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Marina Militare Da Wikipedia, lenciclopedia libera. Se riscontri problemi nella visualizzazione dei caratteri, clicca qui. bussola Disambiguazione – Se stai cercando la voce riguardante le marine militari, vedi Marina militare. Marina Militare Stemma araldico della Marina Militare Stemma araldico della Marina Militare Descrizione generale Attiva 2 giugno 1946 - oggi col nome attuale, ma fondata come Regia Marina il 17 marzo 1861 Nazione Italia Italia Alleanza Natoflag.gif NATO Tipo Marina militare Dimensione 31.000 effettivi nel 2012 Stato maggiore della Marina Palazzo Marina - Piazza della Marina, 4 00196 Roma Patrono Santa Barbara Motto Patria e Onore Colori blu e bianco Anniversari 10 giugno (festa della Marina Militare) Decorazioni Vedi le decorazioni alla bandiera Sito internet marina.difesa.it Parte delle Forze armate italiane Corpi dipendenti Stato maggiore Genio navale Armi navali Sanitario militare marittimo Commissariato militare marittimo Capitanerie di porto Equipaggi militari marittimi Comandanti Capo di stato maggiore della Marina ammiraglio di squadra Giuseppe De Giorgi Simboli Bandiera Naval Ensign of Italy.svg Bandiera di bompresso (recto) Naval Jack of Italy.svg Bandiera di bompresso (verso) Naval Jack of Italy (verso).svg Forze speciali (TIER 1) Badge of raiders category of the Italian Navy.svg G.O.I. - Gruppo Operativo Incursori Fonti citate nel corpo del testo Voci di marine militari presenti su Wikipedia La Marina Militare costituisce una delle quattro forze armate della Repubblica Italiana, insieme a Esercito Italiano, Aeronautica Militare e Arma dei Carabinieri: ad essa sono affidati il controllo e la condotta delle operazioni navali nelle acque territoriali ed internazionali. La sua storia inizia nel 1946 dopo la seconda guerra mondiale con la nascita della Repubblica, ereditando la struttura della Regia Marina e quelle unità navali che le condizioni armistiziali e del trattato di pace lasciavano allItalia. Dopo unespansione dovuta anche alla cessione da parte degli Stati Uniti dAmerica di alcune unità navali e a un programma di costruzioni noto come legge navale, necessario per far fronte alla minaccia proveniente dal Patto di Varsavia, a partire dalla fine del XX secolo è stato attuato un programma di ridimensionamento dovuto alla rivalutazione dei compiti della forza armata. La sua missione, inizialmente allinterno della NATO e successivamente anche dellUnione europea, consiste nel mantenimento di una continua e credibile presenza nellarea mediterranea, nel controllo dei mari italiani con dispositivi aeronavali e relativo supporto terrestre, nella cooperazione con le forze navali alleate, nel mantenimento di una forza di superficie e di una forza subacquea in grado di operare autonomamente garantendosi una protezione da offese aeree, di superficie e subacquee, cui affiancare una componente anfibia in grado di svolgere limitate operazioni[1]. In base alle nuove esigenze di bilancio imposte dallabolizione del servizio di leva e alla revisione della spesa pubblica cominciata per far fronte alla crisi economica iniziata nel 2008, la Marina Militare sta riducendo il personale che, dai 31.000 effettivi del 2012, passerà a 27.000 nel 2024.[2] Indice [nascondi] 1 Storia 1.1 Le origini 1.2 La seconda metà degli anni 40: limmediato dopoguerra e ladesione alla NATO 1.3 Gli anni cinquanta 1.4 Gli anni sessanta 1.5 Gli anni settanta e la legge navale 1.6 Gli anni ottanta e gli impegni internazionali 1.7 Gli anni novanta 1.8 Gli anni duemila 2 Struttura ed organizzazione 2.1 Organizzazione territoriale periferica 2.2 Organizzazione delle forze operative 2.3 La flotta 2.4 Aviazione Navale 2.5 Forza da sbarco 2.6 Forze speciali 2.7 Corpi della Marina Militare 2.8 Arsenali e musei 3 Gradi e qualifiche 3.1 Categorie e specialità 3.1.1 Categorie storiche 3.1.2 Categorie attuali 4 Enti di formazione e reclutamento 5 I fari 6 Missioni internazionali 7 Tradizioni 7.1 Lo stemma e le bandiere della Marina italiana 7.1.1 La Bandiera darma 7.2 Festa della Marina Militare 7.3 La preghiera del marinaio 7.4 Banda della Marina Militare 8 Notiziario della Marina 9 Note 10 Bibliografia 10.1 Libri 10.2 Sitografia 10.3 Atti normativi 11 Voci correlate 12 Altri progetti 13 Collegamenti esterni Storia[modifica | modifica sorgente] Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi storia della Marina Militare italiana. Le origini[modifica | modifica sorgente] Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Regia Marina. La Marina italiana nacque il 17 novembre 1861 con lunificazione della Marina sarda con le marine borbonica (che andò poi a costituire la gran parte della futura Regia Marina del Regno dItalia), toscana e pontificia e successivamente assunse la denominazione di Regia Marina il 17 marzo 1861, a seguito della proclamazione del Regno dItalia da parte del parlamento di Torino[3]. Dopo la disfatta subita a Lissa, essa fu impegnata prima nella guerra italo-turca[4] e poi nella prima guerra mondiale; in questultima, essa non partecipò mai ad alcuna vera e propria battaglia navale con la flotta austro-ungarica, ma famose sono rimaste le azioni di quella che diventò in seguito la Xª Flottiglia MAS[5]. Nel dopoguerra venne avviato un grande progetto di ammodernamento e ampliamento della flotta[6] la quale però venne sconfitta dalla Royal Navy britannica nella battaglia del Mediterraneo[7]. Dal 1946, in seguito alla proclamazione della Repubblica, la Regia Marina assunse la nuova denominazione di Marina Militare. La seconda metà degli anni 40: limmediato dopoguerra e ladesione alla NATO[modifica | modifica sorgente] Bandiera della NATO. Verso la fine della seconda guerra mondiale[8], lItalia si presentava come una Nazione devastata da cinque anni di conflitto, ma la svolta che si ebbe con larmistizio proclamato l8 settembre 1943 e laccordo di cooperazione, siglato a Taranto il 23 settembre dello stesso anno, permisero alla Marina di avviare un lungo e complesso processo di ricostruzione. Nonostante limportante contributo delle forze navali italiane durante il periodo di cobelligeranza, la Marina versava in condizioni drammatiche, con le infrastrutture e le installazioni in gran parte inutilizzabili e con i porti minati o ingombri di relitti affondati[9]. Il trattato di pace firmato il 10 febbraio 1947 a Parigi, si rivelò inoltre particolarmente gravoso per la Marina, ponendo una serie di restrizioni operative e tecnologiche[10]. Oltre alle cessioni territoriali e materiali imposte allItalia in generale, vi furono anche: restrizioni di carattere militare riguardanti il divieto di installazioni fisse di difesa costiera per tutte le forze armate in prossimità delle frontiere terrestri e