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La resa della Francia Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Campagna di Francia e Fall Rot. I tedeschi vincono su tutti i fronti. Il 5 giugno 1940 con un violento bombardamento aereo sulla linea della Somme e sullAisne, nonché sulle truppe francesi dislocate ad Abbeville e sulla Linea Maginot, i tedeschi iniziarono la battaglia per la conquista di Parigi. Il 10 giugno i tedeschi attraversarono la Senna, lesercito francese si ritirò disordinatamente sulla Loira, il generale Weygand annunciò che il fronte era stato definitivamente sfondato. Il governo francese si trasferì allora da Parigi a Tours, mentre lo raggiunse la notizia che lItalia stava per dichiarare guerra alla Francia e alla Gran Bretagna. Lesercito tedesco a Parigi. L11 giugno il generale francese Pierre Héring, governatore militare di Parigi, annunciò che la città era stata dichiarata città aperta; Parigi venne occupata dai tedeschi il 14 giugno, risparmiando così la città da incursioni aeree o di artiglieria. Nel frattempo anche Reims cadde in mani tedesche, e lesercito francese era ormai decimato e praticamente inoffensivo. Nella notte del 16 giugno Reynard si dimise dallincarico di Presidente del Consiglio francese a causa di divergenze con il Consiglio dei ministri in merito alla discussione sulla proposta di De Gaulle (trasferitosi a Londra il giorno prima) di un Unione franco-britannica, in sostanza la fusione dei due stati in uno solo. Il maresciallo Philippe Pétain formò subito un nuovo gabinetto e alle 23 incaricò il suo Ministro degli Esteri Paul Baudouin di chiedere larmistizio ai tedeschi. Alle 24, tramite lambasciatore spagnolo a Parigi, il governo francese presentò ufficialmente la richiesta di armistizio. Intanto la Wehrmacht conquistava Digione, aggirava la Linea Maginot e nel giro di pochi giorni invadeva Brest, Nantes e Saumur dopo aver già conquistato tra le altre Caen, Rennes e Le Mans. Il 19 giugno il governo tedesco si dichiarò pronto a far conoscere le clausole per la cessazione delle ostilità e richiese linvio di plenipotenziari suggerendo al governo francese di mettersi in contatto con lItalia per trattative analoghe. Il suggerimento fu applicato già dal giorno seguente; ciò fece in modo di fermare lattacco armato delle truppe italiane iniziato tre giorni prima. Alle 15:30 del 21 giugno Hitler ricevette i plenipotenziari francesi; le condizioni della resa furono molto pesanti: 3/5 del territorio nazionale furono occupati dallinvasore, non furono resi i prigionieri, le spese di occupazione furono fissate a discrezione del vincitore, lesercito dovette essere ridotto a 100 000 uomini. Il 22 giugno alle ore 18:30 il generale Charles Huntziger, rappresentante della delegazione francese, e il generale Wilhelm Keitel, capo di Stato Maggiore della Wehrmacht, firmarono larmistizio. Per volere di Hitler, lArmistizio venne simbolicamente firmato allo stesso modo di quello che era stato stipulato alla fine della prima guerra mondiale: delegati e generali tedeschi e francesi si riunirono su un treno parcheggiato in aperta campagna, nella stessa posizione geografica, nella stessa carrozza di lusso e con le stesse poltrone di quel giorno del 1918, quando la Germania aveva firmato larmistizio della prima guerra mondiale, arrendendosi alla Francia. Vennero lasciate alla Germania il possesso di Parigi, del nord e di tutta la costa atlantica, mentre la Francia centro-meridionale rimaneva indipendente con le sue colonie, e il governo si insediava nella cittadina di Vichy. Nonostante le assicurazioni francesi che in nessun caso la flotta sarebbe stata consegnata ai tedeschi o agli italiani, lAmmiragliato britannico diede avvio ad unazione (nota come Operazione Catapult) volta a devitalizzare le navi da guerra francesi che, lasciata la Francia, erano ancorate nelle basi algerine di Mers-el-Kébir e Orano. Il risultato di questa azione, che causò oltre mille morti fra i marinai francesi, fu controproducente in termini materiali per gli inglesi: le navi francesi che furono in grado di farlo, rientrarono a Tolone, mentre quelle alle quali fu impossibile (come la corazzata Richelieu) reagirono energicamente a qualunque tentativo alleato di penetrare in Nordafrica. Tuttavia, la dimostrazione di impavida risolutezza della Gran Bretagna e del suo governo, nella tragica situazione di isolamento, non mancò di avere benefici effetti sul morale dellopinione pubblica inglese e anche americana (e questo sembra fosse effettivamente uno degli scopi principali delloperazione[29]). Una minima percentuale dei marinai francesi internati in Gran Bretagna aderì in seguito alla Francia libera. Il 24 giugno alle 19:15 a Villa Olgiata presso Roma, il generale Huntziger e il generale Badoglio firmarono larmistizio tra Italia e Francia, mentre poche ore più tardi alle 1:35 del 25 giugno entrò ufficialmente in vigore larmistizio franco-tedesco. Negli stessi giorni di quel giugno del 1940 lUnione Sovietica occupò la Lituania, lEstonia e la Lettonia. La Battaglia dInghilterra Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Battaglia dInghilterra. I bombardieri tedeschi si preparano per una nuova incursione sullInghilterra. Non trovando terreno fertile per una pace con la Gran Bretagna, Hitler iniziò a considerare lidea di invaderla, per piegarla definitivamente. Tuttavia, per preparare la gigantesca operazione di sbarco navale, denominata in codice operazione Leone marino (Seelöwe), i tedeschi dovevano prima ottenere il controllo dei cieli britannici e indebolire le difese costiere della Gran Bretagna. Pertanto la Luftwaffe, a partire dal 10 luglio 1940, iniziò una numerosa serie di incursioni diurne e notturne contro gli aeroporti della Royal Air Force, nonché contro le difese costiere, i porti e le industrie di aerei ed armamenti della Gran Bretagna. La campagna aerea tedesca di bombardamenti strategici, passata alla storia con il nome di battaglia dInghilterra, sembrò avere un moderato successo sino alla fine di agosto, seppur con gravi perdite di aerei da parte della Luftwaffe. In settembre, tuttavia, un cambiamento degli ordini di guerra da parte di Hitler, per rappresaglia al bombardamento di Berlino del 26 agosto 1940[30], mutò il carattere della campagna aerea da strategica a terroristica: i