Diritti tv, la Juve guida la crociata. 7 club di A chiedono - TopicsExpress



          

Diritti tv, la Juve guida la crociata. 7 club di A chiedono chiarezza alla Lega: "No a scelte affrettate per il triennio 2015-18". Beretta bloccato Sette club di A chiedono chiarezza alla Lega TORINO, 29 agosto 2013 - Non importa che il triennio per il rinnovo della vendita dei diritti tv scada solo nel 2015: la “battaglia del grano” è già cominciata e promette di essere, come sempre accade quando in ballo c’è una montagna di soldi, parecchio dura. E, in attesa di entrare nel vivo del conflitto, si affilano le armi: la prima schermaglia serve (è servita, probabilmente) a stoppare quello che, da alcuni club, veniva giudicato come un’indebita e controproducente accelerazione. Riproponendo subito la stessa spaccatura che aveva portato alla rielezione alla presidenza di Maurizio Beretta nel gennaio scorso, con l’appoggio di Claudio Lotito e l’esclusione dal Consiglio di Juventus, Inter, Roma e Fiorentina. E ieri proprio questi quattro club sono stati i firmatari (con Sassuolo, Verona e Sampdoria) di una lettera spedita alla Lega nella quale si chiede di avviare una approfondita analisi di mercato in vista della commercializzazione dei diritti nel prossimo triennio. Quello, appunto, che partirà dal 2015. Una richiesta che, a prima vista, poteva far trasparire l’intenzione di entrare nel merito dei criteri di distribuzione, ma che invece mira a bloccare l’iniziativa che avrebbe avuto intenzione di attuare la maggioranza che regge la Lega: inserire, all’ordine del giorno dell’assemblea del 12 settembre, la votazione per il riaffidamento all’advisor Infront (lo stesso che se ne occupa ora) dell’incarico per la commercializzazione dei diritti. ALTRO PERCORSO Iniziativa ritenuta, appunto, troppo frettolosa dai sette firmatari che pretendono, e non solo perché i tempi stavolta lo consentono, un percorso che risponda a criteri manageriali. Niente contro Infront, sostengono, ma è necessario che i 20 club possano farsi un’idea più complessa delle possibilità che offre il mercato per la cessione di diritti. Quelli che, già ora, garantiscono un gettito di circa un miliardo (966,2 milioni) di euro l’anno. Così, nella lettera è stata ribadita la necessità di un percorso che preveda l’audizione dei più importanti manager del settore: degli amministratori delegati di Sky e Mediaset (attuali detentori dei diritti) ai dirigenti di altri network e advisor potenzialmente interessati. Per arrivare, alla fine del percorso, a una gara nella quale gli advisor, compreso ovviamente lo stesso Infront, potranno presentare le proprie offerte. Che le cose possano andare davvero in questa direzione è da verificare, ma intanto il fatto che la lettera sia stata firmata da 7 club ha evidenziato come non vi possa essere, nella prossima assemblea, la possibilità di arrivare a una maggioranza nel caso di votazione. La replica di Beretta, non a caso, va già nella direzione della disponibilità all’apertura di un confronto: «Le proposte contenute nella lettera delle sette società mi sembrano costruttive e condivisibili. Su alcune di queste proposte, peraltro, la Lega è già al lavoro. Certamente - ha concluso il presidente di Lega - questi temi saranno all’attenzione della prossima assemblea in programma a settembre». La prima, c’è da giurarci, di una lunga e combattuta serie. Sbarramento di sette club sui diritti tv. Lega bloccata Fiorentina, Inter, Juve,Roma, Sampdoria Sassuolo e Verona: «Lo sviluppo dov’è? Offerte più vantaggiose da altri advisor» MILANO, 29 agosto 2013 - È il primo atto ufficiale di quell’opposizione che, dopo la riconferma in gennaio di Beretta sull’asse GallianiLotito, si è andata coagulando attorno a chi aveva sostenuto la candidatura di Abodi. Fiorentina, Inter, Juventus, Roma, Sampdoria, Sassuolo e Verona hanno inviato una lettera al presidente di Lega e al d.g. Brunelli e, per conoscenza, agli altri tredici club scoperchiando il vaso di Pandora dei diritti tv. Una materia storicamente bollente che torna ora sul tavolo con l’avvio dell’iter di vendita del nuovo ciclo 2015-18: in gioco ci sono i due terzi del fatturato della A. Approfondimenti La missiva si propone di fungere da «stimolo » per una riflessione «approfondita e necessaria prima di adottare qualsiasi decisione relativa ai ricavi futuri da diritti audiovisivi», ma sotto sotto è una frustata alla gestione degli ultimi mesi (dovremmo dire anni) della Lega, ritenuta incapace di una visione di largo respiro sul calcio italiano, di cui è il traino economico. Non a caso, le sette dissidenti sottolineano come «né in commissione diritti audiovisivi né in assemblea sia stato mai trattato il tema – centrale – dello sviluppo del prodotto televisivo Serie A né sia mai stato affrontato quello del Canale Serie A se non in modo del tutto superficiale ». La parola «progettualità », come un qualcosa che manca dalle parti di via Rosellini, è l’architrave del ragionamento delle sette. La loro preoccupazione è che, dopo che il piano d’azione dell’advisor Infront «è stato sbrigativamente presentato all’assemblea del 29 luglio», a settembre Beretta convochi i club per deliberare i prossimi passi senza le analisi «sul contesto di mercato, sulle opportunità alternative, sugli sviluppi futuri e sui vantaggi/ svantaggi che ne potrebbero derivare». Lo snodo dei diritti 2015-18 è delicatissimo: per le sette società si possono «incrementare i ricavi intraprendendo un processo di sviluppo innovativo »,mail rischio adombrato dalla stessa Infront, in scadenza, nelle recenti riunioni è che il miliardo di introiti annui possa ridursi, con un cartello Sky-Mediaset, a meno che non sbarchi Al Jazeera. Azioni preliminari Ecco i quattro passi suggeriti: convocare in assemblea Sky e Mediaset per conoscere il loro punto di vista; far preparare una stima indipendente sulle previsioni dei ricavi con benchmark su Premier e Bundesliga, studiando le loro azioni di crescita; richiedere all’advisor un piano strategico di sviluppo; individuare l’advisor per il nuovo mandato con una gara come nel 2007. L’ultimo punto è centrale. «Sul mercato si legge vi sono operatori che ritengono la Serie A un prodotto non sufficientemente sviluppato e disposti a garantire ricavi attuali a fronte di una fee più competitiva e vantaggiosa per la Lega rispetto a quella attuale. Una gara per la selezione dell’advisor appare utile anche in ragione del presunto contesto di mercato oligopolistico nel quale operano Sky e Mediaset». Insomma, le sette ritengono eccessiva la commissione pagata a Infront in questo triennio (35 milioni), soprattutto per l’Italia, considerato che i soggetti sono i soliti noti. Quanto ai diritti esteri (la A incassa un quinto della Premier), sono un «driver fondamentale per la crescita della A negli anni a venire » ed «è necessario che la Lega si adoperi per massimizzarne lo sviluppo». La lettera è un avviso ai naviganti. Sette club è il numero sufficiente per bloccare qualsiasi delibera, anche quella sull’advisor. E sono stati avviati contatti con De Laurentis, da sempre sensibile sul tema, che potrebbe garantire un appoggio esterno. In serata Beretta ha risposto: «Proposte costruttive e condivisibili. Su alcune di esse la Lega è già al lavoro. Massima trasparenza e massimo coinvolgimento da parte di tutti». #c
Posted on: Thu, 29 Aug 2013 06:18:58 +0000

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