marittime con Francia e Jugoslavia[11]; divieto per tutte le forze armate di possedere, costruire o sperimentare armi atomiche, proiettili ad autopropulsione con i relativi dispositivi di lancio, cannoni con gittate superiori ai 30 km, mine e siluri provvisti di congegni di attivazione ad influenza[12]; divieto di costruire, acquistare o sostituire navi da guerra, sperimentare unità portaerei, naviglio subacqueo, motosiluranti e mezzi dassalto di qualsiasi tipo[13]; divieto di mettere in opera qualsiasi tipo di installazione militare nelle isole di Pantelleria, di Pianosa e nellarcipelago delle Pelagie[14]; consegna, a titolo di riparazione di guerra, alle nazioni vincitrici (Stati Uniti, Unione Sovietica, Gran Bretagna, Francia, Jugoslavia, Albania e Grecia) di 3 corazzate, 5 tra incrociatori ed esploratori, 7 cacciatorpediniere, 6 torpediniere, 8 sommergibili e una nave scuola[15]. Incrociatore leggero classe Duca degli Abruzzi Infine il totale del naviglio militare dislocato, fatta eccezione per le navi da guerra, non doveva superare le 67.500 tonnellate, mentre il personale effettivo non poteva superare le 25.000 unità[16]. I grossi mutamenti in atto nella situazione politica internazionale convinsero Gran Bretagna e Stati Uniti a rinunciare alle loro aliquote di naviglio, pretendendone però la demolizione[17]; in ciò furono imitati in piccola parte anche dalla Francia. LUnione Sovietica pretese la consegna di gran parte delle unità ad essa attribuite (tra cui la corazzata Giulio Cesare e la nave scuola Cristoforo Colombo), ad eccezione del cacciatorpediniere Riboty e di alcune unità (motosiluranti e rimorchiatori) completamente inefficienti. La crescente attenzione rivolta dallUnione Sovietica verso i paesi del mar Mediterraneo, con i conseguenti tentativi da parte degli Stati Uniti di contrastare laumento dellinfluenza sovietica nellarea, trasformò i mari italiani in uno dei principali luoghi di confronto tra le grandi potenze internazionali, contribuendo alla riaffermazione dellimportanza dellItalia e dei suoi porti, grazie alla loro posizione geografica strategica. Il 4 aprile 1949, lItalia sottoscrisse il Trattato Nord Atlantico[18] (NATO), ribadendo la sua impossibilità a contribuire attivamente allinterno dellorganizzazione e questo portò diplomaticamente, sul finire del 1951, alla revoca definitiva dei vincoli del trattato di pace con il consenso di tutte le nazioni occidentali. Con ladesione alla NATO, alla Marina fu assegnato il controllo del mare Adriatico e del Canale dOtranto, nonché la difesa delle linee di comunicazione marittime nel mar Tirreno. Per assolvere a questi compiti, fu realizzato già nel novembre del 1949 uno Studio sul potenziamento della Marina italiana in relazione al Patto Atlantico, con il quale si individuavano le strutture e le modalità di potenziamento della Marina Militare stessa[19]. Gli anni cinquanta[modifica | modifica sorgente] Fregata classe Centauro Cacciatorpediniere classe Indomito Venute meno le clausole del trattato di pace che vietavano allItalia il possesso di sommergibili, e con lingresso di essa nella NATO, nellambito del programma di potenziamento navale avviato nel 1950 venne anche avviata la ricostituzione della componente subacquea. Anche grazie al programma MDAP (Mutual Defence Assistance Program) giunsero dagli USA due cacciatorpediniere del tipo Benson/Livermoore e altre tre unità di scorta che, utilizzate come fregate, costituirono la classe Aldebaran[20]. Vennero avviati nello stesso periodo anche i lavori di ricostruzione/trasformazione di due incrociatori leggeri della classe Capitani Romani, trasformati nei cacciatorpediniere San Giorgio e San Marco entrando in servizio tra il 1955 e il 1956. Furono poi realizzate quattro corvette della classe Alcione, prime unità di scorta costruite in Italia nel dopoguerra, e due cacciatorpediniere della classe Indomito, oltre a quattro fregate classe Centauro. Nella seconda metà degli anni cinquanta vennero emanate da parte dello stato maggiore della Marina le direttive per un nuovo programma di potenziamento noto come Programma 1958, il quale prevedeva la realizzazione di[21]: 3 incrociatori lanciamissili e portaelicotteri classe Andrea Doria; 2 cacciatorpediniere lanciamissili classe Impavido; 4 fregate portaelicotteri classe Bergamini; 4 sottomarini classe Toti; la ricostruzione/trasformazione dellincrociatore Giuseppe Garibaldi in unità lanciamissili; la ricostruzione/trasformazione del sommergibile Bario. In quegli anni, precisamente nel 1956 (anno di nascita dellAviazione Navale), la Marina iniziò a sperimentare i primi elicotteri, inizialmente degli AB47-G decisamente insufficienti come capacità operative, ma che servirono ad effettuare indispensabili prove sulle fregate della classe Bergamini, che nel 1958 furono le prime unità di scorta al mondo ad imbarcare elicotteri[22]. Gli elicotteri vennero presto sostituiti dalla versione potenziata AB47-J, che grazie ai pattini più alti poteva ospitare un siluro, e nel 1959, sempre grazie al MDAP, arrivarono due elicotteri SH-34 Seabat[22]. Gli anni sessanta[modifica | modifica sorgente] Lincrociatore lanciamissili Vittorio Veneto, entrato in servizio nel 1969 come nave ammiraglia La scadenza degli obiettivi del Programma 1958 venne rispettata a rilento per le difficoltà finanziarie derivate dallinevitabile aumento dei costi iniziali[23]. Intanto proseguiva il potenziamento della flotta attraverso larrivo di unità provenienti dagli Stati Uniti, con lacquisizione di tre sommergibili della classe Balao: Evangelista Torricelli, Francesco Morosini e Alfredo Cappellini. A questi si aggiunsero le unità di supporto logistico ed anfibio Etna, Anteo, Bafile e Cavezzale. Nel 1964 venne ricostituito il battaglione San Marco, dopo che i fucilieri di marina nel 1951 erano stati inquadrati in ununità interforze (Settore Forze Lagunari) sciolta nel 1956[24]. Nel 1963 venne avviata la costruzione della classe Enrico Toti, prime unità sommergibili costruite in Italia nel dopoguerra, che sarebbero entrate in servizio nel 1968. A questi si aggiunsero le fregate portaelicotteri Alpino e, alla fine del decennio, nel 1968, vennero impostate le due unità missilistiche della classe Audace[25]. La realizzazione più significativa del decennio fu, però, la costruzione dellincrociatore lanciamissili portaelicotteri Vittorio Veneto entrato in servizio nel 1969 come nuova nave ammiraglia della flotta[25]. Ancora nel 1969 giunsero dagli Stati Uniti anche tre cacciatorpediniere della classe Fletcher: Fante[26], Lanciere[27] e Geniere[28]. Gli anni settanta e la legge navale[modifica | modifica sorgente] Gli anni settanta si aprirono con la crescente minaccia sovietica costituita dalla squadra del Mediterraneo[29] e da una