tedeschi, iniziando a bombardare le città britanniche, in particolare Londra, vollero costringere i britannici a chiedere la pace colpendo direttamente la popolazione civile nel tentativo di demoralizzarla. Questo cambio di tattica da parte dei tedeschi consentì alla Royal Air Force di non essere più direttamente nel mirino del nemico e di poter quindi riorganizzare e rinforzare la difesa aerea. Come conseguenza, i tedeschi soffrirono perdite di aerei sempre crescenti, finché il 31 ottobre 1940 lo stesso Hitler si rese conto che ormai linvasione della Gran Bretagna non era più realizzabile per quellanno e decise di rinviare a tempo indeterminato loperazione Leone marino. Come rabbiosa vendetta per linsuccesso della Luftwaffe nel piegare la RAF e il morale dei britannici, nonché come risposta ai primi bombardamenti notturni della RAF ai danni di Berlino, per i quali Hitler pretendeva terribili rappresaglie, nella notte tra il 14 ed il 15 novembre 1940 la Luftwaffe effettuò il bombardamento di Coventry che distrusse pressoché completamente la città britannica[senza fonte]. In seguito però la Luftwaffe, per limitare la perdita di aerei, fu costretta a ridurre notevolmente il numero di incursioni contro la Gran Bretagna, che divennero esclusivamente notturne e sempre più rare nel corso degli anni successivi. Allo scopo di portare la Gran Bretagna alla sottomissione, la Germania attuò anche un blocco navale, la battaglia dellAtlantico, ad opera soprattutto dei temibili U-Boot. Secondo una teoria accreditata, in realtà Hitler perseguì malvolentieri tutta la campagna contro la Gran Bretagna, ritenendo che lavversario inglese fosse ormai fuori combattimento e che prima o poi avrebbe chiesto un armistizio. Prima della battaglia dInghilterra, Hitler sottovalutava le capacità di resistenza della Gran Bretagna e sperava persino di coinvolgerla, dopo larmistizio, in una futura alleanza contro lUnione Sovietica. Tutti i piani di Hitler erano rivolti allEst ed alla futura campagna contro lUnione Sovietica e pertanto non impiegò nella battaglia dInghilterra tutte le risorse che avrebbe potuto, né dedicò alla battaglia aerea tutta lattenzione che essa meritava. Nel dopoguerra, molti generali tedeschi ed alleati intervistati da scrittori e giornalisti, nonché la maggior parte degli storici, concordarono sul fatto che «la mancata effettuazione delloperazione Seelöwe negò alla Germania lunica concreta possibilità di vincere la seconda guerra mondiale». Campagna italiana di Grecia Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi campagna italiana di Grecia. I soldati italiani durante linverno in Albania. Il 28 ottobre 1940, su personale iniziativa di Benito Mussolini e senza avvisare lalleato tedesco, lItalia attaccò la Grecia partendo dalle basi in Albania. Liniziativa nasceva principalmente dalle esigenze di prestigio del Duce (ottenere un successo militare da contrapporre ai trionfi di Hitler) e dallinsipienza di Galeazzo Ciano e dei generali sul posto. Lattacco alla nazione ellenica era basato sul presupposto che la Grecia sarebbe crollata senza combattere: organizzato frettolosamente, con mezzi e uomini assolutamente insufficienti (appena 100 000 soldati nella fase iniziale) e sferrato in condizioni climatiche pessime, si rivelò molto più difficile del previsto. I greci non solo si batterono accanitamente, ma, sfruttando le caratteristiche del terreno, respinsero rapidamente lattacco italiano; inoltre, sfruttando la temporanea superiorità numerica, passarono al contrattacco rigettando le forze italiane in Albania. Si sviluppò quindi unaspra guerra di montagna tra eserciti appiedati e poco mobili, una specie di riedizione della prima guerra mondiale, snervante e demoralizzante per le truppe. Di fronte alla sconfitta (caduta di Coriza il 22 novembre), Mussolini costrinse Badoglio alle dimissioni e procedette a sostituire i comandanti, oltre ad inviare i rinforzi disponibili. Lavanzata greca venne fermata, ma il fronte rimase bloccato in terra albanese per tutto linverno, senza che vi fosse la possibilità di passare al contrattacco. Peraltro i britannici, aspettandosi questa mossa da parte italiana, decisero di accorrere in aiuto delle forze greche, loro alleate sin dai tempi della prima guerra mondiale: venne organizzato un contingente di 56 000 uomini a rinforzo delle truppe greche, anticipando un previsto intervento tedesco in aiuto degli italiani, con la Royal Air Force che disponeva già di basi in Grecia. Gli Alleati conseguirono così la loro prima vittoria politico-propagandistica mentre Mussolini, costretto a chiedere lintervento di Hitler dopo i ripetuti fallimenti di riprendere loffensiva, subì una significativa perdita di prestigio e di consenso interno e internazionale. Lintervento della Germania si fece attendere per diversi mesi, essendo Hitler impegnato fin dallautunno 1940 in un complesso gioco diplomatico per organizzare un sistema di alleanze in vista della progettata invasione dellUnione Sovietica (colloqui con i dirigenti rumeni, ungheresi, bulgari e finlandesi). Il Fuhrer era molto contrariato dallintervento italiano in Grecia, temendo che gli inglesi potessero intervenire a difesa di Atene approfittandone per occupare i pozzi di petrolio di Ploesti, e il 28 ottobre era accorso a Firenze per dissuadere Mussolini: « Duce, volevo pregarvi di ritardare lintervento, possibilmente a stagione più propizia, in ogni caso fin dopo lelezione del Presidente americano. Alcune nazioni a nostro favore si sono già impegnate a non intervenire prematuramente, mentre lInghilterra potrebbe portarsi nelle immediate vicinanze del bacino petrolifero di Ploesti[31]. » Ora, la nuova campagna lo costringeva ad una diversione resa necessaria per stabilizzare la regione, cacciare gli inglesi dal continente per la seconda volta e rafforzare il fianco meridionale dello schieramento dellAsse contro lURSS[32]. 