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socialnews.tiscali.it/ Amianto: la Marina prenda esempio dallAeronautica Militare di Luca Marco Comellini Commenta Invia Parlare di tempestività dopo 17 anni sarebbe ridicolo se non fosse drammatico. Alcuni giorni fa il Comando in Capo della Squadra Navale (CINCNAV), attraverso la rete intranet, ha diramato a tutto il personale della Marina militare una breve nota con cui, allo scopo di smentire alcuni articoli relativi alla presenza di materiale contenente amianto a bordo delle navi e degli elicotteri in uso alla Forza armata, ha tentato di argomentare sulla efficienza e sulla rapidità degli interventi realizzati. “La M.M. si è mossa prontamente” - si legge nella nota – ma intanto il personale militare continua a crepare. Lo scorso 12 novembre a causa di un mesotelioma pleurico è deceduto il maresciallo luogotenente Francesco Capomassi. Aveva 56 anni ed è soltanto lultimo dellinterminabile elenco delle vittime dellamianto contenuto a bordo delle navi della Marina militare. Una propaganda allinsegna del “va tutto bene” quella della Marina militare che scrive: I rischi di esposizione ad amianto, da parte del personale che opera a bordo delle Unità della M.M., sono stati accuratamente valutati per stabilirne la natura, il grado di esposizione e le misure preventive e protettive da attuare. Molte Unità sono state totalmente bonificate...”. Consultando gli atti di sindacato ispettivo della passata legislatura è possibile apprendere che lo scorso 31 luglio 2012 lex Ministro della difesa, ammiraglio Di Paola, rispondendo ad una delle tante interrogazioni dei radicali, Maurizio Turco e Maria Antonietta Farina Coscioni, ebbe modo di affermare che “Lattività sinora svolta ha permesso di bonificare completamente il 20 per cento e, parzialmente, il 44 per cento delle 155 unità con presenza di materiali contenenti amianto a bordo, attualmente in servizio con equipaggio fisso”. Dopo alcuni mesi (novembre) sempre Di Paola rispose che, sempre “con riferimento al mese di luglio 2012, la percentuale delle unità bonificate completamente è pari al 25 per cento di quelle attualmente in servizio con equipaggio fisso, mentre quella delle unità bonificate parzialmente è pari al 54 per cento”. Incertezza dei dati o miracoli a parte, in questi 17 anni la Marina ha bonificato meno di due navi allanno. La propaganda di regime non si limita solo al naviglio ma prende di mira anche la questione dellAmianto a bordo degli elicotteri affermando che lazione della Marina militare “è stata tempestiva”. Tuttavia dallo scambio epistolare tra la Difesa e la società Agusta (dal 2000 Agusta Westland), pubblicato dallHuffington Post lo scorso mese di agosto, è emerso chiaramente che la società di Finmeccanica aveva provveduto ad informare la Difesa – quindi anche la Marina - della presenza di amianto sugli elicotteri già nel lontano 1996. Difronte alla disinformatia della Marina militare - questa si “tempestività- è quanto mai doveroso prendere atto, e lo dico con particolare soddisfazione, della reale concretezza del Capo di Stato Maggiore dellAeronautica militare, generale Pasquale Preziosa, che a seguito della mia denuncia (rivelata dallHuffington Post) ha provveduto, in tempi rapidissimi, alla “costituzione di un Comitato amianto dellAeronautica Militare, con il compito di monitorare costantemente levoluzione della problematica e con lobiettivo di predisporre un organico piano di azione che, in stretto coordinamento sia con le altre Articolazioni di Forza Armata che del Dicastero Difesa, tecnicamente competenti per adempimenti e competenze, individui e persegua ladozione di una complessiva strategia per leliminazione dellasbesto, come individuato presso le infrastrutture della Forza Armata ed allinterno dei sistemi e/o componenti dei mezzi e materiali in uso”. Capomassi non è stato il primo e, come sappiamo, non sarà neanche lultimo. La notizia del tragico evento stride violentemente con lopera di “disinformatia” della Marina militare. Parlare di amianto a bordo delle unità navali o degli elicotteri in uso alla Marina militare non è come discutere del sesso degli angeli o sul come far servire allammiraglio De Giorgi “il caffè con orzo in tazza grande, senza zucchero, macchiato caldo” o “il tè verde, senza zucchero” come ci aveva raccontato Repubblica.it qualche tempo fa. Se si vuole affrontare il problema “amianto” occorre ricordarsi di coloro che sono morti e di quelli che soffrono perché colpiti da patologie devastanti, di quelli che nei prossimi anni scopriranno di avere contratto il mesotelioma pleurico e del fatto che ad oltre 21 anni dalla messa al bando del minerale emergono situazioni di prolungato disinteresse. Come spesso accade da quando ho iniziato la mia attività politica in difesa dei diritti dei militari anche oggi posso affermare - senza timore di essere smentito - che liniziativa del generale Preziosa è la conferma che anche un semplice cittadino, a dispetto delle istituzioni parlamentari, può concretamente e fattivamente contribuire a migliorare lamministrazione militare segnalando, anche in modo critico attraverso gli organi di informazione, eventi o problematiche di particolare rilevanza sociale o pericolosità che meritano immediate attenzioni. LAmmiraglio De Giorgi, cioè lattuale Capo di Stato Maggiore della Marina militare, potrebbe – anzi, a mio avviso dovrebbe – ascoltare il grido dallarme che proviene dai