Disamore con la Giustifica. Berardicurti? - Presente. -Eh, oggi - TopicsExpress



          

Disamore con la Giustifica. Berardicurti? - Presente. -Eh, oggi ci sei, Berardicurti, ma ieri non c’eri. Come mai mancavi? C’era il compito di Matematica. - C’ho la giustifica di mamma! Lo dicevo fiero. Era come a dire guarda che io c’ho una persona dietro di trenta anni che è d’accordo con me, un po’ come un avvocato coi fiocchi, mica roba spicciola. -Fammela vedere? Vai a posto vai. Tiè zitta. Maestra maledetta. Davanti la giustifica di mamma non c’è niente da controbattere. Quello che apprezzavo molto quando mia madre le firmava, oltre il disinteresse erano diverse cose. La grammatica che spesso era sbagliata, ed il corsivo da “Sì, ma famme cucinà che c’ho i broccoli sul forno”. Bella mammetta mia. Assente per : Motivi famigliari. Sentite che baratro incredibile, che potenza questa unione di parole? Motivi, Famigliari. Sarà successo una volta sola che c’era stato veramente un motivo famigliare, ma in tanti anni di scuola era sempre perché io la mattina non volevo andarci. Non mi piaceva molto e stavo sempre agli ultimi banchi a fare formine con la vinavil. La seccavo sul termosifone e tornavo a casa pieno di animaletti di gomma. La Matematica e i rapporti umani non facevano per me. Non troppo perlomeno. Per evitare di andare a scuola utilizzavo utilizzavo una serie di trucchi ben ponderati. Ore sei del mattino. Inizio con una lieve tosse che toglieva i miei dal torpore del sonno. Venivano entrambi a vedermi preoccupati, a controllare.Ma io rimanevo docile a dormire beato e bellissimo come solo quando ero da bambino potevo essere. Con quelle due guance rosse il massimo che potevano dire mia madre era “ Guarda quanto cazzo è bello mi fio.” “Si, ha ripreso da me” Diceva mio padre, seguiva una serie di disquisizioni su chi somigliassi veramente e poi basta. Se ne tornavano a dormire felici del loro primogenito maschio mentre io architettavo le prossime mosse. Lo scacco matto era rimanere il venerdì a casa, poi sabato e domenica di fila, che libidine. A volte ci riuscivo anche a partire dal Giovedì, e li erano cartoni tutto il tempo. Ore sette e venti: Mi alzavo e dicevo a mia madre con flebile voce e testa bassa: -Stanotte mammì, ho dormito m’pochetto male.- -E resta a casa ciccè, che me frega- Bella mammetta mia. Quando poi sapeva che c’erano dei compiti da fare, lì dovevo escogitare altre cose. Pensavo, per farmi alzare la pressione e la temperatura, di sollevare qualcosa di grandissimo. Un masso. Un incudine di ferro enorme, una montagna. L’encefalo sviluppava ormoni necessari per processi biochimici utili a bigiare scuola. L’avevo imparato da solo o per sentito dire. Comunque Funzionava sempre. L’iter cambiava leggermente ma il risultato era stupefacente con un solo pensiero. -Mà, non me sento tanto bene.- -Eh, sei un po’ caldo ciccio mio, rimani a dormì, che me frega.- Bella memmetta mia. Qualche anno fa ne scoprii un altro molto simile ma per una questione differente. Lo utilizzavo con le prime ragazze, le prime esperienze con il sesso femminile, quando riuscii ad uscire dal guscio del grasso sottocutaneo. Prima di dire la grande frase, prendevo tempo da bravo attore, abbassavo la testa come quando parlavo con mia madre e con voce flebile asserivo con incertezza. – Devo dirti una cosa, io…..- -…Tu?..- In quell’istante in quel preciso istante pensavo alla radice quadrata di 340584. Il risultato non mi veniva per ovvi motivi, uno perché è complesso di per sé. L’altro perché a scuola non ci sono mai andato durante i compiti di matematica. La faccia mi diventava seria, pensierosa, ero tutto muscoli facciali tesi e tanto sforzo mentale. Gli occhi quasi luccicavano cercando di capire quel risultato impossibile, inarrivabile anche scomponendolo in piccoli fattori. Poi la sganciavo. -Io… Io…Ti amo- Fatelo. Pensando qualche secondo prima alla radice quadrata di 340584. Vedrete che bell’effetto. Cadevano ai miei piedi, perché capivano che ci tenevo veramente, che quello che gli stavo comunicando era qualcosa di fondamentale, di importante, di incredibile e nessuno glielo aveva mai detto come facevo io. Andavano tutti a scuola a fare i compiti di matematica e io mi ammazzavo di cartoni animati e di finta malattia. Di sistemi di teatralità per evitare responsabilità antipatiche. Ho avuto dei problemi in seguito, li ho tutt’oggi. Mi sono ritrovato a non riuscire a dividere venti euro per quattro e a raggirare tante persone. Nel primo caso, utilizzo una calcolatrice anche per le cose più semplici. Nel secondo quando si presentano con le lacrime agli occhi e mi chiedono -perché non mi ami più?- Un minimo male ci sto. Il massimo che riesco a rispondere è sinceramente. -C’ho la giustifica de mamma.- Bella mammetta mia.
Posted on: Fri, 04 Oct 2013 02:06:50 +0000

Trending Topics



Recently Viewed Topics




© 2015