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ViviSicilia.it Assemblea UDC dibatte i temi della costituente del partito popolare europeo Redazione ViviSicilia lug 20th, 2013 0 Comment Dall’UDC, della Sicilia, che non è la Regione, tra le meno influenti e rappresentative nel panorama politico degli ultimi anni, è presente a Roma una larga rappresentanza di eletti nelle istituzioni e nei governi locali. La Sicilia è stata considerata una “riserva“, di consensi moderati e centristi, per sette decenni e negli ultimi anni, come UDC, ha difeso il vanto di avere conservato la memoria dei cattolici siciliani e di laici in politica ed ha raccolto, pur di fronte ad un bipartitismo muscolare e pigliatutto, notevoli consensi elettorali nelle precedenti competizioni locali, regionali, nazionali, con risultati significativi sia nelle liste UDC, sia in quelle con Scelta Civica, ed ancora recentemente, nelle Amministrative siciliane con quelle civiche o in collegamento con Il Megafono di Crocetta ed il Pd. L’avevano ricordato all’Assemblea preparatoria di Enna, di cui abbiamo dato ampio resoconto Cesa, D’Alia, Bottiglione, gli assessori ed i deputati regionali, ed Antonella Russo della segreteria tecnica nazionale. L’UDC è stata, infatti, determinante in Sicilia per la svolta ed il successo della elezione di Crocetta ed è presente nel Governo dei tecnici di Crocetta, sostenuto dal Pd, dall’UDC, e dal Megafono ed ora dai nuovi arrivi della mobilità politica. L’apporto dell’UDC nel Governo è della prima ora, anche se, non è totalmente recepito sui contenuti e sulla gestione di questo primo anno di attività, mentre è auspicato. Il totale sostegno a Crocetta ,purchè non si trasformi, per la base UDC, in un secondo generoso apporto, come quello a sostegno di Monti, senza riscontri o peggio con caduta di credibilità dell’UDC e della sua delegazione, per alcuni ritardi operativi nell’uso delle risorse, per riguardo alla’disoccupazione, ai ritardi nell’uso dei finanziamenti europei, alle riforme ed alla efficienza operativa della Pubblica Amministrazione. Le grida manzoniani contro gli untori o i corrotti godono di poco successo nel superamento della crisi economica e sociale che si abbatte sull’Isola. Recenti propositivi incontri operativi dell’UDC con Crocetta, sembrano fugare queste preoccupazioni. Il Ministro D’Alia l’UDC, ora presente nel Governo nazionale non potrà essere ininfluente ed il suo contributo alla soluzione della crisi dell’economia siciliana sul piano occupazionale come su quello della riforma, dell’utilizzo delle risorse e delle potenzialilità amministrative e professionali, della trasparenza, del risparmio, della valorizzazione dei meriti e delle professionalità della pubblica Amministrazione regionale, è largamente atteso. L’Assemblea regionale dell’UDC di Enna ha offerto, infatti, la prima occasione per ringraziare il Presidente della Repubblica Napolitano per avere accolta la designazione avuta da Letta, Casini e Cesa, e dalle delegazioni dei parlamentari nazionali e regionali per partecipare al Governo delle larghe convergenze, auspicato da anni dall’UDC. Il radicamento dell’UDC, nella Sicilia è legato alla storia dell’UDC, e le vicende elettorali, i successi, i riconoscimenti, come gli errori e le responsabilità eventuali, conferite agli eletti UDC hanno registrato, il consenso ricevuto, le mutazioni della società, e richiamano nelle Assemblee proposte ed un rinnovamento dei contenuti, delle rappresentanze, e dei modi organizzativi di collegarsi con la comunità, da servire e richiamare alla politica partecipata. Segnano la volontà di operare coraggiosamente anche contro corrente, contro le abitudini degli altri partiti storici, per operare tutto il cambiamento possibile, come in atto si tende a sperimentare a livello nazionale e locale. Il mercato che domina i rapporti relazionali del consumo, delle produzioni, del commercio con i Paesi terzi e con i cittadini, che non ne colgono benefici, lo reclama. Ed anche l’internazionalizzazione, la globalizzazione della indifferenza della società,cara a Papa Francesco, venuto a denunciarla in Sicilia, non si è tramutata in occasione di sviluppo. Non si cancella però la storia, il cammino della democrazia del nostro Paese, dalla memoria fragile. Quel cammino oscurato dai mass media, da casi di corruzione, dalla burocrazia, dalla lentocrazia, dagli sprechi, dal malcostume diffuso e troppo altisonante nelle denunce, che talvolta paralizzano importanti settori operativi. E dal Sud arriveranno all’Assembea nazionale UDC le istanze e la volontà del completamento delle necessarie infrastrutture stradali, ferroviarie e portuali, gli impegni per le attività per la promozione scolastica-culturale, e valorizzazione delle risorse storiche-artistiche ed umane. Mentre urge la ripresa dei programmi di Formazione Professionale, dell’uso delle acque, le difese per evitare trivellazioni vicine alle coste meridionali, proposte per