1941 Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi cronologia della seconda guerra mondiale#1941. Linvasione dei Balcani e i preliminari dellattacco a Est Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi invasione della Jugoslavia e Operazione Marita. I tedeschi dilagano anche nei Balcani A primavera Hitler aveva ormai messo a punto il sistema di alleanze necessario per risolvere la situazione greca e per rafforzare lo schieramento contro lUnione Sovietica: lUngheria, la Romania e la Bulgaria si affiancavano ufficialmente allAsse e aprivano le porte allesercito tedesco; la stessa Jugoslavia, anchessa obiettivo delle ambizioni mussoliniane, firmava in un primo tempo un trattato con la Germania. Ma il 27 marzo si verificava un golpe interno a Belgrado e un rovesciamento di Alleanze a favore degli inglesi. La risposta di Hitler fu fulminea, avviando lOperazione Marita con lobiettivo di vendicare laffronto e di sbaragliare il corpo di spedizione inglese. Il 6 aprile la Germania invase la Jugoslavia, dichiarò guerra alla Grecia e scatenò un selvaggio bombardamento aereo su Belgrado che causò 17.000 vittime. Fu linizio di una nuova guerra lampo tedesca: le Panzer-Division dilagarono in tutte le direzioni partendo dalle loro basi in Bulgaria, in Romania e in Austria, mentre gli italiani irruppero dalla Venezia-Giulia e dallAlbania occupando Spalato e Mostar. Lesercito jugoslavo - minato da contrasti etnici interni - si disgregò in pochi giorni, Belgrado venne occupata il 13 aprile e la resa venne firmata il 17 aprile. Contemporaneamente, altre forze corazzate tedesche, passando per la Macedonia, aggiravano lo schieramento difensivo anglo-greco, occupavano Salonicco (8 aprile) e tagliavano fuori le forze greche che affrontavano gli italiani in Albania (presa di Giannina il 21 aprile), costringendo infine la Grecia ad arrendersi il 24 aprile. Lesercito italiano ebbe parte minore in queste vicende belliche, dimostrando ancora una volta la sua assoluta inferiorità rispetto allalleato tedesco. Le spoglie delle nazioni balcaniche vennero divise tra Germania (Serbia, Grecia continentale e isole), Italia (Slovenia e Croazia, dove venne costituito il regime fantoccio di Ante Pavelić, e isole greche), Ungheria e Bulgaria. Ormai in rotta, il 25 aprile il corpo di spedizione inglese riuscì a effettuare una nuova miracolosa evacuazione via mare dai porti greci. Il nuovo trionfo hitleriano veniva suggellato (dal 20 al 29 maggio) dalla spettacolare conquista per via aerea dellisola di Creta occupata da truppe australiane e neozelandesi, ottenuta pur con gravi perdite da parte dei paracadutisti tedeschi[33]. Nonostante la perdita di tempo causata da queste campagne balcaniche, lesercito tedesco era ora al massimo della sua efficienza e pronto al grande attacco contro lUnione Sovietica. La decisione di Hitler di rompere il Patto di non-aggressione Molotov-Ribbentrop e di scatenare un attacco generale allest (manifestata per la prima volta già nel luglio 1940) nasceva in primo luogo dalle concezioni ideologico-razziali del dittatore, delineate già nel Mein Kampf; a questi fondamenti ideologici si accompagnavano complesse motivazioni strategiche, politiche ed economiche, alcune utilizzate da Hitler tatticamente solo per convincere i suoi collaboratori: sconfiggere anche lultima potenza terrestre europea per poi poter riversare senza timori lintera potenza della Wehrmacht contro lInghilterra; sconfiggere lURSS nel 1941, prima dellintervento americano (previsto per il 1942); organizzare unarea di sfruttamento economico autosufficiente essenziale per condurre una lunga guerra transcontinentale; raggiungere un collegamento diretto con lalleato giapponese. A queste motivazioni se ne aggiungeva unaltra, controversa e recentemente riproposta da molti storici nellambito di una diversa interpretazione: proteggere la Germania e, ideologicamente, lintero occidente dal probabile futuro attacco della potenza bolscevica, che Stalin andava segretamente preparando nel corso degli anni[34]. La pianificazione operativa iniziò quasi contemporaneamente allOKH (il cosiddetto piano Marcks, che poneva particolare enfasi allobiettivo Mosca) e allOKW (i contributi del generale von Lossberg, con il progetto di un attacco principale sulle due ali); le decisioni definitive, pesantemente condizionate dal pensiero strategico di Hitler (ostile ad una marcia diretta sulla capitale), vennero cristallizzate nella famosa Direttiva N. 21 del 18 dicembre 1940 (Fall Barbarossa, inizialmente denominato piano Otto): lattacco sarebbe stato sferrato contemporaneamente su tutto il fronte e il primo obiettivo sarebbe stata la linea Dvina-Dnepr; Mosca sarebbe stata attaccata solo dopo la conquista di Leningrado e dellUcraina; la vittoria era attesa entro quindici settimane[35]. Al quartier generale del Führer a Rastenburg (Prussia Orientale): Keitel, von Brauchitsch, Hitler, Halder Contemporaneamente allorganizzazione e alla pianificazione di questa gigantesca campagna di guerra, Hitler si impegnò per molti mesi in unestenuante campagna diplomatica, le cui tappe principali furono indubbiamente la firma a Berlino il 27 settembre 1940 del Patto Tripartito tra Germania, Italia e Giappone (diretto in primo luogo a paralizzare laggressività americana in Europa con la minaccia giapponese, ma in parte pericoloso implicitamente anche per lURSS); e la visita di Molotov nella capitale tedesca (12 novembre 1940) in cui fallirono, di fronte alla brutale concretezza eurocentrica del ministro sovietico, i tentativi del dittatore di dirottare le mire russe verso mirabolanti prospettive indiane o persiane. Convinto dellimpossibilità di un nuovo accordo meramente tattico con Stalin e della ristrettezza del tempo rimasto a sua disposizione, Hitler prese la sua decisione[36]. La situazione di Stalin stava diventando evidentemente sempre più difficile: il rafforzamento militare tedesco allest proseguiva, le piccole nazioni ai confini dellURSS si alleavano alla Germania, il Giappone era minaccioso in Estremo Oriente; i rapporti con Inghilterra e USA erano difficili (nonostante i tentativi di riavvicinamento dellambasciatore inglese Stafford Cripps, che al contrario avevano sollecitato la sospettosità staliniana). LURSS era impegnata in una frenetica corsa contro il tempo per ricostruire e riorganizzare le sue forze militari, modernizzando nel contempo i suoi armamenti e le sue tattiche. Prevedendo la guerra solo per il 1942, Stalin contava di riuscire a completare i suoi preparativi e di poter trattenere Hitler con concessioni economiche o diplomatiche: considerando insensato un attacco tedesco a est con lInghilterra ancora in armi allovest, sopravvalutava la prudenza e laccortezza strategica di