotografo potesse scattare foto «compromettenti». Lo scorso 21 maggio, Pawel Giowine, nato in Polonia ma cittadino italiano, ha reso dichiarazioni spontanee agli investigatori della Questura di Roma, raccontando che nell’aprile del 2006 stava organizzando un casting per un film. In quell’occasione avrebbe conosciuto Imane Fadil che «mi fu inviata dall’agenzia» che faceva capo «al sig. Lele Mora». La ragazza, sempre stando alle dichiarazioni di Giowine, «mi riferì che al telefono l’aveva chiamata un noto fotografo di Milano che le aveva chiesto di partecipare alla festa di addio del noto calciatore Fabio Cannavaro». Sempre secondo il verbale, Fadil «aggiunse testualmente che nella circostanza si sarebbe dovuta avvicinare, in modo particolare, al festeggiato e ad altri calciatori presenti, nel chiaro tentativo di sedurli, così che il fotografo in questione avrebbe potuto effettuare degli scatti in pose compromettenti». L’uomo ha spiegato che Fadil disse anche «di non essere affatto felice della cosa ma che era in un certo senso costretta a farlo perché il fotografo di cui parlava le dava spesso lavoro». Fadil «non fece mai il nome del suo interlocutore».
Posted on: Fri, 21 Jun 2013 16:42:30 +0000

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