di Margherita Golino Amore mio, ti prometto che terrò tra le - TopicsExpress



          

di Margherita Golino Amore mio, ti prometto che terrò tra le mani, dovunque io vada, un filo tessuto con la tela della mia anima. Lo scioglierò ad ogni mio passo fatto ad un metro da te. Lo scioglierò e si disperderà tra gli atomi della materia, ma ti basterà inciamparci per vederlo e ritornare ad un respiro da me. Non avere paura di perderti nel labirinto della vita: mantieni la calma, chiudi gli occhi e ascolta la voce di chi ti sta vicino, avvertine le tracce, sentine lodore. Anche quando la lontananza sembrerà averti inghiottito, il tempo e lo spazio non riusciranno a nasconderti, perché io ti vedo col cuore. E non avrò paura del buio, se servirà a stringerti la mano in una notte dinverno. Amore mio, ti prometto di non farti più promesse, ma sappi che vorrò vederti sognare al riparo delle stelle, quando tornerò, a tua insaputa, anche solo per rimboccarti le coperte. Cè chi dice che due anime gemelle siano destinate ad amarsi per sempre, perché hanno bisogno luna dellaltra per darsi un senso. Senza laltra metà sono acqua che non disseta, sole che non riscalda, anima che vive senza palpitare. Due anime gemelle nascono per stare insieme, crescono, incamminandosi luna verso laltra, si incontrano, si scontrano e infine si amano, si stringono, fondono un cuore nellaltro nello stesso battito. Noi, amore mio, non siamo mai stati pezzi ad incastro, non lo saremo mai. Se solo avessimo avuto gli angolini del cuore un po più smussati, adesso staremmo distesi sotto un manto di stelle a prometterci amore eterno, insieme fino allalba del giorno successivo e a mille altre ancora. Ma, se tu ci fossi, io non potrei rincorrerti nel sogno, catturarti e vederti sparire. Amore, non potrei inventarti con gli occhi di cielo e il profumo dun angelo; non potrei dipingere di magia il tuo ricordo. Eri come un aquilone: volavi libero e ti lasciavi inseguire; mi spingevi a guardare in alto senza vergogna di ridere; mi trascinavi con la forza di un uragano, ma delicato come una carezza. Gli occhi azzurri come lacqua del mare che disseta la riva;i capelli doro, la sopracciglia destra spezzata e il sorriso da birbante, la voce afona e lo sguardo logorroico, una marea di dubbi e il coraggio daverne: non so se è stato questo a farmi innamorare, assieme alla protezione della brezza destate, ma è bastato a farmi impazzire. E non sto dicendo dessere caduta in follia o perlomeno quella che si confonde con linconsapevolezza, con lo stare fuori dai gangheri. Io ero folle, sì, ma una folle vera: non ero fuori, ma dentro, immersa nel mio mondo, quellanfratto di perfetto dove capeggiavano i tuoi sorrisi e le tue battute, le tue corse e il tuo modo curioso di mangiare, le tue carezze e il tuo modo tenero di non parlare. Se dovessi raccontare la nostra storia, la riassumerei nei silenzi, quelli che scoppiano di vita, ma nessuno se ne accorge, tranne chi li vive. Noi vivevamo negli sguardi, accompagnati dal fruscio delle foglie accarezzate dal vento, dal ticchettio deglorologi ai polsi, dal rumore della saliva quando la ingoi, perché le parole si sono alleate con le mani umide di sudore e thanno abbandonato. Noi eravamo soli e zitti, muti e sordi uno di fronte allaltro, separati dalla distanza dun bacio e dun affanno. Se dovessi raccontare la nostra storia, descriverei le risate ed i sorrisi, perché proteggeranno lingenuità e la dolcezza del mio pezzo di vita con te. Eravamo felici: il primo appuntamento desserci incontrati, lultimo desserci conosciuti. E non importa se io tabbia incontrato su un treno, dal salumiere fuori casa o tra i banchi di scuola, alimenterebbe solo la fantasia. Allora che simmaginino le farfalle più belle, volavano nel mio stomaco; e stelle più accecanti, erano incastonate nei miei occhi; una suonata al tamburo, era la melodia ritmata del mio cuore;il tremore di un pulcino appena nato, così si muovevano le mie mani. Simmaginino una ninna nanna, cantata da un rocker incallito: grinta e