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senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/00713362.pdf Peschereccio "La Madonnina": atti del Senato con le interrogazioni dei senatori Beppe Lumia (che ringrazio per avere fatto sue integralmente le mie osservazioni) e di Venera Padua. Per i concittadini che volessero leggerlo, le riporto qui di seguito: LUMIA – Ai Ministri degli affari esteri, delle politiche agricole, alimentari e forestali e per gli affari europei. – Premesso che: intorno alle ore 17,00 di gioved`ı 1o agosto 2013, il motopescherec- cio «La Madonnina», battente bandiera italiana e appartenente alla flotta di Scoglitti (Ragusa) con a bordo il comandante Salvatore Penna e i mem- bri dell’equipaggio Vincenzo, Claudio e Giovanni Penna, e` stato fermato in mare dalle forze di polizia della Repubblica di Malta in quanto, se- condo quanto contestato al capo barca e all’equipaggio, essi avevano fatto indebitamente ingresso nella zona di gestione maltese, assunto, questo, ri- petutamente negato dai nostri connazionali; da quanto riferito dai componenti dell’equipaggio, il fermo del mo- topeschereccio e` stato condotto con modalita` di particolare ed inusitata violenza, posto che all’indirizzo dei nostri marinai sarebbero state puntate armi da fuoco e fucili mitragliatori da parte delle forze di polizia maltesi; sempre da quanto riferito, i marinai sarebbero stati bloccati quando non avevano fatto ingresso nella zona di gestione maltese, e pertanto in acque internazionali, per poi essere condotti a motori spenti all’interno della zona di gestione; dalla serata del 1o agosto, quando il motopeschereccio e` approdato a Malta, alla data del 5 agosto, quando, celebrato il processo e procedutosi al pagamento dell’ammenda amministrativa nella misura di 23.000 euro comprensive delle spese processuali, il medesimo ha fatto ritorno in Italia, il trattamento riservato al capo barca e ai marinai e` stato particolarmente severo, essendo stati tra l’altro i medesimi costretti a permanere per giorni all’interno della propria imbarcazione in stato di sostanziale fermo; nella serata del 1o agosto si sono recati a Malta tramite un’imbar- cazione privata due amministratori del Comune di Vittoria (l’assessore per il decentramento e quello per lo sviluppo economico), che hanno incon- trato membri delle rappresentanze diplomatiche italiane nella Repubblica di Malta, e chiesto e ottenuto rassicurazioni; analoga richiesta era stata inoltrata dai rappresentanti di quel Co- mune all’amministrazione regionale siciliana; lo stesso giorno, oltre al motopeschereccio «La Madonnina», e` stato fermato e condotto a Malta un altro motopeschereccio della marine- ria di Licata, il «Principessa I», con a bordo 6 marinai al comando del capo barca Salvatore Saporito, che sono stati allo stesso modo processati e condannati al pagamento della medesima sanzione amministrativa; a giudizio dell’interrogante la vicenda ripropone la problematica rappresentata dalla situazione di indubbio privilegio di cui gode la Repub- blica maltese rispetto alla comunita` internazionale ed in particolare agli altri Paesi dell’Unione europea. Malta ha infatti unilateralmente istituito con una propria legge fin dal 1978 una zona esclusiva di pesca fino alla distanza di 25 miglia nautiche dalla propria terraferma, pretendendo poi, nel momento in cui e` entrata a far parte dell’Unione, la formalizza- zione di una zona di gestione di analoga delimitazione. Tale zona di ge- stione e` stata pertanto dapprima disciplinata dall’art. 1 del regolamento (CE) n. 813 del 2004 ed attualmente e` regolata dall’art. 26 del regola- mento (CE) n. 1967 del 2006; tali disposizioni appaiono ingiustificate tanto alla luce del principio generale che consente alle imbarcazioni battenti bandiera di tutti gli altri Paesi