OBAMA “Demitizzato”: da “sì, possiamo” [Yes, we can] a - TopicsExpress



          

OBAMA “Demitizzato”: da “sì, possiamo” [Yes, we can] a “sì, spiamo” La cittadinanza statunitense contro il governo nel caso Snowden Vorrei che la stampa industriale statunitense la smettesse di dire che “gli USA” stanno “pressando” e “attaccando Cina e Russia” (uso una tipica citazione dai titoli del New York Times di oggi) nel suo tentativo di estradare la “talpa” della “sicurezza nazionale” Eric Snowden. Per favore! Sono un cittadino contribuente degli Stati Uniti e non ho problemi con il tentativo eroico del denunciatore Eric Snowden di rivelare le sfrontate violazioni, da parte del “mio” governo, dei diritti dei cittadini sanciti dal Quarto Emendamento (quelli contro le perquisizioni e gli arresti irragionevoli) mediante il rilevamento e la raccolta di enormi quantità di dati relativi alle e-mail, telefonate e ricerche su Internet quotidiane dei cittadini. Tale governo sta dando la caccia a Snowden nonostante e contro la mia opposizione. Apparentemente non sono il solo, tra i cittadini statunitensi, a mancare di entusiasmo per la campagna “degli Stati Uniti” per agguantare Snowden. Anche se i cretini del sistema, come l’indecentemente sopravvalutato editorialista del Times David Brooks, hanno stigmatizzato Snowden come “esagerato narcisista”, un’inchiesta dell’Huffington Post/YouGov ha rilevato che il 38% degli statunitensi ritiene che Snowden abbia fatto “la cosa giusta”, rispetto al 35% che ritiene che abbia fatto “la cosa sbagliata” (il 28% è “incerto”). Un sondaggio Ipsos/Reuters ha rilevato che il 31% degli statunitensi definisce Snowden un “patriota”, rispetto al solo 23% che lo definisce un “traditore” (il 54% è “incerto”). Un’indagine della CBS ha chiesto agli intervistati se erano d’accordo sul fatto che ad agenzie federali fosse consentito raccogliere dati telefonici segreti su statunitensi comuni al fine di ridurre la minaccia del terrorismo. Un 58% pieno ha disapprovato, rispetto al 38% che ha approvato. Un sondaggio Gallup ha chiesto agli intervistati cosa pensavano del fatto che il governo ottenesse dati dalle maggiori società telefoniche e Internet statunitensi per compilare elenchi delle chiamate e profili delle comunicazioni Internet dei cittadini statunitensi. Il 53% ha disapprovato contro il 37% che ha approvato. Catene surreali Ciò rappresenterebbe un’opposizione della maggioranza ai programmi per rivelare i quali Snowden ha rischiato la libertà e la vita. A quanto pare molti, in quell’antiquata categoria nota come “noi, il popolo”, hanno un’idea della “sicurezza nazionale” diversa da quella dell’ex docente di diritto costituzionale, presidente Obama (uno dei presidenti iper-liberali contro i diritti civili della storia statunitense) e del suo buon amico Dick Cheney. Abbiamo la sensazione che il padre fondatore degli USA James Madison aveva ragione nell’osservare che “le catene imposte alla libertà in patria sono sempre state forgiate con le armi messe a disposizione per la difesa contro pericoli reali, pretesi o immaginari all’estero.” Contemporaneamente Barack “non sono mica Cheney” Obama continua ad alimentare pericoli terroristici reali e immaginari – il pretesto ufficiale per il suo spionaggio epico e peggio (compresa la sua raccapricciante “lista delle persone da uccidere”, approvata personalmente) – proseguendo la terroristica “guerra globale al terrorismo” e i tremendi attacchi di droni dai quali ha recentemente cercato di prendere le distanze. C’è qualcosa di surreale (come dice Noam Chomksy) nel tentativo di Obama di giustificare la sua aggressione ai nostri diritti sanciti dal Quarto Emendamento citando la minaccia del terrorismo quando è lui ad alimentarlo … mediante il terrorismo. Ugualmente assurda è la pretesa dell’amministrazione di apprezzare il dibattito sullo spionaggio e la sorveglianza aperto dall’intervento di Snowden e da recenti rivelazioni sull’intercettazione di dati telefonici di giornalisti del Washington Post ad opera del Dipartimento della Giustizia. La Casa Bianca non vuole affatto tale dibattito. Naturalmente non sono solo i cittadini statunitensi a essere sotto la sorveglianza dello stato di polizia Obama-Cheney. Cittadini e dirigenti governativi europei e di altri paesi del mondo hanno anch’essi appreso parecchio di recente a proposito della