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traducción al italiano del PREFACIO de juan dager-yabrudi nieto al poemario de shirley soto vásquez salido de la mano de la Autora: PREFAZIONE Ho ricevuto questa raccolta di poemi dal titolo “Le Orme dell’Amore “ dalla sua autrice Shirley Soto Vásquez, leggendola con attenzione. Ho conosciuto Shirley Soto durante i suoi studi presso il Collegio Mayor di Cartagena, dove ho svolto servizio come professore e sucessivamente come Segretario Generale. Anche se non sono mai stato un suo insegnante, ho saputo delle sue inquietudini e della sua leadership tra gli studenti di quell’epoca. Lei apparteneva, come studentessa, alla Scuola di Amministrazione d’Azienda ma aveva notevole propensione ad imparare le lingue, cosa che effettivamente si faceva nel settore della Scuola di Turismo e Hotel Management. In tutti questi anni non ho avuto notizie di Shirley Soto, se non in una circonstanza, per poi rencontrarla poco tempo fa. In questo nuovo incontro, mi ha inviato queste poesie scritte da lei. Prendendo un pò del mio tempo, mi sono dedicato a leggerle rimanendo piacevolmente consapevole delle inquietudini spirituali espresse in questa collezione. Da questa lettura emerge un tema unico: l’ Amore. L’Amore così come concettualizzato dall’autrice. L’ Amore evocante fino alla nostalgia, sentito fino al dolore, talvolta lacerato, ferito, sanguinante, e fatto a pezzi il maggior numero delle volte. Non avrei mai immaginato che questa ragazza avente poco meno di diciannove anni, che avevo incontrata per caso, annidasse nella propria psiche questa suddetta dimensione del sentimento amoroso. Nel momento in cui si leggono queste poesie, ci si chiede se esiste ciò che alcuni chiamano letteratura, in questo caso, “femminile”, la cui definizione non mi ha mai soddisfatto trovandola sessista. Per me, la Poesia è poesia sempre che esistano le condizioni per esserlo, cosa che, lasciatemi dirlo, è certamente difficile, che l’abbia scritto chi lo ha scritto, un essere umano, uomo o donna che sia, femmina o maschio. In questa raccolta di poesie, composte in versi liberi, si trova il ritmo necessario del quale la poesia ha bisogno per meritarsi questo nome. Anche se, a volte, l’auttice va oltre e scrive con consonanza. La poesia ha avuto molti stili e metriche in passato, alcuni di essi sono sopravvisuti fino ad oggi, ma, è un fatto già noto e accettato, a dispetto di alcuni, che l’uso del verso libero c’è ed è qui per rimanervi . La più importante, e direi io, l’unica cosa importante nella poesia, è il senso che hanno le parole e la tascendenza del significato immediato di quel senso. Farò uno sforzo per resistere all’allettante tendenza dei critici letterari, per non associare questa poesìa di Shirley Soto Vásquez con quella di altri poeti, siano essi maschi o femmine, ma se volesse citare nel mondo della letteratura due nomi che mi arrivano nell’immediatezza alla mente, in questo preciso momento di confronto di queste note modeste sulla poesia di Shirley Soto Vasquez, nominerei Alfonsina Storni, nata in Svizzera, ma cresciuta in Uruguay, e dallo scenario inglese Virginia Woolf . La Storni per la sua poesia evocativa e lacerata nel tentativo di afferrare un pezzo di luna di felicità contro ogni avversità. La Wolf invece per la sua affermazione nell’ essere Donna, un essere nato per essere libero. Anche perchè qualche imprudente custodisce ancora il desiderio di voler tenere sottomessa la Donna. Una donna intraprendente, andò in Olanda in un viaggio alla ricerca di esperienze, ove iniziò gli studi per diventare traduttrice simultanea. Imparò la lingua con vero e proprio impegno, lasciandoli però troncati andando a fare i lavori più diversi per il suo sostegno. Già in Italia, sposata e con l’intenso desiderio di essere madre, si dedica a ogni tipi di mestieri per aiutare la sua famiglia. Ma Shirley Soto non dimentica la sua inclinazione alle lettere e si costruisce un cammino come insegnante della sua lingua madre: spagnolo o castigliano. Prendendo momenti per altri vari uffici (da quello di collaboratrice nelle case dei suoi amici fino a cuoca nella casa di famiglia), l’autrice scrive, legge e traduce in diverse lingue vari lavori. Ma il sentire di Shirley Soto, le ha fatto cogliere ciò che per lei è stata una vera sfida per catturare in lettere i suoi sentimenti più profondi sulle cose trascendentali: l’amore, l’oblio, il dolore, l’assenza, la rassegnazione e l’immenso amore per le sue due figlie Susanna e Sabrina, che, come l’autrice stessa e il suo cognome, Soto Shirley, si scrivono entrambi con la lettera “s”, ricorda l’autore di queste righe il troppo letterario cosciente chiamato allitterazione o la ripetizione della lettera “s”, per riuscire a trasformare la poesia in Musica stessa grazie alla mano di Garcilaso de la Vega, quando nella sua Egloga III ha detto: “ Nel silenzio solo si ascoltava un sussurro di ape che suonava” . juan dager yabrudi-nieto Cartagena de Indias, il 22 ottobre 2013
Posted on: Sun, 27 Oct 2013 14:35:41 +0000

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