Nuova iniziativa per i richiedenti asilo Con l’apertura di un nuovo cantiere a Torino si rafforza l’impegno della Diaconia valdese nell’ambito dell’accoglienza e dell’inserimento di richiedenti asilo e rifugiati. Niente calcestruzzo, né cemento colato: è un cantiere sociale. Nel frattempo siamo arrivati alla conclusione dell’ultima fase del progetto iniziato nel 2011 con l’Emergenza Nord Africa in val Pellice: 4 dei 14 richiedenti asilo provenienti dalla Nigeria e dal Ghana si sono stabiliti nel territorio pinerolese (due collaborano con i servizi della Diaconia), gli altri sono altrove, in Italia e all’estero. Complessivamente il bilancio è positivo, benché l’attuale situazione economica non faciliti le possibilità di accesso dei rifugiati al mercato del lavoro in Italia, soprattutto per coloro che non dispongono di particolari competenze tecniche e relazionali. Mentre si stava chiudendo quell’esperienza, a tratti faticosa ma formativa, durante la quale è stato possibile sperimentare metodologie e analizzare criticamente il processo di lavoro, è partito il nuovo cantiere torinese, che prende le mosse dalla collaborazione fra Diaconia valdese e chiesa valdese di Torino. Quest’ultima da anni gestisce un servizio settimanale di sportello di accoglienza e informazione e altre attività (corsi di italiano e percorsi di cittadinanza). Un altro partner è Mosaico-Azioni per i rifugiati, associazione nata nel 2007 a Torino per iniziativa di un gruppo di rifugiati originari di diversi paesi, il cui presidente è Berthin Nzonza, membro attivo della chiesa valdese del capoluogo piemontese. Il Comune di Torino ha da poco ottenuto l’ampliamento dei posti disponibili nell’ambito dello Sprar, il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati istituito dal ministero dell’Interno con l’Associazione nazionale dei comuni italiani (Anci) e l’Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati (Unhcr). È in questo contesto che si inserisce il progetto della Diaconia valdese, che ha provveduto a identificare alcuni appartamenti nei quali, spesso dopo diversi mesi di attesa in strutture collettive, hanno trovato una casa dieci richiedenti asilo e rifugiati provenienti da Eritrea e Gambia. Altri quattro posti sono stati messi a disposizione in collaborazione con il foyer Ywca (Young Women Christian Association). Referente del progetto a Torino è un’operatrice sociale, Debora Boaglio, coadiuvata da un mediatore culturale, Yagoub Kibeida, che si avvarranno di altri mediatori linguistici e consulenti (psicologa, avvocato). Un punto di domanda riguarda la durata del progetto: il finanziamento è attualmente assicurato fino alla fine del 2013, un periodo di tempo molto breve durante il quale sembra difficile avviare adeguati percorsi formativi e di inserimento lavorativo. Sul fronte della formazione e della rete internazionale, la Diaconia valdese, insieme a Diakonisches Werk di Karlsruhe, Entraide Protestante di Tolosa e Chiesa luterana ungherese, ha presentato un progetto che è stato finanziato come partnership di apprendimento Grundtvig (programma comunitario «Lifelong Learning»). Il progetto prevede un piano di ricerca e visite di studio nei diversi contesti operativi di lavoro con migranti, richiedenti asilo e rifugiati. I primi due workshop si sono tenuti a Budapest, nel mese di febbraio, e Karlsruhe, a giugno. In Germania la delegazione italiana era composta, oltre che dal sottoscritto, da Precious Mordi, già beneficiaria del progetto Emergenza Nord Africa, Berthin Nzonza e Federica Brizi, del Servizio Rifugiati e migranti della Fcei; all’incontro ha partecipato anche Marta Sappè Griot, volontaria della Diaconia valdese all’Oberkirchenrat della Chiesa protestante del Baden e al Centro per i diritti umani di Karlsruhe. I prossimi due appuntamenti saranno il terzo workshop a Torino (in ottobre) e la conferenza finale a Tolosa nella primavera 2014. * Coordinatore progetto rifugiati Torino – Csd Diaconia valdese
Posted on: Fri, 26 Jul 2013 05:47:55 +0000
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