LA VERA STORIA DI LUTERO Conferenza n.58 del 15 marzo - TopicsExpress



          

LA VERA STORIA DI LUTERO Conferenza n.58 del 15 marzo 2013 Ospite: Angela Pellicciari / Argomento: Storia ________________________________________ TUTTO CIO CHE CI HANNO INSEGNATO A SCUOLA SU DI LUI E SBAGLIATO! Ad esempio: Lutero auspicava la distruzione di tutte le sinagoghe e delle stesse case private degli ebrei ed infatti Hitler fece ristampare le sue opere chiamandolo Propheta Germaniae Il 15 marzo 2013 il Centro Culturale Amici del Timone di Staggia Senese ha organizzato un incontro dal titolo La vera storia di Martin Lutero. Ospite speciale è stata la professoressa Angela Pellicciari, docente di storia e filosofia, esperta di risorgimento, autrice di libri di successo, conduce su Radio Maria la trasmissione La vera storia della Chiesa. Circa duecento persone, in gran parte giovani, hanno ascoltato in silenzio con molta attenzione le tesi della professoressa che ha ribaltato la visione dolce che ci è stata insegnata sui libri di scuola e in televisione. Sulla scorta dei documenti dell’epoca, la professoressa ci ha fatto scoprire il monaco eretico, iniziatore del protestantesimo, attraverso quanto egli stesso ha scritto, predicato e insegnato. Introducendo largomento la Pellicciari ha fatto notare che lItalia politica nasce centocinquanta anni fa partorita da un pugno di protestanti e liberal-massoni alleati delle grandi potenze protestanti e liberal-massoniche. Da allora di Lutero, in Italia, non si fa che parlar bene. Padre della modernità e dello spirito di libertà sempre osteggiato da Roma, si dice. In effetti è allorigine delle dinamiche che sono allorigine del risorgimento. Ma chi era Lutero? Se si parte dagli scritti il suo pensiero pieno di contraddizioni violente e insanabili. Con conseguenze drammatiche. Qualche esempio: in nome della libertà, libertà da Roma, dal Magistero, dal Papa, dalla gerarchia, Lutero consegna la vita della Chiesa alla santa volontà dei principi. La libertas ecclesiae è annullata per volere di un monaco che riporta lorologio della storia indietro di millecinquecento anni quando ancora non esisteva la distinzione fra Cesare e Dio. Libertà? Sì, e assoluta, ma solo per i prìncipi. Quando i cavalieri e i contadini (cioè il popolo) ne pretenderanno un po anche per loro, sarà guerra e guerra spietata. Benedetta e incoraggiata dalluomo di Dio, allorigine di un assolutismo allora sconosciuto in Europa, diretto antenato della statolatria moderna. Libertà? Lutero nega che la volontà umana sia libera. La vita delluomo dipende dalla lotta che Dio e Satana combattono per aggiudicarsi la sua anima. Dio crea gli uomini per mandarli o allinferno o al paradiso senza che questi possano minimamente incidere sulla loro sorte: doppia predestinazione. Le opere non contano perché, essendo la volontà schiava, le persone non sono responsabili delle proprie azioni. Fra le opere impossibili da compiere ci sono i voti monastici che Lutero nega alla radice: se ci impegnassimo per sempre, per tutta la vita, che fine farebbe la nostra libertà? Seguendo questa logica (radicalmente contrastante con le premesse) i voti, tuttal più, potrebbero essere emessi pro tempore: fino a quando saremo in grado di osservarli. Siamo di fronte ad uno dei passaggi costitutivi della modernità: quello che dalla libertà della volontà porta alla libertà sganciata dalla verità. Al libero desiderio. Lutero apre la strada a quel relativismo affettivo-sentimentale che rende luomo schiavo della volubilità delle passioni. Con lui finiscono le scelte fatte per sempre. Nella buona e nella cattiva sorte. Scelte assolute che poggiano sul comandamento divino di essere santi perché Lui è santo. Che poggiano sullonnipotenza dellamore di Gesù, figlio di Dio incarnato, unita alla libertà della nostra volontà. La relatrice ha sottolineato che la libertà tratteggiata da Lutero si coniuga con lodio: per Roma, per il Papa e per gli ebrei. Nel testo Su gli Ebrei e le loro menzogne Lutero auspica la distruzione di tutte le