Hitler[37]. Il 13 aprile 1941 Stalin mise a segno un grande successo strategico-diplomatico: firmò con il Giappone il Patto nippo-sovietico di non aggressione, di durata quinquennale, con il quale si coprì le spalle da un attacco giapponese che, in caso di guerra con la Germania di Hitler, avrebbe esposto lUnione Sovietica alla minaccia di un attacco da dietro[38]. Il Giappone, male informato dai tedeschi sui propositi offensivi contro lURSS (secondo la volontà di Hitler, desideroso al momento di condurre da solo la guerra allest), aveva a sua volta firmato il Patto per proteggersi le spalle in caso di una sua avanzata offensiva nel Sud-Est asiatico contro le potenze anglosassoni[39]. Operazione Barbarossa Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi operazione Barbarossa, battaglia di Uman e battaglia di Kiev (1941). Le Panzer-Division avanzano nella steppa Il 22 giugno la Germania, rompendo il patto di non aggressione del 1939, scatenava la gigantesca operazione Barbarossa: Hitler mirava a distruggere rapidamente lUnione Sovietica; in pochi mesi la schiacciante potenza della Wehrmacht avrebbe dilagato ad est con lobiettivo di occupare il territorio, stabilendo una linea che da Arcangelo sarebbe arrivata ad Astrachan, ed instaurando nel paese il dominio totale germanico, le popolazioni locali sottomesse, sterminate o deportate, le terre orientali ridotte a terre di colonizzazione e sfruttamento per la razza superiore tedesca[40]. Stalin, nonostante i numerosi avvertimenti diplomatici e di intelligence ricevuti, venne colto di sorpresa: fino allultimo aveva interpretato i segni di un attacco tedesco come semplici pressioni intimidatorie di Hitler per costringerlo a trattare da posizioni di debolezza e quindi le forze sovietiche in prima linea non furono tempestivamente allertate e, lasciate senza ordini precisi, vennero attaccate di sorpresa dalle schiaccianti forze nemiche; oltre 3 milioni di soldati tedeschi parteciparono allattacco appoggiati dai contingenti degli stati satelliti della Germania - Romania, Ungheria, Slovacchia, Italia, Finlandia - e dalle formazioni volontarie reclutate nei Paesi Bassi, in Francia, in Scandinavia ed in Spagna. La nuova guerra lampo Fin dallinizio la situazione dei sovietici si rivelò drammatica. I potenti cunei corazzati tedeschi (quattro gruppi con circa 3 500 carri armati) avanzarono subito in profondità, progredirono per decine di chilometri nelle retrovie delle truppe sovietiche rimaste ferme sulle linee di confine e conquistarono dassalto ponti sui fiumi più importanti (Dvina, Niemen e Buh Occidentale) e altri punti strategici. Il caos regnava nelle retrovie e nella catena di comando sovietica; le comunicazioni erano interrotte, le incursioni aeree devastavano i depositi e i centri di comando, a Mosca né Stalin né lo Stavka percepirono subito la catastrofe che si profilava. Mentre le prime linee sovietiche si battevano accanitamente e disordinatamente, le colonne corazzate tedesche manovravano per richiudere in grandi sacche le forze nemiche. Le ingenti riserve corazzate sovietiche presenti nelle retrovie vennero gettate subito allo sbaraglio contro le molto più esperte Panzer-Divisionen: si scatenarono numerose battaglie dincontro sia a nord (Raseniai) sia al centro (Alytus), dove i carri armati russi subirono perdite spaventose, impiegati allo scoperto, confusamente e sotto gli attacchi della Luftwaffe (con un riuscito attacco di sorpresa sugli aeroporti russi, laviazione tedesca guadagnò subito il dominio del cielo). A sud le forze corazzate sovietiche si batterono meglio (battaglia di Brody-Dubno) e misero in difficoltà i panzer del cuneo corazzato tedesco, ma la superiorità tedesca si impose e anche in questo settore i mezzi corazzati tedeschi, dopo aver inflitto grandi perdite, continuarono ad avanzare. Ai primi di luglio le grosse riserve corazzate sovietiche erano state malamente impiegate dal comando sovietico e quindi distrutte quasi completamente[41]. I carri armati tedeschi poterono così proseguire lavanzata negli stati Baltici, avvicinandosi addirittura a Leningrado, progredire verso Žitomir e Kiev, chiudere la sacca di Uman e soprattutto accerchiare tre armate sovietiche nella gigantesca trappola di Minsk-Białystok il 28 giugno (quasi 400.000 perdite[42]). Il 3 luglio, dopo uneclissi di oltre dieci giorni, Stalin rientrava in campo con un celebre discorso radiofonico in cui delineava realisticamente le difficoltà della situazione e lentità della minaccia che incombeva sullURSS e i suoi popoli. Lintervento del dittatore servì, accompagnato da misure draconiane (secondo i ben noti metodi staliniani), a rafforzare la disciplina, mobilitare tutte le risorse e organizzare nuove armate per ricostituire un fronte difensivo. Infatti, alla metà di luglio, lo schieramento iniziale sovietico era stato praticamente distrutto dallattacco tedesco (oltre un milione di prigionieri solo nel primo mese di guerra[42]). I tedeschi, dopo aver rastrellato la sacca di Minsk, procedevano rapidamente lungo la strada di Mosca. A Smolensk anche il secondo scaglione sovietico, frettolosamente organizzato, venne accerchiato (18 luglio); si scatenò una sanguinosa battaglia, la resistenza sovietica fu aspra e, anche se al costo di gravi perdite (350.000 uomini) servì a rallentare e contenere la progressione diretta tedesca lungo la strada di Mosca (fine luglio)[43]. Nel frattempo i tedeschi avevano conquistato completamente gli Stati Baltici (accolti favorevolmente dalla popolazione) e marciavano su Leningrado; lintervento finlandese da nord (1º luglio) aggravò ancora la situazione della ex-capitale. Agli inizi di agosto la precaria linea difensiva di Luga venne superata; con manovra aggirante le colonne tedesche (pur duramente contrastate dalle raccogliticce forze sovietiche) raggiunsero il Lago Ladoga a Schlissenburg l8 settembre, i finlandesi avevano riconquistato parte della Carelia, Leningrado era totalmente isolata. Cominciava la tragedia della grande città, decimata dalla fame e dai bombardamenti, ma determinata a non arrendersi[44]; durante linverno solo la via della vita sul ghiaccio del Ladoga avrebbe permesso la precaria sopravvivenza dei resti della popolazione. A sud, dove i tedeschi erano rafforzati dai contingenti satelliti rumeno (che marciò lungo la costa del