virtuosi si nasce modesty lo nacque John Fahey - The Dance - TopicsExpress



          

virtuosi si nasce modesty lo nacque John Fahey - The Dance of Death & Other Plantation Favorites 1 - Wine and Roses -- 0:00 2 - How Long -- 3:27 3 - On the Banks of the Owchita -- 6:24 4 - Worried Blues -- 10:16 5 - What the Sun Said -- 12:40 6 - Revelation on the Banks of the Pawtuxent -- 22:52 7 - Poor Boy (Fahey, Bukka White) -- 25:27 8 - Variations on the Coocoo (arr: Fahey, Clarence Ashley) -- 28:46 9 - The Last Steam Engine Train -- 32:47 10 - Give Me Corn Bread When Im Hungry -- 35:06 11 - Dance of Death -- 38:18 1999 reissue bonus tracks: 12 - Tulip (AKA When You Wore a Tulip and I Wore a Big Red Rose) (Arr: Fahey, Jack Mahoney, Percy Wenrich) -- 45:58 13 - Daisy Bell (A Bicycle Built for Two) (Arr: Fahey, Harry Dacre) -- 48:42 14 - The Siege of Sevastopol (Arr: Haley) -- 50:02 15 - Steel Guitar Rag (Traditional) -- 51:25 John Fahey è un archetipo, un iniziatore, una sorgente da cui si sono alimentate raggiere di chitarristi, un originale assoluto, bacino di nutrimento creativo, ma irripetibile unicum. Il suo accostamento alle radici folk, blues, country blues della tradizione americana riveste il ruolo eversivo di una rivoluzione copernicana. Lhumus primigenio del blues soprattutto, è materia grezza da manipolare, da trasfigurare. Fahey plasma e riscrive con la furia incontenibile di uno scultore che si accosti a un blocco di marmo, pronto per essere animato, scaglia a scaglia. La nuova creatura, lindefinibile sequenza sonora giace allinterno della massa amorfa, attende di essere liberata, di affermare unoriginalissima personalità. Un sacro furore conoscitivo travolge Fahey fin dai primi approcci con la musica. Indaga, scandaglia, si immerge nel patrimonio tradizionale, insegue i suoi miti viventi ovunque si trovino, (rimane negli annali una visita con Barth e Henry Vestine, futuro Canned Heat, a Skip James sul suo letto di dolore al Tunica County Hospital, North Mississippi), ha un rapporto fisico con lo strumento, lo tormenta, lo spreme, costringendolo a produrre grappoli di note inerpicate su sentieri appena aperti. Quando, in compagnia dellamico Bill Barth, John raggiunge gli studi di Gene Rosenthal ad Adelphi, Maryland, è lAgosto del 1964. Il musicista in erba di Takoma Park ha un bagaglio personale di due dischi, un mitico Blind Joe Death (1959), stampato in meno di cento copie e venduto alla stazione di servizio dove lavora e un secondo, Death Chants, Breakdown & Military Waltz (1963). Letichetta, autoprodotta, ripropone il toponimo dei luoghi natali, del favoleggiato Maryland dai paesaggi incontaminati e non ancora travolto dai flussi lavorativi. John non possiede una chitarra di grande qualità ed usa per i tre giorni delle sessioni di Adelphi la Gibson di Bill. Whiskey e marijuana giocano un ruolo non trascurabile nello slancio creativo da cui nasceranno una trentina di brani. In The Dance Of Death, ennesimo riferimento soprannaturale, cornice di una musica che spesso si riferisce ad anditi tenebrosi della psiche, Fahey rivela un talento fulminante, un fiuto istintivo nellestrarre dal manico accordature inaudite, melodiche e dissonanti, aspre ed elegiache. Fingerpicking straripante di estro e inventiva, variazioni e sfumature armonicamente dissacratorie, scale invisibili, misteriosi rituali. Dalla biblioteca di questo santuario, pagine iniziatiche saranno a disposizione di Robbie Basho, apprendista stregone della chitarra, del più solare Leo Kottke. Quattro bonus tracks arricchiscono i dodici pezzi del disco. Appartengono alle medesime sessioni e sono attraversate da un identico turbine. Nessuno di questi brani aggiunti è composizione del chitarrista. Le esecuzioni originali fanno parte del materiale blues o country che Fahey aveva lungamente studiato in adolescenza, grazie ad un intenso apprendistato su vecchi 78 giri, collezioni di rarità, ascoltando sulla radio Benny Goodman e le big band. Tutto il lavoro svela lartificiere, lardito brillatore di