sinagoghe e delle stesse case private degli ebrei. Che lavorino! Sia imposta – scrive - la fatica ai Giudei giovani e robusti, uomini e donne, affinché si guadagnino il pane col sudore della fronte. Non fa meraviglia che nel 1936 sia Hitler a ristampare il testo scritto nel 1543 dal padre spirituale della Germania, apostrofato con gli appellativi di Hercules Germanicus e Propheta Germaniae. Quanto al papa e a Roma il fatto che continuino ad esistere nonostante il monaco rivoluzionario li abbia scomunicati con tutte le sue forze è, per Lutero, unossessione. Unossessione insopportabile. Abolito il culto cattolico, distrutte le immagini ritenute idolatriche della devozione a Maria e ai santi, Lutero compone, fa incidere da Lucas Cranagh il Vecchio, e diffonde a tappeto, immagini blasfeme, immonde, su Roma, sui monaci e sul papato. Immagini che faranno scuola ai rivoluzionari francesi. Di queste immagini si è persa la memoria. Allinizio del Novecento due gesuiti le hanno con fatica riportate alla luce, poi più nulla. Grazie a Dio il flagello luterano è rimasto al di là delle Alpi. Perlomeno fino a metà dellOttocento. Al termine dellesposizione della professoressa, sono state molte le domande del pubblico, segno che cè davvero bisogno di questi incontri culturali. Martin Lutero: Riformatore o Rivoluzionario? Recensione al nuovo libro di Angela Pellicciari 17 Dicembre 2012 | 1240 hits di Nicola Rosetti SAN BENEDETTO DEL TRONTO, lunedì, 17 dicembre 2012 (ZENIT.org/Àncora Online).- Angela Pellicciari si è resa nota al pubblico, e in particolare a quello cattolico, per le sue pubblicazioni sul Risorgimento nelle quali ha messo in luce gli aspetti meno noti di questo periodo della storia italiana, dando particolare risalto alle contraddizioni di diversi Padri della Patria. L’autrice ha sempre portato avanti le sue tesi storiografiche fondandosi su documenti dell’epoca e, se si può essere in disaccordo col suo pensiero, difficilmente la si può accusare di non sostenere i suoi convincimenti su solide basi. Il Risorgimento è figlio della Rivoluzione Francese che a sua volta affonda le radici nella Rivoluzione Protestante, fenomeno che la Pellicciari ha voluto studiare nella sua ultima fatica intitolata Martin Lutero, edita da Cantagalli. L’autrice è d’accordo con il pensiero di Pio XII che vede un filo rosso che lega la Rivoluzione Protestante, quella Francese e quella Comunista e cita una frase di Papa Pacelli: “Si è partiti col dire Cristo sì, Chiesa no (protestantesimo ndr). Poi Dio sì e Cristo no (illuminismo ndr). Finalmente il grido empio: Dio è morto, anzi, Dio non è mail esistito (comunismo ndr)” (p. 78). La Chiesa era brutta e cattiva, perseguitava ferocemente chi non era in linea col suo credo ed è per questo che si levò contro di essa la voce del paladino della libertà e della libera opinione Martin Lutero. Questa, in modo molto semplicistico, è la favola che ci hanno spesso insegnato a scuola e che l’autrice smonta partendo sempre dalle fonti, in primo luogo dagli scritti dello stesso Lutero. Il lettore tuttavia si accosterà al testo ben distinguendo la figura di Lutero dai Luterani di oggi essendo in ciò guidato da quanto affermato dal decreto conciliare Unitatis Redintegratio che al numero 3, fra l’altro, afferma: “Quelli poi che ora nascono e sono istruiti nella fede di Cristo in tali comunità, non possono essere accusati di peccato di separazione, e la Chiesa cattolica li circonda di fraterno rispetto e di amore”. Inoltre, leggere una pagina di storia, non è come leggere una pagina della Sacra Scrittura. Mentre quest’ultima può essere letta su due livelli, quello del testo in sé (RACCONTO) e quello del testo per me (SIGNIFICATO), una pagina di storia, specialmente quella che racconta fatti accaduti parecchi secoli fa, è chiusa nel passato e nel passato è anche incatenato il giudizio che di quel periodo storico possiamo dare. Se da una parte è vero che la storia è maestra di vita, dall’altra è anche vero che fra i fatti narrati e valutati dall’autrice e l’uomo di oggi