Mar Nero verso Odessa) e italiano (CSIR), la resistenza sovietica era più solida, in difesa di Kiev e della linea del Dnepr; quindi, essendo le forze tedesche più deboli, lavanzata venne rallentata. Soldati tedeschi e popolazione civile sovietica nel sud della Russia, allinizio dellinvasione nazista. Alla fine di luglio Stalin fece mostra di un certo ottimismo, durante i colloqui con linviato di Roosevelt Harry Hopkins[45], esprimendo la sua sicurezza di fermare la guerra lampo tedesca; pur non sconsiderato, lottimismo staliniano (basato anche sulla riuscita mobilitazione delle risorse umane e militari sovietiche e sulla pianificata evacuazione degli impianti industriali negli Urali e in Siberia) era certamente prematuro: i tedeschi erano ancora molto potenti, nonostante le dure perdite (390.000 uomini al 13 agosto[46]) ed erano in grado di proseguire lavanzata verso il cuore della Russia. Una colonna di prigionieri sovietici In questa fase sorsero contrasti anche nellAlto Comando tedesco tra Hitler, ostile a seguire il miraggio di Mosca e quindi a proseguire direttamente verso la capitale, e alcuni generali (Halder e Guderian principalmente) determinati invece a marciare subito su Mosca sperando anche negli effetti psicologici derivanti dalla caduta della città[47]. Hitler impose la sua decisione; preoccupato dalle difficoltà verificatesi nel settore meridionale architettò una nuova gigantesca manovra accerchiante con lafflusso verso sud di una parte delle forze corazzate del raggruppamento centrale. La manovra avrebbe dato origine alla micidiale sacca di Kiev[48], in cui lintero concentramento di forze sovietico del settore meridionale venne accerchiato e distrutto con la perdita di oltre 600.000 soldati[42] (24 settembre 1941). La catastrofe, in parte scaturita da alcune decisioni errate di Stalin (deciso a non cedere Kiev anche per motivi di prestigio) sembrò confermare la correttezza delle decisioni del Führer. Alla fine di settembre la situazione sembrava decisa a favore dei tedeschi: Leningrado era stretta nel mortale assedio tedesco-finlandese; le difese di Mosca, imperniate sulle precarie linee fortificate a est di Smolensk, apparivano vulnerabili; a sud si apriva il vuoto di fronte alle colonne corazzate tedesche. LUcraina era completamente conquistata (presa di Charkov il 24 ottobre), la Crimea era invasa (dal 18 ottobre), i tedeschi si spingevano in direzione di Rostov, porta del Caucaso (che sarebbe caduta provvisoriamente il 20 novembre)[49]. La battaglia di Mosca Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi battaglia di Mosca. Il 2 ottobre, dopo il rafforzamento del raggruppamento centrale tedesco portato a 1 milione di uomini e 1.700 carri armati[50], Hitler scatenava lOperazione Tifone: una potente offensiva diretta a conquistare Mosca, distruggere le forze sovietiche a difesa della capitale e concludere vittoriosamente la guerra allEst prima dellarrivo dellinverno. Nonostante le gravi perdite già subite dai tedeschi (551.000 perdite totali alla data del 30 settembre[50]) il Führer e lalto comando tedesco mantenevano la piena fiducia di vincere questa ultima grande battaglia contro le superstiti forze sovietiche, che avevano subito perdite enormi di uomini (oltre 2,7 milioni di perdite, secondo le stesse fonti sovietiche[42]) ed equipaggiamenti. Linizio dellOperazione Tifone sembrò confermare lottimismo tedesco: i cunei corazzati penetrarono subito le cinture difensive sovietiche (malamente schierate e organizzate) e progredirono con grande velocità chiudendo due nuove gigantesche sacche di accerchiamento a Brjansk e Vjazma (7 ottobre); unaltra colonna di panzer entrò di sorpresa a Orël (2 ottobre). La situazione dei russi si aggravò rapidamente: le forze poste a difesa di Mosca erano accerchiate (queste truppe si batterono coraggiosamente fino alla fine del mese, ma subirono perdite molto pesanti, almeno 500.000 uomini[42]), i carri armati tedeschi avanzavano sulla capitale direttamente dalla strada maestra di Smolensk, da nord passando per Kaluga (occupata il 12 ottobre) e anche da sud[48]. Stalin per la prima volta mostrò segni di disperazione; il 14 ottobre esplose il panico a Mosca, mentre il corpo diplomatico e il governo si trasferivano a Kujbyšev. Il momento di scoramento del dittatore sovietico fu breve; decise quindi di rimanere personalmente nella capitale e organizzare la difesa di Mosca richiamando dal fronte di Leningrado labile generale Georgij Žukov e, soprattutto, schierando numerose divisioni siberiane ben equipaggiate provenienti dallEstremo Oriente (a questo punto Stalin, anche grazie alle notizie fornite dalla spia Richard Sorge, si convinse che il Giappone non avrebbe attaccato lURSS alle spalle[51]). Lintervento di queste truppe scelte, lenergia dispiegata da Stalin e Žukov e anche larrivo sul campo di battaglia del periodo del fango che intralciò enormemente la progressione delle colonne tedesche, concorsero a fermare la marcia sulla capitale (fine ottobre)[52]. I russi, ben equipaggiati per linverno, contrattaccano durante la battaglia di Mosca. Ma i tedeschi non rinunciarono e, dopo aver atteso che i primi geli solidificassero il terreno, ripresero ancora lattacco, nonostante lapprossimarsi dellinverno russo a cui erano totalmente impreparati (per decisione di Hitler lequipaggiamento invernale era stato escluso ottimisticamente dalle dotazioni delle truppe combattenti). Anche questultimo tentativo tedesco (iniziato il 16 novembre), nonostante qualche successo (alcuni reparti tedeschi giunsero in vista della periferia della capitale sovietica il 4 dicembre), sarebbe fallito di fronte alla solida resistenza sovietica e al progressivo peggioramento del clima. Stalin e Žukov disponevano ancora di forze di riserva efficienti e ben equipaggiate per linverno, con cui sferrarono a partire dal 5 dicembre un improvviso contrattacco sia a nord di Mosca che a sud della capitale contro le punte avanzate tedesche ormai bloccate anche dallarrivo del gelo. Il colpo cadde totalmente inaspettato sulle truppe tedesche ormai esauste; in mezzo alle intemperie invernali i russi passarono alloffensiva, liberarono molte importanti città intorno a Mosca, e rigettarono i tedeschi a oltre 100 km dalla capitale; la Wehrmacht subì la sua prima pesante sconfitta della guerra; ci furono