consistente forza aerea che aveva le sue basi sul litorale nordafricano, che imponevano la necessità di adeguare lo strumento navale nazionale. Nel 1970, dei 1.510 miliardi di lire destinati alla Difesa laliquota destinata alla Marina fu di 200 miliardi, a causa di concezioni strategiche che privilegiavano le esigenze delle forze aeree e di terra che operavano lungo il confine nord-orientale. Fregata lanciamissili classe Lupo Un parziale incremento della forza operativa si ebbe tra il 1972 e il 1974 con lentrata in servizio delle unità della classe Audace e con larrivo dagli Stati Uniti di quattro sommergibili, due navi da sbarco classe Grado e tre cacciatorpediniere[30]. Portaerei leggera V/STOL Garibaldi La progressiva radiazione del naviglio più anziano non compensata dallentrata in servizio di nuove unità ed il lento processo di ammodernamento in unarea sempre più difficile come il bacino del Mediterraneo, rendeva il compito della Marina Militare sempre più complesso, specie alla luce della situazione internazionale che con il riaccendersi, nel 1973, nella regione medio orientale, del conflitto arabo-israeliano, acuiva le tensioni sullo sfondo della guerra fredda. Daltra parte più vicino allItalia la Libia diventava sempre più minacciosa, soprattutto dopo lattacco condotto nellottobre del 1972 da un Mirage libico contro la corvetta Pietro De Cristofaro, impegnata in una missione di vigilanza pesca, che rispose allattacco con le armi di bordo riportando però un morto e due feriti[31]. Le esigenze della Marina vennero dunque raccolte in un documento intitolato Prospettive ed orientamenti di massima della Marina Militare per il periodo 1974-84, noto come Libro Bianco della Marina[32], nel quale si evidenziava come una volta completato il programma costruttivo ordinario, tenendo conto delle unità che si sarebbero dovute ritirare dal servizio entro la metà degli anni ottanta era indispensabile il ricorso ad uno stanziamento straordinario di fondi per consentire, nellarco di un decennio, la realizzazione di ulteriori unità indispensabili per mantenere un ragionevole livello di efficienza e credibilità. Si richiedeva quindi lacquisizione di nuove unità così ripartite: 1 portaerei leggera per velivoli V/STOL ed elicotteri, la Giuseppe Garibaldi, costruita per rimpiazzare gli incrociatori Andrea Doria e Caio Duilio; 2 battelli classe Nazario Sauro 2ª serie, per compensare la radiazione delle unità ex USA; 2 cacciatorpediniere lanciamissili, per la sostituzione delle unità della classe Indomito; 8 fregate lanciamissili portaelicotteri classe Maestrale, in sostituzione delle unità Centauro e Bergamini; 6 aliscafi tipo Sparviero; 1 rifornitore di squadra classe Stromboli da affiancare a quella già prevista dal programma ordinario; 1 nave dassalto anfibio; 10 cacciamine di nuova progettazione; 1 nave salvataggio. La legge navale che dava attuazione al programma venne approvata dal Parlamento il 22 marzo 1975[30] con unampia maggioranza e si rivelò di grande importanza anche per lindustria cantieristica nazionale. Aliscafo classe Sparviero Il programma a medio termine da portare avanti con la maggior parte degli stanziamenti ordinari prevedeva la realizzazione di quattro fregate lanciamissili classe Lupo, due sottomarini classe Nazario Sauro, otto aliscafi classe Sparviero una rifornitrice di squadra classe Stromboli, una nave idrografica e altro naviglio duso locale impegnando così 735 miliardi di lire delle 1.000 totali previste dalla legge navale[33]. Con i restanti 235 miliardi di fondi[33] lo stato maggiore preferì concentrare le risorse disponibili sulle costruzione di nuove unità navali come il nuovo incrociatore portaeromobili Garibaldi e un gruppo di quattro cacciamine di nuova concezione[33], limitando al massimo i lavori di ammodernamento sul naviglio in servizio. Allepoca il Garibaldi veniva definito incrociatore tuttoponte, anche a causa del regio decreto n. 645 del 28 marzo 1923, atto costitutivo della Regia Aeronautica, che in forza ad esso veniva a comprendere tutte le Forze Aeree Militari del Regno e delle colonie dellEsercito e della Marina[34], pertanto Esercito e Marina non potevano possedere propri velivoli. Lavvento degli elicotteri, non esistenti allepoca del decreto in questione, permise alla Marina di dotarsi comunque di una propria componente ad ala rotante, mentre per gli aerei antisommergibile (comunque in forza allAeronautica Militare) si ricorreva ad equipaggi misti Aeronautica/Marina. Solo successivamente verrà rinominato portaerei. La fine del decennio vide la Marina Militare impegnata, nellestate del 1979, in unazione umanitaria lontano dalle acque italiane in favore dei Boat people del Vietnam, quando un gruppo navale formato dagli incrociatori Vittorio Veneto e Andrea Doria e dal rifornitore di squadra Stromboli si rese fautore del salvataggio di quasi mille naufraghi nel Mar Cinese meridionale[35]. In questa occasione alla bandiera della Marina Militare venne conferita la medaglia doro per i benemeriti della salute pubblica, prima decorazione ottenuta dopo la seconda guerra mondiale. Gli anni ottanta e gli impegni internazionali[modifica | modifica sorgente] Dopo dieci anni dallapprovazione della legge navale del 1975, erano entrati in servizio la portaerei Garibaldi, due sommergibili Sauro, le otto fregate Maestrale, sei aliscafi Sparviero, i primi quattro cacciamine della classe Lerici, il secondo rifornitore di squadra tipo Stromboli e la nave salvataggio Anteo, mentre non era ancora iniziata la costruzione dei due cacciatorpediniere lanciamissili e del secondo gruppo di sei cacciamine[36]. I programmi a breve termine dello stato maggiore intanto prevedevano lammodernamento dei due Audace, e la costruzione di una terza serie di due sommergibili Sauro, di un terzo rifornitore di squadra, e di quattro corvette classe Minerva[36]. Corvetta classe Minerva La fine del decennio, vedeva lentrata in servizio nella prima parte del 1988 delle navi da sbarco San Giorgio e San Marco in sostituzione delle unità della classe Grado e sancire con la Legge 26 gennaio 1989, ratificata dal presidente Cossiga il successivo 1 febbraio, la costituzione di unaviazione navale imbarcata[37], con la scelta del velivolo che cadde sullAV-8B Harrier. Entrarono poi in servizio le corvette della 1ª serie della classe Minerva e prese il via la costruzione della 2ª serie, così come venne avviata la costruzione dei pattugliatori daltura della classe Cassiopea, la cui prima unità entrò già in servizio nel 1989, anno in cui venne avviata la costruzione dei cacciatorpediniere lanciamissili Animoso e Ardimentoso destinati a sostituire i due Impavido e vennero completati i lavori di ammodernamento, iniziati nel 1987, delle imbarcazioni Audace e Ardito. Nave da