L’altro giorno, mentre tra mille pensieri attraversavo corso - TopicsExpress



          

L’altro giorno, mentre tra mille pensieri attraversavo corso Regina Margherita per andare da Giordano, il mio parrucchiere, mi sentii chiamare. “Angiolo, Angiolo”. Seduta ad un tavolino del Caffè Bicerin, sorseggiando una cedrata ghiacciata, c’era Elena Vespri, una mia ex fiamma di tanto tempo fa, tuttora modella del Reale Istituto d’Arte, gran femmina. Mi invitò ad onorare la sua compagnia e piacevolmente iniziammo a conversare. Cominciò col raccontarmi che, dopo la nostra rottura, si era messa per puro interesse con un ufficiale di cavalleria di stanza a Casale Monferrato, ricchissimo, anche se non di sangue blù, e molto più anziano di lei, che aveva il vezzo di trattarla come fosse una bambola tutta dedita al suo piacere. Morto di un colpo apoplettico al culmine dell’orgasmo mentre facevano all’amore, Elena, forte di una parte di eredità lasciatale dall’amante, aveva vissuto per un certo periodo in solitudine ma da qualche tempo si era perdutamente innamorata di un cinquantenne impiegato statale alessandrino, il cui nome preferiva non pronunciare, sposato con figli ad una donna possessiva ed insensibile. Come amatore, mi confidò, si dimostrava quanto di meglio avesse sperimentato nella sua non larga esperienza, tanto da garantirmi di provare ogni volta sensazioni ed emozioni mai conosciute prima. Viceversa, e questo la irritava ed incuriosiva, l’uomo spesso spariva per giorni senza lasciare traccia di sé e senza preoccuparsi di farle avere un bigliettino con due parole di spiegazione ed un saluto. Per colmo di sfortuna, anche se la cosa la lusingava, da qualche mese era comparso nella sua vita uno scrittore da strapazzo milanese, tale Pietro Redondi, trovato quasi per caso leggendo la cronaca degli spettacoli sulla Gazzetta del Popolo affissa nella bacheca del Teatro Regio, lì a due passi. Il Redondi che, a suo dire, sembrava innamorato e deciso come nessuno mai, stava diventando una presenza importante nella sua vita, anche se scomoda ed a volte inopportuna, dati i suoi frequenti sbalzi di umore ed i repentini cambiamenti di idee, e si stava anzi incamminando su una strada pericolosa che poteva portare a breve scadenza ad una crisi nel rapporto ormai ben collaudato con l’impiegato. Un bel conflitto di sentimenti ed affetti, mi assicurava, cui aveva cercato di sottrarsi con ragionamenti e buoni propositi, cercando di non pensarci e respingendo in malo modo il secondo pretendente, ma senza alcun risultato, forse perché lei per prima non lo desiderava misurando l’importanza che sempre di più assumeva la persona in questione e l’affetto che la sua stessa presenza suscitava intorno a sé. Si domandava quanto sarebbe durato tutto ciò, questi dubbi e queste incertezze insopportabili, che avrebbero finito per cambiare il suo carattere e la sua vita totalmente, ormai per lei con gli stessi effetti di una febbre tropicale, se non di una vera e propria malattia, che neppure una manciata di pastiglie di chinino avrebbero alleviato o guarito. Mi disse tutto ciò con la sua mano nella mia, le lacrime agli occhi ma con il sorriso di sempre, mentre la gente passava frettolosa pensando al tempo che avrebbe fatto la sera.
Posted on: Thu, 19 Sep 2013 10:55:02 +0000

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