“The world of Sicilian wine“, di Bill Nesto e Frances Di - TopicsExpress



          

“The world of Sicilian wine“, di Bill Nesto e Frances Di Savino (University of California Press, 2013), fornisce agli amanti del vino una comprensione globale del vino siciliano, dalle sue antiche radici alla sua evoluzione moderna. Dotato di una guida e una mappa per esplorare la Sicilia, il libro, appena pubblicato, di Bill Nesto, esperto di vino italiano, e di Frances Di Savino, studioso di cultura italiana, offre una valutazione sostanziale di una regione vibrante del vino, una delle zone più storiche d’Europa e un luogo in cui molte culture si intersecano. Fin dai primi coloni greci e fenici che colonizzarono l’isola nel VIII secolo a.C., la cultura del vino è fiorita in Sicilia. Una sfilata di dominatori stranieri è stata ugualmente attratta dalle terre fertili della Sicilia, dal sole e dal clima, oltre che dalla posizione strategica nel Mediterraneo. La moderna industria del vino siciliano di qualità è rinata negli anni 1980 e 1990 con l’arrivo dei vini prodotti con vitigni internazionali. La Sicilia solo ora sta riscoprendo la qualità dei suoi vitigni autoctoni, come Nero d’Avola, Nerello Mascalese, Frappato, Grillo, e terroir distintivi come le pendici dell’Etna. Tra le aziende presenti nella ricognizione del testo “The world of Sicilian wine”, anche Tenuta di Fessina. “Fessina. Silvia Maestrelli, che possiede l’azienda vinicola Villa Petriolo in Toscana, e suo marito, Roberto Silva, hanno unito le forze con la consulenza dell’ agronomo ed enologo piemontese Federico Curtaz. Nel 2007 hanno acquistato sette ettari di vigneto a Rovittello, a 650 metri slm, dando alla proprietà il nome di Tenuta di Fessina. Le viti crescono in un sottile strato di terra sopra il basalto vulcanico che si estende tra due colate di lava. Il fattore, Nino Farfaglia, che mantiene personalmente la vigna tutto l’anno, è nato nella casa che vi si affaccia e ha coltivato questi vitigni fin da ragazzo. Il vino più importante è Il Musmeci, Etna DOC Rosso, così chiamato in onore del vecchio proprietario-produttore che ha venduto la proprietà di Tenuta di Fessina. La prima annata de Il Musmeci, il 2007, aveva molto rovere nuovo. Il 2008, più pallido e con sentori di ciliegia e menta al naso, con fine astringenza, riporta un migliore equilibrio tra legno e frutta, una struttura più elegante, e un finale più lungo. Curtaz descrive il suo Nerello Mascalese come un vino verticale, che ricorda la struttura del Nebbiolo e la seta e le spezie del Pinot Noir. Si tratta, dice, di un moderno stile di vino con nerbo. Una nuova avventura, a partire dalla vendemmia 2009, è un Etna Bianco, A’ Puddara, proveniente da mille metri di altezza, da un vigneto posto sul versante sud-ovest dell’Etna, nelle vicinanze di Santa Maria di Licodia. Curtaz mette il suo nuovo succo di Carricante in botti di rovere da 34 ettolitri, che consentono ai lieviti la fermentazione. La botte grande esercita una minore influenza sul vino, lasciando che gli aromi di pera e paglia emergano. In bocca, l’astringenza segue l’acidità iniziale, donando lunghezza al vino e una struttura per durare potenzialmente anche in bottiglia. Curtaz definisce se stesso e Silvia Maestrelli come “studenti dell’Etna”. Egli comunica un attaccamento autentico a questa zona vitivinicola unica. Per Curtaz, la sfida per i viticoltori siciliani è quella di trovare ed esprimere la propria identità, per ‘riscoprire la purezza della materia prima e del luogo’”.
Posted on: Mon, 18 Nov 2013 15:29:46 +0000

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