Una nuova proposta di legge elettorale per il Piemonte E’ del - TopicsExpress



          

Una nuova proposta di legge elettorale per il Piemonte E’ del 2013 la proposta di legge regionale in merito alla ridefinizione dei collegi elettorali regionali redatta da alcuni sindaci di piccoli comuni di montagne quali Crissolo, Alpette, Pragelato, Canosio, Ostana con l’appoggio delle comunità montane e dell’UNCEM Piemonte, dellassociazione Terre Alte e Dislivelli. L’ art. 14 del d.l. n. 138/11 ora legge n. 148/11 impone di ridurre a 50 i consiglieri regionali oggi 60, ovviamente in ottemperanza alle esigenze di risparmio degli enti pubblici, mira nelle intenzioni degli autori a permettere alla montagna, alle aree interne, e non solo, di avere nuovamente una voce, forte e determinata, capace di interpretarne sfide e potenzialità, rinsaldando un autentico patto tra eletto ed elettore. Sarebbero 50 le circoscrizioni elettorali nuove, assegnando a ogni Comune un peso specifico dato al 75% dalla popolazione e al 25% dal territorio. In ciascuna circoscrizione elettorale viene eletto un consigliere regionale: uno ogni 85mila abitanti circa o, se si preferisce, uno ogni 550 chilometri quadrati. Un sistema elettorale proporzionale con premio di maggioranza e garanzia di rappresentanza delle minoranze; viene eliminato il listino. La Consulta Provenzale non ha preso a tutt’oggi una posizione definita ufficiale sulla questione, data anche la stretta natura politica dell’argomento, ma ci permettiamo alcune considerazioni. I dati che emergono dalla questione sono prima di tutto la necessità imposta dal governo italiano di volgere ad uno snellimento dei consigli regionali e di fronte alla continua teoria di scandali che hanno interessato la regione, non possiamo che essere solidali con una linea di piu stretto controllo e contenimento delle spese e dell’ente regionale e non solo. E poi quella che sembra una questione politica così lontana dalle nostre rivendicazioni linguistico culturali, in realtà nasconde fra le sue pieghe elementi che ci interessano molto. I cinque comuni proponenti sono tutti guidati da sindaci dichiaratamente occitanisti, primo fra tutti il famigerato Giacomo Lombardo sindaco di Ostana in valle Po, l’associazione Terre Alte è guidata da Mariano Allocco, noto leader politico occitanista, l’UNCEM Piemonte è un ente chiaramente simpatizzante per gli occitanisti, viene quindi da chiedersi quali siano le intenzioni che guidino questa allegra accolita di occitanisti veterani e recidivi. La soppressione delle comunità montane ha prodotto uno spaventoso vuoto di potere nelle vallate e i titolari dei poteri che in tali enti si esprimevano si sono visti crescere questo vuoto sotto i piedi, tanto piu che la soluzione faticosamente individuata nelle unioni dei comuni montane non riprodurrà gli enti soppressi, ma enti diversi con modalità di funzionamento diverse che non sembrano comunque assicurare la continuità alle lobby di potere locali. Urgeva quindi trovare delle soluzioni che colmassero questo vuoto e garantissero queste lobby da un impietoso ed inevitabile indebolimento e sua successiva emarginazione politici. E una di queste soluzioni è proprio questa nuova proposta di legge elettorale regionale. Conosciamo bene il progetto nazionalista occitano e alcuni anni fa ci siamo imbattuti in una pagina web molto interessante sul sito p-n-o. org in cui un noto esponente occitanista della val Varaita si diceva fiducioso che le comunità montane potessero rappresentare le prime cellule della nazione occitana in Italia. Questa pagina attualmente è scomparsa dal web. E guarda caso la cartina dei nuovi collegi elettorali piemontesi prevede che i collegi elettorali montani ricalchino i territori delle comunità montane. Ovviamente essendo i comuni proponenti comuni di alta montagna con un grado di spopolamento e abbandono del territorio molto elevato, un odei caval idi battaglia del gruppo è la rappresentanza del territorio in opposizione a quella della popolazione. Sostanzialmente gli occitanisti orfani delle comunità montane e delle certezze che queste queste gli davano, si aggrappano disperati in extremis ad una nuova legge elettorale, una soluzione di ripiego con la quale sperano di recuperare al meno in parte gli ambiti di potere perduti con i vecchi enti di fatto sostenendo una proposta di legge elettorale con la quale sperano di assicurare ai territori montani dei rappresentanti propri e quindi di la continuità amministrativa nelle vallate. Di fatto il tentativo lascia trasparire in tutta evidenza lo stato di emergenza e disperazione che disegna quest’ultima speranza, perché una legge elettorale ridefinisce i collegi e le regole delle consultazioni regionali, non assicura il consenso, la capacità e la reale possibilità di emergere di qualsiasi candidato, elementi del gioco politico che non possono essere decisi da alcuna regola ma si giocano nel teatro della politica pratica. Personaggi come Mariano Allocco e altri non hanno saputo con le loro idee, pur rispettabilissime, molto spesso condite con la bandiera occitana, che raccogliere pochi voti che non gli anno permesso di emergere se non nei piccoli comuni montani con un numero minimo di votanti e di votati. Non possono ormai che affidarsi ad un ultimo estremo tentativo che più che certezze di successo gli offre una corsa rischiosa sul drammatico filo di una incerta lotteria politica. Come faranno questi personaggi locali a raccogliere alcune migliaia di voti in un elezione regionale, considerando che i loro territori non hanno popolazione sufficiente ad esprimere tale numero di voti e che giocoforza dovranno scontrarsi con altri candidati cercando consensi dove la popolazione abbonda, cioè nei centri di bassa valle?? A quanto pare il gioco si fa sempre più duro e difficile per i nostri amici occitanisti.
Posted on: Fri, 15 Nov 2013 22:22:02 +0000

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