Unaltra perla del Birdenberg: Cucchiani…anche lui Bocconiano - TopicsExpress



          

Unaltra perla del Birdenberg: Cucchiani…anche lui Bocconiano Enrico Tommaso Cucchiani (Milano, 20 febbraio 1950) è un banchiere e manager italiano che dal dicembre 2011 al settembre 2013 è stato Consigliere Delegato e CEO di Intesa Sanpaolo. I Laureato in Economia Aziendale all’Università Bocconi di Milano, ha conseguito il Master in Business Administration presso la Stanford University e ha svolto attività di ricerca sulle strategie delle multinazionali presso l’Università di Harvard. Inizia il suo percorso professionale nel 1977 presso il dipartimento internazionale di una della maggiori banche americane per poi passare, nel 1979, in McKinsey, dove ha lavorato fino al 1985 presso le sedi di Milano, Londra e New York occupandosi, in particolare, del settore bancario. Prima di entrare a far parte, nel 1996, di Lloyd Adriatico, di cui ha progressivamente ricoperto le cariche di Direttore Generale, Amministratore Delegato, Membro del Comitato Esecutivo e Presidente, è stato Direttore Generale del Gruppo Gucci dal 1985 al 1992 e ha successivamente fondato una società di venture capital. Ha ricoperto la carica di Presidente di Allianz S.p.A. ed è stato membro del Consiglio di Gestione di Allianz SE, con la responsabilità dei mercati assicurativi in Italia, Spagna, Portogallo, Turchia, Grecia e Sud America e del programma di sviluppo strategico e ristrutturazione, a livello mondiale, del business Danni e del sistema distributivo del gruppo assicurativo. È Membro del Consiglio Generale dell’Aspen Institute Italia, dellAdvisory Council dell’Università di Stanford, della Commissione Trilaterale e del Comitato Esecutivo del Consiglio per le Relazioni fra Italia e Stati Uniti. È inoltre Presidente della Business School Triestina MIB School of Management. Nel 2012 infatti l’assemblea del Consorzio MIB School of Management ha confermato per acclamazione Enrico T. Cucchiani quale Presidente della Scuola per il triennio 2012-2015. Il CEO di Intesa Sanpalo, già Presidente di Allianz Spa e Membro del Board di Allianz SE, raggiunge il terzo mandato alla guida della Scuola.[1] È diventato membro per la 61esima riunione del gruppo Bilderberg 6 giugno 2013. Il 29 Settembre 2013 si dimette dalla carica di amministratore delegato di Intesa Sanpaolo dopo lunghe divergenze con il resto del management in materia di strategia commerciale della banca, della quale, secondo alcuni, non avrebbe sufficientemente curato la rete retail, non riuscendo cosi a bilanciare le perdite accumulate dallistituto con le operazioni Telecom e Alitalia. Queste operazioni, tuttavia, erano gia state avviate quando Cucchiani arrivo alla banca. La sua buonuscita è di 4 milioni di euro. Cito da DAGOSPIA: VOLANO STRACCI SU CUCCHIANI NEI CORRIDOI DI BANCA INTESA: “ERA ARRIVATO COME CAMBIALE DI MONTI ALLA MERKEL” - COLLETTA PER PAGARGLI LA PENSIONE Sfottò-avvelenato dei sindacati sul “parcheggio dorato” dellex Ceo di Intesa: “Se la banca non gli paga le sei mensilità provvediamo noi lavoratori” - Il nuovo ceo Messina scelto da “mister esuberi” Micheli al quale si rivolge con estrema deferenza e lappellativo di maestro ... Francesco De Dominicis per Libero «Cucchiani non si preoccupi: se Intesa non paga le sue sei mensilità provvederemo noi a organizzare una colletta tra lavoratori bancari». Per certi versi cera da aspettarselo: siamo arrivati allo sfottò. Quello dei sindacati nei confronti del vertice di IntesaSanpaolo. Perché la decisione di Ca de Sass di assicurare altri sei mesi di stipendio allex amministratore delegato, Enrico Cucchiani, è paradossale. Una scelta che rispetta il contratto, come si è affrettata a precisare ieri la banca. Ma che stride, eccome, se si guarda sia alla crisi economica sia alla situazione interna dei lavoratori di Intesa. Fatto sta che dopo la levata di scudi di Fisac Cgil e Uilca di lunedì, ieri è scesa in campo la Fabi. Con il segretario generale, Lando Sileoni, che ha preso di mira, ironizzando, la vicenda Cucchiani, rimosso domenica e rimpiazzato dal direttore generale vicario, Carlo Messina. Ad aver fatto infuriare le sigle è la prosecuzione del rapporto di lavoro dellex ad. Al quale sono stati promessi altri sei mesi di stipendio, in modo da garantirgli il raggiungimento dei requisiti per letà pensionabile. Indiscrezioni non confermate ufficialmente, ma che hanno creato comunque non poco malumore fra i lavoratori della banca. «Ci sono situazioni occupazionali drammatiche» spiegava ieri una fonte interna, ricordando pure, fra rabbia e incredulità, le migliaia di esuberi e qualche esodato ancora nel limbo della legge Fornero a cui, di fatto, viene presentato il conto dello stipendio di Cucchiani. Quella dellex alto dirigente Allianz è una «posizione blindatissima» si mormora nei corridoi del primo istituto di credito del nostro Paese. E cè pure chi fa riferimento al suo passato tutto tedesco, associando il suo arrivo in Ca de Sass come una sorta di favore dellex premier italiano, Mario Monti, alla cancelliera tedesca, Angela Merkel. La faccenda è complicata e sta assumendo le caratteristiche di un intrigo che pare interessare le diplomazie internazionali. Financo Edward Lutwak ha voluto dire la sua. Secondo leconomista e politologo americano, Cucchiani sarebbe stato costretto a lasciare Intesa perché «prestava i soldi agli imprenditori e non agli amici», voleva «internazionalizzare» la banca e invece hanno prevalso «metodi italiani». Il riferimento, non esplicito, è alla visione di «banca di sistema» più gradita al presidente del consiglio di sorveglianza, Giovanni Bazoli. La banca ha provato a difendersi, brandendo il contratto di assunzione. Come dire: era tutto previsto e già messo nero su bianco. Ne emerge, tuttavia, un quadro a tinte fosche. Secondo Sileoni questa decisione è stata presa «senza avere il minimo rispetto per lintelligenza delle persone» mentre sarebbero «indispensabili comportamenti e decisioni in linea con lattuale e delicatissimo momento di crisi. Predicare bene e razzolare male fa perdere quel minimo di credibilità che il sistema bancario ancora pensa di avere». Oltre alla prosecuzione del rapporto di lavoro, la polemica riguarda anche la super buonuscita intascata da Cucchiani: 3,6 milioni di euro che, sommati alla busta paga, diventano 7 milioni per un incarico di appena 21 mesi. Vallo a raccontare a chi è stato prepensionato o a chi ha accettato di lavorare il sabato o la sera. La bufera è destinata a proseguire. Gli occhi sono puntati su Messina. La sua «promozione» sarebbe stata caldeggiata, in particolare, da Francesco Micheli. Al chief operating officer, dicono in banca, Messina si rivolge addirittura con lappellativo di «maestro». Segno di grande deferenza, confermato dal fatto che sono i soli, fra i top manager del gruppo, a darsi del lei.
Posted on: Mon, 28 Oct 2013 03:16:30 +0000

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