Le famiglie italiane che lavorano nel mondo del commercio, in - TopicsExpress



          

Le famiglie italiane che lavorano nel mondo del commercio, in particolare nella Grande Distribuzione Organizzata o nei negozi delle gallerie, vivono un forte disagio come il senso di divisione della famiglia, l’impossibilità di godersi un attimo di riposo e di condivisione e non è possibile fare progetti a lungo termine (come l’educazione equilibrata di uno o più figli da entrambi i genitori) e poterli portare a termine insieme (per esempio un percorso di apprendimento extra scolastico o sportivo. Se mio figlio gioca in una squadra di calcio e io non posso seguirlo, lui soffre; ma anch’ io). Ugualmente grave è L’impossibilità di seguire i progressi dei figli nell’ambito del percorso Spirituale. La Prima Comunione, la Cresima, sono passi fondamentale nella maturità di un figlio/a. E poi, andare a Messa con i propri famigliari è un momento particolarmente appagante e di elevazione Spirituale. Per un genitore essere allontanato da tutto ciò è fonte di tristezza e qualche volta di rabbia .La Costituzione, l’anima stessa della Nazione riconosce alla famiglia un ruolo fondamentale nell’ambito della società. Personalmente credo che il non rispetto delle ricorrenze sia Civili che Religiose sia particolarmente grave. Le ricorrenze Religiose sono il ricordo di persone Eccezionali che la Chiesa ha dichiarato Santi/e o di eventi meravigliosi e inspiegabili che solo la fede può fare accettare. Le festività Civili rappresentano la memoria storica di un popolo e l’orgoglio Nazionale che, purtroppo, in Italia, va sempre più scemando. In questi anni di profonda crisi sia economica che sociale e con lo smarrimento e il crollo delle certezze che ne conseguono, dopo una vita di lavoro, fatica e duri sacrifici, il Governo Monti decide di dare un colpettino al morale di una parte degli italiani liberalizzando gli orari del commercio. Si vogliono trasformare i cittadini in consumatori il cui scopo è solo quello di comprare. Sembra una semplice iniziativa volta a facilitare gli acquisti dei cittadini consumatori e, naturalmente, cova la speranza di innalzare il ritmo dei consumi. Ma essa contiene molto altro, costituisce il tassello di un processo, in atto da tempo, di distruzione di un modello di civiltà. Si fa presto a scoprirlo. È sufficiente andare a vedere che cosa è accaduto là dove gli orari dei negozi sono deregolamentati da tempo, gli Stati Uniti, che sono oggi “ il punto più avanzato dello sviluppo”. I cittadini americani sono trascinati da decenni in una “ bolla consumistica” che alla fine è esplosa con immenso fragore. Il risultato: dopo un trentennio di questa gioiosa modernità, i lavoratori americani si sono trovati a lavorare in media 50 ore alla settimana e 350 ore annue in più dei loro equivalenti Europei. Non c’è di che stupirsi. Come si fa a rinunciare ai sontuosi beni offerti da una smisurata macchina produttiva e proposti da un sistema pubblicitario martellante che manipola la mente dei cittadini? Bastano un paio di ore di straordinario al giorno per avere i dollari necessari a comprare l’ultimo tipo di consolle, la macchina nuova, una pelliccia da sogno. Questo è il modello che il capitalismo va imponendo: una giornata completamente occupata dal lavoro, che impone l’utilizzo di tempo supplementare , oltre l’orario diurno, per svolgere il proprio compito di consumatore. I supermercati e i negozi aperti anche di notte, di domenica, nei giorni festivi devono offrire la possibilità di consumare anche a chi non possiede più tempo per se stesso. Certo il tempo speso nelle compere serali o festive è sottratto alle relazioni sociali, alla famiglia al dialogo fra le persone, alla partecipazione alla vita civile. Ma chi se ne importa? Tanto il cittadino non deve pensare…… ma comprare, comprare, comprare…. La cultura della deregolamentazione ha scatenato le ambizioni dei poteri finanziari e ha frantumato il potere sindacale e precarizzato il lavoro. Ora tocca al commercio, in Italia. Tutti noi sappiamo cosa ne pensa la Chiesa, infatti ha partecipato alla raccolta di firme organizzata dalla Confesercenti. Ma io mi chiedo cosa ne pensano i tanti Cattolici che siedono nei banchi del