sbarco classe San Giorgio Furono questi gli anni che videro i primi impegni della Marina Militare in missioni internazionali, con linvio nellaprile del 1982 di un gruppo navale di pattugliamento, a Sharm el-Sheikh nel golfo di Aqaba, nellambito della Forza Multinazionale e di Osservatori delle Nazioni Unite per il rispetto degli accordi di Camp David. Successivamente la Marina Militare partecipò alla missione in Libano dal settembre 1982 al marzo 1984 in operazioni di pattugliamento davanti alle coste libanesi e di scorta al naviglio mercantile e militare impiegato per il trasporto dallItalia dei reparti dellEsercito e del Battaglione San Marco. Nellagosto 1984 poi, dopo che alcune esplosioni di mine navali nel Mar Rosso nella zona immediatamente a sud del Canale di Suez provocarono linterruzione della navigazione commerciale[38], la Marina Militare partecipò alle operazioni di bonifica con linvio di un gruppo navale formato da tre dragamine della classe Legni che erano stati trasformati in cacciamine e dalla nave appoggio Cavezzale[39] con funzioni di nave comando in unoperazione denominata Missione Mar Rosso. La seconda metà del decennio vide per la marina impegni sempre più gravosi nei nuovi scenari che andavano profilandosi. Se nel 1985, con lirrompere sulla scena internazionale di Michail Gorbačëv, tra est e ovest iniziava un periodo di distensione, il Mediterraneo rimaneva sempre unarea di confronto fra le due superpotenze e la diffusione dellintegralismo islamico fortemente antioccidentale ed antiamericano era causa di forti tensioni ed instabilità[39]. Con il sequestro dellAchille Lauro avvenuto il 7 ottobre 1985 ad opera di un gruppo terroristico palestinese, la mobilitazione che ne seguì, denominata operazione Margherita, vide unampia partecipazione della Marina[40], e la circostanza evidenziò la necessità di una più efficace componente aerea per il pattugliamento marittimo a largo raggio. Successivamente, in seguito alle tensioni e alla crisi tra Stati Uniti e Libia, il 15 aprile 1986 vi fu un attacco missilistico contro la stazione LORAN gestita dagli Stati Uniti sullisola di Lampedusa: lattacco evidenziò la scarsa efficacia delle rete di allarme radar e la mancanza di una qualsiasi forma di difesa contro attacchi missilistici. Scattò quindi unoperazione di dispiegamento nel Canale di Sicilia di naviglio daltura con funzioni di controllo radar denominata operazione Girasole che aveva come scopo quello di estendere quanto più possibile verso sud la sorveglianza antiaerea ed antimissile[40]. Ma un altro impegno attendeva le unità italiane e questa volta in uno scenario operativo ben più distante dalla madrepatria. Dopo anni di guerra in cui il conflitto Iran-Iraq era in situazione di stallo, il Golfo Persico era balzato alla ribalta dellopinione pubblica mondiale quando Iran ed Iraq estesero le ostilità al traffico marittimo commerciale coinvolgendo anche navi appartenenti a nazioni neutrali. Tra queste venne anche coinvolta la motonave italiana Jolly Rubino, attaccata dai Guardiani della rivoluzione iraniani[41], e la cosa spinse la Marina Militare ad inviare un contingente nellarea denominato 18º Gruppo Navale, formato da fregate, unità logistiche e cacciamine impegnate in operazioni di scorta al naviglio mercantile e di bonifica da mine navali[36]. Al termine della missione, denominata Golfo 1, la bandiera della Marina Militare venne decorata con la croce di cavaliere dellOrdine militare dItalia[39]. Gli anni novanta[modifica | modifica sorgente] Cacciatorpediniere classe De la Penne Gli anni novanta iniziarono per la Marina Militare con un ritorno nel Golfo Persico[42]. Dopo che era terminata nel settembre 1988 la guerra Iran-Iraq, il 2 agosto 1990 il Raʾīs iracheno Saddam Hussein invase il vicino stato del Kuwait in nome di unantica pretesa di Baghdad di recuperare un territorio che era stato in età più antiche dipendente dal Governatorato iracheno di Bassora in età ottomana. Linvasione provocò le immediate sanzioni da parte dellONU che lanciò un ultimatum, imponendo il ritiro delle truppe irachene. La richiesta non conseguì risultati e il 17 gennaio 1991 iniziò la Guerra del Golfo e le navi della Marina Militare si trovarono a far parte della coalizione internazionale. Dislocate nelle acque del Golfo Persico, le unità italiane assicurarono, in concorso con le altre forze multinazionali, lapplicazione delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, partecipando al controllo dellembargo, conducendo azioni di controllo del naviglio sospetto e potenzialmente ostile. Successivamente, durante la fase delle operazioni militari, le unità italiane in concorso con altre forze navali contribuirono alla protezione diretta delle principali unità della forza multinazionale. Al termine delle operazioni militari poi, ripresero lattività di embargo, partecipando allo stesso tempo alla bonifica delle acque del Golfo dai campi minati. Per questa missione, durata esattamente un anno e terminata nellagosto del 1991, la bandiera della Marina Militare venne nuovamente decorata con la croce di cavaliere dellOrdine militare dItalia. La missione nel suo complesso ha comportato 385 giornate di navigazione e 1.200 ore di volo da parte dei 12 elicotteri imbarcati[43]. Pattugliatore di squadra Bersagliere della classe Soldati Successivamente la Marina Militare prese parte insieme allEsercito e allAeronautica con linvio del Battaglione San Marco alla missione Ibis svolta tra il maggio 1993 e il marzo 1994 nellambito della missione delle Nazioni Unite UNOSOM II, che a sua volta era parte delloperazione Restore Hope il cui compito era quella di fornire, facilitare e proteggere gli aiuti umanitari in Somalia e il monitoraggio del cessate il fuoco ottenuto con la mediazione ONU nel conflitto civile somalo nei primi anni novanta. Pattugliatore di squadra Comandante Foscari Altro fronte in cui le unità della Marina Militare sono state impegnate è quello della lotta allimmigrazione clandestina in Adriatico e nel canale di Sicilia. Nellambito della lotta allimmigrazione selvaggia ed in seguito alla crisi scoppiata in Albania, nel 1997 si svolse loperazione Alba che vide la partecipazione in varia misura di undici nazioni, con lo sbarco di truppe e mezzi oltre che di aiuti umanitari alla popolazione albanese. Questa fu la prima missione internazionale a guida italiana e la Marina vi partecipò con le proprie unità e con unità della Guardia Costiera per la parte marittima e contribuendo con il Battaglione San Marco alle operazioni terrestri. Al termine della missione, svoltasi dal 3 marzo al 12 agosto 1997, la bandiera della Marina Militare venne ancora una volta decorata con la croce di cavaliere dellOrdine militare dItalia. Il Battaglione San Marco è stato