Nisargadatta Maharaj diceva la stessa cosa di Swami PremAnanda: - TopicsExpress



          

Nisargadatta Maharaj diceva la stessa cosa di Swami PremAnanda: che gli occidentali erano più pronti a recepire il suo insegnamento essenziale, assoluto, privo di fronzoli e ritualità. Infatti da lui veniva una prevalenza di occidentali. PremAnanda segue una via di abbandono a Shakti, noi ci abbandoniamo alla Coscienza; sembrano cose diverse, ma invero sono la stessa cosa! Per Sri Ramana Shakti e Coscienza sono sinonimi. Egli l’ha dichiarato a chiare lettere più volte. Cito solo tre passi che mi vengono in mente: Conversazione (Talk) 195: R. — Voi praticate il controllo del respiro. Il controllo meccanico del respiro non condurrà alla meta, è soltanto un aiuto. Mentre lo praticate meccanicamente badate ad essere vigile, a ricordare il pensiero ‘io’ e a cercarne la sorgente. Allora scoprirete che laddove sprofonda il respiro, là nasce il pensiero ‘io’. Essi scompaiono e sorgono insieme. Verrà il giorno in cui il pensiero ‘io’ scomparirà insieme al respiro. Allo stesso tempo si manifesterà un altro ‘Io-Io’ [l’Io Sono universale], luminoso ed infinito, che sarà continuo e ininterrotto [sahaja samadhi]. È la meta, chiamata in nomi diversi: Dio, Sé, Kundalini Shakti, Coscienza, Yoga, Bhakti, Jnana ecc. Conversazione 90: Nei primi stadi [dell’autoindagine] la mente riprende la ricerca dopo lunghi intervalli. Con la pratica costante vi ritorna a intervalli sempre più brevi, in ultimo non vaga più. È allora che si manifesta la Shakti assopita. La mente sattvica è libera dai pensieri, mentre la mente rajasica ne è piena. La mente sattvica si fonde nella Corrente Vitale [Shakti, che è preesistente]. Conversazione 89: Kapura arati (la cerimonia del fuoco) simboleggia l’incendio della mente mediante l’illuminazione, la vibbuti (la cerimonia della cenere sacra) rappresenta Shiva (l’Essere Assoluto) e il kumkum (la polvere vermiglia) simboleggia la Shakti (la Coscienza). Lo Jnani vede nella Coscienza la matrice di tutti i fenomeni e come questi nascano e muoiano in essa. Allo stesso modo l’adoratore dell’Energia Universale vede Shakti. Morire, morire, morire… come ente, come essere umano, come io individuale, questo è il punto! E questa è anche la difficoltà, perché non vi è niente di umano. Ricordate gli ossari nelle visioni di PremAnanda prima che il suo Maestro gli riconoscesse lo stato di Avadhuta? Essi simboleggiavano la morte di tutte le identificazioni che rendono (in apparenza) un Avadhuta un corpo o essere mortale. Osserva te stesso e vai dietro all’osservatore. Dopo aver passato molte identificazioni a ritroso troverai che il vero osservatore è persino fuori dall’esistenza, fuori dalla coscienza stessa, persino fuori da Shakti. È Shiva, cioè il vero TU. Non lo potrai conoscere, vedere… perché sei tu stesso. Solo il silenzio, la pace, il distacco, al di là dell’esistere e del non esistere. Questo è l’Avadhuta, questo è lo Jnani. Jai PremAmananda, most welcom among immortals
Posted on: Wed, 23 Oct 2013 16:03:21 +0000

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