dolcezza. Simmagini la persona migliore nel posto più bello: è il nostro primo incontro. Non che io fossi perfetta e tu perfetto, ma tutto il resto lo era. Baciandoci ci siamo detti le più profonde frasi damore. In un bacio le parole non muoiono, ma si spogliano, si raffreddano, si vergognano e si nascondono tra le labbra, bazzicando tra il rossore delle guance e le palpebre, tende di un corpo che vuole solo sentire senza vedere. Poi le parole damore diventano troppe, scivolano dalle labbra e si rassicurano neglabbracci sempre più forti, si coccolano nelle carezze più dolci, si riscaldano sulle guance rosse dimbarazzo e danzano per ore sulla musica angelica di due corpi che si muovono insieme, parlando damore. E si spoglia la mente e si spoglia il corpo. Accarezzi, stringi e non è mai abbastanza, finché non è spoglia anche lanima, che non sa se sorridere o piangere di gioia, allora ringrazia. Ringrazia la vita, il cuore, il cielo e le stelle. Io ho ringraziato te, amore mio, il mio cielo, perché mhai protetto dal vuoto;le mie stelle, perché mi sei caduto tra le mani e ti sei trasformato in desiderio;il mio cuore, perché il tuo batteva insieme al mio e non ho udito differenza. Ti ho ringraziato, ti ho respirato, ma non è bastato. Viverci è stato abbastanza per ricordarci, ma anche per dimenticarci. Siamo due bei pezzi di puzzle con colori simili;forse in sequenza io sarei il primo e tu il quarto, ma le nostre vite non si incastrano alla perfezione;se le forzi, cadono, si perdono, si spezzano. Tu lo sapevi e hai inseguito il pezzo di puzzle a te più vicino, per ovviare a quellangolo non smussato che era diventato una pugnalata, un peso, una dannazione. E non importa come ci siamo lasciati, alimenterebbe solo la fantasia. Allora che si immagini unarsura da deserto e un fiocco di neve in mezzo alla sabbia. I nostri baci, i nostri silenzi si sono sciolti come un fiocco di neve, ucciso dal tempo che cambia, così come gli essere umani e loro desideri. Sono rimaste le parole, quelle senza vergogna, quelle spietate, bugiarde, meschine, alleate di un cuore che non palpita più. Se dovessi scrivere una storia damore, amore mio, scriverei di noi, perché non ricordo nessunaltra combinazione di piacere e dolore, di luce e buio, tepore e gelo. Ma le parole, sai, si sono vergognate troppo e hanno bloccato queste mie labbra, che forse thanno detto tutto, forse niente. Volevo dirti, mentre ripercorro la storia di noi, che ti amo. Io ti amo. So che non servirà a rendermi la tua anima gemella né a far sì che tu sia la mia, non cambierà il nostro profilo, non smusserà gli angoli e non ci farà incastrare. Volevo scrivere una storia damore di due persone che si incontrano, si innamorano, si vivono, ma piangevo allidea di farli separare e mi sentivo stupida a far sì che vivessero per sempre felici e contenti. Allora ho scritto la nostra storia, perché anche se non ci sei, sei rimasto intrappolato dentro me. Io vivrò la mia vita, come tu la tua e, bella o brutta che sia, sarà senza noi. Ti muovi sulla retta parallela alla mia, mi saluterai da lontano e io farò lo stesso. Non ci incontreremo, non caccarezzeremo, non faremo lamore. Adesso fingerò di non amarti. Fai finta di crederci. Sono la stessa Matilde: capelli rossi, che al sole sembrano riflettere limbarazzo del cielo al tramonto; le unghie distrutte dal quel brutto vizio di divorarle e mani impegnate a tormentarmi prima un boccolo, poi un altro. Amo scrivere storie damore, ma il principe non veste mai dazzurro, non sa andare a cavallo e non conosce un passo di valzer. Do poca importanza aglabbinamenti, preferisco i forti contrasti. Purtroppo i contrasti non samalgamano e confondono. Continuerò a srotolare il mio filo, anche se non ci dovessi inciampare mai. Voglio vederti sognare, quando arriverò nel buio della notte in punta di piedi anche solo per rimboccarti le coperte. Fingi che non ti ami, amore mio. Tua, Matilde Vota e commenta
Posted on: Tue, 29 Oct 2013 06:21:58 +0000

Trending Topics



Recently Viewed Topics




© 2015