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Si combatte anche su twitter la “battaglia” pro Monferrato Il giornalista Paolo Massobrio :”Non orinate sulla Storia” FRANCA NEBBIA CASALE MONFERRATO Secoli di storia Casale fu capitale del Monferrato Le Langhe hanno fatto parte del Marchesato e poi Ducato del Monferrato, uno Stato preunitario durato oltre sette secoli «Questa suddivisione è frutto di ignoranza un colpo di sole della Società geografica» Paolo Massobrio Giornalista enogastronomico «L’ipotesi del ministro Del Rio non tiene in alcun conto l’identità dei territori coinvolti» Roberto Maestri Storico del Monferrato «A settembre riunione con la Regione, poi la convocazione degli Stati generali» Giorgio Demezzi Sindaco di Casale Monferrato Monta la polemica sulla possibile sparizione del nome Monferrato nella nuova suddivisione regionale proposta dalla Società geografica italiana, in accordo con il ministero per gli Affari regionali: l’area comprendente le province di Alessandria, Asti e Cuneo verrebbe indicata solo come «Langhe». La questione è stata sollevata dal «cavaliere di Monferrato» Claudio Martinotti Doria. Anche il Movimento Progetto Piemonte, presieduto da Massimo Iaretti, annuncia «da settembre tavole rotonde e incontri per sensibilizzare il Piemonte su questo pericolo» e ribadisce «la richiesta di convocare gli Stati generali del Monferrato». Nella polemica si inseriscono anche il professor Roberto Maestri e il giornalista Paolo Massobrio. Maestri, storico del Monferrato, dice: «L’ipotesi del ministro Del Rio non tiene in alcun conto l’identità dei territori stessi. Viene elaborata dalla Società geografica italiana, stretta parente di quei geografi e cartografi che, dopo l’Unità d’Italia, contribuirono a ridisegnare un’Italia in gran parte diversa dalla sua storia, identità e cultura. Esistono del resto due identità piemontesi, una “Sabauda” con Torino e parte di Cuneo; l’altra “Aleramica” con Asti, Alessandria e parti minori di Cuneo, Torino, Vercelli e Savona, mentre il Novarese gravita da sempre in ambito lombardo. Se una nuova area dovrà nascere non potrà certo chiamarsi Langhe (area di modeste dimensioni e senza alcuna identità storica), ma esclusivamente Monferrato, quel territorio che dal Po al Savonese rappresentò per sette secoli una realtà fondamentale nello scacchiere europeo». «La suddivisione che si vuole apportare - gli fa eco Massobrio - è frutto di ignoranza; è un colpo di sole di piena estate della Società geografica, senza tenere in minimo conto il Monferrato e Aleramo che lo fondò fin dal 971. Secoli di storia che, se si abolisse Monferrato, in favore di Langhe, andrebbero perduti». Massobrio, che su twitter ha lanciato una battaglia con lo slogan «Non orinate sulla Storia», invoca una sollevazione popolare per contrastare questo disegno «come quella che provocò la ribellione della gente quando proposero etichette dei vini con la scritta “fa male alla salute”. Dobbiamo ricordarci che il Monferrato, oltre alla sua storia, ha dato i natali a San Giovanni Bosco e a un papa, come “Francesco” Bergoglio!». Martinotti lancia l’idea di un «Distretto turistico mettendo insieme le tre province del Sud del Piemonte, in modo da lavorare sulla base di legami storici e d’identità» e accedere «a risorse pubbliche ed europee per il rilancio dei territori, puntando più su Genova che su Mantova, uno dei maggiori alleati del Monferrato». E il sindaco di Casale, Giorgio Demezzi, propone una prima riunione a settembre con l’assessore regionale agli Enti locali, Riccardo Molinari, anch’egli contrario alla proposta governativa, «dopo si potrebbe arrivare alla convocazione degli Stati generali del Monferrato». GEOGRAFI NEL MIRINO Tutti contro l’ipotesi di «cancellare» l’area a favore delle Langhe.
Posted on: Sat, 17 Aug 2013 07:23:32 +0000

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