comunitari il libero esercizio della pesca oltre il limite delle 12 mi- glia nautiche costituito dalle acque territoriali di ciascun Paese, quanto alla luce dei principi comunitari di liberta` di impresa e di divieto di disposi- zioni e di prassi che, espressamente o surrettiziamente, finiscano per de- terminare un’alterazione della concorrenza a beneficio di imprese stabilite in uno dei paesi comunitari rispetto alle altre, o addirittura evidenti discri- minazioni. Circostanze che ricorrono nella fattispecie, tanto piu` che il li- mite delle 25 miglia e` estremamente prossimo, in alcuni suoi punti, a quello delle acque territoriali italiane; risulta evidente che le disposizioni in questione devono al piu` pre- sto essere riesaminate e rese quanto piu` coerenti con i principi di liberta` di impresa, di pari opportunita` e di non discriminazione che stanno alla base dei processi di integrazione europea, e che cio` costituisce un dovere mo- rale delle autorita` statali e comunitarie nei confronti di un territorio, come quello siciliano, che sta pagando prezzi elevati alla causa dell’integrazione europea soprattutto in termini di competitivita` dei propri tradizionali com- parti produttivi, dall’agricoltura alla stessa pesca; occorre pertanto raccogliere, a partire da questa vicenda, il condi- visibile appello che sale dalle marinerie siciliane e, in particolare, della Sicilia sud-orientale, ma anche da numerose associazioni professionali tra le quali, in ultimo, Federcoopesca – Confcooperative, che ha chiesto che, quanto piu` urgentemente possibile, si riveda almeno l’elenco delle imbarcazioni autorizzate, in modo da consentire alle marinerie un eserci- zio della propria attivita` non esposto a pericoli di qualsiasi natura; trattandosi di questioni che riguardano la modifica, almeno par- ziale, di regolamenti comunitari e quindi di diretta competenza delle auto- rita` centrali, occorre innanzitutto una disponibilita` del Governo nazionale a porre il problema nelle sedi comunitarie, si chiede di sapere: se i Ministri in indirizzo ritengano opportuno riferire sulle circo- stanze del fermo dei 2 motopescherecci da parte delle autorita` della Re- pubblica di Malta, ed in particolare se risulti alle autorita` di polizia ita- liane che il fermo delle imbarcazioni dei nostri connazionali sia avvenuto in acque internazionali (come da loro riferito) o all’interno della zona di gestione maltese (come ritenuto dalle autorita` di quel Paese); quali siano state, in effetti, le modalita` del fermo e se risponda a verita` che siano state puntate armi da fuoco contro i nostri connazionali inermi e se gli stessi, una volta condotti a Malta, siano stati trattati in modo dignitoso; quali siano stati i passi posti in essere dalle autorita` diplomatiche italiane in questa occasione; se, alla luce del particolare regime di cui gode la Repubblica mal- tese, non ritengano necessario e improcrastinabile porre a livello comuni- tario l’esigenza di una revisione di norme che non appaiono coerenti con alcuni dei basilari principi di integrazione europea. (4-00723) PADUA, ORRU`, DI GIORGI, MIRABELLI, ROMANO, CARDI- NALI, DE BIASI, MATURANI, SILVESTRO, MATTESINI, ALBANO, MANASSERO, LUMIA, CIRINNA` , GRANAIOLA, FILIPPIN – Ai Mini- stri degli affari esteri, delle politiche agricole, alimentari e forestali e del- l’ambiente e della tutela del territorio e del mare. – Premesso che: in data 1o agosto 2013, 2 motobarche di pescatori, la «Principessa I» della marineria di Licata (Agrigento) e «La Madonnina» di Scoglitti (frazione di Vittoria, Ragusa), sono state sequestrate dalle autorita` Maltesi;secondo la Polizia maltese le imbarcazioni si trovavano in acque di loro competenza. Le imbarcazioni erano partite per una battuta di pesca nella notte; le imbarcazioni sono state trainate verso il