Parlamento? Sono d’accordo che i negozi siano aperti anche la domenica? Nel giorno del Signore? Non inquieta le loro coscienze? Del resto non dobbiamo stupirci se tanti imprenditori vorrebbero rendere ”più flessibile” il calendario gregoriano. occorrerebbe togliere ogni residua solennità ai Santi ancora festeggiati e rendere laicamente lavorativi tutti i giorni dell’anno. E Dio dovrebbe diventare un “consumatore”, magari dandogli una carta oro special! Si sente spesso dire che l’Europa ce lo chiede: ma quale Europa? La maggior parte delle nazioni europee hanno regole ben precise che vengono rispettate. Soprattutto tengono conto delle realtà locali e delle caratteristiche del territorio. Tutti i Paesi Europei hanno dei limiti alle aperture domenicali e in nessuna Nazione è permessa l’apertura indiscriminata, e, soprattutto, nelle festività. Vediamo alcuni esempi: * Austria: Dal lunedì al venerdì 06.00->21.00 Sabato 06.00->18.00 DOMENICA E FESTE CIVILI CHIUSO. (eccezione le aree turistiche) *Germania: L’organizzazione degli orari è di competenza dei Lander (regioni). Così, anche se c’è la possibilità a livello nazionale delle aperture 24 h 24, alcuni Lander prevedono il limite di 06.00->22.00 e altri 06.00->20.00 La DOMENICA E’ GIORNO DI CHISURA con alcune eccezioni: per panetterie, fiorai, edicole, musei, stazioni ferroviarie, aeroporti, resorts e luoghi di pellegrinaggio. I regolamenti consentono l’apertura domenicali solo in casi eccezionali. *Francia: non vi è alcuna restrizione d’orario dal lunedì al sabato. La domenica e festivi I negozi di cibo possono tenere aperto fino alle 13.00. il Sindaco può chiedere un estensione dell’orario di apertura per 5 domeniche all’anno. Le aperture sono libere nelle zone turistiche e termali. Nelle città con più di 1 milione di abitanti è il prefetto che ha l’autorità di decidere. A Parigi gli ipermercati/supermercati non aprono oltre le 5 domeniche di legge. Spagna: dal lunedì al venerdì gli orari sono regolati dalla normativa regionale, non vi sono restrizioni solo per i negozi di dimensioni inferiori ai 150 metri. Il sabato non vi è nessuna limitazione. Sulle deroghe domenicali interviene ancora la normativa regionale, anche se, solitamente autorizza l’apertura per 12 giornate festive nel corso dell’anno. Belgio: l’orario da rispettare va 05.00 alle 20.00, nei giorni feriali e dalle 05.00 alle 21.00 ogni venerdì e giorni feriali pre festivi. LA DOMENICA E’ CONSIDERATA GIORNO DI RIPOSO settimanale, con la possibilità, da parte del commerciante, di sostituirlo con un altro giorno. Possono aprire 7 giorni su 7 i negozi al dettaglio (05.00 alle 12.00): quelli di forniture e i negozi di giardinaggio ( per un massimo di 40 domeniche all’anno con orario05.00-> 20.00). Ulteriori eccezioni: la possibilità di apertura la domenica prima di Natale e 2 domeniche a scelta. PER QUANTO RIGUARDA I SUPER/IPERMERCATI, QUESTI POSSONO RESTARE APERTI 3 DOMENICHE ALL’ANNO. Regno Unito: Dal lunedì al sabato non vi è alcuna restrizione di orari. Durante le domeniche e i giorni di festa i negozi inferiori ai 280 mq sono liberi di aprire. Quelli più grandi possono aprire dalle 10.00 alle 18.00. A natale e Pasqua le grandi superfici di vendita non possono aprire. Paesi Bassi dal lunedì al sabato l’orario di apertura è stabilito dalle 06.00 alle 22.00. La domenica e i festivi sono considerati giorni di chiusura. Il Governo può autorizzare fino ad un massimo di 12 aperture domenicali all’anno. La vigilia di Natale, il Venerdì Santo e il 4 maggio c’è l’obbligo di chiusura alle 19.00. Eccetto le stazioni di benzina. Grecia dal lunedì al venerdì l’orario è 05.00-> 21.00 (l’eventuale estensione dell’apertura è decisa dal Prefetto). Il sabato 05.00-> 20.00. LA DOMENICA E’ GIORNO DI CHIUSURA OBBLIGATORIO, eccetto per i benzinai, bar, caffetterie, pasticcerie, fotografi, fiorai, negozi di antiquariato. Il prefetto, d’accordo con le parti sociali, può autorizzare l’apertura di altri tipi di negozi. I negozi sono aperti la domenica prima di Natale e il 31 dicembre, anche se coincide con la domenica. Un eccezione sono le località con una forte vocazione turistica.
Posted on: Sat, 10 Aug 2013 11:22:31 +0000

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