presente anche in Cossovo[44] e in Eritrea come deterrente durante la guerra con lEtiopia, mentre nel 1999 un gruppo di incursori del COMSUBIN trasportato dalla nave San Giusto è stato inviato nella zona della crisi di Timor Est. Per quanto riguarda le unità in servizio linizio del decennio vide lentrata in scena della 2ª serie della classe Minerva e della 2ª serie della classe Cassiopea e luscita di scena dei Doria e dei due Impavido. Nel 1993 entrarono in servizio i due cacciatorpediniere De la Penne; nel 1991 veniva avviata la costruzione di una terza unità anfibia, il San Giusto, entrato in servizio nellaprile del 1994. Nel 1995 iniziò la costruzione del terzo rifornitore di squadra, battezzato Etna ed entrato in servizio nel 1998, mentre tra il 1994 e il 1996 sono entrate in servizio quattro unità della classe Soldati. Per quanto riguarda i sommergibili, la Marina procedette alla realizzazione di una 4ª serie della classe Nazario Sauro. Gli anni duemila[modifica | modifica sorgente] In seguito allintervento americano in Afghanistan, principale base dellorganizzazione terroristica al-Qaida, che ha portato allabbattimento del regime dei talebani, lItalia è presente in Afghanistan nellambito dellISAF, la forza internazionale per il mantenimento della pace con base a Kabul, con reparti dellEsercito e per la Marina Militare del Battaglione San Marco. Nel corso del 2005 lItalia si è trovata al comando di quattro missioni multinazionali: in Afghanistan, in Bosnia ed Erzegovina, in Kosovo e in Albania. Sottomarino Salvatore Todaro La Marina ha partecipato ampiamente alla lotta al terrorismo prendendo parte, oltre che con il battaglione San Marco, con le sue unità navali alle operazioni Active Endeavour nel Mediterraneo, Antica Babilonia nel Golfo Persico, Enduring Freedom nel Golfo Persico e nelloceano Indiano e partecipando alla lotta alla pirateria ed in difesa dei traffici marittimi e della libertà di navigazione nella zona del corno dAfrica e del Golfo di Aden contro le incursioni dei pirati somali, fornendo anche i nuclei militari di protezione da imbarcare nelle navi civili italiane per garantirne la sicurezza[45]. Tutte le principali unità della Marina Militare hanno preso parte a queste missioni, svolte sotto legida della UE come loperazione Atalanta[46] o come loperazione Ocean Shield della NATO[47], e tuttora vengono dispiegate unità navali a questo scopo. La portaerei Cavour Nellestate 2006 la Marina Militare è stata una delle prime marine militari ad intervenire nella crisi del Libano. Il cacciatorpediniere Luigi Durand de la Penne[48], in esercitazione in Grecia, è stata tra le prime unità neutrali ad entrare nel porto di Beirut per levacuazione dei connazionali ed altri europei verso lisola di Cipro con due viaggi[49]. A settembre, sotto legida dellONU allinterno della missione UNIFIL 2, le navi Garibaldi, San Giusto, San Marco e San Giorgio, in pratica lintera flotta tuttoponte, scortate dalla corvetta Fenice, hanno sbarcato sulla spiaggia di Tiro la forza dingresso, cioè le truppe anfibie della nuova Forza di Proiezione dal Mare (FPM) composte dal Battaglione San Marco e dai Lagunari dellEsercito[50]. Nuove sono le navi della classe Orizzonte denominate Andrea Doria e Caio Duilio, varate a Riva Trigoso rispettivamente il 14 ottobre 2005 e 23 ottobre 2007. La prima unità è stata consegnata il 22 dicembre 2007[51] e dopo le prove in mare è pienamente operativa da giugno 2008, mentre la seconda unità è stata consegnata il 3 aprile 2009[52] diventando pienamente operativa nel 2010. Il Vittorio Veneto, non più operativo dal 2003 ed andato in disarmo nel 2006[53] I sottomarini Enrico Toti e Dandolo sono invece diventati due sommergibili-museo. Il 10 giugno 2009 è entrata in servizio la nuova portaerei Cavour, che si affianca alla portaeromobili Garibaldi. Dal 25 marzo 2011 la Marina Militare ha fornito appoggio alloperazione Unified Protector della NATO per rendere effettivo lembargo navale alla Libia di Gheddafi.[54] Per quanto riguarda lammodernamento della flotta il progetto più importante è quello sviluppato in cooperazione con la Francia con il programma per le fregate multiruolo FREMM; nel 2012 è stata consegnata la prima fregata in versione General Purpose, a cui ne seguiranno altre quattro in versione antisommergibile e infine una sesta fregata versione General Purpose[55]. LAviazione Navale dovrebbe acquisire in futuro i caccia F-35B in versione STOVL (Short Take Off and Vertical Landing)[56] mentre, per quel che concerne larma subacquea, due nuovi sommergibili della classe U-212 dovrebbero essere pronti per il 2015-2016.[57] Il capo di stato maggiore della Marina dal 2006 al 2010 ammiraglio di squadra Paolo La Rosa (sulla sinistra) Al processo di ammodernamento si è comunque affiancata una revisione dello strumento militare per far fronte alla carenza di fondi dovuta alla crisi economica iniziata nel 2008: è previsto uno snellimento dello stato maggiore trasferendo tutti i compiti operativi al comando della Squadra Navale (CINCNAV), laddestramento di tutto il personale verrà centralizzato in Ancona nel nuovo Comando Scuole, mentre tutto ciò che concerne la logistica spetterà al Comando Logistico di Napoli, già Ispettorato per il supporto logistico e dei fari - NAVISPELOG, a cui andrà anche la cura dei fari e del segnalamento marittimo; entro il 2018 inoltre la Marina Militare prevede di avere ventidue unità navali in meno[58]. Struttura ed organizzazione[modifica | modifica sorgente] La Marina Militare dipende, gerarchicamente, come le altre forze armate, dal Presidente della Repubblica Italiana, che è, sulla base della Costituzione, comandante in capo delle forze armate, e, operativamente, dal Ministero della difesa, attraverso lo stato maggiore della difesa. La marina possiede poi un proprio autonomo stato maggiore, dal quale dipendono la Squadra Navale, gli arsenali militari marittimi, lAccademia Navale e gli altri enti militari marittimi. Organizzazione territoriale periferica[modifica | modifica sorgente] Hanno giurisdizione sul litorale dello Stato, per i servizi della Marina militare, i seguenti tre Comandi in capo di dipartimento militare marittimo e tre Comandi militari marittimi autonomi: Comando in capo del dipartimento militare marittimo dellAlto Tirreno (MARIDIPART - La Spezia); Comando in capo del dipartimento militare marittimo dello Ionio e del Canale dOtranto (MARIDIPART - Taranto); Comando in capo del dipartimento militare marittimo dellAdriatico (MARIDIPART - Ancona); Comando militare marittimo autonomo della Sicilia (MARISICILIA - Augusta); Comando militare marittimo autonomo della Sardegna (MARISARDEGNA - Cagliari); Comando militare marittimo autonomo della Capitale (MARICAPITALE - Roma). Organizzazione