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Interessante questo articolo, questi studi e considerazioni. Mettono sempre in luce i nostri guai, ma mostrano anche quanto i giochi politici/economici di altri paesi, i più potenti, non siano scevri da interessi propri tirando lacqua al proprio mulino. Povera Italia, non troppo, ma deve sicuramente trovare una più equilibrata competitività con sforzi superiori e riforme. Commenti&Inchieste Scenari LItalia virtuosa batte la Spagna indebitata di Marco Fortis5 novembre 2013Commenti (6) IN QUESTO ARTICOLO Argomenti: Debito pubblico | Italia | Francia | Stati Membri | Gran Bretagna | Belgio | Spagna | Lehman Brothers | Germania My24 La Commissione Europea comunicherà tra pochi giorni il rapporto sugli squilibri macroeconomici dei Paesi membri con riferimento al 2012. AllItalia, come da copione, verranno soprattutto contestate due colpe, che attireranno fatalmente lattenzione dei media più dei molti indicatori positivi che il nostro Paese presenta. Tra questi ultimi, lItalia vanta innanzitutto un deficit statale tra più contenuti ed un avanzo primario di bilancio tra i migliori al mondo, ma è anche tra i Paesi che rispettano il maggior numero degli 11 parametri chiave della Macroeconomic Imbalance Procedure (MIP), presentando in particolare una posizione finanziaria netta sullestero più che sostenibile (in linea con quella della Francia e assai inferiore a quelle della Spagna, dei Paesi periferici e di molte nazioni dellEuropa Centro-Orientale), nonché un debito privato (di famiglie e imprese) che in rapporto al Pil è tra i più bassi in assoluto (in linea con quello tedesco). Competitività. Laccusa allItalia di essere poco competitiva rischia di essere grottesca, in quanto formulata senza tener conto della differenza fondamentale esistente tra i Paesi che, con riguardo alla bilancia commerciale con lestero, sono in attivo (come lItalia) e quelli in passivo (come la Francia o il Regno Unito). u Continua da pag. 1 Infatti, nella MIP la competitività è misurata in base ad un solo indicatore, la variazione della quota di mercato nellexport mondiale rispetto a 5 anni prima. Secondo questo indice, lItalia ha registrato tra il 2007 e il 2012 una diminuzione della sua quota di mercato del 23,8% ma anche la Germania ha accusato un calo del 13% (tendenza comune a quasi tutti i vecchi Paesi avanzati, per lascesa della Cina e altri Paesi emergenti). Possiamo da ciò concludere che lItalia sia poco competitiva, visto che in Europa presenta la seconda più alta bilancia commerciale manifatturiera con lestero dopo la Germania stessa? Debito pubblico. Ancor più discutibile, e sempre meno aderente alla realtà odierna, è il voler continuare a parametrare il debito esclusivamente in base al Pil. Nell80% dei casi, il rapporto debito/Pil rivela lesistenza (o meno) di un debito pubblico troppo elevato. Ma nel restante 20% dei casi tale rapporto o sopravvaluta il reale livello di pericolosità del debito (come nel caso di Italia e Belgio) o lo sottovaluta (come nel caso della Spagna), non tenendo conto del fatto che lequilibrio finanziario tra settore pubblico e privato non è dato dal rapporto debito/Pil, ma da quello tra debito pubblico e stock di ricchezza finanziaria netta delle famiglie. Tale ricchezza in genere è correlata al Pil ed è di poco superiore al prodotto (Germania, Francia). Ma non sempre è così. In alcuni casi, la ricchezza è di molto superiore al Pil (Italia, Olanda, Belgio), mentre in altri casi è invece inferiore allo stesso, anche in misura considerevole (Grecia, Irlanda e Spagna). Ricchezza privata. È sullo stock della ricchezza finanziaria netta delle famiglie che si fonda la solidità dei sistemi finanziari nazionali (banche e assicurazioni) e la loro capacità di sostenere gli acquisti di titoli di Stato da parte dei residenti. Disconoscere questo aspetto è un grave danno di immagine per lItalia, con un immeritato impatto negativo sul nostro rating sovrano. Basti pensare che il debito pubblico italiano, in rapporto al Pil, nel 2012 è stato il secondo dellUe dopo quello greco, ma in realtà è solo il 14° se misurato in base alla ricchezza finanziaria netta delle famiglie (laddove Francia e Germania sono, rispettivamente, al 16° e 17° posto). Debito/Pil e debito/ricchezza. Per capire come interagiscono tra loro queste grandezze, è interessante notare come il nostro debito pubblico, che in rapporto al Pil tra 2011 e 2012 è salito dal 120,7% al 127%, è invece sceso dal 73% al 71% in percentuale della ricchezza finanziaria netta delle famiglie. Al contrario, il debito spagnolo non solo è cresciuto dal 70,5% all86% in rapporto al Pil ma anche dall89,4% al 100,8% della ricchezza. Nel 2012 il debito pubblico italiano in rapporto alla ricchezza era solo di poco superiore a quelli di Francia e Germania, mentre quello spagnolo è cresciuto vertiginosamente dal 2007 al 2012 e continuerà ad aumentare nel 2013-14 mentre il nostro diminuirà. Debito in valore assoluto. Inoltre, pochi sanno che dal terzo trimestre 2008 al secondo trimestre 2013 il debito pubblico italiano è, dopo il debito della Svezia, quello cresciuto di meno nellUe in termini monetari (+26% confrontato col +48% della Francia, +106% della Gran Bretagna e +135% della Spagna). Se lo misurassimo in soldi anziché in rapporto al Pil, scopriremmo che da quando è fallita la Lehman Brothers sino a metà 2012 laumento del debito italiano è stato in valore assoluto di 422 miliardi di euro: una cifra ragguardevole, ma solo la quinta nellUe dietro a Gran Bretagna, Francia, Spagna e Germania. Debito estero. Va considerato che il debito italiano detenuto da non residenti era a fine 2012 pari a 698 miliardi di euro (cresciuto di soli 24 miliardi rispetto al 2008) contro i 1.022 miliardi della Francia (+297 miliardi) e i 1.145 miliardi della Germania (+345 miliardi). Evidentemente ad altri Paesi fa comodo che una grande nazione come lItalia continui ad essere considerata un investimento a rischio. Essi possono così più facilmente attrarre capitali esteri verso i propri debiti pubblici, che, senza tali capitali, dovrebbero altrimenti essere finanziati dai residenti.
Posted on: Tue, 05 Nov 2013 17:48:33 +0000

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