“Vesuvio: in caso di eruzione cielo oscurato dalla cenere e - TopicsExpress



          

“Vesuvio: in caso di eruzione cielo oscurato dalla cenere e piogge intense” i sindaci dell’area vesuviana hanno deciso di incontrarsi per ribadire la necessità di aggiornare il piano di prevenzione in caso di eruzione del vulcano. Negli ultimi giorni ci sono state due scosse che però secondo gli esperti non sono preoccupanti né indicano una ripresa dell’attività. Non mancano, come al solito, previsioni catastrofiche come quella del professor Flavio Dobran. Sul rischio Vesuvio e sulle domande che i cittadini si fanno, “Parallelo41” ha sentito Cinzia Craus, architetto e urbanista 1) Quanto tempo impiega la lava per arrivare nei centri abitati? In caso di eruzione sub-pliniana, come già specificatonella scorsa puntata, si parla di colata piroclastica che raggiungerebbe i comuni dell’area rossa in pochi minuti dal collasso della colonna eruttiva. Le colate di lava sono molto più lente e se generate, da un’eruzione di tipo stromboliano, sebbene estese e distruttive per il patrimonio edilizio, non rappresenterebbero un rischio per la popolazione, la quale, peraltro, secondo piano, non potrebbe trovarsi nell’area.2) E’ vero che quando si verifica un’eruzione cambia anche il clima? La grande quantità di vapore emesso col flusso eruttivo genera inevitabilmente la formazione di nubi che a seconda delle temperature condenseranno più o meno rapidamente generando piogge intense e costanti (il cielo sarà inoltre oscurato dalla presenza di grandi quantità di cenere), per un periodo non inferiore alla durata completa dell’evento. 3) Quanto dura un’eruzione? I fenomeni acuti di un evento di tipo sub-pliniano si esauriscono di norma entro 3-4 giorni, dopo di che di può avere una fase, che può durare settimane o mesi, in cui la dinamica eruttiva è caratterizzata da fenomeni attenuati, con emissioni di ceneri e vapori associati ad attività sismica di media e bassa energia, accompagnati da piogge e conseguenti colate di fango. 4) Che cosa si intende per lahar? I lahar sono propriamente colate di fango e detriti generate dalla ri-mobilitazione del materiale di ricaduta dell’evento eruttivo su pendii ripidi. Questa mobilitazione, come gli alluvionamenti, sono entrambi dovuti all’effetto delle piogge abbondanti che accompagnano un’eruzione. A questo rischio sono soggetti i territori alle pendici del vulcano, già ricadenti nell’area rossa, le aree già soggette a rischio idrogeologico da alluvione come la conca di Nola (area blu), le pendici dei versanti appenninici sottovento durante le fasi eruttive. Il rischio permane anche a distanza di anni dall’eruzione, questo perché i nuovi depositi mantengono un limitato stato di coesione con gli strati sottostanti per un lungo periodo. E tuttavia, se per le conca di Nola, come per i comuni più vicini all’area rossa, è stato necessario comunque valutare una strategia operativa di dettaglio, per le altre zone appenniniche a rischio alluvioni si prevede di poter operare in sicurezza osservando per queste lo stesso monitoraggio che si adopera per il rischio idrogeologico, funzione delle precipitazioni. Tutto quanto contenuto nelle risposte fornite è tratto dai documenti consultabili sul sito del Dipartimento della Protezione Civile. Cinzia Craus, architetto e urbanista, ha partecipato nel 2001 alla redazione dei piani di evacuazione dei diciotto comuni dell’area rossa, a cura del gruppo di lavoro per la protezione civile, su incarico dell’Osservatorio Vesuviano, secondo le linee guida della allora Commissione incaricata della redazione e aggiornamento del Piano Nazionale Emergenza Vesuvio. - See more at: radicali.it/20130626/vesuvio-caso-eruzione-cielo-oscurato-dalla-cenere-piogge-intense#sthash.5MhXQYB6.dpuf
Posted on: Wed, 26 Jun 2013 09:57:57 +0000

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