M5S, la speranza non va in freezer Ferruccio Sansa | 7 ottobre - TopicsExpress



          

M5S, la speranza non va in freezer Ferruccio Sansa | 7 ottobre 2013 Promuovere la speranza. O congelarla. Ecco l’alternativa per Beppe Grillo e il Cinque Stelle. Perché una cosa pare difficile negare: sono loro oggi a dare voce alla rabbia e alla speranza, stati d’animo che, in fondo, hanno una comune radice. Il desiderio di cambiare la realtà in cui viviamo. Per questo l’M5S ha una grande responsabilità. E il Fatto prova a tracciare un bilancio di sei mesi del Movimento in Parlamento. Le luci non mancano: la difesa della Costituzione, le battaglie contro finanziamento dei partiti e colpi di spugna, contro lottizzazione e sprechi della Rai. Ma anche l’indipendenza dalle lobby (vedi slot-machine). Lotte condotte in solitudine. Ci sono un impegno e un entusiasmo nuovi, che emergono dalle tante proposte di legge e dalla lotta contro l’assenteismo in aula. E c’è la proposta di fondo di un cambiamento che metta in discussione lo strapotere della finanza cui in Italia si aggiungono mafie, partitocrazie e corruzione. Qualcuno lo giudica coraggio, altri velleitarismo o demagogia. A voi il giudizio. Restano alcune ombre: il tentativo di selezionare una classe dirigente nuova, ma senza figure di spicco che oscurino i leader. La ricerca di una linea unitaria a discapito talvolta della democrazia interna. Il dichiarato bisogno di solitaria purezza che rischia di sfociare nell’inconcludenza. C’è poi il rapporto con la stampa: se Grillo ha fatto bene a denunciarne il servilismo, si è anche sottratto al controllo che essa deve esercitare. Ma se bisogna “fare le pulci” al M5S, dobbiamo domandarci che cosa sarebbe successo se non ci fosse stato. È facile immaginarlo, davanti al tentativo della maggioranza di realizzare il sogno proibito di ogni politico: abolire l’opposizione. Ricordiamocelo: senza M5S, quasi nessuno in aula avrebbe difeso la Costituzione. Berlusconi non sarebbe mai arrivato alla decadenza. A Roma e nelle amministrazioni locali, l’ambiente e i beni comuni sarebbero alla mercè del centrodestra dei condoni e del centrosinistra del mattone. Per non parlare delle lobby della finanza che hanno burattini in Parlamento con i risultati dei casi Alitalia, Telecom e Ansaldo. Il Movimento ha, quantomeno, risvegliato qualche coscienza nel centrosinistra. Ha suscitato un minimo di confronto. Insomma, ha fatto l’opposizione. Niente di pazzesco, se non fossimo in Italia. Ma non basta più. Perché se la sopravvivenza della maggioranza Letta-Alfano-Napolitano rischia di congelare Renzi, potrebbe anestetizzare Grillo. La candidatura di Rodotà al Quirinale mise a nudo la doppiezza del centrosinistra. Ora il Movimento deve mostrare lo stesso coraggio. Non certo sporcarsi le mani. Si può mantenere la purezza coinvolgendo altri nei propri progetti. Perché la speranza non si mette in cassaforte. Si investe.
Posted on: Mon, 07 Oct 2013 05:17:24 +0000

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