sono trascorsi parecchi secoli nei quali c’è stato uno sviluppo spirituale e culturale. Perciò potremo trarre giovamento dalla lettura di questo testo solo se pienamente contestualizzato. Fatte queste opportune premesse, vediamo allora alcuni interessanti spunti per la riflessione che emergono dal testo. Rompe con la millenaria tradizione ecclesiastica e porta avanti la sua battaglia a suon di versetti biblici. Il protestantesimo infatti si basa sul principio che può essere oggetto di fede solo ciò che è fondato nella Sacra Scrittura. Non tutto però nella Bibbia soddisfa il pensiero di Lutero e dunque il “riformatore” non esita a definire una “ lettera di paglia” la Lettera di Giacomo che esalta il valore delle opera a scapito del principio della “sola fede” sostenuto da Lutero! (p. 67). Con ciò l’autrice mette in evidenza l’approccio “ideologico” alla Scrittura di Lutero. Egli non fa parlare la Sacra Pagina, ma espunge da essa i versetti che più si confanno al suo pensiero religioso. La stessa cosa si può dire per quanto riguarda l’interpretazione del testo sacro. Per Lutero infatti ogni fedele deve leggere la Sacra Scrittura da solo senza la mediazione della Chiesa. Questo è il suo pensiero, eppure nella stessa Bibbia si legge: “Sappiate anzitutto questo: nessuna scrittura profetica va soggetta a privata spiegazione, poiché non da volontà umana fu mai creata una profezia, ma mossa da Dio” (cfr 2 Pt 1,20-21) (p. 72). Quando poi ognuno inevitabilmente inizia a leggere a modo suo le Sacre Scritture, iniziano a sorgere altre comunità cristiane oltre a quella luterana. Non avevano forse ragione i latini nel dire “tot capita tot sententiae”!? Come reagisce Lutero a questo pullulare di nuove comunità cristiane? Nel 1531 afferma: “Non è permesso che un Tizio qualunque venga fuori di sua testa, crei una sua propria dottrina, si spacci per un maestro Pallottola e voglia farla da maestro e biasimar chi gli piaccia”! (p. 65). Ma non si era egli stesso analogamente opposto all’autorità del Papa qualche anno prima vestendo i panni di quel Tizio che ora biasiama?! E questa sorta di intolleranza non si arresta alle sole parole: per placare la rivolta dei contadini di Munster che avevano dato vita ad una chiesa separata da quella luterana, Lutero non si fa troppi scrupoli e infiamma l’animo dei principi tedeschi che reprimeranno i dissidenti con la forza provocando la morte di circa 100.000 di essi. Sono proprio i principi tedeschi che diventano le nuove guide della cristianità riformata da Lutero dopo che il riformatore ha di fatto abolito l’autorità ecclesiastica. È nel pensiero di Lutero che si deve vedere la genesi dello stato moderno, quella forma di comunità politica che si pone sopra ogni uomo e sopra ogni altra istituzione senza alcun vincolo. Con Lutero la fede da pubblica diventa fatto privato, intimistico, che riguarda solo ed esclusivamente la coscienza. Anche il culto risente di questa visione e Lutero ne abolisce ogni esteriorità e visibilità. La Pellicciari arriva a definire, non a torto, Lutero come il primo iconoclasta moderno (p. 89). Il libro dunque ha l’indubbio pregio di poterci far riflettere su una pagina di storia spesso mal raccontata e può aiutarci a diradare le ombre dei luoghi comuni che si sono annidate nei nostri “cassettini della memoria”. Il contributo dell’autrice aiuterà sicuramente a riconoscere nell’opera di Lutero una rivoluzione ecclesiale e non una riforma come troppo spesso viene ancora definita in linea con quanto già affermato dallo storico della Chiesa Jedin. Una riforma che ha finito per spaccare in due l’Europa come ci ricorda anche l’immagine scelta dalla Pellicciari per la copertina. (Articolo tratta da Àncora Online, il settimanale della Diocesi di San Benedetto del Tronto) (17 Dicembre 2012) © Innovative Media Inc
Posted on: Wed, 20 Nov 2013 17:33:49 +0000

Trending Topics



I am a sister who would like to know the best way to tell people
NEW Job! Desktop Technical Customer Support - Id : 18745Category :

Recently Viewed Topics




© 2015