il calabrone non può volare a causa della forma e del peso del proprio corpo relativamente alla superficie alare. Ma il calabrone non lo sa...e perciò continua a volare. Sì, certo. Un mercoledì pomeriggio il calabrone si stancò di zampettare da una merda di cane allaltra, vide unape passare e pensò a come sarebbe stato piacevole sollevare quel suo corpo tozzo in aria per afferrarla in volo e staccarle la testa. Oppure perché no, prendersi il cielo in un turbinio ubriaco prima di crollare in picchiata sulle gambe spalancate di una tenera corolla, a sbafarsi lo zuccherino per unistintiva copulazione cosmica. Così decise e così fece, lo fece davvero. Minchia sto volando! Scempiaggini. Dicerie. Stronzate. Il calabrone è una macchina volante perfetta. Sfrutta le turbolenze che esso stesso crea, per mezzo delloscillazione furiosa delle sue piccole ali e del loro cambiamento dinclinazione, in movimenti che seguono un preciso ordine disegnando una sorta di otto. Asseconda gli spostamenti daria e avanza per propulsioni. 230 battiti dali al secondo. Questa è Natura, come Niente è per caso. Non un aneddoto, nemmeno un romanzo di Follett o una composizione musicale di Rimskij-Korsakov. E non è nemmeno un invito a darti alla ginnastica ritmica se hai 25 chili di adipe intorno al culo, sfruttando la sola forza di volontà. Perciò, anche se il calabrone se ne frega delle leggi della fisica e vola lo stesso, e tu rimani il patetico mediocre di sempre, non salirai mai in alto, mai. Mercoledì pomeriggio fatti un goccio, sposta il telecomando e masturbati sul divano, chiuditi nelle scapole e pianta i piedi in terra, e defeca con liberazione i tuoi cattivi gonfiori di stomaco. Ergiti in voli pirandici, se proprio devi, e occupati di non inciampare, che tanto basta.
Posted on: Fri, 22 Nov 2013 12:09:35 +0000
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