delle forze operative[modifica | modifica sorgente] Tutte le unità navali e le forze operative tranne le forze speciali dipendono dal Comando in Capo della Squadra Navale (CINCNAV), a sua volta sottoposto al Capo di stato maggiore della Marina. Si espanda il cassetto per vedere lorganigramma della Marina Militare. ▼ mostra Naval Ensign of Italy.svg Organigramma della Marina Militare[59] La flotta[modifica | modifica sorgente] Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi flotta della Marina Militare e CINCNAV. Il cacciatorpediniere Luigi Durand de la Penne Nave scuola Amerigo Vespucci Nel 2013 la flotta della Marina Militare si compone di 70 unità principali[64]: 1 portaerei STOVL; 1 portaeromobili STOVL[65]; 4 cacciatorpediniere lanciamissili; 1 fregata FREMM (dal settembre 2012 con la consegna della Carlo Bergamini) 8 fregate classe Maestrale 3 pattugliatori di squadra; 8 corvette; 4 pattugliatori daltura, classificati come Nuove Unità Minori Combattenti; 6 pattugliatori OPV (Offshore Patrol Vessels) (4 classe Cassiopea I e 2 Classe Cassiopea II); 4 pattugliatori costieri; 6 sottomarini (4 della classe Sauro e 2 della classe Todaro[66][67]); 3 navi dassalto anfibio; 2 navi rifornimento di squadra; 1 unità supporto polivalente; 12 cacciamine. Il resto della flotta comprende 11 navi scuola, 4 navi daddestramento, 6 navi costiere da trasporto, 2 navi da trasporto acqua, 4 navi da trasporto gasolio, 3 navi per esperimenti e test di nuove attrezzature, 3 navi idrografiche, 1 nave oceanografica, 2 mezzi da sbarco, 7 cisterne portuali per acqua e combustibili, 4 mezzi per il trasporto personale, 2 mezzi per il trasporto e prove di armi subacquee, 1 mezzo per il mototrasporto, 19 bacini galleggianti, 51 rimorchiatori, 1 nave per il salvataggio, 13 motocisterne e 5 navi per il trasporto fari. Aviazione Navale[modifica | modifica sorgente] Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Aviazione Navale. LAviazione Navale nasce ufficialmente il 1º agosto 1956 con la costituzione del 1º Gruppo elicotteri dotato di AB-47G, affiancati nel tempo dagli AB-47J-3[68]. La nave Luigi Rizzo della classe Carlo Bergamini servì da test operativi e divenne così la prima nave al mondo a poter imbarcare e ricoverare un elicottero. Nel marzo 1959 arrivarono dei SH-34 tramite il Mutual Defense Assistance Program (MDAP) stipulato con gli Stati Uniti.[69] Lo stesso programma fece arrivare in Italia ventiquattro bombardieri Curtiss S2C-5 Helldiver equipaggiati con apparecchiature per la lotta antisommergibile; gli Stati Uniti si offrirono di addestrare i piloti della Marina, ma lAeronautica Militare sulla base della legge del 1937 ancora vigente si oppose. I primi Helldiver italiani tuttavia vennero lanciati dalla portaerei Midway[70]; questi velivoli giunti in Italia nel settembre del 1950 vennero presi in carico dallAeronautica Militare ed inquadrati nell86º Gruppo Antisom presso laeroporto di Grottaglie[71]. Da allora i piloti della Marina Militare hanno utilizzato vari mezzi ad ala rotante dapprima, per una legge del periodo fascista che impediva alla Marina di possedere aerei, e poi ad ala fissa con lacquisizione degli AV-8 B Harrier Plus in forza al GRUPAER (Gruppo Aerei imbarcati) di MARISTAER-Grottaglie e imbarcati inizialmente sulla portaerei Garibaldi e in seguito anche sulla Cavour[72]. Altri aeromobili in uso, basati oltre che a Grottaglie anche a Luni e a Catania, sono il Piaggio P180 Avanti, lAgusta-Bell AB 212 ASW, il Sikorsky SH-3D Sea King e lAgustaWestland AW101[73]. Forza da sbarco[modifica | modifica sorgente] Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Brigata San Marco. Il Reggimento San Marco con il Reggimento Carlotto e il Gruppo mezzi da sbarco, hanno costituito fino al 1º marzo 2013 la forza da sbarco della Marina, che, insieme al Reggimento lagunari Serenissima in forza allEsercito Italiano, formano la componente anfibia delle forze armate italiane. Da quella data è stata costituita la Brigata Marina San Marco, basata su tre reggimenti di fanteria di marina e dal Gruppo mezzi da sbarco[74], integrata nella Forza di proiezione dal mare. Le origini risalgono al Reggimento Real Navi del Regno di Sardegna. Una brigata di fanteria di marina venne schierata durante la prima guerra mondiale nei ranghi della 3ª Armata del duca dAosta e varie batterie costiere appoggiarono la fanteria dellesercito; la brigata non era costituita come reparto ufficiale, tanto che la fanteria di marina verrà riformata solo a guerra finita, ma compagnie di marinai fucilieri (che era il nome della specializzazione dopo la riforma attuata da Benedetto Brin) combatterono a Grado e a Cortellazzo[75]. Questultimo è appunto il nome del battaglione logistico dellattuale reggimento Carlotto, intitolato ad Ermanno Carlotto caduto durante la rivolta dei Boxer, che svolge funzioni di scuola e logistica, ed è abbinato al Reggimento San Marco nella Forza da Sbarco della Marina Militare. Nel corso dei decenni gli uomini del San Marco sono stati di volta in volta organizzati come battaglione, reggimento o brigata. La Brigata Marina San Marco è forte di tre reggimenti: uno destinato ad operare in contesti operativi anfibi e terrestri, un altro specializzato nellabbordaggio delle navi e del controllo del traffico mercantile, e un terzo con compiti di formazione, di difesa delle installazioni e di rappresentanza.[76] Forze speciali[modifica | modifica sorgente] Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Comando subacquei ed incursori. Per quello che riguarda le forze speciali, la Marina si avvale del Raggruppamento Subacquei ed Incursori Teseo Tesei diviso in Gruppo Operativo Incursori (GOI) e Gruppo Operativo Subacquei (GOS). Le loro origini risalgono alla Xª Flottiglia MAS della seconda guerra mondiale che venne riorganizzata a partire dal 1952 con vari nomi, fino ad adottare quello attuale di COMSUBIN assunto nel 1961 e da cui dipendono i due gruppi operativi[77]. Corpi della Marina Militare[modifica | modifica sorgente] Ingresso dellArsenale Militare Marittimo di La Spezia La Marina Militare è divisa in sette corpi[78] elencati per ordine gerarchico[79]: Corpo di stato maggiore (SM); Corpo del genio navale (GN); Corpo delle armi navali (AN); Corpo sanitario militare marittimo (MD)+(FM); Corpo di commissariato militare marittimo (CM); Corpo delle capitanerie di porto - Guardia Costiera (CP) Corpo degli equipaggi militari marittimi (CEMM) Arsenali e musei[modifica | modifica sorgente] Il Museo storico navale situato vicino allarsenale di Venezia La Marina Militare possiede tre arsenali per il ricovero e la manutenzione della flotta[80]: Arsenale militare marittimo di La Spezia; Arsenale militare marittimo di Taranto, il distaccamento di Brindisi; Arsenale militare