Papa Francesco al Centro Astalli: “A che servono i conventi - TopicsExpress



          

Papa Francesco al Centro Astalli: “A che servono i conventi vuoti se non ad accogliere i rifugiati?”. Alle 15:30 di oggi pomeriggio, il Santo Padre Francesco si è recato in visita privata al Centro Astalli di Roma, sede italiana del Jesuit Refugee Service (Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati). Il Centro accoglie 700 rifugiati di diverse parti del mondo, fra i quali famiglie siriane che hanno dovuto abbandonare le loro case a causa dell’attuale conflitto. Il Papa è arrivato senza scorta sulla “modesta” Ford Focus blu insieme al Capo della Gendarmeria Vaticana, Domenico Giani. Papa Francesco ha incontrato trecento rifugiati nella Chiesa del Gesù a Roma, dove è la tomba del Padre Pedro Arrupe, fondatore nel 1981 del Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati e a quell’epoca Preposito Generale della Compagnia di Gesù. Dalla Chiesa del Gesù Papa Francesco si è trasferito alla mensa del centro dove è stato accolto da altri quattrocento rifugiati. “Grazie perché difendete la vostra dignità ma anche la nostra dignità umana” Questo è stato uno dei passi del discorso, durato circa venti minuti, pronunciato da Papa Francesco ai rifugiati durante la visita al centro Astalli di Roma. “Non basta dare un panino – ha proseguito il Santo Padre – ma bisogna accogliere e accompagnare queste persone. A cosa servono alla Chiesa i conventi chiusi? I conventi dovrebbero servire alla carne di Cristo e i rifugiati sono la carne di Cristo”. Questo il cuore del discorso pronunciato da Papa Francesco al centro Astalli, ipotizzando l’utilizzo dei conventi chiusi per l’accoglienza dei rifugiati. Rivolgendosi agli operatori del centro, il Papa ha detto che bisogna “tenere sempre viva la speranza! Aiutare a recuperare la fiducia! Mostrare che con l’accoglienza e la fraternità si può aprire una finestra sul futuro, più che una finestra, una porta, e più si può avere ancora un futuro”. “Ed è bello – ha aggiunto Bergoglio – che a lavorare per i rifugiati, insieme con i Gesuiti, siano uomini e donne cristiani e anche non credenti o di altre religioni, uniti nel nome del bene comune, che per noi cristiani è espressione dell’amore del Padre in Cristo Gesù. Sant’Ignazio di Loyola volle che ci fosse uno spazio per accogliere i più poveri nei locali dove aveva la sua residenza a Roma, e il Padre Arrupe, nel 1981, fondò il Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati, e volle che la sede romana fosse in quei locali, nel cuore della città”. I “conventi vuoti non servono alla Chiesa per trasformarli in alberghi e guadagnare i soldi”. Lo ha detto il Papa agli ospiti del centro Astalli, ribadendo che i “conventi vuoti non sono nostri, sono per la carne di Cristo che sono i rifugiati. Il Signore chiama a vivere con generosità e coraggio la accoglienza nei conventi vuoti” e che possono servire per accogliere i rifugiati. La Fondazione Centro Astalli è stata costituita nel 2000 proprio con l’obiettivo di promuovere una cultura di accoglienza e solidarietà, a partire dal rispetto dei diritti umani. Non dobbiamo avere paura delle differenze E’ un fiume in piena Papa Francesco quando parla delle differenze: “Molti di voi siete musulmani, di altre religioni; venite da vari Paesi, da situazioni diverse. Non dobbiamo avere paura delle differenze. La fraternità ci fa scoprire che sono una ricchezza, un dono per tutti. Viviamo la fraternità”. Solidarietà è una “parola che fa paura per il mondo più sviluppato. Cercano di non dirla. E’ quasi una parolaccia per loro”. Ma solidarietà, ha aggiunto, “è la nostra parola! Servire significa riconoscere e accogliere le domande di giustizia, di speranza, e cercare insieme delle strade, dei percorsi concreti di liberazione”. I poveri e la promozione della giustizia non devono essere affidate soltanto a degli “specialisti”, ma devono essere “un’attenzione” di tutta la Chiesa. “Per tutta la Chiesa è importante che l’accoglienza del povero e la promozione della giustizia non vengano affidate solo a degli ‘specialisti’, ma siano un’attenzione di tutta la pastorale, della formazione dei futuri sacerdoti e religiosi, dell’impegno normale di tutte le parrocchie, i movimenti e le aggregazioni ecclesiali. In particolare, e questo è importante e lo dico dal cuore, in particolare vorrei invitare anche gli Istituti religiosi a leggere seriamente e con responsabilità questo segno dei tempi”, ha concluso il Papa.
Posted on: Tue, 10 Sep 2013 18:48:21 +0000

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