Top e flop della sesta giornata. 1) Roma. Rudi Garcia ha compiuto - TopicsExpress



          

Top e flop della sesta giornata. 1) Roma. Rudi Garcia ha compiuto un vero e proprio miracolo trasformando un’Armata Brancaleone in una Squadra tatticamente ineccepibile La prestazione offerta contro il Bologna è da autentico manuale del calcio. La sua Roma entra prepotentemente tra le papabili per la vittoria finale. 2) Cagliari. Sulla carta giocava in casa ma di fatto, per l’ennesima volta, i tifosi “ospiti” sono la stragrande maggioranza, come nel caso della sfida contro l’Inter. Eppure la squadra di Lopez non molla mai, forte di alcuni tra i giocatori più determinanti del campionato, Nainggolan e Ibarbo su tutti. 3) Antonio Floro Flores. Un giocatore mai realmente esploso, ma a tratti si ricorda dell’enorme talento di cui è dotato sfoderando giocate eccezionali come il calcio di punizione che è valso il 2-2 contro la Lazio. Chiedere a Marchetti. 4) Goran Pandev. Quest’anno non fa più parte dei “titolarissimi” (sempre che in questo Napoli ne esistano davvero), ma con la strepitosa doppietta di Genova ha ricordato a Benitez che la classe non è acqua. Due gol da vero attaccante per un giocatore che oltre a segnare sa rendersi utile in mille modi. 5) German Denis. Quante squadre avrebbero bisogno di un attaccante come lui? È ben supportato da tanti piedi buoni, ma lui concretizza tutto il lavoro della squadra. Grazie a lui l’Atalanta ottiene una vittoria fondamentale. FLOP 1) Bologna. Inguardabile per 90 minuti. Non mette mai in pericolo la porta di De Santis, rimedia 5 sganassoni con la complicità di una difesa da vietare ai minori di 18 anni. Di questo passo si va dritti in serie B, e Diamanti non può, da solo, sempre togliere le castagne dal fuoco. 2) Sampdoria. Come sopra. Mai davvero pericolosa contro un Milan che non fa della difesa il proprio punto di forza. L’età media è bassissima, ma occorre anche un po’ di esperienza per puntare ad una salvezza ormai non più semplicissima. 3) Preziosi. Secondo la maggior parte dei presidenti per fare gli allenatori basta aver giocato ad alti livelli. Preziosi con Liverani pensava di aver trovato l’ennesimo emulo di Guardiola, ma la realtà è ben diversa. O, se fosse stato davvero convinto della propria scelta estiva, almeno avrebbe dovuto dargli fiducia più a lungo, non per 6 sole partite. 4) Juventus. Errori arbitrali a parte, la Juventus vista nell’ultima settimana non ha nulla a che fare con la schiacciasassi dell’anno scorso. L’impressione è che Pirlo sia il vero faro della squadra e senza di lui, o comunque con un Pirlo a basso regime, non sia la stessa cosa. 5) (Alcuni) Ultrà milanisti. Per colpa di pochi idioti un’intera curva non ha potuto godersi dal vivo la vittoria sulla Sampdoria. Per colpa degli stessi idioti forse un intero stadio non potrà assistere alla prossima gara casalinga del Milan.
Posted on: Mon, 30 Sep 2013 21:44:55 +0000

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