Lo Schiavitù Global Index 2013 definisce la schiavitù come il - TopicsExpress



          

Lo Schiavitù Global Index 2013 definisce la schiavitù come il possesso o il controllo di persone per sfruttarli a scopo di lucro o di sesso, di solito attraverso la violenza, la coercizione o l’inganno. La definizione include servitù debitoria, il matrimonio forzato e il rapimento di bambini per servire nelle guerre. Secondo l’indice, solo 10 paesi rappresentano tre quarti degli schiavi del mondo. Dopo l’India, la Cina ha la maggior parte con 2,9 milioni, seguito dal Pakistan (2,1 milioni), Nigeria (701.000), Etiopia (651.000), la Russia (516.000), Thailandia (473.000), Repubblica democratica del Congo (462.000), Myanmar (384.000 ) e Bangladesh (343.000). L’indice classifica anche le nazioni con più prevalenza di schiavitù per abitante, una classificazione migliore nella quale la Mauritania è ‘prima’, con quasi il 4 per cento dei suoi 3,8 milioni di abitanti schiavizzati. Le stime da parte di altre organizzazioni mettono il livello fino al 20 per cento. La schiavitù è comune in Mauritania, paese arabo-africano, il che significa che lo ‘stato’ di schiavo viene tramandato di generazione in generazione. “Proprietari” comprano, vendono, affittano o dare via i loro schiavi come regali. Dopo la Mauritania, la schiavitù è più diffusa da parte della popolazione di Haiti – e noi mandiamo gli aiuti, perché poverini hanno bisogno – dove un sistema di lavoro minorile conosciuto come “restavek” incoraggia le famiglie a mandare i figli a conoscenti più ricchi, dove finiscono in sfruttamento e abusi. Poi vengono Pakistan, India, Nepal, Moldavia, Benin, Costa d’Avorio, Gambia e Gabon. Questa importante ricerca mette in evidenza come, al di là della propaganda, chi sfrutta le popolazioni non-bianche siano essenzialmente altri non-bianchi. MA I RAZZISTI SIAMO NOI
Posted on: Fri, 25 Oct 2013 16:10:26 +0000

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