crolli del morale tra le truppe e i generali tedeschi; enormi quantità di equipaggiamento furono persi. LOperazione Barbarossa si concludeva alla fine dellanno con un fallimento; lURSS, nonostante le enormi perdite (4,3 milioni di perdite totali nel 1941[42]), non era crollata e era passata al contrattacco, i tedeschi erano costretti a combattere una dura battaglia difensiva invernale, la situazione geostrategica complessiva cambiava a sfavore della Wehrmacht (molto indebolita: 831.000 perdite al 31 dicembre; quasi un quarto dei suoi effettivi[53]). Per Hitler, forse già presago della futura sconfitta[54] ma tenacemente deciso a continuare la guerra su tutti i fronti (organizzò personalmente la difesa ad oltranza sul fronte orientale per evitare una ritirata incontrollabile dellEsercito tedesco), il futuro diventava oscuro[55]. Mediterraneo e Africa La politica di guerra mussoliniana consisteva nella “guerra parallela” ma distinta da quella tedesca, con l’obiettivo di arraffare quanto più fosse possibile mentre la Germania si sarebbe trovata alle prese coi maggiori avversari[56]. Analogamente all’attacco alla Grecia, Mussolini aveva quindi ordinato l’invasione dell’Egitto, muovendo dalla Libia il 13 settembre 1940. Entro febbraio, però, la reazione dell’esercito inglese ricacciò gli italiani al punto di partenza e penetrò in Cirenaica, conquistando Tobruk, Bengasi e catturando circa 60.000 prigionieri. Anche nell’Africa orientale, l’Impero d’Etiopia” fu rapidamente conquistato dagli inglesi (dopo un effimero successo italiano nella conquista di Cassala e nella Somalia britannica), imprigionando Amedeo Duca d’Aosta ed entrando in Addis Abeba nel maggio del 1941. Lultima piazzaforte italiana a cadere in mano inglese fu Gondar, dopo strenua difesa da parte del colonnello Guglielmo Nasi (27 novembre 1941 Battaglia di Gondar). Ora Hitler pensò che fosse necessario sostenere l’alleato che da alcuni mesi non faceva che accumulare disastri[57], e decideva l’invio in Libia di due divisioni corazzate e due divisioni motorizzate (Afrika Korps), al comando di Erwin Rommel. Questi, in una lettera all’OKW (Alto Comando tedesco), il 2 marzo scrisse: « Gli italiani sono ottimi camerati e valorosi soldati, se avessero i nostri mezzi potrebbero gareggiare con le nostre truppe. Ma la loro antiaerea risale alla guerra ‘15-’18, i fucili si chiamano “modello ’91” perché risalgono al 1891 e i carri armati da 3 tonnellate sono semplicemente ridicoli[58]. » Comunque, in Africa settentrionale la situazione si rovesciò a favore dell’Asse, che riconquistò la Cirenaica preparando l’invasione dell’Egitto, mentre alla rapida azione dei paracadutisti tedeschi si dovette la conquista della base strategica di Creta (maggio 1941) e delle isole egee. Le perdite tedesche a Creta, però, indussero Hitler a rinunciare ad analoghi assalti secondo i piani del generale Kurt Student (comandante delle truppe aviotrasportate), che prevedevano la conquista dell’isola di Cipro e del canale di Suez[59]. Per la Royal Navy la situazione nel Mediterraneo si fece difficile. Nonostante la brillante vittoria contro gli italiani presso Matapan (27 marzo 41), la Mediterranean Fleet subì pesanti perdite durante le operazioni per levacuazione della Grecia. In autunno il sottomarino tedesco U311 colò a picco la corazzata Barham, e in dicembre andarono perdute anche la Valiant e la Queen Elizabeth, ad opera dei mezzi dassalto della marina italiana. Nel corso dello stesso anno la Mediterranean Fleet aveva perduto la portaerei Ark Royal, lincrociatore pesante York, gli incrociatori Gloucester, Calcutta, Neptune, Fiji e numerosi cacciatorpediniere e unità minori. Gravi danni avevano subito anche la corazzata Nelson, silurata da aerei italiani, e le portaerei Illustrious e Formidable, gravemente danneggiate da bombardieri tedeschi. Le difficoltà create dalle pesanti perdite non impedirono alla flotta britannica di infliggere a sua volta gravi danni al traffico di rifornimenti tra Italia e Libia. Per quanto duramente provata dai bombardamenti aerei, la piazzaforte di Malta rimase una pericolosa spina nel fianco dei rifornimenti italo-tedeschi. Battaglia dellAtlantico Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Battaglia dellAtlantico (1939-1945). 1942 Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi cronologia della seconda guerra mondiale#1942. Controffensiva invernale sovietica Lanno iniziò sul gigantesco fronte orientale con le nuove offensive sovietiche invernali ordinate da Stalin (convinto della possibilità di un crollo napoleonico dellesercito tedesco e quindi desideroso di non dare respiro allinvasore) in tutte le direzioni: dopo la vittoriosa battaglia di Mosca, lArmata Rossa proseguì la sua avanzata, in mezzo alle intemperie dellinverno russo e a costo di terribili perdite, soprattutto nella regione a ovest della capitale. I tedeschi si trovarono spesso in drammatiche difficoltà, persero ancora parecchio terreno, ma non crollarono (in parte per lordine di Hitler di resistenza sul posto ed anche per aver mantenuto la loro coesione e combattività). Leningrado rimase bloccata, Ržev e Vjazma divennero capisaldi sulla via di Mosca, la linea del Donec venne mantenuta[60]; le due sacche di Demjansk e Cholm vennero tenacemente difese dalle truppe tedesche accerchiate che, rifornite per via aerea, resistettero fino a primavera (quando vennero liberate dalle colonne di soccorso)[61]. Operazione Blu Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Seconda battaglia di Charkov, Battaglia di Crimea e Operazione Blu. Una nuova avanzata verso est. A costo di gravi perdite, con oltre 1 milione di soldati morti o feriti dal 22 giugno 1941 al 30 marzo 1942[62], la Wehrmacht riuscì a fermare la prima controffensiva dellArmata Rossa, altrettanto provata: 1,5 milioni di perdite[42]. Hitler, consapevole del fatto che il tempo lavorasse contro di lui (dopo lentrata in guerra della potenza nordamericana) e erroneamente convinto che i russi dopo la loro sanguinosa offensiva invernale avessero definitivamente esaurito le loro forze, impose una nuova offensiva concentrata nel solo settore meridionale dellimmenso fronte orientale allo scopo di schiacciare le forze residue sovietiche e di conseguire quegli obiettivi strategico-economici (il bacino del Donbass, la regione