Ciao sono Alberto il fratello di fania, spero che tu sia Artorias - TopicsExpress



          

Ciao sono Alberto il fratello di fania, spero che tu sia Artorias che conosceva mia sorella. Solo ora dopo tanto, troppo tempo ho riacceso il pc e sono andato nel profilo di mia sorella. Nemmeno ti puoi immaginare tutto quello che vi ho trovato. Ma forse è meglio cominciare dal principio. Stefania era una come tante, allegra e spensierata con una grande passione: il tennis. Amava quello sport che aveva scoperto per caso grazie ad un’amica e pareva non ci fosse altro che potesse farla felice. Timidissima, studiosa, indipendente, il suo futuro non poteva essere che sicuro. Il destino invece aveva altri progetti per lei e le si presentò nel volto piu truce e orribile. Un incidente (chiamiamolo così) e poi il buio. Lottò contro la morte per giorni che a noi parvero anni, ma era viva. Lesione al midollo spinale. Ma era viva. Non ero molto presente per motivi di lavoro in casa quando uscì dall’ospedale, ma mi resi conto che avevo davanti a me un’altra persona. Taciturna, sofferente, evitava ogni discorso, non mangiava, non dormiva, piangeva. Se Dio esiste perché ha distrutto la mia Stefania? Restavo con lei piu che potevo, la coccolavo, la rassicuravo e per tutta risposta un giorno disse che voleva morire. Psicologo. Terapie. Medicine. Abbandonò il ragazzo, chiuse le amicizie, restava ore ferma a fissare un punto nel vuoto. Arrivò a pesare 35 chili, stava sparendo. Aveva terrore di uscire di casa, non per la vergogna della carrozzella ma mi disse che gli sguardi della gente erano piu taglienti di un coltello. Mia madre era completamente esaurita, non la riconoscevo piu. Capii che dovevo fare qualcosa. Si ma che cosa? Tra le altre cose le comprai un pc e piano piano notai che ogni tanto lo usava. Approfittai della situazione e comprai mille giochi, programmi, enciclopedie, musica. Un giorno lessi su una rivista di un gioco online con annessi giorni di prova, il gioco era Prigioni. Feci l’iscrizione e vidi che ci si dedicava spesso. Stava migliorando. Dopo qualche mese però quel gioco chiuse i battenti e ci restò malissimo. Cercai subito un’alternativa e la trovai su unaltra rivista che allegava un cd di prova a dark Age of Camelot. Feci l’iscrizione anche li. Ricordo perfettamente che al secondo giorno di gioco mi disse che aveva trovato un amico. Gli spiegò tutto, chiacchieravano allegramente e un giorno mi disse se potevo comprare la scatola del gioco per poter continuare a giocare. Me lo ricordo molto bene quel momento perché per la prima volta dopo troppo tempo la vidi sorridere. Io credo che questa persona che ha incontrato casualmente nel gioco deve essere una persona straordinaria. Si dedicò al gioco quasi come ad un lavoro, la vedevo impegnarsi, ridere, parlare con me di oggetti e armature, usava un linguaggio ludico a me sconosciuto e rideva quando capiva che non comprendevo quasi nulla. A volte diventava seria davanti al monitor, diceva che era successo chissà cosa e chissà dove. Ma per lei non era un semplice gioco. Per lei era un modo per sentirsi finalmente normale agli occhi della gente, nessuno la giudicava per il suo handicap, nessuno la vedeva. Poteva essere finalmente la solita ragazza di una volta. Mise su chili, si impegnò nei movimenti, parlava e rideva come una volta, si riavvicinò agli amici. Tutto questo per un gioco! No non accetto che sia chiamato solo gioco. È riduttivo. Sicuramente è stata fortunata a trovare le persone giuste, disponibili e simpatiche ma dopo tutto quello che aveva passato e che la mia famiglia aveva subito, chiamarlo gioco è troppo poco. A volte anche se giocava era triste ma le passava quasi subito, la vidi piangere mentre giocava in piu di un’occasione, ma erano momenti. Una volta mi chiamò raggiante per farmi vedere dove era riuscita ad arrivare. Mi mostrò un castello con delle guardie e diceva che era il suo posto segreto dove si rifugiava quando era triste. Le cure nel frattempo continuavano e lei ci si dedicava con impegno e dedizione. Era convinta e di farcela, era convinta di guarire. Ma quella maledetta circolazione sanguigna non ne voleva sapere. Quando fu chiaro che le cose stavano precipitando volò negli Stati Uniti con tutta la speranza che noi e voi gli avevamo dato. Ora per me viene il difficile. Non posso, non voglio, non ce la faccio ancora oggi a ripensare agli ultimi mesi. Continuò a giocare sempre col sorriso sulle labbra, continuò a riempirci del suo infinito amore. Arrivò a febbraio e la sua fragile vita si fermò li. Anche la mia. Solo dopo mesi ho preso coraggio e ho riacceso questo pc. Glielo avevo promesso. Ci ho trovato lettere, raccomandazioni, favori, foto. Aveva capito che non sarebbe vissuta e come ha sempre fatto aveva programmato ogni cosa. Tra le altre cose ho trovato una richiesta, un ultimo desiderio diciamo. Mi chiedeva di far rivivere i suoi personaggi che a quanto pare si erano cancellati. Far rivivere quei personaggi e regalarli a voi con la promessa che almeno una volta mi portiate nei luoghi che lei adorava, per farmi capire e comprendere che cosa le ha dato la forza di riprendersi. A giudicare da come parlava, per lei siete stati piu che amici, mi piace pensare a lei mentre giocava, mi piace pensarla mentre rideva per chissà quale battuta. Ora spetta a voi e scrivo a te perché sei l’unico punto sicuro che ho. Spetta a voi dirmi che fare. Non ho la minima idea di come entrare in gioco, ho trovato la password ma mi dice che non esiste l’iscrizione. Ho scaricato non so quanti aggiornamenti ma mi dice sempre che non esiste l’iscrizione. Non voglio farvi pressioni, se non potete aiutarmi cercherò una soluzione diversa. Mi basterebbe entrare, parlare con voi per un oretta, lasciarvi password e andarmene. Non credo di riuscire a fare di piu. La sola idea di entrare nel gioco mi farebbe pensare troppo a lei e io a distanza di mesi non mi sono ancora ripreso e credo che mai mi riprenderò. Voglio ringraziarvi tutti di cuore per tutto quello che avete fatto per lei, forse senza rendervene conto, forse sapendo, non importa, avete reso la luce ad una ragazza che stava nel buio, grazie non lo dimenticherò mai. Questi pensieri puoi dirli a tutti quelli che l’hanno conosciuta e hanno potuto apprezzare mia sorella. Grazie ancora.
Posted on: Thu, 07 Nov 2013 09:04:04 +0000

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