STORIA N.72: O LA VA’ O LA SPACCA. Questa è una di quelle - TopicsExpress



          

STORIA N.72: O LA VA’ O LA SPACCA. Questa è una di quelle storie che ho aspettato a scrivere, perché l’avvocato mi ha fatto aspettare, ed era giusto che io aspettassi con lei. Soffrendo come un cane direi… La cosa più difficile a New York è 1) trovare un avvocato di cui fidarsi; 2) far capire all’avvocato quanto visa/carta verde/passaporto americano siano importanti e necessari per te. Il prima possibile però, non quando vogliono loro!!! Al N.1 ci arrivi abbastanza facilmente. L’avvocato di cui fidarsi è l’unico che non ti chiede 250$ solo per stringergli la mano. Al N.2, non ci arrivi neanche se ti metti a pagare una cifra esorbitante o gli cucini la lasagna della nonna fatta in casa… Tu puoi mettercela tutta, puoi piangere in greco, in aramaico, ma per loro, l’unica cosa che conta davvero è il rumore dell’assegno che strappi ogni volta che li vedi. Quel semplice e insignificante “crac” che odi, non è quello dell’assegno che si stacca una volta per tutte dal libretto col tuo bel nome stampato sopra; quel “crac” è il suono che ti rimbomba nella testa quando successivamente vai a guardare il tuo conto corrente in banca. Certa gente è rimasta ore a fissare lo sportello automatico e non si è più ripresa. Un po’ come quando ti rigano la macchina nuova per la prima volta. Fa lo stesso effetto… In quest’ anno e mezzo, il mio adorato e ultimo avvocato mi ha fatto aspettare per tutto. Fossi stata una persona normale con esigenze normali, avrei anche atteso nel mio angolino con calma, ma dopo sette anni di visti e permessi vari tra me e mio marito, la mia pazienza è bella che andata a farsi benedire già tanti anni fa. Quindi quest’ultimo avvocato si è preso la mia parte peggiore: quella stanca, quella nervosa, quella instabile e quella poco paziente. Mischiate queste quattro sostanze, fatemi aspettare mezz’ora nella sala d’attesa, e la miscela che ne viene fuori è senza dubbio esplosiva… Ma finché loro comandano bisogna sempre rimanere a testa bassa, accettare le loro condizioni, le loro richieste di soldi, i loro tempi e la loro memoria corta, che va rinfrescata ogni volta che ci si siede su quel gran tavolo da riunione… L’ultima volta che sono andata nel suo ufficio, poco più di un mese fa, era per consegnarle la documentazione finale per la richiesta della carta verde. L’ultimo passo, l’ultimo pacco da spedire, l’ultimo controllo da fare. L’ULTIMO. Così uno a uno abbiamo visionato insieme gli ottanta fogli che le avevo presentato a nome mio e di mio marito. Il tutto, condito da una busta bella grande con sopra stampato in caratteri cubitali il mio nome (fosse mai che avesse spedito la carta verde per qualcun altro...) e un foglio sopra tutti, che elencava esattamente la lista di documenti che sarebbero stati presenti all’interno. Un lavoro da certosini direbbe mia mamma. Infatti, per l’ordine e per la cura che ho messo nel presentare quei documenti nel massimo della precisione possibile mi sarei data un voto 10, e anche lei, ancora una volta, è rimasta colpita da tanta cura e precisione… Così, la frase storica che le venne fuori in quel appuntamento fu “Wow, i am so impressed. You have done an excellent job!” Io nella mia testa ho pensato “Vedi che adesso spara la cazzata!”. E infatti… “You should send it. Why don’t you sent it? Do you want to send it?”. Mi fermo, la guardo, la fisso un attimo e cancellando quello che mi è passato per la testa in quel preciso istante, la mia risposta è stata molto più diplomatica dei miei pensieri “Spedire all’immigrazione? Beh, - sorriso di circostanza - non ci vuole la lettera di presentazione dell’avvocato in cima a tutti i documenti? Credo che sia meglio se la scrivi tu, e poi spedisci il tutto, no?”… E così è stato, ma “solo” un mese dopo da quella data, perché si vede che scrivere quella lettera di presentazione richiedeva mooooolto ma mooooolto tempo. Vero è, che quando quel giorno sono tornata a casa e ho raccontato a mio marito la storia della spedizione gli si è rivoltato lo stomaco. “Ti pago XXXX ogni volta che ti vedo; ho raggruppato, compilato, scaricato, stampato IO tutti i fogli che servivano, e mi chiedi anche di spedire in Texas, all’immigrazione, il pacco finale per la richiesta della carta verde? Certo, poi sai che c’è, mi dici anche dove hai l’aspirapolvere che ti pulisco l’ufficio; rimango un’ora in più e ti metto a posto tutti i libri di legge che vagano senza meta tra le scartoffie; e se non ti crea tanto disturbo, rispondo anche al telefono, visto che quando ti chiamo io parte sempre la segreteria telefonica!!!”. … Vi prego, ditemi che sono su “Scherzi a Parte”! G.P.
Posted on: Thu, 27 Jun 2013 05:06:57 +0000

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