Ridefinire la Politica di coesione dell’UE per ottenere il - TopicsExpress



          

Ridefinire la Politica di coesione dell’UE per ottenere il massimo impatto su crescita e occupazione: la riforma in 10 punti (15 October 2013) Successivamente all’approvazione del bilancio dell’Unione per il periodo 2014-2020 da parte del Parlamento europeo e degli Stati membri, la Politica di coesione investirà 350 miliardi di EUR a favore delle regioni e delle città, al fine di raggiungere in tutto il territorio dell’Unione gli obiettivi di crescita e occupazione e per affrontare le sfide poste dai cambiamenti climatici e dalla dipendenza energetica.Questi investimenti, a loro volta, faranno leva su risorse nazionali e regionali per un valore pari ad almeno 100 miliardi di EUR, con un investimento complessivo previsto superiore a 400 miliardi di EUR.La riforma della Politica di coesione garantirà un impatto massimo degli investimenti, che saranno proporzionati alle necessità delle singole regioni e città.I punti chiave della riforma, previa approvazione del Parlamento e del Consiglio, sono: 1. Investire in tutte le regioni UE, proporzionando gli aiuti e i contributi nazionali (tasso di cofinanziamento) ai livelli di sviluppo: regioni in ritardo di sviluppo (PIL < 75 % della media UE a 27) regioni in transizione (PIL compreso tra il 75 % e il 90 % della media UE a 27) regioni più sviluppate (PIL > 90 % rispetto alla media UE a 27) 2. Destinare le risorse ai settori chiave per la crescita.Gli investimenti effettuati nel quadro del Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) saranno stanziati a favore della ricerca e dell’innovazione, dell’agenda digitale, del sostegno alle piccole e medie imprese (PMI) e dell’economia a basso tenore di carbonio, a seconda della categoria di appartenenza di ciascuna regione (in ritardo di sviluppo - 50 %, in transizione - 60 % e più sviluppate - 80 %). Per l’economia a basso tenore di carbonio (efficienza energetica e fonti di energia rinnovabili) sono previsti obblighi distinti per l’allocazione delle risorse del FESR (regioni in ritardo di sviluppo - 12 %, regioni in transizione e più sviluppate - 20 %). Almeno il 23,1 % del bilancio della Politica di coesione (pari a circa 70 miliardi di EUR) sarà destinato a investimenti nell’ambito del Fondo sociale europeo (FSE), volti a finanziare le attività di formazione e istruzione permanente, combattere la povertà, promuovere l’inclusione sociale e aiutare i cittadini nella ricerca di un impiego.Circa 66 miliardi di EUR saranno indirizzati attraverso il Fondo di coesione alle reti di trasporto transeuropee e ai progetti chiave per le infrastrutture ambientali. 3. Stabilire obiettivi chiari, trasparenti e quantificabili in materia di responsabilità e risultati.Il raggiungimento di questi obiettivi implica la disponibilità di risorse finanziarie aggiuntive («riserve di efficacia») da destinare ai programmi verso il termine del periodo previsto.Gli obiettivi dovrebbero essere resi pubblici a dimostrazione di una maggiore assunzione di responsabilità. 4. Introdurre requisiti da soddisfare per ottenere lo stanziamento dei fondi, al fine di garantire investimenti più efficaci.I prerequisiti necessari riguardano, ad esempio, strategie di «specializzazione intelligente» volte a identificare risorse specifiche, riforme favorevoli alle imprese, strategie di trasporto, misure atte a migliorare i sistemi di appalti pubblici o l’osservanza delle leggi in materia di ambiente. 5. Definire una strategia comune per un migliore coordinamento e una minore sovrapposizione.Il quadro strategico comune fornisce uno strumento per migliorare il coordinamento tra i Fondi strutturali e i Fondi di investimento europei (FESR, Fondo di coesione e FSE nel quadro della Politica di coesione, nonché il Fondo per lo sviluppo rurale e il Fondo per la pesca).Inoltre, esso permette di collegare più efficacemente gli altri strumenti comunitari, quali Orizzonte 2020 e il Meccanismo per collegare l’Europa. 6. Ridurre la burocrazia e semplificare l’utilizzo degli investimenti comunitari, attraverso un insieme di norme comuni per tutti i Fondi strutturali e di investimento, nonché una serie di regole contabili più semplici, richieste di rendicontazione più mirate e un impiego maggiore della tecnologia digitale («e-cohesion»). 7. Potenziare la dimensione urbana della politica, destinando un quantitativo minimo di risorse attraverso il FESR a favore di progetti integrati nelle città, in via prioritaria rispetto ad altre spese nelle zone urbane. 8. Rafforzare la cooperazione internazionale e agevolare l’avvio di un maggior numero di progetti transfrontalieri.Garantire, inoltre, che le strategie macroregionali, come quelle per il bacino del Danubio e della zona del Mar Baltico, ricevano il sostegno di programmi regionali e nazionali. 9. Garantire che il contesto economico generale non intacchi l’impatto degli investimenti UE.Qualora fosse necessario, la Commissione può richiedere a ciascuno Stato membro di modificare i programmi di sostegno alle riforme strutturali, ai sensi della clausola di «condizionalità macroeconomica». In caso di violazioni gravi e ripetute delle raccomandazioni economiche, la Commissione può, in ultima istanza, sospendere l’erogazione dei fondi. 10. Promuovere un impiego maggiore degli strumenti finanziari per fornire più sostengo alle PMI e agevolare il loro accesso al credito.I fondi UE sosterranno i prestiti, le garanzie, i capitali azionari e di rischio attraverso un insieme di norme comuni per tutti i fondi, l’estensione della loro portata e una serie di incentivi (tassi di cofinanziamento più elevati).Ponendo maggiormente l’accento sui prestiti rispetto alle sovvenzioni, si dovrebbe riuscire a migliorare la qualità dei progetti e a scoraggiare la dipendenza dai sussidi. ec.europa.eu/regional_policy/newsroom/detail.cfm?LAN=IT&id=1057&lang=it
Posted on: Wed, 23 Oct 2013 08:18:45 +0000

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