misura in cui lo Zio Sam sta rilevando e ascoltando le loro conversazioni. Ciò non costituisce una parte minore del significativo contrasto tra il trionfale discorso di Obama davanti a 200.000 affascinati tedeschi a Berlino, nel luglio del 2008, e il suo discorso la settimana scorsa davanti a solo 5.000 ospiti invitati nella stessa città. Una settimana prima del ritorno di Obama in Germania, il giornalista della Reuters Noah Barkin ha osservato che “molti tedeschi ricordano ancora la sorveglianza a tappeto della polizia segreta comunista, la Stasi, e quando sono uscite la settimana scorsa le notizie del programma clandestino di spionaggio [globale] di Washington, il titolo preferito dei quotidiani è stato “sì, spiamo”. Scrivendo la settimana scorsa da Berlino, il giornalista della Reuters Michael Kappeler ha osservato che “molti dicono adesso che la reputazione di Obama è “macchiata” dai suoi recenti scandali di spionaggio, dal suo ampliamento della guerra al terrorismo, e dalle sfortunate realtà del mancato mantenimento di tutte le sue promesse … E’ “demitizzato” e “non è più una superstar” agli occhi dei tedeschi. Oggi è soltanto un altro leader mondiale in visita di stato …” Espressione interessante “solo un altro leader mondiale”. Obama è il massimo dirigente del più potente impero della storia mondiale e un abile politico, controllato dal sistema, che ha dato a tale impero una falsa immagine progressista in un modo che non sarebbe riuscito a nessun altro candidato all’epoca. Ma, sì, il glorioso Ba-rockstar si è logorato e molti europei devono chiedersi cosa pensavano quando gli hanno concesso il Premio Nobel per la Pace e se sia possibile revocarlo. “Sfortunate realtà del mancato mantenimento di tutte le sue promesse”? Kappeler potrebbe aver necessità di studiare il sistema politico e di potere statunitense e quella che l’ex uomo di sinistra Christopher Hitchens ha definito una volta “l’essenza della politica statunitense … la manipolazione del populismo ad opera dell’elitarismo.” I politici statunitensi di successo – i presidenti in particolare – non hanno alcuna intenzione di mantenere gli impegni dal tono ugualitario e democratico ed esternamente sentiti, spesso con le lacrime agli occhi, presi con gli elettori. L’amministrazione può deridere la pretesa della Cina e della Russia di interesse per la libertà nel “proteggere Snowden”, ma i dirigenti statunitensi eletti subordinati e invischiati senza speranza nelle dittature non elette e collegate tra loro del denaro e dell’impero nella loro stessa nazione. Rimasto invisibile Per quel che vale, ho cominciato a smitizzare il fenomeno Obama (per gli europei e altri affascinati all’estero così come per i cittadini statunitensi) nell’estate del 2004, appena due giorni dopo il discorso di apertura al Congresso Nazionale Democratico che lanciò il fenomeno Obama in patria e all’estero. (digitate su Google il mio nome e “Keynote Reflections” [riflessioni sul discorso d’apertura] se non mi credete; poi leggete il mio libro Barack Obama and the Future of American Politics [Barack Obama e il futuro della politica statunitense], scritto prevalentemente nel 2007). Niente di ciò che Barack “alle strette” Obama ha fatto per violare le promesse e l’immaginario graditi al popolo, al servizio del potere e della ricchezza concentrati mi ha mai sorpreso né ha sorpreso vasti quadri di altri attivisti e commentatori di sinistra statunitensi ufficialmente invisibili che avevano capito e avvertito a proposito in anticipo a proposito dell’essenza repressiva, profondamente conservatrice, e freddamente imperiale e neoliberale-industriale del fenomeno Obama. E’ una vergogna che le nostre scoperte e i nostri avvertimenti non siano stati raccolti e trasmessi a tutta la nazione e al mondo fin dall’inizio. Anche nei media “di sinistra”, aggiungerei. Il prossimo libro di Street, ‘They Rule: the 1% v. Democracy’ [Comandano loro: l’1% contro la democrazia] (Paradigm, gennaio 2014). Street può essere contattato all’indirizzo paul.street99@gmail Da Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo znetitaly.org Fonte: zcommunications.org/eric-snowden-the-people-and-the-demystification-of-obama-by-paul-street di Paul Street – 27 giugno 2013 - traduzione di Giuseppe Volpe
Posted on: Mon, 01 Jul 2013 06:06:52 +0000

Trending Topics



Recently Viewed Topics




© 2015