porto di Malta, e l`ı sono stati tratti in arresto i due comandanti dei pescherecci siciliani; a quanto si apprende da notizie di stampa, gli uomini dell’equipag- gio sarebbero stati scortati ed intimiditi con i mitra puntati. Fino a tarda serata si sarebbero, poi, svolti gli interrogatori e subito dopo sarebbe stato confermato l’arresto dei pescatori che sembrerebbe siano stati rinchiusi in carcere in situazioni igieniche precarie, processati e condannati a tempo di record; durante gli interrogatori i 2 comandanti hanno insistito nel dichia- rarsi assolutamente incolpevoli e che si trovavano in acque internazionali; dalla Farnesina, secondo fonti istituzionali locali, sarebbe giunto l’impegno a far recapitare al piu` presto a Malta le carte nautiche dalle quali si evincerebbe la posizione esatta dei due pescherecci, che conferme- rebbe la tesi dei marinai; l’assessore alla legalita` del Comune di Vittoria ha dichiarato, non appena avvertito dalle autorita` portuali del sequestro, che «la ragione del provvedimento non e` ancora del tutto chiara ed e` in corso di esame la cir- costanza se l’imbarcazione avesse o meno superato il limite delle acque territoriali». Dell’accaduto sono state immediatamente avvisate le autorita` regionali. Inoltre, sono state informate le autorita` di polizia italiane, ed in particolare le Capitanerie di porto; il giorno 2 agosto le autorita` locali si sono recate a Malta dove hanno assistito ad un secondo interrogatorio dei marinai; per consentire agli equipaggi di lasciare l’isola, le autorita` maltesi hanno preteso un pagamento di 20.000 da ciascun peschereccio; come e` stato denunciato da piu` parti, eventi simili non dovrebbero piu` accadere, in particolar modo nell’ambito di una Comunita` quale quella europea, dove norme e regole dovrebbero essere uguali per tutti; anche laddove venga accertato effettivamente lo sconfinamento dei due pescherecci siciliani, tuttavia la pena comminata all’equipaggio per poter lasciare l’isola, seppur costituisca quella minima edittale, rappre- senta l’equivalente di un anno di lavoro di intere famiglie, oltre tutto in un momento di grave crisi quale quello attuale, le federazioni di pescatori siciliani hanno da sempre portato avanti una battaglia contro il bracconaggio marino, lottando per il rispetto delle regole e della legalita`, che garantiscano sia il lavoro dei pescatori sia la risorsa mare e, tuttavia, non si possono piu` tollerare i metodi usati nel re- cente passato dai militari maltesi con abbordaggi a mitra spianati, nonche ́ con detenzioni illegittime ed in condizioni umane ed igieniche precarie; in attesa di ulteriori sviluppi della questione, e` ormai improrogabile per il futuro che le autorita` italiane e quelle maltesi approfondiscano gli accordi bilaterali esistenti in materia, in quanto, come rappresentato in piu` occasioni da imprenditori della marineria siciliana, gli stessi sarebbero sbilanciati a favore dei pescatori maltesi, si chiede di sapere: se il Ministro degli affari esteri sia al corrente di tale trattamento, che ha violato i piu` elementari diritti umani; se non ritenga di chiedere alle autorita` maltesi per quale motivo sia stato riservato ai pescatori siciliani tale trattamento; quali misure urgenti e strutturali intenda adottare per giungere ve- locemente all’adozione di misure che impediscano il ripetersi di episodi del genere in futuro; se non sia il caso di chiarire anche in un’ottica di rapporti bilaterali quale sia l’impegno del Governo; piu` in generale, quale sia il futuro della pesca siciliana nel Medi- terraneo dato che troppo spesso ci si ritrova alle prese con episodi che mettono a repentaglio il lavoro e la sicurezza dei lavoratori del mare. (4-00713)
Posted on: Fri, 09 Aug 2013 17:27:43 +0000

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