La presa di posizione di Matteo Renzi contro lamnistia non nasce - TopicsExpress



          

D.P

La presa di posizione di Matteo Renzi contro lamnistia non nasce da un ragionamento politico, ma da una pura e semplice ricerca del consenso. Il sindaco di Firenze non ha nulla a che fare con il giustizialismo di sinistra, a lui importa soltanto vincere la corsa per la segreteria del partito». Lo afferma Piero Sansonetti, direttore de Gli Altri ed ex direttore di Liberazione, dopo che il sindaco di Firenze ha polemizzato con il presidente Napolitano. Sansonetti ricorda che dopo aver approvato lindulto nel 2006, lallora ministro della Giustizia, Clemente Mastella, fu oggetto di una «bastonatura squadrista» da parte dellinchiesta «Why Not» di De Magistris, che «ha portato a centinaia di assoluzioni di persone che nel frattempo hanno avuto la vita rovinata e la carriera troncata». Domanda. Sansonetti, da dove nasce la netta presa di posizione di Renzi contro lamnistia? Risposta. Renzi è uscito con queste dichiarazioni perché pensa che gli possano fruttare dei consensi nella lotta per la segreteria del Pd. Fare lamnistia è una mossa da statisti, oggi di statisti ce ne sono pochini e Renzi sicuramente non è tra loro. Il vero timone della politica oggi sono i sondaggi, e nessuno mai potrebbe fare unamnistia, sondaggi alla mano. Notoriamente si tratta di una misura impopolare, Renzi si limita a prenderne atto e a cercare di trasformare questa sua posizione in voti. D. Dietro a questa volontà cè anche un disegno politico? R. Sicuramente Napolitano è un garantista e Grillo un forcaiolo, Renzi, da questo punto di vista, invece non è nulla. Ritengo che Renzi non sia né giustizialista né garantista, ma punti semplicemente ad avere il maggior numero di consensi possibili. Il sindaco di Firenze è più una macchina del consenso che un dirigente politico. Anche la sua stessa scelta di partecipare alla maratona è semplicemente un sistema per catturare consensi, tanto è vero che lultimo che fece qualcosa del genere fu Mussolini. Il Duce faceva latleta, andava a cavallo, nuotava, costringeva i gerarchi come Starace a saltare il fuoco a torso nudo. Mostrava cioè la sua possanza fisica come dote politica. Renzi compie unoperazione simile. Non mi immaginerei mai Moro, Fanfani e Berlinguer che fanno la maratona, ma nemmeno Prodi (che pure è un discreto ciclista) o Berlusconi. Lultimo è stato appunto Mussolini. Renzi ha dichiarato che il partito non è un fine ma un mezzo. Pensare che un organismo collettivo quale è un partito, ricco di persone e di pluralismo possa essere trasformato da organismo politico in strumento di una persona, cioè di Renzi stesso, è sì unidea politica ma di natura autoritaria. In gran parte si tratta di un pensiero figlio del berlusconismo, ma del quale il sindaco di Firenze ha preso la parte peggiore. Renzi infatti non ha ereditato lunico aspetto positivo del Cavaliere che è il suo liberalismo. D. Nel 2006 lallora ministro Mastella approvò lindulto e nel giro di alcuni mesi ricevette un avviso di garanzia. Fu una coincidenza casuale? R. No, non fu un caso. Mastella pagò duramente il suo garantismo, e tra laltro è interessante che a farglielo pagare fu lallora pm De Magistris, oggi sindaco di Napoli. A fare cadere il governo Prodi fu appunto linchiesta «Why Not», una vicenda giudiziaria che si è conclusa con centinaia di assoluzioni nei confronti di persone che hanno avuto comunque la vita rovinata e la carriera troncata. Il paradosso è che De Magistris non sia stato chiamato a pagare in nessun modo per il suo clamoroso errore giudiziario. Anzi lex toga è stata promossa dal popolo in un plebiscito a sindaco di Napoli, mentre la stessa vicenda ha segnato la fine di Mastella. Dopo la bastonatura squadrista di cui fu oggetto lallora ministro della Giustizia, oggi più nessuno può avere il coraggio di firmare un indulto. D. De Magistris è un caso isolato, o alle Procure indulto e amnistia non piacciono? R. Ai magistrati indulto e amnistia non piacciono perché tolgono loro una fetta consistente di potere. Attraverso indulto e amnistia la politica si assume alcuni poteri della magistratura. Mentre noi viviamo in un periodo in cui la magistratura assume costantemente molti poteri della politica. Amnistia e indulto sono la risposta della politica allinvasione di campo della magistratura con una controinvasione di campo. D. È per questo che le Procure non la vedono di buon occhio? R. Sì, è impensabile che la magistratura possa essere favorevole, anche se è del tutto evidente che lamnistia, che a differenza dellindulto sospende gli stessi processi, è decisamente a favore dei giudici. Dà infatti una risposta allintasamento dei tribunali, che oggi sono paralizzati da decine di migliaia di provvedimenti che non possono andare avanti perché non ci sono il tempo e lo spazio. Lamnistia ne farebbe cadere decine di migliaia, permettendo ai giudici di riprendere normalmente il loro lavoro.
Posted on: Wed, 16 Oct 2013 15:17:10 +0000

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