del Volga, il petrolio del Caucaso, il grano del Kuban) ritenuti essenziali per proseguire una lunga guerra aeronavale contro le potenze anglosassoni. Dopo alcuni contrasti[63] a livello dellAlto comando tedesco tra alcuni generali, favorevoli ad un nuovo attacco diretto su Mosca o addirittura ad un mantenimento della difensiva, e Hitler, deciso a concludere a tutti i costi la guerra allest entro il 1942, lOperazione Blu veniva definitivamente stabilita (Direttiva 41 del 5 aprile). Il 28 giugno 1942 la Wehrmacht ripartiva alloffensiva, puntando verso Sud-Est. Dopo alcune rilevanti vittorie tedesche preliminari, quali la conquista della Crimea e del grande porto di Sebastopoli (già assediati da diverse settimane), e la Seconda battaglia di Charkov, che frustrò i tentativi di attacco sovietici, iniziava la spinta decisiva in direzione del fiume Don, del fiume Volga e contemporaneamente anche del Caucaso. La Wehrmacht, favorita anche da contrasti nelle alte sfere sovietiche sulle strategie da seguire, a seguito degli errori commessi da Stalin e dai suoi Generali in primavera, per alcuni mesi sembrò nuovamente trionfante e vicina alla vittoria definitiva: lArmata Rossa batteva in ritirata in disordine; sempre nuovi territori venivano conquistati; e con la presa di Rostov (23 luglio), si erano aperte le porte del Caucaso. Hitler, convinto che ormai il crollo sovietico fosse imminente, impose di accelerare i tempi, con unavanzata contemporanea sia verso il Volga e il grande centro industriale di Stalingrado, sia verso il Caucaso e i pozzi di petrolio di Groznyj e Baku[64]. La Battaglia di Stalingrado Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Battaglia di Stalingrado, Operazione Urano, Operazione Piccolo Saturno, Operazione Tempesta Invernale e Operazione Anello. Per Stalin era un momento drammatico: la città che portava il suo nome era minacciata, lesercito appariva scoraggiato, i tedeschi invincibili, gli alleati anglosassoni sembravano osservare la situazione: nessun Secondo fronte in Europa nel 1942. Nonostante i progetti di Marshall e Eisenhower per intervenire subito in Francia per alleggerire la pressione sui Russi, Churchill, sempre timoroso dei tedeschi e forse desideroso di un dissanguamento reciproco russo-tedesco, ebbe partita vinta con Roosevelt e impose labbandono dei piani americani e ladozione del piano di sbarco in Nordafrica[65]. Il 28 luglio Stalin emanava il suo famoso ordine del giorno Non un passo indietro: era linizio della ripresa militare, organizzativa e morale dellArmata Rossa; fin dal 17 luglio era cominciata la dura e sanguinosa battaglia di Stalingrado. Il 23 agosto i tedeschi raggiunsero il Volga ma la resistenza sovietica fu subito tenace, Stalin mobilitò tutte le risorse, nella città, aspramente difesa dalla 62ª Armata del generale Vasilij Čujkov, infuriò per due mesi una violenta battaglia stradale che dissanguò la potente 6ª Armata tedesca del generale Friedrich Paulus[66]. Contemporaneamente anche nel Caucaso lavanzata tedesca rallentava (nonostante alcuni spettacolari successi propagandistici tedeschi come la scalata del monte Elbrus in agosto) e finiva per fermarsi alle porte di Groznij e di Tbilisi e Tuapse, esaurita dalle prime intemperie, dalle difficoltà del terreno e dalla tenace difesa sovietica. Un carro T-34 sovietico in azione durante loperazione Urano A metà novembre i tedeschi erano avvinghiati in un sanguinoso scontro a Stalingrado, bloccati definitivamente nel Caucaso, ridotti alla difensiva su tutto il resto del fronte Orientale. Il fronte dellAsse si estendeva pericolosamente su quasi 3.000 km, con i due raggruppamenti più potenti bloccati a Stalingrado e nel Caucaso. Il pericolo principale risiedeva nel lungo fianco settentrionale sul Don; ma Hitler decise di mantenere le posizioni raggiunte (del resto anche molti generali tedeschi ritenevano lArmata Rossa ormai indebolita ed incapace di offensive strategiche[67]). Al contrario Stalin e i suoi generali più importanti (Aleksandr Vasilevskij e Georgij Žukov) già da settembre avevano iniziato ad organizzare grandi controffensive, previste per il tardo autunno e linverno per ottenere una vittoria decisiva e rovesciare completamente lequilibrio strategico sul fronte orientale[68]. Erano le offensive planetarie dellArmata Rossa, denominate con nomi di pianeti, per sottolineare il massiccio numero di forze impiegate. Le colonne corazzate sovietiche avanzano nella neve durante loperazione Piccolo Saturno Il 19 novembre 1942 si scatenava loperazione Urano: in cinque giorni i corpi meccanizzati sovietici travolsero le difese tedesco-rumene sul Don, sbaragliarono le riserve corazzate tedesche e si congiunsero a Kalač (23 novembre), accerchiando completamente la 6ª Armata bloccata a Stalingrado (quasi 300.000 uomini[69]). Mentre falliva lOperazione Marte sulla direttrice di Mosca, a metà dicembre Stalin sferrò il nuovo attacco sul Don (operazione Piccolo Saturno), mentre i tedeschi tentavano disperatamente di venire in soccorso delle truppe rimaste accerchiate a Stalingrado anche per ordine di Hitler (risoluto a tenere le posizioni sul posto fino allultimo). La catastrofe colpì in pieno anche le truppe italiane del corpo di spedizione in Russia (impiegato fin dal 1941 come CSIR e rinforzato nel 1942 come 8ª Armata o ARMIR), schierate a difesa del Medio Don con mezzi e equipaggiamenti inadeguati. Dal 19 dicembre la ritirata degli italiani, inseguiti nella neve dalle colonne corazzate sovietiche, si trasformò in tragedia (quasi 100.000 perdite[70]). Alla fine dellanno la situazione dellAsse sul fronte orientale era molto critica: la 6ª Armata tedesca accerchiata a Stalingrado, isolata, affamata e ormai senza più speranze, le truppe satelliti rumene e italiane in rotta, lesercito tedesco nel Caucaso in piena ritirata (dal 30 dicembre) per evitare un nuovo accerchiamento, i sovietici in avanzata generale. LAsse perse circa 1 milione di uomini[52] tra il novembre 1942 e il 2 febbraio 1943, data della resa definitiva a Stalingrado[71]. Il problema del Secondo Fronte e lincursione di Dieppe Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Secondo fronte. Il problema di un Secondo Fronte in Europa occidentale che attirasse e logorasse una parte della Wehrmacht (impegnata quasi completamente a est) e alleviasse la