mine sonore. Alcune tunes sono di sua firma, le altre che rivelano diversi crediti è come se lo fossero, tanta è lenergia fresca che le travolge. The Days Of Wine And Roses di Henry Mancini è una parte che egli cercò di imparare a memoria, dopo aver sentito loriginale. Più tardi il pezzo sarà battezzato come The Red Pony. Anche On The Banks Of Owchita, tratta da Ravi Shankar, ha una pelle completamente rinnovata, incredibilmente squamosa. La composizione del maestro indiano era stata usata dal regista conterraneo Satyajt Rays nel 1958 per il film The World Of Apu. Il bottle-neck di John scivola sulle corde, distorce i suoni, si produce in tetre tonalità maggiori. Armonie vaporose, una giostra di farfalle su una pozzanghera, affascinano nel brano più lungo, What The Sun Said, scorcio trascendentale e quasi sinfonico che si espande in un equilibrio armonico che sommerge lentamente, inonda. Corde basse ed alte si compenetrano come nella fusione di metalli nobili, fra note dissonanti e slanci improvvisativi. Revelation On The Banks Of The Pawtukent è musica di fiume, di anditi profondi, immaginario ricorrente nella poetica di Fahey. E musica senza regole che non siano gli impulsi dei sensi. Tutto è decodificato, un orologio senza lancette che sfugge a qualsiasi classificazione. Il fiume Pawtukent scorre attraverso il Maryland fino alla Chesapeake Bay. Prima di essere attraversato dagli interminabili passaggi dei pendolari, questo angolo di Eden era uno dei luoghi mitici nellimmaginario giovanile del musicista. Variations On The Coocoo è un brano di Clarence Ashley, arrangiato secondo una linea melodica inquieta, entro una fitta selva di note sovrapposte. Seducenti sono anche Poor Boy, opera di Bukka White cui Fahey aggiunge un ponte e The Last Steam Engine Train, risonante country blues dedicato allultimo treno a vapore e scritto sulla railroad della Missouri Pacific, in Arkansas, mollemente appoggiato sul cofano di una Chevrolet del 1955. Conclude il disco ufficiale quella Dance Of Death, sarabanda scura impolverata dalla patina grigia dei 78 giri, dance macabre in piena regola, quasi Fahey riesumasse sulla chitarra gli accenti foschi dei revenants di Camille Saint Saens. Ma lelemento nero, tenebroso, è una tematica ricorrente nella poetica strumentale dellartista. I legami con il soprannaturale, gli scambi con un al di là non precisamente localizzato sembrano infuocare la destrezza sulle corde. Brevi gli inediti ma in sintonia con il gusto del disco: Tulip, emblema di Tim Pan Alley, versione del vecchio pezzo When You Wore A Tulip And I Wore A Big Red Rose, appreso dalla madre in domestiche lezioni di tip-tap, alletà di dieci o undici anni, una deliziosa Daisy ben conosciuta dai frequentatori di tablature flngerpicking come A Bicycle Built For Two il traditional The Siege Of Sevastopol che ricorda i contatti con Elizabeth Cotten e la conclusiva Steel Guitar Rag, con il collo di bottiglia, risultato di ostinati ascolti di artisti western-swing e country, scritta da Sylvester Weaver, chitarrista nero di Louisville, Kentucky. Pietra miliare fondamentale nella straordinaria e non sempre raggiungibile discografia di un artista sublime che oggi, a quanto si dice, stenta la vita, fra improbabili mercatini di compravendita di dischi usati e lotta con antichi e subdoli fantasmi che affollano la sua mente, The Dance Of Death & Other Plantation Favorites è una stazione basilare nella comprensione di un puro genio quale John Fahey. Ed è con soddisfazione e sollievo che si assiste ad una sistematica ricostruzione dellintero corpus dellopera del chitarrista americano. Ad affresco completato in ogni minimo dettaglio, si concluderà una grande missione: la salvaguardia e la diffusione di uno dei più grandi innovatori di tutta la storia della musica moderna. John Fahey (Washington, 28 febbraio 1939 – Salem, 22 febbraio 2001) è stato un chitarrista e compositore statunitense. Biografia Nato a Washington, crebbe a Takoma Park, nella periferia della capitale, in una famiglia con