Le vicende che in questi giorni stanno attanagliando le coscienze - TopicsExpress



          

Le vicende che in questi giorni stanno attanagliando le coscienze dei dirigenti rossoneri sembrano discostarsi dalla mera constatazione che il Milan sia solo l’ombra di quella squadra vincente che ha di fatto trascinato negli stadi di tutta Italia e di mezza Europa orde di tifosi urlanti inneggianti, in tempi di vacche grasse, ai propri colori. Ora il problema sono proprio loro, i tifosi, che stanno in un cero senso coalizzandosi in una presa di posizione pericolosa oltre che inopportuna. I cori di discriminazione, razziale o territoriale poco importa a questo punto, hanno avuto come conseguenza inevitabile l’attuazione del nuovo articolo della giustizia sportiva che prevede in un pericoloso crescendo la chiusura della curva incriminata, il giocare gare a porte chiuse fino alla sconfitta a tavolino per la squadra, rea, di avere ultras troppo poco educati. Maleducazione e ignoranza a volte vanno di pari passo, provocazioni e sanzioni anche, a volte. Il Milan ha presentato ricorso per l’ingiunzione dettata dal giudice Tosel di giocare la prossima gara di campionato a porte chiuse. E di conseguenza ecco che il popolo rossonero, capro espiatorio in questo caso, quello sano, quello che ancora va allo stadio per godersi la partita e sostenere la squadra, i propri colori, si vede danneggiato dalla provocatoria presa di posizione di pochi intimi che hanno deciso di far sentire la loro voce in momenti topici dell’ultima gara. I presidenti di serie A hanno deciso di sfilare compatti contro l’applicazione di una norma che potrebbe rivelarsi un’arma a doppio taglio. Quante volte abbiamo visto frange estreme di tifosi discostarsi da quelli che sono i dettami normali del tifo? Quante volte abbiamo potuto osservare quanto sia potente un’arma come questa messa nelle mani di persone che potrebbero rivelarsi senza scrupoli? Sarebbe di fatto semplice (e non dico che realmente possa succedere un abominio come questo) per qualche gruppo di facinorosi alzare la voce e, se il ricorso del Milan non venisse accolto, di fatto infliggere ai rossoneri una pena molto grave solo per la tanto sottolineata responsabilità oggettiva. Io non ci sto. Ritengo che sia giusto cercare di limitare la portata di questo nuovo regolamento, ma non perché i cori che si sentono negli stadi di fatto non siano offensivi o semplicemente siamo talmente abituati a sentirli da non farci più caso, ma perché in questo modo non si attua un’azione preventiva o costruttiva, ma si dà ulteriore spazio e risalto, potere e visibilità a quel vigliacco modo di essere tifosi di, per fortuna, una piccola minoranza alla ricerca della celebrità. La brutta abitudine, che non fa parte solo del calcio italiano, di andare allo stadio per tifare contro e non per supportare i propri colori, di sedersi sugli spalti per mettersi in luce in un contesto mediaticamente perfetto per emergere, per insultare, offender e e magari nemmeno girarsi verso il campo da gioco per guardare una vittoria, va combattuta. Gli ultras sono croce e delizia del calcio, croce se gli viene concessa un’arma potente come quella in oggetto, delizia per tutte le volte che diventano quel famoso uomo in più in campo. E i nostri tifosi sono davvero unici nell’esaltare i nostri colori. E qui torno all’incipit di questo pezzo: la delusione per i risultati poco convincenti non può passare in secondo piano rispetto allo show mediatico regalato dalla questione relativa alla chiusura di S.Siro. Il Milan è irriconoscibile, senza idee, senza energie per poter ribaltare l’andamento di queste prime fasi di stagione. Facile puntare il dito verso Allegri e iniziare a sondare il terreno alla ricerca di un successore per Max. Obiettivamente: cosa potrebbe fare qualsiasi altro tecnico al posto dell’allenatore rossonero? Di certo, a meno di avere a disposizione la possibilità di compiere miracoli, nel vero senso della parola, sfido chiunque a trovare un equilibrio con la carenza di uomini a disposizione. La sosta appare provvidenziale ancora una volta, per consentire al Milan di rifiatare e recuperare importanti interpreti per gli schemi di Allegri. Il modulo con cui si è iniziata la stagione, con la rosa al completo, appare quello più adattabile alle caratteristiche dei singoli. Ma non deve diventare una condicio sine qua non. Ecco che qui si chiede a gran voce l’opera del tecnico: lui deve sapere come poter sfruttare al meglio i propri uomini a seconda delle esigenze. Arroccarsi su convinzioni tattiche non porta mai a molti risultati. Ci vuole duttilità e soprattutto mentalità vincente. Se per quest’ultima, si attende il rientro di tutti i campioni indisponibili, ecco che da Allegri ci si aspetta la capacità di forgiare un gruppo in grado di imporre il proprio gioco e magari di tanto in tanto adeguarsi alla situazione. Il Milan che abbiamo visto fino ad ora appare senza un’anima. Allegri ha l’obbligo di riportare i rossoneri agli antichi fasti, non prettamente nell’ottenimento dei risultati: il Milan deve tornare ad essere la squadra temibile, che faceva vacillare qualsivoglia avversario.
Posted on: Wed, 09 Oct 2013 12:06:18 +0000

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