TERRA DI FUOCO E GHIACCIO(II CAPITOLO) Ginny non era - TopicsExpress



          

TERRA DI FUOCO E GHIACCIO(II CAPITOLO) Ginny non era nell’affollato salotto dei Weasley, come sarebbe dovuto essere il giorno prima della partenza verso Hogwarts, a preparare i bauli e ad ascoltare pazientemente le raccomandazioni di sua mamma che si interrompeva sempre a metà scoppiando in lacrime. Era scomodamente seduta sul tetto della Tana e nemmeno lei sapeva realmente perché. Aveva solo deciso che le cose sarebbero dovute cambiare, quell’anno. Voleva riuscire a tornare sul quel tetto e poter dire di essere cresciuta, in qualche modo. Dopotutto il suo corpo era cambiato, pensò distrattamente osservando un nano del suo giardino sbucare guardingo da un’ortensia e rincorrere una libellula. Non era più una gracile ragazzina pel di carota: i suoi capelli avevano assunto una sfumatura più scura, con riflessi caldi color mogano che risaltavano con gli occhi verdi nelle giornate di sole, evidenziando le pagliuzze dorate e nocciola nell’iride; il suo corpo finalmente aveva assunto un aspetto pieno al punto giusto e molto femminile. Allora si promise, nel tramonto calante, che si sarebbe lasciata andare e avrebbe vissuto pienamente tutte le esperienze che le sarebbero capitate. Il sole tramonto come a sigillare quella promessa e lei stessa quasi si stupì di quel momento tanto solenne, trattenendo il respiro. Poi scorse il nano da giardino afferrare la libellula gongolante e finire dritto dritto con una sonora e un po’ sconcia esclamazione in una buca pensata appositamente dai gemelli per catturarli. Allora si mise a ridere fragorosamente, lanciando indietro la testa e scivolando sulle tegole malmesse con un urletto. Continuò a ridere fino a quando cadde sul prato. Il giorno dopo partirono tutti insieme verso il binario 9 ¾ , i gemelli corsero verso Lee Jordan, inseparabile amico di scherzi, mentre Ron, Hermione e Harry si riunirono nel magico trio. Inizialmente spaesata, Ginny si guardò intorno, non sapendo se accodarsi il trio o andare da sola. Ricordando la sera precedente, salutò frettolosamente i genitori, promettendo di scrivere, e si diresse con un sorriso a trentadue denti verso lo sportello del treno. Ron la guardò inorridito: “Ginny?!” “Si?” fu la candida risposta. “Non vieni a salutare Harry?” continuò lui con imbarazzanti cenni che volevano sicuramente ricordare la ‘famosa’ cotta. “Beh, ciao Harry”. Ronald la guardava come se gli fosse caduto il mondo addosso. “Eccellente” pensò Ginny con un sorriso ancora più largo. Entrò in uno scompartimento e la seguirono Luna, Neville, Seamus e anche Hannah Abbott. Iniziarono a parlare animatamente, mentre Ginny s’infervorava, cercando in tutti i modi di far valere la propria opinione, rideva, cosa che le formava delle graziose fossette nascoste sotto le leggere efelidi color caffelatte e soprattutto interrompeva il discorso facendo battutine maliziose con gli occhi che brillavano. “Certo che è facile essere se stessi con gli amici… Il problema è con il resto del mondo!” rimuginò sconsolata. Vide passare attraverso il vetro dello sportello Micheal Corner e istintivamente le scappò un’esclamazione davvero poco fine che assomigliava vagamente a: “ Per le mutande di Merlino, che bonazzo!” Arrossì quando tutti gli occhi le si rivolsero addosso e sistemandosi la gonna esclamò in modo schietto ma con le orecchie imporporate: “ Beh, quando ci sta, ci sta!” Il viaggio, ovviamente passò in fretta. Nello scendere dal treno alla fine del viaggio respirò a pieni polmoni l’aria di Hogwarts (tossicchiando!), in realtà non così paradisiaca come romanticamente si potrebbe pensare, più o meno un miscuglio di acqua stagnante, fumo e foresta umida, ma era pur sempre l’aria di una seconda casa. Nel trasportare la seconda valigia, cercando di afferrare al contempo Oscar, il rospo di Neville, che aveva deciso di andare a fare un giro, si scontrò con qualcuno. Lo riconobbe soltanto quando sentì una voce, certamente maschile, che le intimava, non nascondendo affatto il suo disgusto, di allontanarsi: Malfoy. Ma subito i gemelli si misero in mezzo e lei ne fu mezza sollevata ma anche infastidita. “Questo non rientra nel mio obiettivo: basta farsi proteggere!” pensò, quindi prese la valigia dalle mani di Fred e con uno sguardo di sufficienza verso Malfoy, che ovviamente non notò, lo oltrepassò, lanciandogli un’occhiata di sfuggita. La superava di almeno una spanna ma aveva il viso in ombra, visto che i capelli quasi bianchi lo nascondevano. “Chissà a cosa pensa…” rimuginò Ginny mentre andava in Sala Grande. Un’ondata del suo profumo, colonia, liquirizia e qualcosa che era solo suo, la avvolse e inevitabilmente inspirò; quindi si riscosse pensando che era un lurido Malfoy, che lei aveva sempre odiato. Ascoltò apparentemente attenta tutta la cerimonia dello Smistamento, persa nei suoi pensieri abbastanza confusi, un vortice di immagini con un profumo di liquirizia in fondo… “Ginny!?” Neville la riscosse alla fine della cerimonia e del discorso di Silente. “Eh! Sì, mi piace la liquirizia!”, dopo averlo detto si tappò la bocca con le mani. “Che cosa?” disse Neville chiaramente confuso. “Niente Neville, niente, mangiamo…” Alla fine della cena, sazia, Ginny proseguì da sola verso la torre Grifondoro. Percorse i corridoi, accarezzando piano i dipinti così familiari e rivolgendo un saluto ai fantasmi del castello. Ad un certo punto scorse una sagoma che si avvicinava e pensò istintivamente alle rotelle di liquirizia mentre Micheal Corner la salutava. “Oddio è il bonazzo!” pensò trattendendo una risata. “Ciao Ginny!” “Ehm… Ciao Micheal!” “Come va? Contenta di tornare ad Hogwarts?” “Si, per me è una seconda casa.” Attinse al suo coraggio e li chiese un po’ tentennante:” Che ne dici, Micheal, un giorno facciamo una partita amichevole a Quiddich o magari studiamo insieme in bilblioteca? “Certo Gin! Ci sentiamo!” concluse sorridendo e scompigliandole i capelli. Si allontanò e anche adesso Ginny inspirò, sentendo il profumo di sapone e menta di Micheal. Ginevra sorrise e istintivamente un brivido le percorse la schiena. L’aveva chiamata Gin! “E’ stato un ottimo passo avanti!” si disse. Senza riuscire a respingere un sorriso prepotente, raggiunse il suo dormitorio e si addormentò. Dramione
Posted on: Tue, 08 Oct 2013 16:49:19 +0000

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