marittimo di Augusta. È invece dismessa la funzione di arsenale militare per lArsenale di Venezia, mentre la gestione dellArsenale di Messina è passata allAgenzia industrie difesa. La Marina possiede due musei navali: il Museo tecnico navale di La Spezia e il Museo storico navale di Venezia; sono aperti al pubblico e di proprietà della Marina anche il Castello Aragonese di Taranto e la sala museale contrammiraglio Guglielmo Marconi di Ancona[81]. Gradi e qualifiche[modifica | modifica sorgente] Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi gradi e qualifiche della Marina Militare. Come per le altre forze armate il personale è diviso in ufficiali, sottufficiali, graduati e truppa. Sulla divisa invernale ordinaria, sulla grande uniforme invernale, sulla uniforme di sera invernale e sul cappotto, sia maschili che femminili, gli ufficiali indossano il distintivo di grado sul paramano, i sottufficiali marescialli sulla controspallina, mentre gli altri gradi indossano il distintivo sulla manica tra gomito e spalla. Sulluniforme di servizio estiva bianca e sulluniforme da lavoro di mezza stagione il distintivo di grado è indossato sulla controspallina. Sottufficiali e truppa mostrano, assieme al distintivo di grado, anche un distintivo di categoria. Categorie e specialità[modifica | modifica sorgente] ▼ mostra Naval Ensign of Italy.svg Categorie e specialità della Marina Militare Enti di formazione e reclutamento[modifica | modifica sorgente] La Marina Militare si avvale, nella formazione del personale, dei seguenti enti[83], che sono alle dipendenze dellIspettorato Scuole della Marina Militare: Istituto di Studi Militari Marittimi di Venezia, per la formazione e laggiornamento degli ufficiali comandanti; Accademia Navale di Livorno, per la formazione universitaria dei quadri ufficiali; 74º Gruppo navale addestrativo Scuola Sottufficiali di Taranto e La Maddalena, per la formazione dei quadri sottufficiali; Scuola navale militare Francesco Morosini di Venezia, per la istruzione secondaria di stampo militare; Scuola Sommergibili di Taranto per la selezione e la formazione dei futuri sommergibilisti. La formazione del personale per quel che riguarda linformatica e le telecomunicazioni è fornita presso il centro interforze Scuola Telecomunicazioni delle forze armate (STELMILIT) a Chiavari. Oltre a ciò vi è il centro di selezione di Ancona[84] e il Centro sportivo remiero di Sabaudia (MARIREMO, il cui scopo è allenare gli atleti della Marina nelle discipline sportive del pentathlon navale, del canottaggio, della canoa e del kayak)[85] da cui dipendono le navi scuola Corsaro II, Stella Polare, Orsa Maggiore, Capricia e Caroly. Il personale volontario in ferma prefissata di un anno viene addestrato presso il Centro Selezione Addestramento e Formazione del Personale Volontario della Marina Militare (MARICENTRO) di Taranto.[86] I fari[modifica | modifica sorgente] La Marina Militare gestisce anche i fari disposti lungo le coste italiane, inclusa quindi anche la Lanterna di Genova. Il Servizio dei Fari e del Segnalamento Marittimo, secondo la sua denominazione completa, opera al servizio dei naviganti civili e militari, in dipendenza dalla Marina Militare dal 1910, anno in cui la competenza passò allallora Regia Marina dal Ministero dei Trasporti[87]. Il servizio è gestito con personale civile e militare, ed è diviso in cinque zone, La Spezia, Venezia, Taranto (con sezione distaccata a Napoli), La Maddalena e Messina, più un ufficio tecnico dei fari a La Spezia e un ispettorato per il supporto logistico e dei fari a Roma, da cui dipendono tutti i comandi di zona (a loro volta dipendenti anche dai vari comandi e dipartimenti militari marittimi) e il già citato ufficio tecnico[87]. Il Servizio dispone di 157 fari e 667 fanali (comprese mede e boe)[87]. Una nave di rilevanza storica fu la Rampino, che servì sotto tre marine militari e venne dismessa nel 1976. Missioni internazionali[modifica | modifica sorgente] Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi forze armate italiane#Operazioni internazionali. Oltre alla partecipazione di unità navali ed aliquote della forza da sbarco a missioni a termine, esistono alcune missioni permanenti in ambiente NATO, UE o bilaterale. Tra queste, occasionalmente la Standing NATO Response Force Mine Countermeasures Group 1 navigante in oceano Atlantico e formata da sei a dieci unità secondo le disponibilità ed i compiti[88]; permanentemente la Standing NATO Maritime Group 2 (ex STANAVFORMED, STAnding NAVal FORce MEDiterranean[89]), una formazione navale permanente della NATO con sede nel Mediterraneo formata da una unità per ogni paese NATO nel Mediterraneo più navi di altri paesi dellalleanza. Il comando viene esercitato a turno da un ammiraglio di un paese partecipante; permanentemente la Standing NATO Response Force Mine Countermeasures Group 2 (SNMCMG2)[90]), una formazione navale permanente della NATO con sede nel Mediterraneo formata da unità cacciamine e di appoggio di vari paesi NATO operanti nel Mediterraneo. Il comando viene esercitato a turno da un comandante di un paese partecipante e la forza opera prevalentemente ma non esclusivamente nel Mediterraneo, anche in paesi al di fuori della NATO. Le due formazioni SNMCMG partecipano alloperazione Ocean Shield (NATO, ma su mandato ONU), che mette in campo tre combined task force, CTF 150, CTF 151 e CTF 152, per operazioni di contrasto alla pirateria nel Mar Rosso e nel Mare Arabico[91]). permanentemente la Multinational Force and Observers (MFO), formata esclusivamente da parte italiana per la componente navale fin dalla sua costituzione, avvenuta il 25 aprile 1982, da una flottiglia di pattugliatori costieri. Attualmente il Decimo Gruppo Navale Costiero (Comgrupnavcost 10) con sede a Sharm el-Sheikh conta su tre pattugliatori della classe Esploratore[92]); permanentemente la Forza anfibia italo-spagnola (SIAF), componente navale, e la Forza italo-spagnola da sbarco (SILF), componente da sbarco su base reggimento, attivate nel novembre 1998 dopo la firma di un accordo nel 1996[93]. Tradizioni[modifica | modifica sorgente] Lo stemma e le bandiere della Marina italiana[modifica | modifica sorgente] Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Stemma della Marina Militare. [mostra] V · D · M Naval Ensign of Italy.svg Bandiere navali della Marina Militare Lincrociatore Giuseppe Garibaldi a Napoli nellestate 1947, con la bandiera precedente alladozione della nuova insegna navale Lo stemma della Marina Militare venne ideato nel 1939 dallammiraglio, nonché sottosegretario di Stato per la Marina, Domenico Cavagnari, ed è composto da uno scudo diviso in quattro quarti, ognuno dei quali occupato dal blasone di unimportante repubblica marinara (Amalfi, Genova, Pisa