l’aperture e l’uso economico e culturale dei Musei e dei Parchi, lo sviluppo delle ricerche archeologiche con cantieri scuola aperti alla fruizione ed al turismo culturale. C’è, poi, come partito UDC, senza attendismi di maniera o di rinuncia, il dovere di contribuire a rieducare alla democrazia partecipata, a creare interesse critico e progettuale attorno al Governo Regionale ed ai Governi Locali, nel rispetto delle regole accettate dai gruppi, dai partiti, come dall’associazionismo sociale e culturale, che è stato vicino all’UDC e che va doverosamente considerato, ascoltato e promosso politicamente. Il mondo del laicato cattolico reclama, presenze e controlli per la trasparenza, efficienza, controlli, etica, iniziative occupazionali, scolastiche, culturali, ambientali. L’Assemblea nazionale di Roma, anche se ha un valore prevalentemente interno in vista del futuro Congresso e della Costituente dei Popolari Europei, è opportuno, comunque, che verifichi non solo qualche errore commesso,a causa dell’attuale sistema elettorale, ma i contenuti della presenza nel panorama politico, il significato di tante storiche adesioni, che rischiano l’astensione o il disincanto, non sempre immotivato. E sarà opportuno, in vista del Congresso intensificare i rapporti con le rappresentanze dell’associazionismo cattolico e laico, che è stato vicino e che mostra irrequietezza e voglia di sperimentare nuovi raggruppamenti politico-partitici con una ripresa delle associazioni o fondazioni di natura pre-politica, dalla associazione Democrazia Cristiana, all’Istituzioni di Signorello, alla Cosa Rosa di Pezzati, al Forum delle persone e delle associazioni del lavoro che si ispirano alle idee di Camaldoli nel Settantennio sul quale nei giorni scorsi sono tornati folti gruppi di giovani, al CDU di Tassone ed al suo contributo storico, e meridionale, ai fermenti di Retinopere. Nei riguardi dei Governi Regionali, anche se ci sono segni di stanchezza e di scarsa visibilità nei settori di cui l’UDC ha la massima responsabilità, dal’Assemblea nazionale è augurabile che emergano esigenze di una maggiore incidenza, proposta, e convergenza politica e partecipazione dei parlamentari dell’UDC, senza fughe troppo interessate verso minigruppi, di cui non si avverte proprio la ragione e verso i quali non vanno comunque acriticamente lanciare spergiuri, ma inviti di ripensamenti. L’UDC ha ancora un ruolo da svolgere, una funzione propositiva per le convergenze necessarie alla situazione di crisi e con la dovuta esposizione e responsabile determinazione, per essere ancora riferimento dell’area moderata e popolare, riformista e solidarista. La temporanea scelta di Lenza, in Sicilia, dopo una breve permanenza nell’UDC, di creare un gruppo autonomo nella Regione, non ha altra lettura, è segno di un disagio che non è utile nascondere. Fa pensare e riflettere molto il rifiuto di Papa Francesco a non volere a Lampedusa, a suo fianco, rappresentanze politiche ai livelli massimi E ciò quando il Papa ha richiamato i cittadini ed i giovani a partecipare alla politica. L’UDC accoglie il significato della sua visita a Lampedusa nel suo alto significato religioso e civile, rivolto a tutti i popoli del Sud con una particolare attenzione ai più poveri. Papa Francesco, con il suo primo viaggio del Pontificato, a Lampedusa, ha voluto incontrare i migranti disperati delle sponde mediterranee, speranzosi di lavoro, alle porte dell’Occidente ed alla Sicilia, terra storica di immigrati ed emigrati, nell’odierno tempo della mobilità mondiale, ha riconosciuto un ruolo antico e generoso, nell’area mediterranea, per scambi di cultura, di vita, di rispettosi dialoghi religiosi, attraverso l’accoglienza solidale degli immigrati e una pacifica convivenza. Offrendo ai laici “credenti e non” la sua prima Enciclica,la “Lumen Fidei” ha voluto testimoniare che la Fede è segno di amore universale e per i politici e fondamento culturale per operare la solidarietà. L’Enciclica di Papa Francesco, così recente e ricca di riferimenti universali, non potrà sfuggire agli operatori cattolici dell’assemblea UDC, così come è stato per le rappresentanze di ispirazione cristiana che hanno operato nei molti decenni trascorsi, con la testimonianza, e il dialogo con il mondo laico, fuori dai rituali, per un traguardo di una grande missione di giustizia e fratellanza universale, che deve trovare all’interno delle nazioni e dell’Europa una sua prima incarnazione storica, legata alla vocazione sopranazionale ai grandi compiti svolti dai cattolici in politica nella storia dall’Europa. Ed è grande, al riguardo la responsabilità storica dell’UDC. Porta il marchio della solidarietà e della dottrina sociale delle Encicliche, su cui fondare la cultura dei giovani per richiamarli alla politica del servizio e della massima carità. Ferdinando Russo nandorussopa@gmal
Posted on: Sat, 20 Jul 2013 11:07:13 +0000

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