Trieste, ressa di candidati per l’Itis. Del Punta ora rischia ma - TopicsExpress



          

Trieste, ressa di candidati per l’Itis. Del Punta ora rischia ma è rebus anche per il Pd In Comune 45 nomi per tre posti nel Cda. All’uscente manca la spinta di Rovis e Antonione firma pure per i “competitors”In 45 per tre posti. Dal pomeriggio di ieri è depositata, in uno degli uffici che fanno capo al presidente del Consiglio comunale Iztok Furlanic, la lista definitiva dei candidati di nomina municipale al nuovo Cda dell’Itis, che andrà a sostituire quello uscente, in scadenza il 27 ottobre. È unalista chilometrica, da cui - per Statuto - dovrà essere Roberto Cosolini in quanto sindaco a tirare fuori i tre nomi buoni: due per la maggioranza, uno per le opposizioni. Le grane politiche, visti numeri e nomi, covano da entrambe le parti. È però tra le opposizioni che si sta per consumare la scena madre. I candidati della minoranza consiliare sono addirittura 30. Ventisei li ha presentati solo Maurizio Ferrara come capogruppo della nuova Lista civica indipendente post-leghista: i 16 consiglieri d’opposizione in carica più sette “ex” (i forzisti Dominicini, Giorgi, Marzi e Russo, il dipiazzano Colotti, il meniano Rescigno e l’Udc Sasco) più tre dei cinque membri del Cda uscente: il leghista Razza espresso a suo tempo da Tondo, l’allora esponente della Lista Dipiazza Pierini e il consigliere d’opposizione ieri e di maggioranza oggi Decarli. I due che mancano sono il delegato dell’Ass Braida (non più nominabile) e la presidente uscente. Raffaella Del Punta da Forza Italia. È attorno al suo nome, d’altronde, che si gioca la partita vera. La stessa Del Punta - come recita la lista delle candidature - è supportata dalle firme dei capigruppo di Fi Everest Bertoli, di Fli Michele Lobianco, della Lista Dipiazza Alfredo Cannataro e del Gruppo misto Roberto Antonione. Non c’è però - come era nell’aria - l’ampia convergenza della minoranza consiliare, che in Forza Italia si auspicava, verso la presidente uscente. Manca, ed è a suo modo clamoroso, l’autografo di sostegno di Paolo Rovis come capogruppo del Pdl, fratello di sangue di Fi. Il resto delle opposizioni presenta - con un fronte altrettanto robusto, se non di più, se si va a tener conto del peso ponderale delle firme in base al numero di consiglieri che rappresentano - ulteriori tre candidati alternativi alla Del Punta. Sono i tre candidati alternativi veri, al netto delle segnalazioni a raffica, più che altro tattiche, di disturbo, di Ferrara: si tratta dell’ex presidente del Consiglio comunale Bruno Sulli, in quota Un’altra Trieste, e dei due candidati proposti dal Movimento 5 stelle Franco Russo, dirigente Inps, e Girolamo Paladino, comandante delle Fiamme Gialle nonché dottore commercialista e revisore contabile. Ebbene, queste tre candidature sono sostenute dai capigruppo dell’M5s Paolo Menis e di Un’altra Trieste Franco Bandelli. Ma non solo. Ed è qui che sta il colpo di scena: spuntano infatti le firme di Antonione - che quindi si ritrova sia di qua che di là - e dello stesso Ferrara. Se nella minoranza consiliare si vive una resa dei conti con i camberiani nel mirino, non è però che in maggioranza - dove da spartire ci sono due poltrone, di cui quella del presidente che verrà - le cose procedano senza ansie. Anzi. Pure in cotanto versante manca l’agognata convergenza. Il capogruppo del Pd Giovanni Maria Coloni ha presentato in solitudine, per il suo gruppo e basta, otto candidati, la maggior parte dei quali provenienti dal mondo del volontariato e della cooperazione sociale, il più delle volte cattolica. Nella lista si leggono i nomi di Cristiano Cozzolino, Salvatore Dore, Donatella Ferrante, Guglielmo Montagnana, Stelio Ziviz, Erica Mastrociani (attuale presidente Acli), Giancarlo Ressani (l’emergente del partito) e soprattutto Silvano Magnelli, lo strafavorito. Patrick Karlsen, Roberto Decarli e Cesare Cetin, capigruppo monocellulari di Cittadini, Trieste cambia e Idv, sponsorizzano invece l’ex primario di Cardiologia al Burlo Fabio Fonda. Eppoi l’ala sinistra scalpita a sua volta, con ben cinque candidati, peraltro già noti, di cui tre in quota Sel (Mendola, Anzallo e Causi) e due in quota Fds (Vicini e Pajola). La 45.ma e ultima casella è addirittura di un’autocandidatura: è quella di Caterina Conti, giovane componente della segreteria ‹ok. Segno che, neanche nel solo Pd, hanno ancora chiuso il cerchio.
Posted on: Tue, 15 Oct 2013 18:39:06 +0000

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