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OTTIMO articolo di VISIONE, sulle strategie ENERGETICHE IN CORSO. A cura di Gianni Silvestrini, che dal 2000 al 2002 fu Direttore generale presso il ministero dell’Ambiente e coordinò la campagna nazionale Domeniche senzauto, il programma 10.000 tetti fotovoltaici e avviò il servizio del car sharing in Italia. Grande è la confusione sotto il cielo delle rinnovabili, in Italia e non solo. Per questo è importante capire l’orizzonte strategico di queste fonti e i possibili scenari per i vari attori energetici. Partiamo da alcuni dati che rimarcano l’ampiezza delle trasformazioni in atto. Spagna: ad aprile le rinnovabili hanno coperto il 54% della produzione elettrica mettendo in tilt un sistema sovradimensionato a causa della connessione, negli ultimi anni, di ben 26.000 nuovi MW di cicli combinati, al momento totalmente inutili. Portogallo: nel primo trimestre di quest’anno oltre il 70% della generazione è stata soddisfatta dalle rinnovabili, a fronte di un calo di oltre un terzo della produzione termoelettrica. Giappone: nel primo semestre 2013 sono stati installati 3.400 MW fotovoltaici, mentre i reattori nucleari sono al momento totalmente disattivati. E potremmo continuare con i risultati di Germania, Danimarca, Cina e, per finire, dell’Italia dove boom di rinnovabili e calo della domanda hanno comportato la chiusura di diverse centrali. Per capire meglio l’entità dei cambiamenti si consideri che nel nostro Paese, ad agosto, l’elettricità verde ha coperto il 41% della produzione elettrica (con il fotovoltaico arrivato a sfiorare il 12%). Ma la corsa delle rinnovabili potrà continuare? Alcuni elementi, come la costante riduzione dei costi a fronte di difficoltà crescenti per la produzione convenzionale, sono certamente favorevoli. Dovranno però essere affrontati importanti investimenti per trasformare le reti. Decisivo sarà il contesto delle prossime negoziazioni sul clima.Il fotovoltaico, per esempio, vede 1 milione di utenze in Australia, mentre l’Europa ha superato i 3 milioni di impianti. I “prosumers” (produttori/consumatori) sono destinati ad accrescere notevolmente il loro ruolo che diventerà centrale in alcuni Paesi. Nelle zone più promettenti le rinnovabili sono già adesso competitive rispetto alla generazione convenzionale, senza incentivi. In Brasile l’eolico si è aggiudicato il 55% delle aste per nuova potenza degli ultimi tre anni con prezzi scesi del 41% rispetto al 2009. Il vento è ormai così competitivo da spiazzare centrali a gas e a carbone, tanto che il Governo di Brasilia ha dovuto creare aste particolari precluse all’eolico a protezione del termoelettrico. Anche il fotovoltaico sta iniziando a diffondersi senza incentivi. La possibilità del solare di poter competere direttamente con le bollette elettriche fa intravvedere scenari interessanti nei Paesi con alti prezzi dell’elettricità come Germania, Italia, Giappone. In Spagna gli impianti solari su edifici realizzati in grid parity si stanno già diffondendo. Si prepara inoltre la prima ondata di centrali solari destinate a immettere elettricità direttamente in rete. Sia in Spagna sia in Cile sono state avanzate richieste per molti GW per realizzare impianti con taglie di 150-500 MW. ....La questione climatica che potrà aggravare significativamente la competitività delle centrali a gas o a carbone. Se nel 2015 si raggiungerà un accordo mondiale per contenere le emissioni climalteranti, le fonti rinnovabili non potranno infatti che essere avvantaggiate....La rapidità della crescita dell’elettricità verde ha spiazzato non solo i produttori storici, ma anche i Governi di molti Paesi generando risposte diversificate, ma generalmente difensive. Al momento QUINDI prevale l’attacco alle rinnovabili e la preoccupazione per gli obiettivi al 2030 su efficienza ed energia verde. Ma fra non molto partiranno le campagne in grande stile per offrire servizi nell’efficienza e nelle rinnovabili, là dove si concentra la possibilità di massimizzare gli utili, e cambierà anche l’atteggiamento delle aziende energetiche: inizialmente quelle elettriche, in tempi più lunghi anche quelle del gas. La fase di transizione coinvolgerà tutta l’Europa e, se gestita bene, porterà rilevanti vantaggi ambientali, economici e di sicurezza all’intero Continente.
Posted on: Sat, 02 Nov 2013 16:31:20 +0000

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