labitudine di passare il week-end suonando bluegrass e country. Cominciò a suonare la chitarra folk, perfezionando il finger-picking e lo stile, ispirandosi a compositori classici contemporanei come Charles Ives e Béla Bartók. Nel 1959, fondò la propria etichetta discografica, la Takoma Records, quindi, produsse il primo album, Blind Joe Death. Nel 1963, si trasferì a Los Angeles, in California, per proseguire gli studi universitari di Filosofia e Religione, conseguendo una specializzazione in folklore, con una tesi sulla musica di Charley Patton. Gli album che pubblicò negli anni sessanta utilizzano, perlopiù, accordature e ritmi inconsueti, ripresi dalle tecniche blues degli anni venti, che rimanevano la base della sua musica. Le sue influenze, però spaziavano dalla musica sinfonica di Ralph Vaughan Williams, al blues di Skip James, dal canto gregoriano, ai cori tibetani, sintetizzate dai suoi epici arpeggi di chitarra. Del 1965 è The Transfiguration of Blind Joe Death, da parte della critica considerato uno dei suoi capolavori. I suoi album prendevano sempre più la forma di mosaici di stili differenti. Intanto, la sua etichetta pubblicò artisti come Mike Bloomfield e The Fabulous Thunderbirds. Nel 1968, uscì The Yellow Princess, uno dei suoi dischi più apprezzati. Nel 1971, pubblicò America, buon successo di critica disco ancor più austero e minimalista, in cui spicca la lunga The Voice of the Turtle. I critici, per definire il suo stile, rubarono alla pittura la definizione American Primitivism, riferito al suo approccio quasi naïf ad arditi componimenti neoclassici. Ad America seguirono un altro buon successo, Of Rivers and Religion, nel 1972, e, nel 1973, Fare Forward Voyagers (Soldiers Choice), composto di due lunghissimi e monolitici brani, When The Fire And The Rose Are One e Fare Forward Voyagers, spesso annoverato come uno dei suoi capolavori, ma anche come il suo disco più sperimentale. Nel 1979, vendette la Takoma Records. Fahey continuò ad ampliare la sua imponente discografia producendo album di elevata qualità, rimanendo aperto alla sperimentazione nel rispetto della tradizione. Nel 1996, con leredità lasciatagli dal padre, fondò la Revenant records, con lintento di pubblicare reinterpretazioni di vecchie registrazioni blues. Nel 2001 subì un intervento di sestuplo by-pass. Tuttavia, il 22 febbraio di quellanno, morì a Salem. Tuttora, Fahey è considerato da buona parte dei critici, uno dei migliori chitarristi rock. Discografia Album 1959 - Blind Joe Death 1963 - Death Chants, Breakdowns and Military Waltzes 1964 - The Dance of Death and Other Plantation Favorites 1965 - The Transfiguration of Blind Joe Death 1966 - The Great San Bernardino Birthday Party and Other Excursions 1967 - Days Have Gone By 1968 - The Voice of the Turtle 1968 - Requia 1968 - The Yellow Princess 1968 - The New Possibility 1969 - Memphis Swamp Jam 1971 - America 1972 - Of Rivers and Religion 1973 - After the Ball 1973 - Fare Forward Voyagers (Soldiers Choice) 1974 - Old Fashioned Love 1975 - Christmas with John Fahey Vol. II 1979 - John Fahey Visits Washington D.C. 1980 - Yes! Jesus Loves Me 1981 - Railroad 1982 - Christmas Guitar Volume I 1983 - Let Go 1983 - Popular Songs For Christmas and the New Year 1985 - Rain Forests, Oceans and Other Themes 1987 - I Remember Blind Joe Death 1989 - God, Time and Causality 1990 - Old Girlfriends and Other Horrible Memories 1991 - The John Fahey Christmas Album 1994 - The Return of the Repressed 1996 - Double 78 1997 - The Mill Pond 1997 - City of Refuge 1997 - Womblife 1997 - The Epiphany of Glenn Jones 1998 - Georgia Stomps, Atlanta Struts and Other Contemporary Dance Favorites 2000 - Hitomi 2002 - John Fahey Trio, Vol. I 2003 - Red Cross Live 1981 - Live in Tasmania 1998 - Georgia Stomps, Atlanta Struts and Other Contemporary Dance Favorites 2003 - Hard Time Empty Bottle Blues 2004 - The Great Santa Barbara Oil Slick 2005 - On Air
Posted on: Tue, 15 Oct 2013 13:33:37 +0000

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