pressione tedesca sui russi era sorto praticamente fin dalla prima lettera di Stalin a Churchill del 18 luglio 1941 (in risposta alla missiva del Primo Ministro inglese del 7 luglio). Le richieste di Stalin, riguardo ad un impegno immediato inglese in forze sul continente, erano irrealistiche: in primo luogo a causa della debolezza dellesercito britannico (reduce dalle disfatte in Francia, Norvegia, Grecia e Creta) ed inoltre perché il piano di guerra di Churchill del 1941 (prima dellentrata in guerra degli Stati Uniti) era completamente differente. Esso partiva dalla convinzione (presente soprattutto nellestablishment militare) di un rapido crollo dellURSS e si fondava su: potenziamento massimo dei rifornimenti di armi dagli USA (secondo la Legge Lend-Lease Affitti e Prestiti del 11 marzo 1941), continuo incremento dei bombardamenti strategici terroristici del Bomber Command per scuotere il morale dei civili tedeschi e distruggere lindustria bellica del Reich, organizzazione di piccole operazioni periferiche dirette a logorare il nemico e a provocare il crollo dei suoi alleati (secondo il vecchio schema adottato dagli inglesi contro Napoleone nella guerra dindipendenza spagnola). Erano quindi state pianificate le operazioni: Crusader (in Cirenaica), Acrobat (Tripolitania), Gymnast (Nordafrica francese), Jupiter (Norvegia) e Whipcord (Sicilia)[72]. Due eventi capitali verificatesi alla fine del 1941 cambiarono radicalmente la situazione: Stalin e lArmata Rossa riuscirono a fermare lavanzata tedesca e passarono al contrattacco dal 5 dicembre (con conseguente necessità per lEsercito tedesco di rimanere in gran parte sul fronte est) e dal 7 dicembre gli Stati Uniti entrarono in guerra. Nel gennaio del 1942 Churchill e Roosevelt si incontrarono in America: laccordo fu immediato sul concetto del Germany first (sconfiggere prima la Germania e poi occuparsi del Giappone), ma nel campo della pianificazione operativa sorsero ampi contrasti tra inglesi (desiderosi di non correre rischi e di coinvolgere gli USA in Africa – piano Super-Gymnast) e gli americani[73]. Nellaprile 1942 Marshall inviò in Europa Eisenhower e Clark che subito pianificarono operazioni per un rientro in forze sul continente fin dal 1942, per alleviare i russi di nuovo sotto pressione (piano Sledgehammer), e poi nel 1943 con offensive in grande stile (piano Round-up)[74]. Dieppe: un gruppo di soldati canadesi prigionieri. Durante il viaggio di Molotov a Washington (maggio) Roosevelt diede precise assicurazioni positive in questo senso (forse anche per evitare impegni politico-territoriali precisi), ma Churchill e gli strateghi inglesi riuscirono, negli incontri del 18-20 luglio 1942, a imporre labbandono di questi progetti americani (anche a causa della disfatta di Tobruch in Africa e delle nuove ritirate sovietiche) e a stabilire come unico impegno positivo angloamericano per 1942 il piano Torch-ex Super-Gymnast (sbarco nel Nordafrica francese)[75]. Tuttavia lipotesi di aprire un Secondo Fronte che minacciasse direttamente la Germania, magari partendo da uninvasione della Francia occupata dai tedeschi, non poteva essere del tutto trascurata. A tal proposito, i dubbi strategici e logistici dei generali Alleati risiedevano, soprattutto, nel cercare di capire se fosse possibile occupare un porto marittimo francese sul Canale della Manica, da utilizzare sia come punto di lancio per uninvasione su vasta scala, sia come punto di approdo sicuro per i rifornimenti alle truppe impegnate nellinvasione. Gli Alleati concordarono nelleffettuare un esperimento, per sondare la capacità di reazione della Wehrmacht: avrebbero tentato linvasione del porto di Dieppe, sulla costa francese. Le truppe alleate avrebbero dovuto conquistarlo il più rapidamente possibile; quindi avrebbero tentato di mantenerlo occupato e controllato per almeno 48 ore; dopodiché sarebbero state evacuate. Se la Wehrmacht avesse dimostrato incapacità a reagire efficacemente, la futura ipotetica invasione della Francia avrebbe potuto iniziare da un porto. Il 18 agosto fu messo in azione il Piano Jubilee a Dieppe, che però si risolse in un completo disastro. Non solo le truppe sbarcate (principalmente canadesi) non riuscirono ad occupare il porto, ma furono in gran parte distrutte dalle truppe tedesche in difesa (soltanto una minoranza di soldati alleati riuscì ad essere evacuata dal campo di battaglia) e la battaglia aerea sopra le spiagge terminò con una netta vittoria della Luftwaffe. Pertanto i Generali alleati ebbero la conferma che non sarebbe stato possibile invadere la Francia attaccando direttamente un porto marittimo; ma sarebbe stato necessario inventare nuove soluzioni tattiche, che sarebbero state poi impiegate nello sbarco in Normandia del 6 giugno 1944. Per contro, il fallimento alleato a Dieppe mise comunque in allarme Hitler, che diede ordine di iniziare la costruzione di un imponente Vallo Occidentale o Vallo Atlantico, una lunghissima catena di fortificazioni difensive che, teoricamente, si sarebbe dovuta estendere sulle coste di tutto il Nord Europa occupato dai tedeschi: dalle coste della Norvegia alle coste meridionali francesi sino ai confini con la Spagna, creando così una Fortezza Europa. Da questo punto di vista, la sanguinosa incursione alleata su Dieppe risultò un discreto successo indiretto, in quanto la conseguente decisione di Hitler, di costruire una quantità impressionante di fortificazioni ad Ovest, comportò il dispendio di enormi quantità di risorse industriali, quali ad esempio lacciaio, che altrimenti lindustria bellica tedesca avrebbe potuto impiegare per produrre più carri armati e cannoni, da destinare al Fronte Orientale. Poco prima, durante il suo soggiorno a Mosca (12-17 agosto 1942), Churchill aveva illustrato ad un furibondo Stalin le motivazioni delle nuove decisioni alleate: lURSS sarebbe rimasta da sola a combattere il Terzo Reich sul continente almeno per un altro anno, mentre gli Alleati avrebbero preso la strada per lAfrica, in attesa di un ulteriore logoramento tedesco allEst, nonché in attesa della costituzione di adeguate forze americane in Inghilterra, per un ipotetico attacco in forze in Francia nel 1943 o più probabilmente nel 1944[76]. 1943
Posted on: Thu, 14 Nov 2013 19:46:55 +0000

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