e Venezia): nel primo quarto, su sfondo rosso, il leone alato simbolo di San Marco, nel secondo quarto la croce rossa su fondo bianco di Genova, nel terzo quarto la croce bianca su fondo blu di Amalfi e, nellultimo quarto, la croce bianca su fondo rosso simbolo di Pisa, il tutto sormontato da una corona turrita e rostrata che deriva dallemblema che il Senato romano conferiva ai comandanti vincitori di battaglie navali[98]. Bandiera della Marina Militare Lo stemma ricordava così le antiche tradizioni marinare italiane; Cavagnari scelse quattro repubbliche marinare in modo da rappresentare il nord, il centro e il sud del paese. Lo stemma, approvato nellaprile del 1941 con regio decreto, comprendeva anche lo scudo sabaudo e due fasci littori. In seguito alla proclamazione della Repubblica la bandiera della Marina Militare, privata dello stemma sabaudo, coincideva con la bandiera nazionale che pertanto venne usata come insegna navale fino al 9 novembre 1947, quando con decreto legislativo n. 1305 venne adottata la nuova insegna navale[99]. Il 29 novembre 1947 il capo provvisorio dello Stato Enrico De Nicola approvò le modifiche allo stemma, portandolo ad una forma rimasta immutata fino al dicembre 2012 quando, in seguito ad uno studio, è stato adottato uno stemma con i tratti dorigine più fedeli ai simboli delle quattro repubbliche marinare.[100] Lo stemma viene utilizzato nella bandiera della Marina Militare che, secondo il decreto legislativo n. 275 del 29 novembre 1947, è costituita dal Tricolore italiano, caricato, al centro della banda bianca, dallemblema araldico della Marina Militare, rappresentante in quattro parti gli stemmi delle Repubbliche marinare (Venezia, Pisa, Genova, Amalfi), e sormontata da una corona turrita e rostrata[98]. Sulla prua delle navi è collocato lo stellone dItalia. La Marina mercantile italiana utilizza una bandiera molto simile nel cui stemma, che non è sormontato dalla corona, il leone di san Marco regge un libro recante la frase latina «PAX TIBI MARCE EVANGELISTA MEVS» (Pace a te, Marco, mio evangelista) e non una spada. La Bandiera darma[modifica | modifica sorgente] Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi decorazioni alla Bandiera della Marina Militare. Bandiere di guerra delle forze armate italiane e della Guardia di Finanza in sfilata per la festa della Repubblica. La bandiera della Marina Militare è la seconda da destra La Bandiera darma della Marina venne concessa alle forze da sbarco della Regia Marina, con regio decreto n° 708 del 12 maggio 1939. Al termine della seconda guerra mondiale, la bandiera cambiò denominazione in Bandiera dArma della Marina Militare. Attualmente è in consegna allo Stato Maggiore della Marina ed è custodita presso linstallazione Santa Rosa di Roma, sede del Comando in Capo della Squadra Navale (CINCNAV)[101]. La Bandiera ha ricevuto diverse decorazioni. Tra di esse spiccano le due medaglie doro al valor Militare conferite al Corpo da Sbarco della Regia Marina per loccupazione della Tripolitania e Cirenaica nel 1911 e alla Regia Marina per il contributo dato durante la seconda guerra mondiale[101]. La decorazione più recente è la croce di cavaliere dellOrdine militare dItalia conferita nel 1997 per il contrasto alla criminalità e il supporto alla normalizzazione dellAlbania. Lelenco completo[101] è: Cavaliere BAR.svg 1 croce di cavaliere dellOrdine militare di Savoia; Cavaliere BAR.svg 3 croci di cavaliere dellOrdine militare dItalia; Valor militare gold medal BAR.svg 2 medaglie doro al valor militare; Valor militare silver medal BAR.svg 1 medaglia dargento al valor militare; Benemeriti della salute pubblica gold medal BAR.svg 1 medaglia doro per i benemeriti della salute pubblica. Festa della Marina Militare[modifica | modifica sorgente] La corazzata della k.u.k. Kriegsmarine SMS Szent István (Santo Stefano) affonda al termine dellimpresa di Premuda del 10 giugno 1918. Per celebrare levento la Festa della Marina Militare si tiene il 10 giugno di ogni anno La Festa della Marina Militare è stata formalmente istituita il 13 marzo 1939: il giorno in cui celebrare tale ricorrenza, il 10 giugno, fu scelto in ricordo dellimpresa di Premuda, nella quale il comandante Luigi Rizzo con due MAS affondò la corazzata austriaca Szent István[102]. Prima di tale data (ed anche fra il 1950 e il 1963 compresi) la festa della Marina era celebrata il 4 dicembre, nel giorno dedicato alla patrona della Marina Militare, Barbara di Nicomedia. Fu lallora capo di stato maggiore della Marina Ernesto Giuriati a convincere il ministro della Difesa Giulio Andreotti a riportare la giornata celebrativa alla più significativa data del 10 giugno. Dal 1945 al 1949 la festa non è stata commemorata[102]. La preghiera del marinaio[modifica | modifica sorgente] Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Preghiera del marinaio. Nella tradizione della Marina Militare la preghiera del marinaio è il testo che viene letto a bordo delle navi in navigazione, sia nel corso della cerimonia dellammaina bandiera che al termine delle messe; la preghiera è letta dallufficiale più giovane a bordo; a terra il testo viene letto al termine delle funzioni religiose celebrate in suffragio dei marinai deceduti. Il testo della preghiera fu composto dallo scrittore Antonio Fogazzaro nel 1901 dietro sollecitazione del vescovo di Cremona Geremia Bonomelli[103] e venne recitato per la prima volta nel marzo dello stesso anno sulla nave Giuseppe Garibaldi, in quel momento ai comandi del capitano di vascello Cesari Agnelli; la lettura della preghiera fu resa obbligatoria a partire dal 1909 in seguito al rapido diffondersi della tradizione[104]. Banda della Marina Militare[modifica | modifica sorgente] Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Banda Musicale della Marina Militare. Il Corpo Musicale della Marina Militare è stato costituito nel 1870 a La Spezia ed è uno dei più antichi complessi bandistici militari italiani. A partire dal 1965 è stato trasferito a Taranto e infine a Roma dove si trova tuttora. I suoi 102 musicisti, con al vertice un capitano di fregata, svolgono i loro compiti sia nel territorio nazionale che allestero[105]. Notiziario della Marina[modifica | modifica sorgente] Il Notiziario della Marina è un mensile della Marina Militare fondato nel 1954[106]. Organo informativo interno (giornale aziendale) alla forza armata, ha lo scopo di informare il personale dipendente e le rispettive famiglie sulle attività della Marina Militare. I suoi numeri riportano uno spaccato della storia della Marina e sono oggetto anche di discussioni sui forum di appassionati[107]. Note[modifica | modifica sorgente]
Posted on: Mon, 04 Nov 2013 17:05:42 +0000

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