suoi uomini (Co.Ce.R escluso), prendere esempio dal suo collega dellArma Azzurra e costituire, possibilmente in tempi rapidi, un analogo “Comitato” a cui delegare ogni attività in merito allamianto, non ultima quella della corretta informazione e formazione da dare al personale. Il testo della nota diffusa al personale della Marina militare dal Comando in Capo della Squadra Navale (CINCNAV): Amianto a bordo delle Unità e degli elicotteri della M.M.. Nel corso di questi giorni sono apparsi su alcuni giornali nazionali articoli relativi alla presenza a bordo delle UU.NN. e degli elicotteri della M.M. di materiale contenente amianto. In particolare si fa riferimento a: - navi ancora infestate di amianto, vent’anni dopo la messa al bando di questo materiale che ha fatto ammalare centinaia di marinai nel silenzio omertoso dei passati vertici della Marina e che dovrebbe essere stato rimosso con operazioni di bonifica costate almeno 30 milioni di euro; - elicotteri impiegati nelle recenti attività di pattugliamento del Canale di Sicilia, che sarebbero stati bonificati dall’amianto a settembre, ma per i quali, in realtà, l’opera di bonifica non sembra abbia funzionato. Si afferma, inoltre, che il modo approssimativo e superficiale in cui viene gestito il gravissimo problema dell’amianto sui mezzi militari, navi, elicotteri e non solo, è espressione della disattenzione della Difesa per la salute del personale. Al fine di rendere edotto il personale dipendente in merito alle azioni intraprese dalla M.M. in materia si riporta, di seguito, una breve nota da divulgare – in maniera capillare e dettagliata – ai Comandi dipendenti/personale dipendente, con richiesta di raccogliere ed inviare a questo A.C. i dubbi, le domande e le argomentazioni che dovessero scaturire sull’argomento, al fine di poterli opportunamente valorizzare con l’ausilio di personale tecnico di questo A.C., per una compiuta trattazione della tematica. 1.1. Amianto a bordo delle Unità della M.M.. La M.M. si è mossa prontamente per arginare la problematica amianto a bordo delle navi, e tutt’ora è impegnata nel cercare di eliminare in toto i MCA. La presenza di materiali contenenti amianto (MCA) è nota – considerata l’età delle Navi – e per affrontare tale problematica la Marina Militare ha costituito una task force e sta, ogni anno, destinando consistenti risorse finanziarie per la bonifica completa delle Unità Navali. I rischi di esposizione ad amianto, da parte del personale che opera a bordo delle Unità della M.M., sono stati accuratamente valutati per stabilirne la natura, il grado di esposizione e le misure preventive e protettive da attuare. Molte Unità sono state totalmente bonificate ed esiste un programma per completare tale attività. Dal punto di vista pratico, la M.M. ha percepito, negli anni, le indicazioni della vigente normativa nazionale. Infatti, si è provveduto a: - dotare le UU.NN. di un documento chiamato “MAPPATURA AMIANTO”: che censisce tutti i siti contenenti MCA, la tipologia, la caratteristica – friabili o compatti – lo stato di conservazione e le eventuali variazioni (bonifiche, rimozioni, etc.); - istituire una precisa organizzazione a bordo per la gestione delle problematiche relative all’amianto; - istituire un Nucleo Pronto Intervento amianto con lo scopo di effettuare periodici controlli dei siti contenenti MCA (Piano d’Ispezioni periodiche) e di provvedere, in taluni casi, all’incapsulamento di MCA in emergenza; - emanare istruzioni per il personale di bordo durante le attività di normale utilizzo, di intervento in caso di emergenza e di manutenzioni degli impianti/apparecchiature contenenti MCA; - implementare le procedure di intervento in emergenza in caso di deterioramento di MCA con conseguente rilascio di fibre nell’ambiente “nave” sia in porto che in navigazione; - dotare le UU.NN. sulle quali c’è presenza di MCA di un kit amianto da utilizzare per i casi di incapsulamento (e non di rimozione). 1.2. Amianto a bordo degli elicotteri della M.M.. Anche per la componente aerea, l’azione della Marina è stata tempestiva. Infatti, a titolo cautelativo, non appena è stata appresa la notizia di un potenziale rischio amianto sugli elicotteri AB 212, l’impiego della linea è stato immediatamente sospeso. Successivamente, accertata l’assenza di fibre aero disperse sia all’interno delle infrastrutture di lavoro (hangar) che a bordo degli elicotteri e, attraverso l’utilizzo di apposito prodotto, valutato idoneo, dalla ditta Agusta Westland, a fornire un’adeguata barriera alla eventuale dispersione di fibre, le attività operative sono state gradualmente riprese. Sempre nell’ottica di assicurare la massima tutela della salute del personale, tutti gli interventi sui componenti potenzialmente a rischio sono stati effettuati da personale di ditta qualificata del settore, nel rispetto dei requisiti tecnici e di sicurezza del volo. I relativi piani di lavoro per l’esecuzione dei predetti interventi sono sempre stati approvati dai competenti organi di vigilanza di Forza Armata. Contestualmente, è stata avviata una capillare opera di informazione e sensibilizzazione del personale dei gruppi di volo nel merito delle problematiche afferenti il rischio di esposizione. Tutti i provvedimenti via via adottati dalla F.A. sono stati sempre resi noti al personale dipendente. 21 novembre 2013
Posted on: Sat, 23 Nov 2013 23:36:02 +0000

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