VIOLANTE PENTITO: IN ITALIA LE TOGHE HANNO TROPPO - TopicsExpress



          

VIOLANTE PENTITO: IN ITALIA LE TOGHE HANNO TROPPO POTERE Giacomo Amadori per Liberoquotidiano Luciano Violante, 72 anni, ha alle spalle una vita intensissima. Magistrato, giurista, politico, infine grillo parlante di una sinistra sempre più confusa. Da tempo (non è più parlamentare dal 2008) non ha paura di dire cose che a volte pizzicano i timpani dei compagni. Le ultime parole scomode le ha dettate al Quotidiano nazionale dopo il voto sulla decadenza del senatore Silvio Berlusconi: «La politica ha delegato alla magistratura tre grandi questioni politiche - il terrorismo, la mafia, la corruzione - e alcuni magistrati sono diventati depositari di responsabilità tipicamente politiche. Pensi alla norma Severino: possibile che occorra una legge per obbligare i partiti a non candidare chi ha compiuto certi reati? La legge Severino testimonia il grado di debolezza raggiunto della politica ». Luciano Violante e Anna Finocchiaro Bum. Violante, il campione delle cosiddette toghe rosse negli anni Settanta, Ottanta e financo Novanta, sostiene che la legge Severino, quella che ha costretto Berlusconi a lasciare lo scranno da senatore è un regalo ai magistrati, la consegna di stemma e distintivo da parte di chi governa a chi dovrebbe solo vigilare sul rispetto delle leggi. Labdicazione di un potere nei confronti di un altro. La fine della loro separazione. A maggio sulla decisione di votare la decadenza di Berlusconi aveva detto: «Per tre o quattro volte, nelle passate legislature, il centrosinistra ha votato in un certo modo. Se non ci sono fatti nuovi non vedo perché dovremmo cambiare questa scelta». Ad agosto Violante aveva provato sommessamente a spiegare che era un diritto del leader di Forza Italia attendere che la Consulta si esprimesse sulla legittimità di questa legge autogol. Ma venne subissato di fischi. Oggi ritorna sul concetto, con il cadavere di Cesare ancora caldo: «Dissi una cosa diversa e sostanzialmente banale: cioè che, come tutti, anche Berlusconi ha diritto a difendersi ». Violante ce lha con tutti. Con i magistrati, con i politici, ma soprattutto con i giornalisti,accusati di flirtare in modo incestuoso con il potere giudiziario. Di più, i cronisti sono accusati di decidere la fortuna di questo o di quel pm: «La vera separazione delle carriere andrebbe fatta tra magistrati e giornalisti. Ci sono cronisti di giudiziaria diventati famosi pubblicando acriticamente quel che gli veniva passato da chi come loro ambiva a far carriera». Violante rispedisce al mittente anche uno degli argomenti preferiti dagli scudieri delle procure, quelli che giustificano con la procedura «la moltitudine di processi subiti da Silvio Berlusconi». «Lobbligatorietà dellazione penale è unipocrisia costituzionale, resa necessaria dal fatto che i pubblici ministeri sono, e a mio avviso devono restare, indipendenti dal governo». In realtà scegliere chi perseguire costituisce un immenso potere discrezionale. E ovviamente tra il signor Giuseppe Rossi e Silvio Berlusconi è facile immaginare quale sia il fascicolo che interessi maggiormente agli inquirenti. «I magistrati sono uomini come tutti, non privi di vanità e ambizioni. Ma la questione è unaltra» chiosa Violante con lintervistatore. Per lex magistrato Berlusconi, però, non corre rischi immediati di arresto, almeno per quanto riguarda il presunto inquinamento delle prove nel processo Ruby: «Non vedo i presupposti, lo escludo nella maniera più assoluta. Ma fossi in lui licenzierei lavvocato che gli ha consigliato di mettere quelle ragazze (le testimoni ndr) a libro paga». Non sappiamo se queste parole apriranno nel centro-sinistra una discussione o daranno il via a un processo di autocritica. Non è facile prevederlo, essendo il Partito democratico, quello di Violante, pressato dalle posizioni giustizialiste di gran parte della base, dei grillini e di alcuni influenti quotidiani. Senza contare che i ragionamenti di questo giurista nel 1996 fecero scoppiare le vene del collo a quel popolo di antifascisti (senza fascismo) in servizio permanente effettivo che gridarono al vilipendio della Resistenza solo perché Violante, appena eletto presidente della Camera, nel suo discorso di insediamento, auspicò una riconciliazione storica tra destra e sinistra. A quei signori suonerà altrettanto indigesta questultima, illuminante, riflessione di Violante: «Berlusconi ha reso ancora più conflittuale la politica italiana, e la sinistra lo ha scioccamente inseguito sul suo terreno accontentandosi della modesta identità antiberlusconiana. Ma neanche la Resistenza fu antimussoliniana, si era antifascisti e tanto bastava».
Posted on: Fri, 29 Nov 2013 11:38:47 +0000

Trending Topics



Recently Viewed Topics




© 2015